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mercoledì 23 settembre 2020
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morricone wagneriano?
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La grossa stonatura della sua recensione è affermare che Morricone si è ispirato al compositore tedesco. Anche ad un orecchio non molto allenato , direi quasi profano, risalta una musica dalle sonorita' tipicamente di J.S. Bach ( da cui spesso Il geniale compositore romano ha attinto spunti per i suoi innumerevoli lavori) .Echi Mozartiani sono ben altresì presenti nel cantato "Fete e cynisme" ma di Wagner direi che nulla proprio nulla lo richiama.
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mercoledì 23 settembre 2020
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morricone wagneriano?
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La grossa stonatura della sua recensione è affermare che Morricone si è ispirato al compositore tedesco. Anche ad un orecchio non molto allenato , direi quasi profano, risalta una musica dalle sonorita' tipicamente di J.S. Bach ( da cui spesso Il geniale compositore romano ha attinto spunti per i suoi innumerevoli lavori) .Echi Mozartiani sono ben altresì presenti nel cantato "Fete e cynisme" ma di Wagner direi che nulla proprio nulla lo richiama.
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nicol� scialfa
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giovedì 26 settembre 2019
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un cuoco innamorato
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Francia, 1671. Il maestro di cerimonie François Vatel, al servizio del Principe di Condė, il vincitore di Rocroi, ha il compito di organizzare un fastoso evento di alcuni giorni in onore di Luigi XIV. Il suo Signore deve riappacificarsi col Gran Re ed ottenere il comando dell’esercito nella imminente guerra con l’Olanda. Vatel si innamora, ricambiato, della dama di compagnia della regina, Anne de Montausier, con cui passa una sola notte d’amore. Questo gli costa l’ostilità del laido marchese di Lauzun. Esistono leggi non scritte nel mondo di Luigi e, soprattutto, barriere sociali insormontabili. Anne deve giacere anche con il Re. In un estremo atto d’amore Vatel, pur di salvare i canarini della Montausier, sacrifica due dei suoi meravigliosi pappagalli, il cui cuore serve al medico di corte per curare la gotta del Condė.
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Francia, 1671. Il maestro di cerimonie François Vatel, al servizio del Principe di Condė, il vincitore di Rocroi, ha il compito di organizzare un fastoso evento di alcuni giorni in onore di Luigi XIV. Il suo Signore deve riappacificarsi col Gran Re ed ottenere il comando dell’esercito nella imminente guerra con l’Olanda. Vatel si innamora, ricambiato, della dama di compagnia della regina, Anne de Montausier, con cui passa una sola notte d’amore. Questo gli costa l’ostilità del laido marchese di Lauzun. Esistono leggi non scritte nel mondo di Luigi e, soprattutto, barriere sociali insormontabili. Anne deve giacere anche con il Re. In un estremo atto d’amore Vatel, pur di salvare i canarini della Montausier, sacrifica due dei suoi meravigliosi pappagalli, il cui cuore serve al medico di corte per curare la gotta del Condė. Malgrado i festeggiamenti siano meravigliosi e Vatel, grazie al suo talento e alla sua incredibile cucina, sia desiderato alla corte di Versailles dal Re Sole, per un banale ritardo nella fornitura del pesce nella giornata conclusiva, si suicida dopo aver scritto una lettera alla sua amata. É consapevole dell’impossibilità del loro amore e stanco di dover osservare ferree regole dettate da convenzioni sociali che non sopporta più. Prima di morire libera il pappagallo superstite.
Depardieu superlativo, ricostruzione storica eccellente; film di sentimenti, illusioni e rigida realtà, talento sottomesso alla prepotenza e all’arbitrio, volontà repressa di affermare la propria personalità in un mondo governato da leggi ingiuste e lesive della dignità personale.
Alcune curiosità:
il personaggio di Anne de Montausier ricorda quello reale di Julie d’Angennes, duchessa di Montausier, governante dei figli di Luigi XIV di Francia e della moglie Maria Teresa, nonché una delle amanti del sovrano.
Anacronistica nella scena del banchetto coi fuochi di artificio la Musica per i reali fuochi d’artificio di Georg Friedrich Händel, scritta nel 1749. Ma è poco importante. Anacronistica anche la creazione della crema chantilly da parte di Vatel per la visita di Luigi XIV al Castello di Chantilly. In realtà Vatel aveva già creato la ricetta dieci anni prima quando era al servizio di Nicolas Fouquet al castello di Vaux-le-Vicomte, dove peraltro è stato girato il film.
Luigi costruisce un meccanismo perverso e formalistico per imbrigliare quella nobiltà di spada che con la Fronda del 1649 stava per eliminarlo. Alla sua morte, nel 1715, quella nobiltà non ha più né ruolo né funzione. Qualche decennio dopo il merito dei Vatel inizierà ad essere premiato… Purtroppo non durerà molto.
Un film sulla Dignità, una dignità che nessun Re o Giudice potrà mai toglierti. O la possiedi o non la possiedi. Oggi più che mai, in questo tempo di barbarie dove i Vatel vengono messi da parte a favore di ignoranti senza merito… e non da un re… Tutto qui.
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faucau
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mercoledì 14 febbraio 2018
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film d'arte figurativa
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Vatel resterà nella storia del cinema comefilm poco cinematografico ma molto capolavoro di arte decorativa. Resterà nelle memorie questo fuoco d'artificio della fantasia spettacolistica. E' difficile immaginare che possa essere superato. Trama, morali e storia restano sullo sfondo di questo omaggio agli occhi, persino disturbando. Siamo all'estremo confine dell'utilizzo della macchina da presa come pennello su tela. Ma merita d'essere ricordato.
Fausto Carratù
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rikitikitawi
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giovedì 3 agosto 2017
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un carillon di colori e di immagini fiabesche
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Quasi non importa la vicenda in se : il film scorre in un spendore di colori e scenografie quasi surreali e in ambientazioni uniche.
Se anche fosse un film muto sarebbe lo stesso bellissimo . Bravo il regista ed ovviamente tutto il cast .
Guardando la pellicola ad un certo punto ti sembra di essere anche tu lì , in un tempo andato , tra uomini burattini elegantissimi , ad un festival di colori e sapori paradisiaco.
Imperdibile.
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nero wolfe
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lunedì 10 ottobre 2016
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ingiustamente stroncato
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Non è un capolavoro, ma resta un'opera molto interessante, dalle molte sfaccettature. E questo è forse il problema: la loro decifrazione.
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valetag
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giovedì 29 maggio 2014
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ah, vatel... tanto fumo e...
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Re luigi 14esimo programma una visita di tre giorni presso Chantilly, durante i quali dovrà decidere se riprendere sotto la sua ala protettrice la cittadina e il principe di Conde'. Vatel, maestro delle cerimonie, ha quindi tra le mani il destino della Francia: con il suo operato deve influenzare in positivo la scelta del re, per compiacere il suo principe e pagare i debiti che il castello ha maturato verso la povera gente.
Joffe si concentra così tanto nel ricreare il mondo sfarzoso ed esagerato della Francia del 1600 che si dimentica di una delle cose basilari: delineare lo spessore dei personaggi. Vorremmo sapere qualcosa di più del fratello del re e della Thurman di cui Vatel si innamora, ma è tutto sospeso nel vago.
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Re luigi 14esimo programma una visita di tre giorni presso Chantilly, durante i quali dovrà decidere se riprendere sotto la sua ala protettrice la cittadina e il principe di Conde'. Vatel, maestro delle cerimonie, ha quindi tra le mani il destino della Francia: con il suo operato deve influenzare in positivo la scelta del re, per compiacere il suo principe e pagare i debiti che il castello ha maturato verso la povera gente.
Joffe si concentra così tanto nel ricreare il mondo sfarzoso ed esagerato della Francia del 1600 che si dimentica di una delle cose basilari: delineare lo spessore dei personaggi. Vorremmo sapere qualcosa di più del fratello del re e della Thurman di cui Vatel si innamora, ma è tutto sospeso nel vago. La fotografia non proprio eccellente non aiuta l'accozzaglia di elementi che magari sarebbe stato interessante scoprire tra la scenografia. Film mediocre, che nonostante la presenza di nomi importanti e volti noti, non appassiona, e ci fa anche un po' infuriare con un finale così affrettato e troncato senza una vera chiusura di scena. Consigliato? Ni.
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nalipa
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venerdì 28 gennaio 2011
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bellissimo!
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Con un immenso Depardieu.
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nick distefano
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mercoledì 27 agosto 2008
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bah...
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Sebbene la corretta regia di Joffè riesca a mantenere su questo film, non significa che sia particolarmente bello. Depardieu è granitico come poche volte, non si riesce a capire quando sia spaventato o accondiscendente, ritroviamo Warlock(Julian Sands) nei panni del
fesso-viziato Luigi XIV. Joffè che nel 2007 accetterà la regia del thriller/torture-porn "Captivity", decide di non esplicitare le scene violente, per non cedere allo splattter. Forse avrebbe dovuto, sta di fatto che il film è piuttosto noioso.
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domenica 23 dicembre 2007
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