vanessa alias italia87
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lunedì 11 febbraio 2008
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la voglia di vivere.
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I film che ci accarezzano il cuore sono sempre difficili se non impossibili da recensire. E' come se una parte di noi fosse racchiusa nelle scene, nei movimenti, nei gesti , negli sguardi.
Pochi sanno arrivare all'anima delle persone, Almodovar è tra questi. Sto pensando all'aggettivo giusto per definire "carne tremula"...ECCEZIONALE è forse quello più appropriato. Dall'inizio(quando Victor vede Madrid per la prima volta, venendo alla luce su un autobus) alla fine(quando sarà lo stesso Victor a provare l'emozione di diventare padre). "Carne tremula" è un incrocio di vite che si incontrano e poi si allontanano senza lasciarsi mai del tutto. E'un inno alla vita, alla felicità. Una felicità che talvolta sembra essere troppo distante da noi.
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I film che ci accarezzano il cuore sono sempre difficili se non impossibili da recensire. E' come se una parte di noi fosse racchiusa nelle scene, nei movimenti, nei gesti , negli sguardi.
Pochi sanno arrivare all'anima delle persone, Almodovar è tra questi. Sto pensando all'aggettivo giusto per definire "carne tremula"...ECCEZIONALE è forse quello più appropriato. Dall'inizio(quando Victor vede Madrid per la prima volta, venendo alla luce su un autobus) alla fine(quando sarà lo stesso Victor a provare l'emozione di diventare padre). "Carne tremula" è un incrocio di vite che si incontrano e poi si allontanano senza lasciarsi mai del tutto. E'un inno alla vita, alla felicità. Una felicità che talvolta sembra essere troppo distante da noi. Ognuno nel film la trova per caso o se la procura come può. David la trova quando meno se lo aspetta, quando una notte all'improvviso la vita gli volta le spalle e l'amore per Helena comincia ad impossessarsi di lui; Sancho cerca di trattenerla a sè anche se si accorge di non averne più diritto; Clara se la procura attraverso uomini diversi e sembra averla raggiunta il giorno in cui incontra Victor( da poco uscito dal carcere); Helena pensa di possederla facendo leva sul suo intimo senso di colpa nei confronti del marito. Madrid fa da sfondo, ma non è una semplice cornice. E' parte integrante del film perchè proprio come i personaggi cerca di scrollarsi di dosso il passato per ricominciare a vivere. Almodovar non è mai banale, mai volgare nemmeno nelle scene di sesso. Il sesso è vissuto nel modo più puro, più genuino. Diventa il tema di un quadro, dipinto con colori caldi, accoglienti e corposi. E' l'unico modo attraverso il quale i personaggi ritrovano se stessi, si riappropriano della loro fisicità, ma soprattutto del loro essere.
La carne è la vera protagonista. La carne che freme quando senza volerlo incontriamo lo sguardo delle persone che ci passano accanto, quando siamo innamorati o quando ,semplicemente, viviamo. "Carne tremula" è la vita che sentiamo dentro, la frenesia, l'emozione.
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(di general william mitchell )
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adriano lotito
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lunedì 22 giugno 2009
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il poetico dominio delle passioni
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"Carne tremula", il titolo non è altro che il nome del vero protagonista del film: la carne fremente, le passioni e le ossessioni che fanno impazzire i cinque personaggi intorno a cui ruota la vicenda. Stilisticamente il film è un capolavoro: le riprese sono magistrali, le inquadrature rappresentano poeticamente e mai volgarmente le pulsioni che stravolgono i personaggi, la fotografia con un rosso vibrante è essa stessa parte della narrazione. Gli attori sono tutti perfetti nei loro ruoli ma una lode particalore merita la sublime Francesca Neri, davvero brava. Ragguardevole anche la tematica politica: il film si apre con la promulgazione delle leggi che limitava la libertà e i diritti civili sul finire del regime franchista e si chiude in un Paese in cui le tragedie non mancano ma la paura non c'è più.
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"Carne tremula", il titolo non è altro che il nome del vero protagonista del film: la carne fremente, le passioni e le ossessioni che fanno impazzire i cinque personaggi intorno a cui ruota la vicenda. Stilisticamente il film è un capolavoro: le riprese sono magistrali, le inquadrature rappresentano poeticamente e mai volgarmente le pulsioni che stravolgono i personaggi, la fotografia con un rosso vibrante è essa stessa parte della narrazione. Gli attori sono tutti perfetti nei loro ruoli ma una lode particalore merita la sublime Francesca Neri, davvero brava. Ragguardevole anche la tematica politica: il film si apre con la promulgazione delle leggi che limitava la libertà e i diritti civili sul finire del regime franchista e si chiude in un Paese in cui le tragedie non mancano ma la paura non c'è più. Due nascite, due epoche, nel mezzo l'eros e le passioni umane che sfuggono a ogni controllo della società.
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roberta
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sabato 6 ottobre 2007
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la spagna non avrà piu'paura,lo dice almodovar
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Senza dubbio,uno dei più belli del maestro spagnolo.Come sempre,lo sfodo è una Madrid sfatta e disfatta,bella piu' che mai,esaltata dalle prime inquadrature del film,degne del maestro qual è.Immancabile è l'intreccio di storie alla "Almodovar".Stavolta,si gioca sulla perdita e sul ritrovamento da parte di un ragazzo delle donne della sua vita.Recatosi infatti al cimitero per visitare la madre persa da poco,ritrova lì la donna della sua vita,che aveva causato la sua carcerazione seppur da innocente per 6 lunghi anni.Susseguono intrecci fatti di tradimenti e di scene di nudo,di sentimenti nascosti,di verità nascoste.Alla fine quasi tutti i personaggi riusciranno a pareggiare i conti col passato,a fare luce sulla verità.
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Senza dubbio,uno dei più belli del maestro spagnolo.Come sempre,lo sfodo è una Madrid sfatta e disfatta,bella piu' che mai,esaltata dalle prime inquadrature del film,degne del maestro qual è.Immancabile è l'intreccio di storie alla "Almodovar".Stavolta,si gioca sulla perdita e sul ritrovamento da parte di un ragazzo delle donne della sua vita.Recatosi infatti al cimitero per visitare la madre persa da poco,ritrova lì la donna della sua vita,che aveva causato la sua carcerazione seppur da innocente per 6 lunghi anni.Susseguono intrecci fatti di tradimenti e di scene di nudo,di sentimenti nascosti,di verità nascoste.Alla fine quasi tutti i personaggi riusciranno a pareggiare i conti col passato,a fare luce sulla verità.Ma senza dubbio,a rendere il finale un capolavoro,è l'ultima frase fatta pronunciare al protagonista,che a mio parere,è una vera è prorpia dedica d'amore da parte del regista al prorpio Paese:"E' da molto tempo che la Spagna non ha piu' paura."
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marcodell''utri
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venerdì 7 aprile 2017
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tragico e passionale
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Tragico e passionale. Sul terreno accidentato di ‘Carne tremula’ (tratto dal libro di Ruth Rendell), Almodovar proietta il conflitto e le contraddizioni della colpa e della responsabilità; dell’innocenza (quella virginea di Victor) e del peccato; della fragilità e della violenza; del coraggio e della paura. Nel film del regista spagnolo, ciascuno dei personaggi è chiamato ad assumere e ad incarnare i tratti del simbolo morale, subito presentato sulla scena, secondo la sua indole, e quindi negato dallo sviluppo ‘tragico’ delle contraddizioni di cui il film si intesse - metafora possibile dell’esistenza. Ed allora all’innocente ingenuità di Victor (e ai richiami ‘semplici’ del suo amore ‘sessuato’, secondo il consueto stile almodovariano) è imposto il carico di una colpa non propria, di un delitto di cui l’autore è solo strumento nelle mani altrui, affinché ne paghi personalmente ed integralmente le conseguenze e la responsabilità.
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Tragico e passionale. Sul terreno accidentato di ‘Carne tremula’ (tratto dal libro di Ruth Rendell), Almodovar proietta il conflitto e le contraddizioni della colpa e della responsabilità; dell’innocenza (quella virginea di Victor) e del peccato; della fragilità e della violenza; del coraggio e della paura. Nel film del regista spagnolo, ciascuno dei personaggi è chiamato ad assumere e ad incarnare i tratti del simbolo morale, subito presentato sulla scena, secondo la sua indole, e quindi negato dallo sviluppo ‘tragico’ delle contraddizioni di cui il film si intesse - metafora possibile dell’esistenza. Ed allora all’innocente ingenuità di Victor (e ai richiami ‘semplici’ del suo amore ‘sessuato’, secondo il consueto stile almodovariano) è imposto il carico di una colpa non propria, di un delitto di cui l’autore è solo strumento nelle mani altrui, affinché ne paghi personalmente ed integralmente le conseguenze e la responsabilità. E allora la trasgressività fragile dei vizi di Elena (e la sensazione di una colpa da espiare e quindi ‘riparata’ da un matrimonio ‘dovuto’) diviene la premessa della conversione che fa della stessa Elena la donna votata alla cura filantropica dei bambini che abitano l’orfanotrofio da lei stessa finanziato. Ma attorno a lei (al nome/condanna di Elena) ancora la guerra e lo scontro…di uomini e di valori. La correttezza e la responsabilità del poliziotto David si sveleranno, in seguito, lo schermo della menzogna e del tradimento dell’amico; l’amico stesso, ubriacone e violento, si scopre l’uomo innamorato, accecato dal sentimento autentico per la donna che lo tradisce. E quest’ultima – la più tragica di tutte le figure del film (la più ‘tremula’ delle ‘carni’ del laboratorio morale almodovariano) -, che diviene (anima nera nel controluce della pellicola) il corpo su cui si abbattono il peccato dell’infedeltà, la passione tenera di un amore non ricambiato (“non ti chiedo di innamorarti di me, lo sarò io per tutti e due”) e, infine, – inevitabilmente - la morte.
Ma c’è un filo che Almodovar tiene da parte, coltiva e conserva per tutto il film, e che ne consente l’apertura ad un finale di speranza: l’idea che con l’amore dannato e suicida (quello dell’amico di David e della sua donna, ‘mai sua’), possa ancora misurarsi - e vincere - la passionale innocenza di Victor, e l’amore tenace per Elena, sufficiente ad affrontare la colpa non commessa, la pena ingiusta, il conflitto e, quindi, l’epilogo del dramma; in breve, ad accettare il coraggio (che da individuale si fa collettivo nel finale anti-franchista: “sono anni che in Spagna non abbiamo paura”) di vivere la vita che, attraverso il corpo contratto di Elena, riprende - avida - la sua folle e tragica corsa.
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shingo tamai
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domenica 4 dicembre 2016
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le cattiverie si pagano
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Non mi è dispiaciuto affatto,nonostante la molteplicità degli eventi narrati sfiori costantemente il grottesco e surreale.
Accadono infatti eventi tragici in continuazione e gli amori descritti si avvicinano spesso a quelli delle soap opera pomeridiane.
Tuttavia non sono riuscito a staccarmi dallo schermo neanche un minuto,sia per il ritmo frenetico, sia per la curiosità di sapere che fine avrebbero fatto i protagonisti e le loro storie.
Il finale non è certo da Oscar però ha un suo perché e una sua logica,di fatto premia i personaggi più sinceri.
Insomma in un modo tutto suo il buon Almodovar ci fa intendere che le cattiverie alla fine si pagano.
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Non mi è dispiaciuto affatto,nonostante la molteplicità degli eventi narrati sfiori costantemente il grottesco e surreale.
Accadono infatti eventi tragici in continuazione e gli amori descritti si avvicinano spesso a quelli delle soap opera pomeridiane.
Tuttavia non sono riuscito a staccarmi dallo schermo neanche un minuto,sia per il ritmo frenetico, sia per la curiosità di sapere che fine avrebbero fatto i protagonisti e le loro storie.
Il finale non è certo da Oscar però ha un suo perché e una sua logica,di fatto premia i personaggi più sinceri.
Insomma in un modo tutto suo il buon Almodovar ci fa intendere che le cattiverie alla fine si pagano.
Di sicuro il livello del film viene alzato dalle interpretazioni, tutte di ottima fattura.
Davvero un prodotto originale.
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