laura
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domenica 6 gennaio 2008
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quel che resta della vita
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Mi piacciono tutti, ma proprio tutti, i film di James Ivory: film in cui la parola conta almeno quanto l'ambientazione, i paesaggi, la colonna sonora. In "Quel che resta del giorno" contano molto le parole, i dialoghi hanno un'importanza fondamentale ma, ancora di più, incidono fortemente i silenzi, cose non dette, anche se sentite profondamente, nel timore di lasciarsi andare e di permettere all'amore di penetrare nel cuore e nella mente: quando finalmente l'impenetrabile maggiordomo deciderà di intraprendere un viaggio che potrebbe essere l'inizio della sua (nuova) vita, sarà troppo tardi per parlare e lui dovrà trascorrere "quel che resta del (suo) giorno", ovverossia della sua vita, da solo, senza quello che avrebbe potuto essere il suo grande amore, ormai lontano da lui.
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Mi piacciono tutti, ma proprio tutti, i film di James Ivory: film in cui la parola conta almeno quanto l'ambientazione, i paesaggi, la colonna sonora. In "Quel che resta del giorno" contano molto le parole, i dialoghi hanno un'importanza fondamentale ma, ancora di più, incidono fortemente i silenzi, cose non dette, anche se sentite profondamente, nel timore di lasciarsi andare e di permettere all'amore di penetrare nel cuore e nella mente: quando finalmente l'impenetrabile maggiordomo deciderà di intraprendere un viaggio che potrebbe essere l'inizio della sua (nuova) vita, sarà troppo tardi per parlare e lui dovrà trascorrere "quel che resta del (suo) giorno", ovverossia della sua vita, da solo, senza quello che avrebbe potuto essere il suo grande amore, ormai lontano da lui.
Un film da vedere, e da rivedere e da rivedere.
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ivanos
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giovedì 20 dicembre 2007
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nobiltà ed inganno: due vite parallele.
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La vita parallela di un nobile inglese e del suo "buttler", entrambe segnate dal fallimento. Il conte che, memore della morte di un caro amico tedesco, suicida per disperazione nella Germania segnata dalla crisi seguita alla prima guerra mondiale ed al traumatico trattato di Versailles, cerca di avvicinare i due Paesi in guerra, incapace di comprendere l'inganno nazista. Al fianco, il suo maggiordomo, simbolo di profondo senso di abnegazione, che sacrifica la propria vita sentimentale alla fedeltà al conte e ad un ruolo che non ammette dubbi. Entrambi scopriranno l'inganno troppo tardi, quando la vita avrà fatto il proprio corso: il conte privato dell'onore, il maggiordomo dell'amore. Immenso Hopkins, splendida Thompson, drammatico Fox, supremo James Francis Ivory.
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marco e 91
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domenica 18 febbraio 2007
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ottimo
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Grande film, non un capolavoro ma quasi tutto è perfetto.
Regia garbata, attori straordinari (Hopkins da oscar), grandi scenografie e sceneggiatura. Se non ci fosse stato il capolavoro di Spielberg nel 1993 sarebbe potuto diventare un classico da oscar.
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lucy
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mercoledì 22 novembre 2006
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capolavoro
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pollicino
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venerdì 5 maggio 2006
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troppo zelo
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Il messaggio di questo film potrebbe essere questo: carpe diem. Cogli quei momenti importanti della vita perchè un domani potresti pentirtene: l'amore non accettato per la collega governante e il rapporto troppo freddo col padre sono i due eventi che potevano cambiare le cose, ma il troppo zelo di Stevens per il lavoro fanno scorrere la vita in maniera monotona, piatta e senza ideali. Tutto il resto del film è un contorno.
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rocky
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sabato 3 dicembre 2005
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tutto hopkins
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Tutto deve cedere al servizio di casa, perfino l'amore non può essere rivelato, ricambiato alla donna che lo offra. Il dovere uccide la passione ma non spegne la vita del maggiordomo mai in difetto.
Straordinario Hopkins: le sue espressioni "ghiacciate", l'incomunicabilità del volto di uno straordinario attore che domina la scena, valgono tutti i premi che ha preso il film. Solo lui poteva tratteggiare un personaggio che nasconde una passione, solo Hopkins può permettersi di essere credibile nel ruolo dell'uomo di ghiaccio. Questo film, più del "Silenzio degli Innocenti" è la sua apoteosi.
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serenella
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lunedì 21 febbraio 2005
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l'impossibilità di amare
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James Ivory, regista di tipica impronta inglese, riesce a mettere in scena la storia di una vita vissuta nell'ombra, troppo getita dagli obblighi, dai doveri e dal senso di responsabilità.E' questo il mondo del maggiordomo Stevens, magnificamente interpretato da Hopkins, dove tutto è già stato stabilito e dal quale non riesce a risollevarsi. Neanche se in ballo c'è l'amore. Amore per una donna posata ed estremamente dolce (Thompson), a cui egli non riesce a confidare il suo sentimento, scatenando all'interno della propria persona una battaglia che lo accompagnerà per tutta la vita.E' proprio questa la sua eterna indecisione: abbandonarsi al mondo ignoto dell'imprevedibilità delle passioni, o restare nel suo, così poco complicato ma altrettanto povero di vere emozioni.
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