logical
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domenica 23 settembre 2012
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i peggiori anni della sua vita
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La parabola discendente inizia nel 1979 con Chiedo asilo, primo sintomo della misoginia regressiva di Marco Ferreri. Per tutti gli anni 80 non trova gli attori capaci di rendere astratta la proverbiale deriva autistica delle sue sceneggiature, così esili da sembrare un discorso da bar, tra due tavolini lontani.
Non c'è l'eroismo di Depardieu, l'intelligenza di Piccoli, nemmeno la stolidità di Jannacci per aiutarlo a cambiare registro. L'ebetismo vero di Christopher Lambert, meteora inspiegabile, non intenerisce nemmeno e la sfilata pornosoft di tutte le pre-veline non riesce a tenere vivo l'interesse anche solo per l'immagine del film, togliendo il sonoro.
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La parabola discendente inizia nel 1979 con Chiedo asilo, primo sintomo della misoginia regressiva di Marco Ferreri. Per tutti gli anni 80 non trova gli attori capaci di rendere astratta la proverbiale deriva autistica delle sue sceneggiature, così esili da sembrare un discorso da bar, tra due tavolini lontani.
Non c'è l'eroismo di Depardieu, l'intelligenza di Piccoli, nemmeno la stolidità di Jannacci per aiutarlo a cambiare registro. L'ebetismo vero di Christopher Lambert, meteora inspiegabile, non intenerisce nemmeno e la sfilata pornosoft di tutte le pre-veline non riesce a tenere vivo l'interesse anche solo per l'immagine del film, togliendo il sonoro.
I momenti migliori sono quando accende la televisione, in un remake sempre più vistoso di Dillinger è morto, e il film abbandona se stesso per trasformarsi in un secondo finale in cui il secondo Michele prevedibilmente perde l'ultimo passaggio dal catch a tre alberi che ancora (??), eternamente, deve raggiungere Tahiti.
Nessuna malinconia, nessuna lezione e nessun positivo trasporto. Una dolorosa perdita di tempo che toglie bellezza a quanto aveva fatto in passato. E' solo con Come sono buoni i bianchi che questa cupa depressione trova la giusta volgarità e violenza per esprimersi nella faccia e nel corpo di Michele Placido e Maruschka Detmers. Dura poco purtroppo.
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paride86
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lunedì 3 settembre 2012
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affascinante e denso di spunti di riflessione
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Enigmatico e satirico, "I Love You" racconta una storia di solitudine e incapacità di amare. In questo film Ferreri riprende, inoltre, il finale di "Dillinger è morto" e lo ribalta, rovesciandone il significato in un pessimismo triste e senza speranza.
E' la sua visione degli anni '80, rispetto ai '70 fertili di movimenti culturali e sociali?
A volte lirico, a volte kitsch, è certamente un film interessante che offre molteplici spunti di riflessione.
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Enigmatico e satirico, "I Love You" racconta una storia di solitudine e incapacità di amare. In questo film Ferreri riprende, inoltre, il finale di "Dillinger è morto" e lo ribalta, rovesciandone il significato in un pessimismo triste e senza speranza.
E' la sua visione degli anni '80, rispetto ai '70 fertili di movimenti culturali e sociali?
A volte lirico, a volte kitsch, è certamente un film interessante che offre molteplici spunti di riflessione. Uno dei pochissimi film, tra l'altro, in cui Lambert fa una bella figura.
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fedeleto
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venerdì 15 gennaio 2010
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l'amore di ferreri
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Ci ha commosso con la DONNA SCIMMIA,ci ha stravolto con LA GRANDE ABBUFFATA,ci ha fatto riflettere con il dramma di ciao maschio,ora ci emoziona con I LOVE YOU.Film che porta il marchio di una coproduzione italo francese presentato a cannes,ed apprezzato dalla critica seppur senza qualche piccola critica.La storia racconta la vita di un uomo chiamato michelle che conduce una vita tra una donna e l'altra ma quando incontra un portachiavi con ritratto un viso femminile grazioso che al suono del fischio dice I LOVE YOU, si innamora e si ossessiona,come fare per liberarsene?.Ottimo film che come sempre fa riflettere su un tema importante come l'amore, e si intende come un'illusione in cui non e' piu' il cuore a sentire tale sentimento ma l'orecchio,dunque ogni lato spirituale viene a disintegrarsi con tutto il resto e ne rimane solo un miraggio finale in cui il protagonista capira' l'incapacita' di non poter piu' afferrare la realta' ormai lontana.
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artista
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venerdì 8 febbraio 2008
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ida magli è caduta male
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Non vorrei commentare il film "I love you", in quanto capolavoro dell'ultimo grande regista italiano Marco Ferreri.
Esiste solo la "critica artistica", vale a dire la critica degli artisti; in tal senso l'anonima Ida Magli è caduta male con la sua visione borghese del cinema.
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