cineclub giovaninsieme
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martedì 13 marzo 2012
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l'unicità della persona
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“Non uccidere”. Forse il più estetico e lineare dei film del Decalogo, con una fotografia agghiacciante e disperata . Tre omicidi. Uno accidentale, uno intenzionale, uno sacrificale. Uno solo narrato, due eseguiti dinnanzi all’occhio dello spettatore in tutta la loro crudezza. La macchina infernale della giustizia è solo l’altro volto altrettanto assurdo e irrazionale di quella società che ha portato Josek a uccidere. Volontà e fatalità si intrecciano nell’illustrare un comandamento che il regista e lo sceneggiatore sembrano non voler scandagliare più di tanto, costituendo esso il limite oltre il quale l’umanità non esiste più autoannientandosi.
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“Non uccidere”. Forse il più estetico e lineare dei film del Decalogo, con una fotografia agghiacciante e disperata . Tre omicidi. Uno accidentale, uno intenzionale, uno sacrificale. Uno solo narrato, due eseguiti dinnanzi all’occhio dello spettatore in tutta la loro crudezza. La macchina infernale della giustizia è solo l’altro volto altrettanto assurdo e irrazionale di quella società che ha portato Josek a uccidere. Volontà e fatalità si intrecciano nell’illustrare un comandamento che il regista e lo sceneggiatore sembrano non voler scandagliare più di tanto, costituendo esso il limite oltre il quale l’umanità non esiste più autoannientandosi. Un film sulla necessità che ha ciascuno di essere riconosciuto come persona unica e irripetibile e non come errore della società da eliminare. Un film anche ideologico contro la pena di morte. Questo forse il suo limite più vistoso oggi, il suo merito più grande 25 anni fa.
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fedeleto
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mercoledì 4 gennaio 2012
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uccidi e sarai ucciso,legge o dio?
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E' una Varsavia filmata in color seppia,quella in cui un ragazzo gira per strada alla ricerca di qualcosa,e un tassista sgorbutico fa' la sua vita.Si incontrano,e il ragazzo uccidera' violentemente e lentamente il tassista,ma dopo qualche tempo anche il ragazzo verra' condannato a morte e dovra' morire,un avvocato appena praticante si ritrovera' a dover assistere impotente a tutto questo.E' giusto? chi uccide andrebbe ucciso?la legge e' dio? Kieslowski(il cineamatore,destino cieco,senza fine) dopo i primi 4 capitoli del decalogo dirige forse il piu' violento e profondo dei comandamenti ovvero NON UCCIDERE.La vita e' un dono come molti ritengono,ma un uomo che termina la vita di un altro uomo volutamente e' da condannare alla stessa sorte? il ragazzo che uccide lo fa per esternare una sua sofferenza poiche' egli stesso molto tempo prima assiste alla morte della sorellina impotente,per lui la morte e' un mezzo per esternare o uccidere qualcuno ritenendolo reposnsabilie della morte della sua sorellina? il vero movente rimane un mistero al quale non si trova una risposta.
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E' una Varsavia filmata in color seppia,quella in cui un ragazzo gira per strada alla ricerca di qualcosa,e un tassista sgorbutico fa' la sua vita.Si incontrano,e il ragazzo uccidera' violentemente e lentamente il tassista,ma dopo qualche tempo anche il ragazzo verra' condannato a morte e dovra' morire,un avvocato appena praticante si ritrovera' a dover assistere impotente a tutto questo.E' giusto? chi uccide andrebbe ucciso?la legge e' dio? Kieslowski(il cineamatore,destino cieco,senza fine) dopo i primi 4 capitoli del decalogo dirige forse il piu' violento e profondo dei comandamenti ovvero NON UCCIDERE.La vita e' un dono come molti ritengono,ma un uomo che termina la vita di un altro uomo volutamente e' da condannare alla stessa sorte? il ragazzo che uccide lo fa per esternare una sua sofferenza poiche' egli stesso molto tempo prima assiste alla morte della sorellina impotente,per lui la morte e' un mezzo per esternare o uccidere qualcuno ritenendolo reposnsabilie della morte della sua sorellina? il vero movente rimane un mistero al quale non si trova una risposta.La legge che vorrebbe sostituirsi a dio e' l'unica che ha diritto a sentenziare e condannare.Entrambi i due personaggi sono in realta' umani ed hanno un loro lato buono,il tassita da' da mangiare al cane,il ragazzo scherza con due bambini,ma entrambi hanno anche il loro lato negativo,il tassista prende chi dice lui facendo anche aspettare le persone per poi andarsene e non prenderle sul suo taxi,invece il ragazzo appunto uccide.Uccidere e' terminare ,bloccare il circolo della vita e impedire ogni possibile futuro,pertanto la legge interviene per ristabilie un ordine portando il ragazzo a subire cio' che ha fatto,ma e' giusto?l'avvocato ovviamente non e' d'accordo e si dispera nel finale gridando il suo diprezzo per un mondo dove alla violenza di risponde con la violenza.Ottime e magistrali molte scene ,ma le due scene piu' importanti rimangono quella dell'omicidio e della condanna.La scena dell'omicidio tremendamente realistica che supera i 6 minuti,e' da antologia e in ogni sequenza c'e' un detemrinato simbolismo.Entrambi prima di tutto muoiono soffocati,l'aria essenso purezza non puo' piu' entrare in un corpo sporco,nella scena dell'omicidio si inizia con lo strangolamento,in esso non ci sono parole che si riescano a pronunciare infatti il tassista viene privato dei suoi mezzi ingiusti,e dopo viene ucciso con colpi alla testa e infine il masso(distruzione della testa e dunque della sua coscienza e ragione.Kieslowski e' stato criticato acidamente da molti per questo suo film estremamente forte(ricordiamo che molte persone durante la proiezione sono svenute per la scena dell'omicidio)ma come direbbe kieslowski solo attraverso le scene forti ed eloquenti si esprime il senso dell'ingiusto,e solo cosi l'uomo riflette.UN CAPOLAVORO DI ESPRESSIONE E RIFLESSIONE SUL CONCETTO DI MORTE .
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dandy
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venerdì 15 aprile 2011
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non uccidere,che tu sia uomo o stato.
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Il quinto episodio del "Decalogo",affronta un tema classico(la riflessione sulla pena di morte)in modo diretto e spietato.Allucinanti le sequenze dei due delitti,lunga e dilatata la prima,serrata e brusca la seconda.Ma non sembra esserci differenza alcuna tra l'omicidio insensato di un giovane sbandato,e quello "motivato"della giustizia.Qualche cedimento nella crisi di coscienza dell'avvocato.Dal punto di vista formale è l'episodio migliore,con una fotografia irreale,virata verso il giallo.E il più duro,assieme al primo.Esiste una versione più lunga,di 84 minuti,intitolata "Breve film sull'uccidere".E'giudicata la migliore,ma in Italia non è stata distribuita in sala.
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Il quinto episodio del "Decalogo",affronta un tema classico(la riflessione sulla pena di morte)in modo diretto e spietato.Allucinanti le sequenze dei due delitti,lunga e dilatata la prima,serrata e brusca la seconda.Ma non sembra esserci differenza alcuna tra l'omicidio insensato di un giovane sbandato,e quello "motivato"della giustizia.Qualche cedimento nella crisi di coscienza dell'avvocato.Dal punto di vista formale è l'episodio migliore,con una fotografia irreale,virata verso il giallo.E il più duro,assieme al primo.Esiste una versione più lunga,di 84 minuti,intitolata "Breve film sull'uccidere".E'giudicata la migliore,ma in Italia non è stata distribuita in sala.
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ben
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martedì 16 gennaio 2007
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perchè la morte deve avvenire per cause naturali
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Abilissimo intreccio di tre drammi,ognuno dei quali evidenzia l'inferno morale cui spesso siamo condannati senza speranza: un tassista arido e meschino,che per sfuggire clienti apparentemente "indesiderabili" va dritto incontro alla morte; un giovane avvocato appassionato dalle teorie del diritto,che sperimenta la perversione della legge degli uomini di cui egli stesso è vivace sostenitore; un giovane disoccupato,la cui fragilità è paradossalmente evidenziata dall'efferatezza con cui si accanisce sulla sua vittima. Nessun giudizio evidente trapela dalla trama, solo l'assurdità della morte, in qualsiasi veste essa si presenti se operata da mani umane. A mio avviso uno dei capolavori del "Decalogo".
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