mario scafidi
|
domenica 3 settembre 2006
|
intenso, viscerale, il buono della crudeltà
|
|
|
|
Raramente una pellicola riesce a tirare fuori le unghie, aggrappandosi alle viscere dello spettatore fino a farle schizzare fuori col cuore e tutto quello che per religione e tradizione definiamo anima.
Dancer In The Dark, l'eccellente esercizio di sensibilità e di stile del maestro Von Trier è uno di questi.
Dietro la macchina da presa il regista danese indugia, con ponderata e sadica lucidità, nell'accanimento crudele ed ispirato sul cucciolo cieco Bjork, senza risparmiare nulla al suo destino, sparando a zero da una polveriera troppo alta e irragiungibile per consentire alla protagonista di difendersi. E lo fa fino in fondo, costringendo lo spettatore ad assaporare impotente il sadismo dell'autore, ed a farsi travolgere in un vortice di sangue e lacrime, fino all'atteso, terribile e doloroso finale.
[+]
Raramente una pellicola riesce a tirare fuori le unghie, aggrappandosi alle viscere dello spettatore fino a farle schizzare fuori col cuore e tutto quello che per religione e tradizione definiamo anima.
Dancer In The Dark, l'eccellente esercizio di sensibilità e di stile del maestro Von Trier è uno di questi.
Dietro la macchina da presa il regista danese indugia, con ponderata e sadica lucidità, nell'accanimento crudele ed ispirato sul cucciolo cieco Bjork, senza risparmiare nulla al suo destino, sparando a zero da una polveriera troppo alta e irragiungibile per consentire alla protagonista di difendersi. E lo fa fino in fondo, costringendo lo spettatore ad assaporare impotente il sadismo dell'autore, ed a farsi travolgere in un vortice di sangue e lacrime, fino all'atteso, terribile e doloroso finale.
Nulla di consolatorio, nessuna retorica, studiato e consapevole sentimentalismo, un inno alla vita attraverso il dolore e la morte.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mario scafidi »
[ - ] lascia un commento a mario scafidi »
|
|
d'accordo? |
|
leonardo granatiero
|
domenica 20 agosto 2006
|
i've seen it all...e che altro c'è da vedere?
|
|
|
|
Lars von Trier dimostra tutto il suo talento e smentisce le voci dei detrattori di Dogma 95: "il cinema della verità" si fa con la telecamera a mano (con la stylo, direbbero i registi della nouvelle vague francese), ma il grande artista palesa la maestria del montaggio, dell'unione di immagini, scene e sonoro, ogni qual volta la "verità" si rende troppo cruda ed insopportabile per Selma.
Per quest'emigrante ceca e quasi non vedente per una tara genetica tutta la vita è un musical. Il turno di notte in fabbrica diventa un ritmo di suoni a cui è impossibile accompagnare ballo e voce; Cosa dire del suo patto in articulo mortis con il padrone di casa?
Selma riprende i suoi soldi per operare il figlio.
[+]
Lars von Trier dimostra tutto il suo talento e smentisce le voci dei detrattori di Dogma 95: "il cinema della verità" si fa con la telecamera a mano (con la stylo, direbbero i registi della nouvelle vague francese), ma il grande artista palesa la maestria del montaggio, dell'unione di immagini, scene e sonoro, ogni qual volta la "verità" si rende troppo cruda ed insopportabile per Selma.
Per quest'emigrante ceca e quasi non vedente per una tara genetica tutta la vita è un musical. Il turno di notte in fabbrica diventa un ritmo di suoni a cui è impossibile accompagnare ballo e voce; Cosa dire del suo patto in articulo mortis con il padrone di casa?
Selma riprende i suoi soldi per operare il figlio. Uccide con la crudezza della disperazione. E apre il capitolo della politica, del capitalismo statunitense degli anni '50, in cui un divano nuovo vale un suicidio, o comunque più della cecità d'un adolescente. Dall'altra parte Bjork propone la sua fiabesca idea di comunismo, quando afferma che mettere tutto in comune appare un'idea così bella (ma poco praticabile).
Un film di contraddizioni, ma anche una poetica della bontà fine a se stessa.
Selma "ha già visto tutto". Si è permessa d'avere un figlio, sebbene fosse a conoscenza dei rischi genetici, che quest'azione avrebbe comportato; ed ora deve perire.
Eccola, novella Ifigenia in Aulide, condannata a morte dopo il processo, aiutata dalla sua amica "Gualda" e dalla compassionevole secondina.
Il destino di Selma è scritto. Ma non quello di chi la guarda. Dentro e fuori dalla scena.
Nell'ultima scena dell'impiccagione, dove Selma canta "questa non è l'ultima canzone", la sua voce crea apposite distonie, che anticipano nel loro rumore il senso dello strangolamento vero e proprio.
La melodia non ha il montaggio dei precedenti passaggi di musical. E' verità.
Selma è appesa ad un cappio. Canta. Piange di gioia e di strazio perchè ha saputo che il figlio guarirà, ma lei non ne udirà neanche più una sola parola. Canta ancora. La botola si apre e il collo le si spezza.
Il sipario si chiude.
Ci si chiede: così caro bisogna pagare il desiderio della propria maternità?
Ma Selma, in realtà, esiste?
E' un'eroina d'Eschilo, che solo alla fine fa vedere la propria paura?
E' una donna che ha rispettato un patto dalle regole rigide e sovrumane, ma scopre le proprie tenere debolezze dicendo di odiare tutte le ultime canzoni dei suoi adorati musical.
Forse Selma ha davvero visto tutto e quell'ultimo canto del cigno sarà in eterno la sua penultima canzone.
leonardo granatiero
[-]
[+] buongiorno professore
(di lol)
[ - ] buongiorno professore
|
|
[+] lascia un commento a leonardo granatiero »
[ - ] lascia un commento a leonardo granatiero »
|
|
d'accordo? |
|
fiordiluna
|
sabato 24 febbraio 2001
|
bjork anima, corpo, lacrime.
|
|
|
|
Il film potrebbe essere troppo lungo, o forse retorico, o forse troppo
crudo. Ma alla fine non ci pensi più. Non è un film, è un'anima e carne
e ossa, è Bjork. E come tutte le persone è unico, fallibile, e perfetto
nel sentimento.
|
|
[+] lascia un commento a fiordiluna »
[ - ] lascia un commento a fiordiluna »
|
|
d'accordo? |
|
w
|
mercoledì 1 agosto 2001
|
abbandonati i dogmi, von trier si confronta adesso con il cinema vero. e la sua scommessa,rischiosissima, è stata vinta.
|
|
|
|
"I've seen it all", ho visto tutto. A pronunciare (o a cantare) questa frase è una straordinaria Bjork, che nel film dice addio alla sua vista cercando di ricordare tutto ciò che il suo sguardo ha potuto cogliere del mondo in tutta la sua vita. Ed è Bjork, appunto, l'anima di un film nero e disperato, crudo e insopportabile. Forse è troppo compiaciuto nel trattare un tema rimosso come il dolore, forse è troppo programmatico nella sua sgradevolezza, forse sarà poco originale nella costruzione dei personaggi (l'operaia di Bjork è troppo simile alla protagonista de Le onde del destino), ma certamente il grido di rabbia di Von Trier verso un mondo cupo e angoscioso non si dimentica, e il film alla fine ha il coraggio di farci interrogare sulla realtà che ci circonda.
|
|
[+] lascia un commento a w »
[ - ] lascia un commento a w »
|
|
d'accordo? |
|
fabio leone
|
lunedì 28 febbraio 2005
|
una luce, una voce, una madre
|
|
|
|
Le candide gote di Bjork, la sua treccia rigida, due immagini che valgono un film:
"gocce di rugiada e baffi di gattini".
Se ci pensi, le cose più belle di una vita; ad esprimerlo è la pelle della dolce cantante, capace di nenie solitarie che si spengono nella bianca luce di una condanna a morte.
Immolarsi nella paura, per Bjork è vera fede; fede senza miracoli
...il lieto fine: la morte, improvvisa, come uno scatto nervoso nel sonno.
La voce, la danza, sono immensi se sottovuoto; la luce, la vita
si donano ad un figlio.
La paura blocca le caviglie della protagonista nel compiere i passi che conducono al boia...ma...come mattutine stelle, le gote si comprimono e nasce un sorriso disperato, segue un pianto rassegnato.
[+]
Le candide gote di Bjork, la sua treccia rigida, due immagini che valgono un film:
"gocce di rugiada e baffi di gattini".
Se ci pensi, le cose più belle di una vita; ad esprimerlo è la pelle della dolce cantante, capace di nenie solitarie che si spengono nella bianca luce di una condanna a morte.
Immolarsi nella paura, per Bjork è vera fede; fede senza miracoli
...il lieto fine: la morte, improvvisa, come uno scatto nervoso nel sonno.
La voce, la danza, sono immensi se sottovuoto; la luce, la vita
si donano ad un figlio.
La paura blocca le caviglie della protagonista nel compiere i passi che conducono al boia...ma...come mattutine stelle, le gote si comprimono e nasce un sorriso disperato, segue un pianto rassegnato.
Infine, una madre muore appesa ad una corda nella speranza
della "luce dei suoi occhi", sicura che canterà le parole della sua ultima canzone.
Il sipario si chiude ed è buio pesto.
4 stelle
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio leone »
[ - ] lascia un commento a fabio leone »
|
|
d'accordo? |
|
elisa
|
lunedì 28 febbraio 2005
|
una lacrima per tutta "l'arte" del mondo
|
|
|
|
...scambierebbe il regista secondo uno dei suoi manifesti. "Dancer in the Dark" è un pezzo d' opera d'arte e di teatro/cinema come lo volevano gli antichi greci. Emozionare il pubblico fino alle lacrime di dolore o di gioia, al voler cambiare se stessi e il mondo, se ingiusto, questo dovrebbe essere il teatro e non un inutile divertimento per adormentare le nostre reazioni. Chi si aspettava che ieri dopo mezzanotte avrei pianto cosi a lungo e oggi riflettuto cosi tanto su cosa dovrebbe essere l'arte oggi?
|
|
[+] lascia un commento a elisa »
[ - ] lascia un commento a elisa »
|
|
d'accordo? |
|
giugy3000
|
lunedì 10 gennaio 2011
|
il rumore della vista
|
|
|
|
Selma è la persona più docile e generosa del mondo e come ogni sovra-buono nel mondo è condannata ad un'esistenza difficile minata da una cecità impellente che colpisce da secoli la sua generazione e alla quale non sfuggirà nemmeno la sua adolescente creatura. La routine di Selma consiste nel risparmiare giorno dopo giorno e ora dopo ora prima che il buio le cali per sempre sugli occhi, i soldi necessari a rendere possibile l'operazione di salvezza per il suo unico figlio allo scadere del suo tredicesimo compleanno, programma di cui egli è ignaro completamente. Circondata dall'affetto di un'amica straordinaria (Catherine Deneuve) e da Jeff, uomo solitario che ogni giorno viene a prenderla al lavoro nella speranza che lei contraccambi il suo amore, la protagonista verrà tradita dal marito della sua vicina di casa, che loscamente gli sottrarrà il suo unico scopo di vita: i soldi per evitare la cecità alla prole.
[+]
Selma è la persona più docile e generosa del mondo e come ogni sovra-buono nel mondo è condannata ad un'esistenza difficile minata da una cecità impellente che colpisce da secoli la sua generazione e alla quale non sfuggirà nemmeno la sua adolescente creatura. La routine di Selma consiste nel risparmiare giorno dopo giorno e ora dopo ora prima che il buio le cali per sempre sugli occhi, i soldi necessari a rendere possibile l'operazione di salvezza per il suo unico figlio allo scadere del suo tredicesimo compleanno, programma di cui egli è ignaro completamente. Circondata dall'affetto di un'amica straordinaria (Catherine Deneuve) e da Jeff, uomo solitario che ogni giorno viene a prenderla al lavoro nella speranza che lei contraccambi il suo amore, la protagonista verrà tradita dal marito della sua vicina di casa, che loscamente gli sottrarrà il suo unico scopo di vita: i soldi per evitare la cecità alla prole.Una serie di eventi ingiusti, crudi e spietati vedranno la vicenda capovolgersi in una dramma poetico, sentito ancora più reale dallo spettatore per l'utilizzo della macchina a mano del regista per almeno tre quarti della pellicola.
Nel personaggio di Selma, Bjork trova la sua rivalsa per tutti quelli che l'hanno sempre considerata solo un'eccentrica cantante islandese di poco fama e si dimostra superba attrice, nonchè compositrice. Prima di trasformarsi in dramma difatti il film rieccheggia lo stile del musical, con parti cantate nei momenti più solenni e tristi da Selma stessa, che ha come unica valvola di sfogo per la sua sorte segnata l'evadere in un mondo fantastico di musica e danza, destato nella sua mente da rumori irrilevanti che ella registra come armonie perfette su cui ballare (il rumore della pressa della fabbrica, il tip-tap di alcuni passi, le rotaie di un treno). Il titolo non a caso richiama la condizione di Selma, costretta a danzare nel buio essendo che col passare dei momenti i suoi occhi si fanno sempre più deboli nel distinguere cose e persone, ma anche una canzone di Fred Astaire, marchio di quanto la voce bellissima delle canzoni e dei balli di Selma sia rimasta pura e vergine da ogni male nel mondo.
Lars Von Trier vince tutto ciò che può vincere (Cannes, Golden Globe) e lo fa con una storia che potrebbe ad una prima lettura sembrare ai limiti del pietismo e dell'impossibile (segnaliamo la scena dell'"amicizia" tra Selma e la donna che la accompagna verso il braccio della morte) ma che è in realtà un inno alla vita e ai mondi parelleli o immaginari che spesso tendiamo a formarci per proteggerci da tutto ciò che non vogliamo vedere. La vista, senso privilegiato per l'uomo sin dagli antichi Greci con la Metafisica di Aristotele entra qui ossimoricamente in correlazione con l'udito e Selma,che si estranea dalle peggio situazioni con i suoi personaggi favolistici che sembrano usciti da un cabaret si sentirà malissimo quando si troverà sola a fare i conti con il suo peggior nemico, il silenzio.Senza nessun rumore che faccia da ponte verso il suo migliore dei mondi possibili e dove l'odio non esiste e tutti cinguettano parole d'amore, Selma si sente sconfitta e priva di ogni legame con le cose del mondo.
Un amore materno spinto ai limiti del conformismo e del morale per poter seguire l'unica legge che Selma si porta dentro scolpita: seguire il proprio cuore. Infarcito da canzoni poi realmente inserite in un abum parellelo da Bjork, i testi sono di un meraviglia e di una semplicità indescrivibile e il grande personaggio femminile che ne esce fuori pare trascinarsi con sè e senza nessuna fatica, tratti reali dell'attrice in carne d'ossa: spudoratezza, amore per i suoni e i colori, ingenuità e debolezza.
Un finale amaro, acerbo ma con una grande lezione di vita: non suonerà mai l'ultima canzone se noi non vogliamo che lo sia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giugy3000 »
[ - ] lascia un commento a giugy3000 »
|
|
d'accordo? |
|
davidestanzione
|
martedì 22 dicembre 2009
|
vontrier,raggelato assalto alle viscere dell'anima
|
|
|
|
Soltanto un regista dall'anima controversa e dicotomica come Lars Von Trier poteva essere in grado di fare esalare, da un film crudo e radicale come Dancer in the dark, un inno alla vita, all'amore materno e all'arte, intesa come fuga onirica da una realtà ambigua, che dietro l'apparente placidità cela una verità ben più profonda, avviluppante e straniante. In avvio Von Trier colloca dei frame "neri" e sonorizzati in crescendo,che strizzano vagamente l'occhio a quelli di 2001-Odissea nello spazio e che appaiono inneggianti alla "personalizzazione" dell'immagine da parte dello spettatore e al suo ruolo non passivo, ma sumpatetico e funzionale allo sviluppo del dramma che sarà.Un avvio da maestro, senza dubbio; e il crescendo per così dire emotivo di tali fotogrammi("svuotati" tanto quanto dovrebbe esserlo il cinema di Von Trier secondo le linee guida del Dogma95) è emblema dell'intero film,in cui a un certo punto,complice la repentina selvaggità della regia, la vita della protagonista e i suoi fragili e delicati equilibri vengono irremidiabilmente dilaniati con ferocia dall'assurdità di una violenza che in Von Trier è tanto antiestetica quanto inspiegabile.
[+]
Soltanto un regista dall'anima controversa e dicotomica come Lars Von Trier poteva essere in grado di fare esalare, da un film crudo e radicale come Dancer in the dark, un inno alla vita, all'amore materno e all'arte, intesa come fuga onirica da una realtà ambigua, che dietro l'apparente placidità cela una verità ben più profonda, avviluppante e straniante. In avvio Von Trier colloca dei frame "neri" e sonorizzati in crescendo,che strizzano vagamente l'occhio a quelli di 2001-Odissea nello spazio e che appaiono inneggianti alla "personalizzazione" dell'immagine da parte dello spettatore e al suo ruolo non passivo, ma sumpatetico e funzionale allo sviluppo del dramma che sarà.Un avvio da maestro, senza dubbio; e il crescendo per così dire emotivo di tali fotogrammi("svuotati" tanto quanto dovrebbe esserlo il cinema di Von Trier secondo le linee guida del Dogma95) è emblema dell'intero film,in cui a un certo punto,complice la repentina selvaggità della regia, la vita della protagonista e i suoi fragili e delicati equilibri vengono irremidiabilmente dilaniati con ferocia dall'assurdità di una violenza che in Von Trier è tanto antiestetica quanto inspiegabile.Il dramma finale appare poi come la sublimazione assoluta di una poetica così sfrontata nell'introspezione dei personaggi da non poter trovare altro compimento se non nel disintegrarsi del tutto, nel paradossalmente sospirato ritorno agli interminabili fotogrammi d'avvio.E in mezzo? Tanta maestria registica, che si autocompiace dell'uso anticonvenziale della camera a mano, vivida e lucida nella spietata ricerca di sofferenza, e un viscerale inno alla natura che fa da contorno al dramma di Selma.
Lars Von Trier si conferma (e si afferma qui definitivamente) come uno di quei registi di rottura dei quali è possibile sproloquiare e dire tutto e il contrario di tutto, spesso e volentieri esulando dalla radicalità del suo cinema e dei suoi messaggi.Ma di fronte a Dancer in The Dark anche i detrattori più impenitenti del cineasta danese si troveranno di fronte a un viscerale atto d'amore per la diversità che si insinua sotto pelle, raggela le viscere e si compiace infine della sua gravosa efficacia.E' un cinema più degno e profondo quello che propone Von Trier, sebbene lui stesso faccia talvolta di tutto (almeno a parole) per offuscarne e inabissarne la natura più intimistica, lasciando a ciascuno di noi la libertà di addossarci o meno questa impegnativa attività di "riesumazione". Egli si limita a donarci il suo sguardo, ed è lo sguardo di Selma subito dopo la lettura della condonna a morte, che la macchina da presa Von Trier va a cercare con sapienza provocatoria, la fotografia più degna del sotteso attacco che Von Trier in questo film rivolge alla cecità del potere, che egli ritiene molto più grave di quella della sua protagonista. E quegli occhi di Selma sono anche il fotogramma che, a quasi dieci anni di distanza dal film, mi mette i brividi ancora adesso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a davidestanzione »
[ - ] lascia un commento a davidestanzione »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
giovedì 19 agosto 2010
|
il musical dell'animo..
|
|
|
|
Dopo averci commosso con LE ONDE DEL DESTINO,von trier torna a dirigere un'altro film di intensa drammaticita'.La storia parla di selma,che alle prese con un grave problema agli occhi che la sta per rendere cieca,decide di sacrificarsi e lavorare ininterrottamente per pagare l'operazione a suo filgio che oramai potrebbe avere il suo stesso problema a breve,pertanto si dedica ad un musical ,poiche' sono la sua passione,ma un incidente di percorso dominato da l'ipocrisia dell'uomo la fara' finire in carcere ,e li verra' condannata a morte.Film profondo che non si concentra solo esclusivamente sulla drammaticita'(ci sono infatti spezzoni in cui il film diventa un vero e proprio musical con tanto di balletti e canzoni)ma lascia spazio alla musica ,interessante anche il balletto che viene immaginato da selma al momento del processo,lasciando un senso di alterazione emotiva che riprende il suo percorso.
[+]
Dopo averci commosso con LE ONDE DEL DESTINO,von trier torna a dirigere un'altro film di intensa drammaticita'.La storia parla di selma,che alle prese con un grave problema agli occhi che la sta per rendere cieca,decide di sacrificarsi e lavorare ininterrottamente per pagare l'operazione a suo filgio che oramai potrebbe avere il suo stesso problema a breve,pertanto si dedica ad un musical ,poiche' sono la sua passione,ma un incidente di percorso dominato da l'ipocrisia dell'uomo la fara' finire in carcere ,e li verra' condannata a morte.Film profondo che non si concentra solo esclusivamente sulla drammaticita'(ci sono infatti spezzoni in cui il film diventa un vero e proprio musical con tanto di balletti e canzoni)ma lascia spazio alla musica ,interessante anche il balletto che viene immaginato da selma al momento del processo,lasciando un senso di alterazione emotiva che riprende il suo percorso.Von trier dirige un film eccellente sotto tutti i punti di vista,e il personaggio di selma interpretato da una grande bjork(cantante islandese) confeziona una grande pellicola che sicuramente dal'inizio alla fine porta a riflettere su alcune scene ,un inizio di 4 minuti in cui si vede solo il nero e si sente una musica(von trier spinge lo spettatore ad immaginarsi cieco e a concentrasi sulla musica proprio per farlo entrare nel personaggio di selma)un finale in cui prima di venire impiccata selma canta la sua ultima canzone dedicata al figlio,prorpio perche' nel suo ultimo istante di vita vuole morire con la musica poiche' era tutto cio' che la rendeva felice.Sicuramente uno dei piu' bei film di von trier,e soprattutto dei piu' originali,ed e' con cio' che si crede von trier oramai come un ultimo regista in grado di poter ancora fare un vero cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
frankiegusel
|
sabato 18 febbraio 2012
|
la cecità di selma ci aprirà gli occhi
|
|
|
|
Lars Von Trier gira magistralmente questo tenero-dramma! La trama viene rimescolata continuamente dalla lettura poetica attraverso gli occhi di Selma. Man mano che questi perdono la capacita reale di vedere, acquistano capacità di far trasalire gli eventi, portandoli dove nessuno potrà mai contaminarli con la cruda drammaticità della vita. Tutto ciò è aiutato dalla favolosa interpretazione di Bjork, (dimostra non solo di essere una tra le più grandi cantanti alternative femminili, ma di avere una profonda natura poliedrica) autrice anche della colonna sonora. Ottima anche l'interpretazione di David Morse (Bill), spietato amico della protagonista che, nella prigionia di un rapporto matrimoniale basato sull'apparire anzichè sul vivere il sincero amore, non esita a tradire tutto ciò che ha.
[+]
Lars Von Trier gira magistralmente questo tenero-dramma! La trama viene rimescolata continuamente dalla lettura poetica attraverso gli occhi di Selma. Man mano che questi perdono la capacita reale di vedere, acquistano capacità di far trasalire gli eventi, portandoli dove nessuno potrà mai contaminarli con la cruda drammaticità della vita. Tutto ciò è aiutato dalla favolosa interpretazione di Bjork, (dimostra non solo di essere una tra le più grandi cantanti alternative femminili, ma di avere una profonda natura poliedrica) autrice anche della colonna sonora. Ottima anche l'interpretazione di David Morse (Bill), spietato amico della protagonista che, nella prigionia di un rapporto matrimoniale basato sull'apparire anzichè sul vivere il sincero amore, non esita a tradire tutto ciò che ha. Da segnalare anche Peter Stormare (Jeff - qualcuno lo avrà riconosciuto nel telefilm "Prison Break") che vota la sua esistenza alla tenera Selma. Film profondo nei contenuti, affronta tematiche del passato e attuali con grazia e semplicità non comuni, dai problemi economici di una madre operaia con un figlio a carico alla pena di morte, dalla malattia alle esigneze adolescenziali. Da verede e rivedere, da gustare e assimilare, ma soprattutto da non perdere per nessun motivo. Un consiglio: non opponete resistenza al film, seguite la trama e lasciate che la cecità di Selma vi faccia aprire gli occhi alla bellezza della vita, alla bellezza del cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a frankiegusel »
[ - ] lascia un commento a frankiegusel »
|
|
d'accordo? |
|
|