La locanda della felicità |
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Un film di Zhang Yimou.
Con Benshan Zhao, Dong Jie, Dong Lihua, Fu Biao, Li Xuejian
Titolo originale Xingfu shiguang.
Commedia,
durata 95 min.
- Cina 2000.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 11 ottobre 2002.
MYMONETRO
La locanda della felicità
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Per conquistare una corpulenta vedova Zhao, operaio in pensione, si fa credere proprietario di un fiorente albergo. La donna è piuttosto rapace ed esige la somma di 50mila yuan come regalo di nozze. Le cose si complicano con l'ingesso in scena di Wu Ying, la figlioccia diciottenne della signora che chiede a Zhao di assumere la ragazza, cieca, come massaggiatrice nel suo hotel. Costretto a moltiplicare le menzogne, l'uomo crea una sala per massaggi in una fabbrica abbandonata della periferia, con l'aiuto di un gruppo di amici disoccupati e di un registratore che diffonde i rumori della città. La ragazza si appassiona al lavoro, massaggiando falsi clienti che la pagano con false banconote; pian piano, però, qualche sospetto si affaccia alla sua mente. E qui viene fuori l'originalità del maestro della "quinta generazione" del cinema cinese, Zhang Yimou: in un contesto fittizio, tra Wu Ying e il suo falso datore di lavoro fiorisce un'amicizia autentica. Tutto il resto è irrimediabilmente artefatto, in una Pechino convertita alle grandi arterie metropolitane, ai fast-food e (per chi se li può permettere) ai consumi. Con La locanda della felicità, però, il regista non ha voluto realizzare una commedia acida; si è concentrato sui personaggi, segregandoli in interni (Yimou è particolarmente a suo agio quando riprende luoghi chiusi, come il palazzo di Lanterne rosse) per poterli osservare meglio. Eppure in questa storia tutto sommato edificante, osservata con occhio affettuoso, s'insinua una sensazione di disagio, una specie di impalpabile imbarazzo che la dice lunga circa il modo in cui il cineasta giudica i "tempi felici" (così suona il titolo originale) in cui viviamo.
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