peppeuz
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venerdì 18 luglio 2008
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punk, punk...?
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Dai commenti che leggo in giro, credo che ai tre quarti dei presunti "punk" sia sfuggito il significato del film. Leggo commenti intitolati "truzzi al rogo, punk al pogo", "punk is not dead", addirittura "anarchy in the UK", e mi domando...ma che cazzo di film avete visto!? Ok, la pellicola è anche una denuncia nei confronti della società che ha spesso dei pregiudizi verso coloro che vesto strani o sono "tipi sospetti"(e questo ve lo posso assicurare, visto che porto i capelli a cresta XD), ma è principalmente uno spaccato sulla svolta radicale della vita di Stevo. Tutto il senso del film si concentra nell'ultimo quarto d'ora, quando le idee di Stevo cadono a pezzi e viene messo in risalto quanto futili e poco ponderate erano le scelte di vite dei protagonisti.
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Dai commenti che leggo in giro, credo che ai tre quarti dei presunti "punk" sia sfuggito il significato del film. Leggo commenti intitolati "truzzi al rogo, punk al pogo", "punk is not dead", addirittura "anarchy in the UK", e mi domando...ma che cazzo di film avete visto!? Ok, la pellicola è anche una denuncia nei confronti della società che ha spesso dei pregiudizi verso coloro che vesto strani o sono "tipi sospetti"(e questo ve lo posso assicurare, visto che porto i capelli a cresta XD), ma è principalmente uno spaccato sulla svolta radicale della vita di Stevo. Tutto il senso del film si concentra nell'ultimo quarto d'ora, quando le idee di Stevo cadono a pezzi e viene messo in risalto quanto futili e poco ponderate erano le scelte di vite dei protagonisti. Quando Stevo si rende conto che l'idea di anarchia era un progetto utopico, quando decide di studiare ad Harvard, quando si rasa i capelli dopo la morte di Bob, quando parla con la sua futura moglie e rimane shockato dalle sue parole che-giustamente-lo sorprendono, quando fanno vedere come i due ragazzini da "nerd"(termine che odio, ma che rende l'idea) si avvicinano al punk...è questo il bello del film. E' il far notare alla gran parte dei ragazzini convinti che il loro mondo di presunta anarchia(o comunismo, o fascismo...) è solo una loro convinzione e, aggiungerei io, far notare quanto spesso i propri ideali vengono ponderati veramente poco. E parlo anche per esperienza personale: porto i capelli a cresta e qualche borchia, ma non sopporto mi si dia del punk. Comunque sia, un buon film, capace di farti fare due risate ma farti anche riflettere. Consigliato ai presunti punk (probabili figli di papà) con un cervello, che presto entreranno a far parte della società contro la quale protestano. "Sono manganelli e calci ma alla fine ti ritrovi a far parte del sistema contro cui manifestavi..." Articolo 31.
In tema con questo film consiglio Ovosodo, film italianissimo che è un bel ritratto della tipica fascia di giovani """comunisti"""(sì, con tre virgolette...) e/o fattoni.
Ciao, amici punk. Svegliatevi e, se volete fare i ribelli, tentate di capire ciò contro cui volete ribellarvi ;)
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rox
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mercoledì 26 dicembre 2007
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punk is not dead
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bè non sono una scrittrice ma solo una ragazza che ha visto questo film e la sua vita è cambiata totalmente. è vero e puro come l'ossigeno ad alta quota. tagliente, ruvido ma dall'underground di salt lake city esce la vita quotidiana di due ragazzi punk, che si vogliono bene e amano senza riserve e preconcetti, come solo le persone vere e passionali sanno amare. La vita, le ragazze, il punk..
è un film che stravolge ma che allo stesso tempo fa pensare alle dinamiche della società attuale. il pregiudizio sa essere una brutta bestia che non perdona e a volte emette sentenze che non si possono cancellare.. come l'amico di stevo, drogato a sua insaputa, viene visto con lo sguardo esterno della persona- cittadino-benpensante e non ha scampo: prende l'ettichetta di drogato, di sporco, degradato.
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bè non sono una scrittrice ma solo una ragazza che ha visto questo film e la sua vita è cambiata totalmente. è vero e puro come l'ossigeno ad alta quota. tagliente, ruvido ma dall'underground di salt lake city esce la vita quotidiana di due ragazzi punk, che si vogliono bene e amano senza riserve e preconcetti, come solo le persone vere e passionali sanno amare. La vita, le ragazze, il punk..
è un film che stravolge ma che allo stesso tempo fa pensare alle dinamiche della società attuale. il pregiudizio sa essere una brutta bestia che non perdona e a volte emette sentenze che non si possono cancellare.. come l'amico di stevo, drogato a sua insaputa, viene visto con lo sguardo esterno della persona- cittadino-benpensante e non ha scampo: prende l'ettichetta di drogato, di sporco, degradato.. il "succede sempre così" quando invece è una persona, forse la più sana in tutti in senti che pensa ad amare la sua ragazza e a creare un futuro in mezzo al nulla.. ma in questo film c'è anche un dietrofront che viene visto dalla scelta di vita di stevo: da punk dei bassifondi a convenzionale avvocatino che "fa ciò che giusto e meglio fare"..io l'ho vissuto come un rinnegare tutto quello che ha fatto prima. si vede che non ci credeva veramente. il personaggio che mi ha veramente colpito, e che mi ha provocato una sensazione di malessere è il ragazzo stra fatto che ha le allucinazioni. lui invece p l'esempio di un altro pregiudizio: il non- ritorno. è un drogato, la società ti definisce cosi, non riesco a migliorare perche ormai nessuno scommette più su di me. effetto borderline: continuo finche non mi stazio l'anima.
è un film che alla fine mostra i lati alti e bassi della società e al suo interno le varie "caste" che si formano per convenzione. ci sono gli altissimi giudicati con l'occhio dello spettatore come il massimo livello di realizzazione possibile che una persona possa desiderare (i genitori di stevo per esempio) e tutti gli altri come lo stesso stivo e amici. da questa visione micidiale, che non lascia scampo viene praticamente escluso tutto ciò che di buono si possa ricevere dall'esperienza personale, dalla fantasia, dall'arte..senza che non sia già stato preconfenzionato da qualcuno prima di te.
come se nell'essere fuori dagli schemi, il ballare una musica tutta nostra, non possa essere la vita, quella vera che una persona possa raggiungere come obiettivo senza che gli altri ti considerino un perdente.
slc punk non è solo musica, creste e vetiti colorati, non sono ragazzini viziati che vogliono trasgredire alle regole.
sono persone vere che amano con tutto il corpo, è uno stile di vita, è passione, odio, sregolatezza, un andare velocissimi fino a che ti gira la testa, è genuinità, arte, è la colonna sonora della propria vita, è uscire dagli schemi, avere delle passioni, amare solo come una persona che si è liberata da tutti i condizionamenti possa amare l'altro, è completezza, assoluto, è l'andare oltre le cose, è l'infinito, è la velocità della luce, la vita on the road, è "o me o vita!" di whitman, è tante vite messe assieme. è il "deregles touts les sens" di Rimbaud. questo è questo piccolo grandissimo straordinario film.
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[+] a conti fatti devo ammettere di non essere stato..
(di crizla)
[ - ] a conti fatti devo ammettere di non essere stato..
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beda il bardo
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martedì 31 gennaio 2012
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la rivoluzione della maturità
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Diciamo pure che il film si gioca le sue carte, sa stare abbastanza bene al suo posto, cioè essere la copia buona di train spotting, quello che si può far vedere alle assemblee di istituto sperando che i prof non si lamentino delle parolacce, e lo si fa vedere sperando che poi i giovani inizino a parlare di loro stessi e del loro modo di essere giovani. Ma alla fine questo fa il film, e nemmeno troppo male a mio parere, parla dell'essere giovane, senza eccessive sbavature, e se la gioca in una terra di nessuno popolata solo da ragazzi o da chi crede ancora di esserlo, un realistico che sfocia nel surreale tra l'aspettato e l'esasperato, ma per lo più sta in mezzo, e offre anche degli spunti più interessanti.
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Diciamo pure che il film si gioca le sue carte, sa stare abbastanza bene al suo posto, cioè essere la copia buona di train spotting, quello che si può far vedere alle assemblee di istituto sperando che i prof non si lamentino delle parolacce, e lo si fa vedere sperando che poi i giovani inizino a parlare di loro stessi e del loro modo di essere giovani. Ma alla fine questo fa il film, e nemmeno troppo male a mio parere, parla dell'essere giovane, senza eccessive sbavature, e se la gioca in una terra di nessuno popolata solo da ragazzi o da chi crede ancora di esserlo, un realistico che sfocia nel surreale tra l'aspettato e l'esasperato, ma per lo più sta in mezzo, e offre anche degli spunti più interessanti.Alcool droga risse luoghi comuni, rimmel da rockstar e il cosiddetto sballo, acidi e tristi storie familiari e pure il morto... ma al centro di tutto questo due ragazzi decisamente alternativi a conti fatti non per le creste colorate e gli anfibi, ma perchè sono loro malgrado entrambi piuttosto intelligenti, e la loro realtà se la vivono, la interrogano, cercano di spiegarla. C'è una musica che suona nuova e loro la cavalcano... non vogliono soltanto distruggere l'universo, quello sarebbe stato il cliche, questo film ci racconta invece un processo intellettuale di crescita, processo che paradossalmente i genitori (quelli che luogo comune vuole sono i vecchi che non possono capire) riescono a cogliere: alla risposta del figlio ai loro piani su di lui, risposta che è un'arringa che rivolta come un calzino le parole dei genitori, mi sembra che sia il padre a commentare "sarà un ottimo avvocato". Non è tanto il contenuto l'importante, ma l'energia, l'impostazione mentale, quella spinta alla critica e alla messa in discussione di ogni cosa. Il contenuto si evolve, anche una diciannovenne che va ancora a scuola può metterlo in discussione facendo timidamente notare che la rivoluzione parte da dentro. Ma lui le piace: evidentemente coglie la sua diversità dal mucchio, dalla massa, il gregge di pecore che segue la moda e della quale Bob rimane vittima, è sfiga la sua, è un incidente di percorso ed è simbolo di un superamento, é ciò che permette a Stevo di fare un passo avanti senza niente che lo lega a Salt Lake. E stiamo attenti che Stevo non sta rinnegando ciò che è stato perchè non ci credeva davvero, come qualcuno ha scritto, anzi sono proprio i passaggi che ha fatto che l'hanno portato a maturare e fare un passo in più. E dopotutto cosa doveva fare rimanere inchiodato a vita sui suoi pensieri dei sedici anni? ad invocare un'anarchia che è solo caos e l'apocalissi universale? quest'idea non è tanto giusta o sbagliata, di sicuro è grezza, e necessita di un processo di raffinazione.
e inviterei chi ha dato una lettura di questo tipo al film a andare un po' più a fondo, perchè studiare legge non è una cosa da vecchi, andare a Harvarda non è certo arrendersi, non è poco fico.
Anzi, mi sembra la conclusione più adeguata per un personaggio che guarda il mondo e lo valuta, ne soppesa l'ingiustizia e si applica nel cercare di superarla. Fortunatamente questo film è qualcosa di più di un radiofreccia o di un come te nessuno mai all'italiana. In stevo c'è un po di giovane Holden e un po' di Che Guevara, c'è l'ingegnere ed il filosofo, c'è un ragazzo che nel mondo non si accontenta di starci e non passa il tempo a lamentarsi e a invocare la sua distruzione, ma se lo vive, e con una rivoluzione quotidiana, tenta di cambiarlo.
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dandy
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giovedì 1 febbraio 2018
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neanche tanto fuori.
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Scritto dal regista,un film piacevole ma senza un singolo elemento che non sia stato scippato altrove,da "Trainspotting"(l'uso delle musiche,la voce narrante del protagonista,i fermo-immagine,le descrizioni degli amici e il personaggio di Segel, visibilmente ricalcato su Spud) a "Sid e Nancy"(i vari tuor autodistruttivi,le risse) a "Quadrophenia"(le brevi scene dei giovani in moto)e altro ancora.I personaggi funzionano abbastanza(Lillard è un pò un Johnny Rotten idiealista;peccato che il futuro Hugo Stiglitz Schweiger esca di scena nella seconda parte),la colonna sonora è piacevole e c'è più di un momento divertente(la visita al negozio di liquori,l'episodio riguardante lo spacciatore Sean interpretato da Devon Sawa pre-"Final destination").
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Scritto dal regista,un film piacevole ma senza un singolo elemento che non sia stato scippato altrove,da "Trainspotting"(l'uso delle musiche,la voce narrante del protagonista,i fermo-immagine,le descrizioni degli amici e il personaggio di Segel, visibilmente ricalcato su Spud) a "Sid e Nancy"(i vari tuor autodistruttivi,le risse) a "Quadrophenia"(le brevi scene dei giovani in moto)e altro ancora.I personaggi funzionano abbastanza(Lillard è un pò un Johnny Rotten idiealista;peccato che il futuro Hugo Stiglitz Schweiger esca di scena nella seconda parte),la colonna sonora è piacevole e c'è più di un momento divertente(la visita al negozio di liquori,l'episodio riguardante lo spacciatore Sean interpretato da Devon Sawa pre-"Final destination").Il punto è che lo stile iperfrenetico e videoclipparo,gli snodi più truci stemperati con irriverenza,il rivolgesi spesso allo spettatore da parte di Stevo sanno troppo di deja vu.Danno l'impressione che il regista non avesse idee su come impostare il tutto,decidendo così di ricalcare quel che era già stato fatto un anno prima col film di Danny Boyle.E questo,unito a un finale scontato con il ritorno del protagonista alla normalità per la perdita di un amico,relegano il film alla categoria del carino.Adatto per una serata con gli amici.
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