alek
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giovedì 13 dicembre 2001
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i colori del passato, dell'oriente, dell'arte
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il presente è un triste immobile bianco e nero; i ricordi sono invece colorati. un film sincero e delicato come i gesti della sua protagonista, coerente e profondo come le parole dell'amato maestro; un film che lega passato e presente grazie all'amore e al rispetto di persone semplici ed oneste. Un film su un mondo che è stato, dove sono regole imprescindibili il rispetto di sè stessi, la conoscenza del passato e del presente, per costruire con essi il futuro. In poche parole un film bellissimo.(Lontano anni luce dalla "sensibilità?" precotta di tanti "autori" occidentali. E qualcuno si scandalizza pure per i tanti premi vinti da Jimou?! )
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luca scialò
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sabato 4 settembre 2010
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storia d'amore delicata e lineare
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Siamo nel Nord della Cina, la parte più fredda del Paese confinante con la Mongolia e la Russia; Luo Yusheng, trasferitosi a Shangai come tanti giovani per trovare lavoro, torna nel suo paesino d'origine per la morte del padre, rimasto vittima di un'impetuosa tempesta. Ritrova la madre, straziata dal dolore, e il capo del villaggio, il quale gli confessa che quest'ultima vuole celebrare per il marito un funerale come da tradizione, attraverso un lungo cammino che lo riporti fino a casa. Prima di intraprendere con il feretro la strada verso casa, Luo si immerge in un flashback, ricordando quanto raccontatogli dalla madre sull'incontro tra lei e il padre.
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Siamo nel Nord della Cina, la parte più fredda del Paese confinante con la Mongolia e la Russia; Luo Yusheng, trasferitosi a Shangai come tanti giovani per trovare lavoro, torna nel suo paesino d'origine per la morte del padre, rimasto vittima di un'impetuosa tempesta. Ritrova la madre, straziata dal dolore, e il capo del villaggio, il quale gli confessa che quest'ultima vuole celebrare per il marito un funerale come da tradizione, attraverso un lungo cammino che lo riporti fino a casa. Prima di intraprendere con il feretro la strada verso casa, Luo si immerge in un flashback, ricordando quanto raccontatogli dalla madre sull'incontro tra lei e il padre. Inizia una storia romantica, non immune da difficoltà, che però non hanno fatto altro che rafforzare il loro legame. Commovente il finale.
Una storia che segue uno schema che non fallisce mai: inizio con una tragedia (accentuata dal bianco e nero), nel mezzo il racconto di una storia d'amore strappacuori (in cui torna il colore), finale commovente in cui si realizzano i desideri. Sullo sfondo, una Cina con le sue rigidità, pronta a controllare anche le emozioni del suo popolo; che comunque, nel suo piccolo, riesce sempre ad eludere anche la più dura realtà.
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stefano capasso
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lunedì 4 maggio 2015
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le sette regole per amare la vita
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Alla morte del padre, Luo Tusheng torna nel suo villaggio d’origine dove la madre vuole ad ogni costo celebrare il funerale del suo amato marito secondo le tradizioni. Era stato il maestro della scuola elementare, dedito con tutte le sue energie alla formazione dei giovani e per questo stimato da tutti; ma I tempi sono cambiati e gli abitanti cercano di scoraggiarla in favore di una cerimonia più facile da realizzare. Per Luo il ritorno diventa l’occasione per rivivere la storia d’amore dei suoi genitori sin dal primo incontro a metà degli anni ’50.
Mi ha commosso questo film di Zhang Yimou, molto bello anche sul piano estetico e caratterizzato dalla divisione tra flashback e presente rispettivamente mostrati a colori e in bianco e nero.
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Alla morte del padre, Luo Tusheng torna nel suo villaggio d’origine dove la madre vuole ad ogni costo celebrare il funerale del suo amato marito secondo le tradizioni. Era stato il maestro della scuola elementare, dedito con tutte le sue energie alla formazione dei giovani e per questo stimato da tutti; ma I tempi sono cambiati e gli abitanti cercano di scoraggiarla in favore di una cerimonia più facile da realizzare. Per Luo il ritorno diventa l’occasione per rivivere la storia d’amore dei suoi genitori sin dal primo incontro a metà degli anni ’50.
Mi ha commosso questo film di Zhang Yimou, molto bello anche sul piano estetico e caratterizzato dalla divisione tra flashback e presente rispettivamente mostrati a colori e in bianco e nero. Come dire, la ricchezza e il calore sta nelle radici, nella storia. E questo è il messaggio di cui è intriso tutto il film, che attraverso la struggente storia d’amore dei due ragazzi mostra tutto il lavoro che gli uomini e le donne erano in grado di fare, con dedizione, meticolosità e pazienza. Virtù che oggi sembrano perdute e che vengono scandite lungo tutto il film come le sette regole che il maestro insegnava ai bambini della sua classe
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boboskij
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giovedì 26 luglio 2012
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l'amore sprofonda . . .
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La Strada verso casa è un film del cinese Zang Yimou, tratto dal romanzo ''Remembrance'' dello scrittore Bao Shi (autore anche della sceneggiatura).Con quest'opera, girata a poca distanza dalla precedente ''Non uno di meno'', il regista ci racconta di una storia d'amore che ha come sfondo un paesino di montagna della Cina feudal-maoista.Il goffo tentativo di esaltare valori dell'amore quali fedeltà e purezza si rivelano a dir poco patetici. Inondando l'intera opera di un'eccessiva e ridondante mielosità, paradossalmente Zang Yimou finisce per esaltare gli aspetti più maniacali di questo sentimento , scambiandolo talvolta con l'ossessione più morbosa.
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La Strada verso casa è un film del cinese Zang Yimou, tratto dal romanzo ''Remembrance'' dello scrittore Bao Shi (autore anche della sceneggiatura).Con quest'opera, girata a poca distanza dalla precedente ''Non uno di meno'', il regista ci racconta di una storia d'amore che ha come sfondo un paesino di montagna della Cina feudal-maoista.Il goffo tentativo di esaltare valori dell'amore quali fedeltà e purezza si rivelano a dir poco patetici. Inondando l'intera opera di un'eccessiva e ridondante mielosità, paradossalmente Zang Yimou finisce per esaltare gli aspetti più maniacali di questo sentimento , scambiandolo talvolta con l'ossessione più morbosa.Il film si apre con l'arrivo nel paesino di montagna di un giovane uomo d'affari cinese richiamato dall'improvvisa morte dell'anziano padre.L'uomo dovrà fare i conti con la pretesa della madre ,intestarditasi nel voler celebrare la morte del marito,seguendo una vecchia tradizione funeraria del luogo.La madre desidera infatti che la bara del marito(ex maestro e quindi importante figura nel villaggio) sia trasportata a spalla, seguita da un corteo funebre che accompagni così il defunto in una processione, dalla città in cui è morto l'uomo, al paesino natale,così che l'anima di quest'ultimo non si scordi mai della strada per far ritorno a casa.Qui parte la seconda riflessione del regista ,volta a celebrare l'importanza delle tradizioni e dei valori del passato, ormai abbandonati dopo la rivoluzione culturale.Valori gettati per l'appunto in ombra dalle recenti spinte neoliberiste del paese.Il nostalgico Zang Yimou sfrutta quest'occasione per lanciare un una velata critica nei confronti della politica del regime e della recente apertura liberale .Veicola questo sentimento nostalgico in modo piuttosto efficace, utilizzando un brillante escamotage stilistico.Se il tempo presente viene raccontato dall'uso di un acromatico bianco e nero , ritroviamo l'utilizzo del colore nella pellicola solo per la narrazione riguardante gli eventi del passato.La storia si snoda infatti con un lungo salto temporale in cui viene descritta la nascita della storia d'amore appena conclusasi ,tramite dei flash back raccontati dalla voce fuori campo del figlio.E qui il film inizia a sprofondare nel melenso, arrivando in alcuni punti ad essere addirittura irritante se non ridicolo presentando talvolta una visione a dir poco caricaturale dell'amore.Il regista cerca di sfruttare al massimo il lirismo e la poesia del paesaggio montano cinese con dei campi lunghi.Peccato che nelle citate inquadrature faccia capolino la giovane protagonista (la bella Zhang Ziyi) che imbacuccata nei pesanti abiti montani perde tutta la sua grazia, sembrando talvolta un personaggio da cartone animato.Questo è ancor più evidente nella goffa corsa in cui la vediamo percorrere,tutta infagottata la famosa strada che separa il paese dalla città.Strada che diventa così importante per la donna al punto di volerla ripercorrere a piedi alla morte del marito poichè per anni è stata il simboloi del loro legame d'amore, unendo e dividendo allo stesso tempo i due giovani innamorati .Ad appesantire il tutto si aggiungono poi le continue dissolvenze e sovraimpressioni ,ripetute fino alla nausea. Ripetuti in maniera fin troppo ossessiva paiono essere anche i continui ed a dir poco assillanti cori dei bambini nel ripetere la lezione dell'insegnante. Zang Yimou vorrebbe esaltare il ruolo del maestro,figura centale nella cultura orientale, ma non fa che enfatizzare l'aspetto più piatto e banale dell'apprendimento che sembra ridurre al solo e unico dogmatismo.Ci sentiamo infatti ripere per tutta la durata del film questa sequela straziante di regole, fra cui il leit motiv preferito dal regista:'' "conoscere il passato per costruire il futuro''.Insomma,il tutto finisce per diventare un noioso melodramma intriso di banalità nostalgiche.La colonna sonora ricorda vagamente quella del Titanic,e in un paio di inquadrature si intravedono dei poster(totalmente fuoriluogo) del celebre colossal.In entrambi i film si può trovare un trait d'union: per certi versi lo sprofondamento del Titanic simboleggia lo sprofondare del mondo moderno e delle sue innovazioni.Ma se nell'opera di Cameron vediamo sprofondare la sola nave, nel film di Zang Yimou è l'intera storia ad essere risucchiata negli abbissi di un 'opaca noia.
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