Stefano Reggiani
Prendiamo I Love You di Ferreri. Tutto potrebbe restringersi alla trovata (il bel giovane che s'innamora del portachiavi a forma di viso femminile, dell'oggetto-donna meccanicamente disponibile); e invece no, Ferreri ha fatto un film più grande del suo spunto, ha ritrovato le cadenze derisorie delle sue opere migliori, ha ridato un finale, adeguato ai tempi, al suo capolavoro personale, Dillinger è morto. Non ha fatto il predicatore a freddo o lo sperimentatore postmoderno, come nel penultimo più Il futuro è donna, ma ha interpretato la condizione maschile con un paradosso che sente molto il peso della pietà, con una resa alla malinconia che è nuova per lui e per questo più coinvolgente. [...]
di Stefano Reggiani, articolo completo (3257 caratteri spazi inclusi) su 14 maggio 1986