stefano bruzzone
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venerdì 29 novembre 2013
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fiacco
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film deboluccio, con una sceneggiatura fiacca e superficiale, sul tema della pena di morte. unica nota lieta la buona prova della Stone nei panni della condannata. è un film leggero, scorrevole e assolutamente vedibile, ma l'argomento, a parte un finale struggente, meriterebbe un cast, oltre alla Stone, più di livello e un maggior coinvolgimento dello spettatore che invece assiste impotente ad un valzer di carte bollate e nulla più.
Voto: 6
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oscar15781
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domenica 21 luglio 2013
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non c'è un modo civile di dare la morte
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Il film come molti del suo genere, giocaa sulla drammaticità di queste situazioni umane. Si avvale di un attrice mervigliosa, Sharon Stone, che impersona Cindy, che quando aveva poco più di venti anni uccise due persone per invidia sociale della loro agiatezza. Il film è costruito per mostrare che Cindy è profondamente cambiata, non è più quella ragazza cattiva. Lo spettatore gradualmente è portato ad innamorarsi platonicamente di Cindy, proprio come capita a Rick, avvocato della commissione di valutazione sulla grazia. Il regista dosa abbondantemente la scena del delitto per convincere lo spettaore "innamorato" , della colpa di Cindy, di colei che si trova a meritare la pena di morte.
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Il film come molti del suo genere, giocaa sulla drammaticità di queste situazioni umane. Si avvale di un attrice mervigliosa, Sharon Stone, che impersona Cindy, che quando aveva poco più di venti anni uccise due persone per invidia sociale della loro agiatezza. Il film è costruito per mostrare che Cindy è profondamente cambiata, non è più quella ragazza cattiva. Lo spettatore gradualmente è portato ad innamorarsi platonicamente di Cindy, proprio come capita a Rick, avvocato della commissione di valutazione sulla grazia. Il regista dosa abbondantemente la scena del delitto per convincere lo spettaore "innamorato" , della colpa di Cindy, di colei che si trova a meritare la pena di morte. Tutto questo tradisce la "cattiva coscienza" di una posizione agnostica del regista sull'argomento, sul tema "pena di morte". Infatti penso non ci siano posizioni di mezzo, questo tema è un argomento dirimente: si può solo essere favorevoli o contrari alla pena di morte. Da queste due alternative discendono scelte di campo opposte e tutto un profilo etico della massima importanza. La pena di morte e la possibilità data ai cittadini americani di detenere armi da fuoco, quasi d'ogni tipo, sono istituti della civilissima America, che non sono facilmente comprensibili per noi europei. Molti pensano che tali istituti, disegnino come un limite alla democrazia, per quello che è ritenuto, peraltro un grande paese. Sono istituti che si fondano sulla storria degli Stati Uniti, che hanno viaggiato coi pellegrini della "Mayflower" , che si mossero sulle catene degli schiavi dell'Alabama e sulla canna della Colt dei Bounty Kiler del Far West. Potremmo certamente continuare a non capire, sarebbe come se gli Italiani si fossero tenuti il Potere Temporale del Papa, invece di regolarlo legislativamente. In realtà va capito come gli Usa siano stati ad un tempo la culla della democrazia e la cittadella del sistema capitalistico. Studi recenti di Carlo De Caro danno conto che il capitalismo non è pienamente sviluppato ovunque, non cosi' negli Usa, che sono il laboratorio delle tendenze future di un capitalismo maturo. Si è evidenziato come l'esistenza di un doppio binario storico, quando fu redatta la costituzione americana,, fu promossa fondativamente la libera iniziativa economica, ma si può pensare che cio' si sia riverberato, quasi ad esondare, in un "via libera" ad un godimento smodato. Negli Usa spesso si ama possedere esagerando, le automobili enormi quasi a costituire feticci, come se si paverntasse un limite, una castrazione del godimento. Spesso si osserva la mancanza di un minimo pudore a mostrare, ad ostentare, circoscrivendo ciò che si possiede, ad escludere l'Altro. Se la vecchia Europa ha una storia, una diacronia pre-capitalista, per gli Usa un pre-capitalismo è confinato ad un'altra scena, al fondo di un inconscio selvaggio, fuori significante. Il fondamento della Legge Simbolica è basato in america sul vecchio Testamento, su di un Dio iroso e vendicativo: "Occhio per occhio, Dente per dente". E' un Dio che non conosce perdono....Lo schiavismo, nonostante la guerra di secessione, è finito come istituzione legale,ma ha continuato a far sentire i suoi codici e i suoi effetti fino ai giorni nostri. Son dovuti morire Martin Luther King e Malcom X e svolgersi anni di lotte razziali, per cominciare a veder intaccata questa carnalità. Cosi' come il Far West non si è del tutto estinto, sia come sprito di frontiera agitato politicamente, sia come mito individualistico gelosamente conservato. Si osserva ancora che ben oltre un secolo dal tramonto della famiglia patriarcale rurale, ci sia il riproporsi di dinastie, nel proseguire di una versione del capostipite con tendenza al plus-godere. Cio' ha conseguenze politiche per questi potentati a influenzare posizioni favorevoli a pena di morte e detenzione armi e pure antiabortismo.. Ma a dispetto di un preteso "declino americano", va vista come un progresso la elezione/rielezione di Barack Obama, al di là di valutazioni politiche, ha un potente significato simbolico contro la conservazione. I diritti, l'integrazione razziale una vera libertà di pensiero, di religione, di libera professione delle proprie idee politiche , gli stessi diritti riconosciuti a gay/lesbiche, una maggiore giustizia sociale contro l'eccessiva sperequazione economica, più progrediranno più perderà senso la pena di morte. Più progrediranno narrazioni di solidarietà sociale, più perderà senso l'ipocrisia di dare civilmente la morte. Perchè è una torsione perversa, non c'è modo civile di dare la morte.Persino questo film agnostico lo dimostra, al di là dell'intenzione del regista.
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