Variety - Festival di Montreal - 10 set-tembre 1980
Quanto di questo film bello e avvincente - del trentanovenne produttore regista sce-neggiatore italiano Franco Brogi Taviani- sia basato sulla realtà è opinabile. Va da sé che il titolo è riferito a Leopold von Sacher Masoch, un romanziere tedesco del 19° secolo le cui tematiche spesso af-frontano sofferenza e umiliazione e che ha dato nome alla deviazione sessuale op-posta a quella che ispirava il Marchese di Sade.
Masoch proiettato fuori concorso al Mon-treal World Film fest è una storia audace che tratta un soggetto scabroso che potrà mettere il pubblico in un qualche imba-razzo. Ma il film è anche una realizzazio-ne di prim’ordine, un trionfo stilistico per Taviani ( il terzo e il più giovane dei fra-telli Taviani) che riesce a focalizzare con grande acutezza il carattere dei due prota-gonisti grazie alla superba interpretazione di Paolo Malco nella parte di Masoch e Francesca De Sapio, nel ruolo di Wanda, moglie più che accomodante.
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Variety - Festival di Montreal - 10 set-tembre 1980
Quanto di questo film bello e avvincente - del trentanovenne produttore regista sce-neggiatore italiano Franco Brogi Taviani- sia basato sulla realtà è opinabile. Va da sé che il titolo è riferito a Leopold von Sacher Masoch, un romanziere tedesco del 19° secolo le cui tematiche spesso af-frontano sofferenza e umiliazione e che ha dato nome alla deviazione sessuale op-posta a quella che ispirava il Marchese di Sade.
Masoch proiettato fuori concorso al Mon-treal World Film fest è una storia audace che tratta un soggetto scabroso che potrà mettere il pubblico in un qualche imba-razzo. Ma il film è anche una realizzazio-ne di prim’ordine, un trionfo stilistico per Taviani ( il terzo e il più giovane dei fra-telli Taviani) che riesce a focalizzare con grande acutezza il carattere dei due prota-gonisti grazie alla superba interpretazione di Paolo Malco nella parte di Masoch e Francesca De Sapio, nel ruolo di Wanda, moglie più che accomodante.
Il Film ha buone probabilità di successo grazie al suo particolare argomento e alla sua fattura di gran classe. Attenzione: c’è beaucoup di nudità, linguaggio esplicito, frustate, percosse. Il crescendo di torture è mostrato con qualche riserbo. Fare uscire “Masoch” negli Stati Uniti senza la proi-bizione ai minori sarebbe impossibile senza una serie di tagli che snaturerebbe il contenuto profondo del film.
Sarebbe un peccato dal momento in cui il film è soprattutto un’appassionata rappre-sentazione delle dinamiche uomo-donna all’interno di un matrimonio tanto sugge-stivo quanto bizzarro. Taviani è ben lon-tano da qualsiasi titillazione sessuale (il film non è in nessun modo pornografico). Piuttosto il regista-scrittore esplora i limi-ti di una strana unione che alla fine vacilla quando il suo precario equilibrio emozio-nale si è spinto troppo oltre nella direzio-ne sbagliata .
La trama è abbastanza semplice. Masoch è presentato qui come un famoso scrittore Austriaco a cavallo di due secoli. (Per la cronaca, il vero Sacher Masoch morì nel 1859 a 59 anni). Prevaricatore di prim’ordine, riesce a trasformare l’incontro con una bella donna di umili origini in una unione di lunga durata (mettono al mondo due figli) assoggettata ad uno strano patto.
Per poter tener viva la sua eccitabile im-maginazione, Masoch (Malco) pretende che la donna suborni la sua natura roman-tica e convenzionale per assumere il ruolo dominante di una relazione padrona-schiavo. Finché, alla fine del film, il ma-trimonio non collassa - dopo che lei si è data a numerosi amanti, naturalmente su istigazione del marito a cui infligge, sempre in conformità alle sue fantasie, percosse e altre umiliazioni.
Utilizzando al meglio il suo eccellente cast, Taviani riesce a tirar fuori le parti più nascoste di questa inusuale unione e a rendere i personaggi principali plausibili se non addirittura simpatetici.
Riesce anche a mantenere alto il livello d’interesse dello spettatore, alternando con cura scene sviluppate come quadri drammatici scanditi da repentine ma effi-caci dissolvenze a nero.
Gli aspetti tecnici di questo film - costumi e scenografia, i colori intensi della foto-grafia di Bevilacqua, la colonna sonora di Gianfranco Plenzio - supportano magi-stralmente l’impostazione del film.
L’interpretazione dei personaggi è molto incisiva in tutti i ruoli, benché Malco e De Sapio dominino (il gioco di parole non è intenzionale) tutto il film; e giustificata-mente.
Nel complesso un film che sorprendente-mente trasforma la materia di uno scabro-so argomento in una squisita esperienza estetica.
Sege
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