alice
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mercoledì 24 settembre 2008
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ho la testa ingombra di ricordi ingombranti...
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Con queste parole inizia il film del regista francese Patrice Leconte. Una narrazione limpida che si snoda tra passato e presente, tra ricordi infantili e vicende attuali. Il protagonista Antoine, un ragazzino di dodici anni che si infatua della parrucchiera del paese, Madame Schaffer, decidendo così che, una volta adulto, sposerà una parrucchiera. E’ ammaliato dal profumo di colonia del negozio, dalle mani che attraversano i suoi capelli durante lo shampoo e dal seno che riesce ad intravedere quando lei gli taglia i capelli. Il padre gli insegnava che la vita, tutto sommato, è un qualcosa di semplice, perché basta desiderare ardentemente qualcosa affinché si realizzi e, se ciò non accade, significa che non si è desiderato abbastanza.
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Con queste parole inizia il film del regista francese Patrice Leconte. Una narrazione limpida che si snoda tra passato e presente, tra ricordi infantili e vicende attuali. Il protagonista Antoine, un ragazzino di dodici anni che si infatua della parrucchiera del paese, Madame Schaffer, decidendo così che, una volta adulto, sposerà una parrucchiera. E’ ammaliato dal profumo di colonia del negozio, dalle mani che attraversano i suoi capelli durante lo shampoo e dal seno che riesce ad intravedere quando lei gli taglia i capelli. Il padre gli insegnava che la vita, tutto sommato, è un qualcosa di semplice, perché basta desiderare ardentemente qualcosa affinché si realizzi e, se ciò non accade, significa che non si è desiderato abbastanza. E, infatti, per Antoine, non c’è sogno irrealizzabile e, a cinquant’anni, sposa la parrucchiera Mathilde, interpretata da Anna Galiena. La loro è una storia di una passione che travolge, che inebria i sensi, un’apologia del piacere, del desiderare e dell’essere desiderato. Tutto il resto non serve, è inutile perché ciascuno dà all’altro quello di cui necessita. Ma sugli occhi di Mathilde s’intravede un velo di malinconia, di paura e di terrore: il timore che un giorno tutto ciò possa finire. Il timore di non essere più desiderati, di invecchiare, il timore che la passione lasci il posto alla tenerezza, senza sapersene accontentare. E così un giorno, dopo essersi lasciati trasportare dall’ultimo piacere, durante un temporale Mathilde esce dal negozio, dal loro nido d’amore, con la scusa di andare a fare una commissione, ma si getterà nel fiume. Perché… perché il pensiero che un giorno ci si possa separare la tormenta e per non essere mai più dimenticata, come se fosse più vivo di ricordo di qualcuno che non c’è più, rispetto a chi è ancora accanto a noi. Perché il tempo plasma le idee che abbiamo dell’altro e sparire vorrebbe forse dire rendere eterno il momento prima che si è vissuto. Perché per Mathilde diventa quasi impossibile permettersi di vivere qualcosa di bello, puro. Perché tutto è destinato, se non a finire, a trasformarsi e a divenire… pensiero inaccettabile.
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(di lo zio della parrukkiera)
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nigel mansell
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lunedì 14 novembre 2011
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una vita per l'amore
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Una vita spesa per l'amore quella del protagonita che già da bambino decide che si sposerà con una parrucchiera. Il film è poi visto tutto attraverso gli occhi di quel bambino, ed il suo stupore e giocosità rimarranno intatti. La parrucchiera che troverà in età adulta non è che la proiezione dell'ardente desiderio che ha preservato nel corso degli anni. Di lei infatti non si sa nulla, lei è lì solo per lui e per la sua gioia. E quando ci sarà il sospetto che quell'amore non potrà durare ecco che tutto viene interrotto cosicchè il ricordo del grande amore possa essere preservato. Valgono il film le esibizioni del protagonista sulla colonna sonora arabeggiante.
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Una vita spesa per l'amore quella del protagonita che già da bambino decide che si sposerà con una parrucchiera. Il film è poi visto tutto attraverso gli occhi di quel bambino, ed il suo stupore e giocosità rimarranno intatti. La parrucchiera che troverà in età adulta non è che la proiezione dell'ardente desiderio che ha preservato nel corso degli anni. Di lei infatti non si sa nulla, lei è lì solo per lui e per la sua gioia. E quando ci sarà il sospetto che quell'amore non potrà durare ecco che tutto viene interrotto cosicchè il ricordo del grande amore possa essere preservato. Valgono il film le esibizioni del protagonista sulla colonna sonora arabeggiante. Ottimo.
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stefano capasso
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sabato 14 giugno 2014
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l'amore dei sogni
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Antoine racconta in un lungo flashback la sua vita caratterizzata dall’attesa dell’amore.
Da bambino si era innamorato della parrucchiera che poi si suicidò, fissando in lui la determinazione di sposare una parrucchiera. E quando dopo anni di attesa incontra la bella parrucchiera Mathilde, l’amore nasce per entrambi a prima vista. Entrambi trovano nell’altro l’incarnazione di un ideale Questo li farà vivere una stagione di amore esclusivo, di dolcezza e passione fin quando Mathilde, prima che questa condizione cambi, decide di suicidarsi. Prima che il tempo e gli eventi possano cambiare l’idealità del rapporto.
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Antoine racconta in un lungo flashback la sua vita caratterizzata dall’attesa dell’amore.
Da bambino si era innamorato della parrucchiera che poi si suicidò, fissando in lui la determinazione di sposare una parrucchiera. E quando dopo anni di attesa incontra la bella parrucchiera Mathilde, l’amore nasce per entrambi a prima vista. Entrambi trovano nell’altro l’incarnazione di un ideale Questo li farà vivere una stagione di amore esclusivo, di dolcezza e passione fin quando Mathilde, prima che questa condizione cambi, decide di suicidarsi. Prima che il tempo e gli eventi possano cambiare l’idealità del rapporto.
Leconte parla, tra spunti di riflessione di varia natura che emergono, quasi di passaggio, nei dialoghi durante la narrazione, dell’amore, della ricerca di quello che sia perfetto, unico, e allo stesso tempo di come questo sia destinato a finire, inesorabilmente. C'è bisogno di credere fortemente nei propri sogni, e seguirli senza remore, come Antoine dimostra improvvisando balli su musica araba, senza saper ballare, interpretando fluidamente e con partecipazione la danza.
Tutto prima o poi finisce per sopravvivere bisogna avere fiducia che ritorni.
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angelo umana
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giovedì 16 ottobre 2014
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breve la vita felice della parrucchiera
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“Breve la vita felice” della bellissima parrucchiera Matilde. Questo di Patrice Leconte è un film tragicommedia del 1990: lei è la procace Anna Galliena nel pieno della sua bellezza trentacinquenne, lui è Jean Rochefort che all’epoca del film di anni ne aveva sessanta, ben portati e pieni di fascino. E’ lui, Antoine, che ha sempre desiderato di impalmare una parrucchiera, da quando 12enne andava in deliquio per la sua coiffeuse formosa e felliniana, ci andava a tagliarsi i capelli spesso, prima che fosse necessario: alla mamma, prelevandole i soldi dalle tasche, diceva che li sentiva lunghi, alla parrucchiera diceva che era la mamma a raccomandargli di tagliarli di frequente.
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“Breve la vita felice” della bellissima parrucchiera Matilde. Questo di Patrice Leconte è un film tragicommedia del 1990: lei è la procace Anna Galliena nel pieno della sua bellezza trentacinquenne, lui è Jean Rochefort che all’epoca del film di anni ne aveva sessanta, ben portati e pieni di fascino. E’ lui, Antoine, che ha sempre desiderato di impalmare una parrucchiera, da quando 12enne andava in deliquio per la sua coiffeuse formosa e felliniana, ci andava a tagliarsi i capelli spesso, prima che fosse necessario: alla mamma, prelevandole i soldi dalle tasche, diceva che li sentiva lunghi, alla parrucchiera diceva che era la mamma a raccomandargli di tagliarli di frequente.
Da bambino si inebriava del profumo di quel corpo di donna, da adulto dà compimento ai suoi sogni erotici proprio sposando una parrucchiera: per loro non esiste mondo oltre i personaggi – tutti abbastanza strani - che frequentano il negozio, che rimane il loro regno, lei lavora e lui la contempla estasiato, oppure lei lo guarda sorridente e grata. Nei ritagli di tempo c’è spazio per l’eros ma lo trovano anche durante qualche taglio di capelli; la clientela è solo di uomini. Delle amicizie, si dicono, ha bisogno solo chi non trova pieno soddisfacimento nella coppia. In Matilde, Antoine ritrova i seni che ha sempre desiderato e il ventre piatto che nessuna gravidanza sformerà, dei due nessuno la desidera perché si bastano così. La bellissima creatura non è “appartenuta a nessuno” prima, ma accettò la proposta di matrimonio di Antoine dopo averla ben ponderata.
Avvisaglie della tragedia che si compirà - Matilde si butta in un torrente in piena, una notte di fortissimo temporale - sono delle frasi che in quella vita apparentemente paradisiaca, durata dieci anni, lei pronuncia: “Ho paura che un giorno non mi vorrai più” e “La vita fa schifo”. “Ti lascio prima che mi lasci tu … me ne vado prima di essere infelice … perché tu non mi dimentichi”, sono invece le frasi che gli lascia scritte in una lettera. Il film affronta dunque la paura di sfiorire, l’incapacità di invecchiare e rinunciare ai piaceri che i due si concedevano, il non poter sopportare l’eventuale delusione che quel tempo finisse e ne subentrasse uno di quotidianità e d’abitudine. Da vedovo Antoine sopravvivrà negando a sé stesso che Matilde non ci sia più, “La parrucchiera tornerà” dice a chi si presenta in negozio. (In “Sotto la sabbia”, film del 2000 di François Ozon, avveniva un’identica fissazione da parte di Charlotte Rampling).
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