The Doors |
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Un film di Oliver Stone.
Con Val Kilmer, Michael Wincott, Michael Madsen, Dennis Burkley, Josh Evans.
continua»
Musicale,
durata 140 min.
- USA 1991.
MYMONETRO
The Doors
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Apogeo e fine di un mito del rock!di KaiserSozeFeedback: 0 |
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sabato 19 luglio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La telecamera corre sul paesaggio di un deserto stepposo, parte l'effetto pioggia di Riders on the Storm, si sentono chiaramente le prime parole - "Riders on the storm, there's a killer on the road..". Un gruppo di indiani navajos è riverso a lato della strada, alcuni di loro hanno l'aria morente. La famiglia Morrison al completo, padre, madre, figlio e figlia sta attraversando il deserto ed è incappata in un brutto incidente automobilistico. Jim, quasi rapito dallo sguardo di un anziano navajo, che ha tutta l'aria di essere lo sciamano del gruppo, resta come posseduto dalla visione. Dirà poi in seguito, nel film, riferito agli indiani morti sul ciglio della strada - "La loro anima è saltata dentro la mia"-. Questa è la prima scena densa di significati del film di Oliver Stone che è tributo alla band dei Doors (Le porte della percezione). Morrison è interpretato degnamente da val Kilmer, solo leggermente diverso dal vero Morrison: è più alto. Misticismo, musica rock, droga, sesso, sono gli imperativi della pellicola. Viaggi nel deserto, ma ancora di più viaggi nella mente, nella paura e nei ricordi, nei molteplici colori che la droga regala alla realtà sono il fulcro di quanto viene raccontato dal regista. Apogeo e fine di un mito, sarebbe potuto essere un eventuale sottotitolo. Analisi di una, forse la prima vera e maledetta parabola di un successo. Ora si può discutere sul fatto che Jim Morrison e i Doors siano stati veramente dei poeti, ma, a mio modo di vedere, senza approdare a nulla di concreto. Occorrerebbe dare una versione univoca di cosa sia la poesia, cosa praticamente impossibile, ancora di più se si sta parlando di poesia in relazione ad un fenomeno rivoluzionario (negli anni sessanta) che proprio per la poesia e per la musica è stato fonte di cambiamento. Dai doors in poi niente, musicalmente, è stato più lo stesso. La band ha inventato un modo di fare rock, ha dato un'immagine all'artista-compositore-poeta di quella che è anche stata definita musica del diavolo, ha per così inventato e incarnato nel suo leader, oggetto di questo film, l'idea che per fare buona musica bisogna bruciarsi (fondersi, consumare la propria esistenza velocemente). Non solo, ma che i i sentimenti musicali veri sono solo quelli estremi, quelli che si vivono a tutto gas. Un must per gli appassionati del rock questo film, una bella fotografia, una bella sceneggiatura. Le atmosfere sono cupe, ma è fisiologico, visto il soggetto. La pellicola è fedelmente accompagnata dalle musiche dei Doors, dalla prima Break on Trough a Love Her Maadly. Grande, segna il passo di qualsiasi appassionato di biografie per capire come si realizza la narrazione di un mito senza celebrarlo, ma cercando, ove possibile (in questo caso sempre che lo sia), di spiegarne genesi e morte. Appassionante!
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