In effetti le persone bizzarre sono quattro, perchè bisogna aggiungere il maggiordomo, ma andiamo per ordine. Innanzitutto una precisazione: pare che il regista Giuliano Petrelli abbia disconosciuto il film perchè stravolto da tagli e scene cambiate. Nelle sue intenzioni doveva essere una introspezione seria nell'animo umano, alle prese con perversioni e tendenze poco comuni: invece è diventato una sorta di "thriller erotico voyeuristico" appena accettabile. La presenza di Fernando Rey salva, ma solo in parte, il giudizio, che poteva essere "da mezza stelletta"... La storia. Ivano, un anziano benestante che vive con la figlia Olga in un lussuoso appartamento con maggiordomo, è costretto sulla sedia a rotelle.
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In effetti le persone bizzarre sono quattro, perchè bisogna aggiungere il maggiordomo, ma andiamo per ordine. Innanzitutto una precisazione: pare che il regista Giuliano Petrelli abbia disconosciuto il film perchè stravolto da tagli e scene cambiate. Nelle sue intenzioni doveva essere una introspezione seria nell'animo umano, alle prese con perversioni e tendenze poco comuni: invece è diventato una sorta di "thriller erotico voyeuristico" appena accettabile. La presenza di Fernando Rey salva, ma solo in parte, il giudizio, che poteva essere "da mezza stelletta"... La storia. Ivano, un anziano benestante che vive con la figlia Olga in un lussuoso appartamento con maggiordomo, è costretto sulla sedia a rotelle. Adora spiare le persone ed entrare furtivamente nella loro vita. A tale scopo affitta un appartamento vicino al suo, e in tale appartamento ha fatto installare un sofisticato sistema di telecamere e microfoni posizionati in ogni angolo, per potere osservare i suoi inquilini continuamente e senza "angoli morti". Nella sua stanza si trova il pannello di regia, degno del miglior prodotto esistente all'epoca. Può anche "zoomare" con le telecamere e muoverle a suo piacimento. Dal canto suo anche Olga ha la tendenza al voyeurismo e non disdegna qualche ingresso nella sala di regia, specialmente se l'inquilino è interessante. E l'ultimo lo è davvero: alto, bello, palestrato, taciturno e con modi eleganti. In pratica un soggetto molto intrigante. Si chiama Arturo ed è interpretato da John Philip Law, l'attore che interpretò, insieme a Marisa Mell (Eva Kant) e Michel Piccoli (Ispettore Ginko) Diabolik sul grande schermo, un rivalutato film pop-psichedelico di fine anni sessanta. Arturo spesso va in palestra e frequenta bar piuttosto ambigui. Conosce un giovane ballerino di colore che curiosamente ricorda nei primi istanti l'uomo incatenato vestito di cuoio che dorme nel baule presente in "Pulp Fiction" di Tarantino, che sarà poi svegliato nel tardo pomeriggio per assistere alla performance di Zed ai danni di Marsellus Wallace. Arturo porta nell'appartamento il ballerino e poi fa sesso sfrenato con lui. Ivano e Olga sono sconvolti! Hanno affittato l'alloggio a un gay? Su proposta di Ivano, la giovane Olga si lascia convincere a tentare di avere una relazione con il giovanotto, e con la scusa di regolarizzare il contratto di affitto l'incontro ha luogo. Poi tra i due le cose vanno avanti, quindi Arturo non si tira indietro ad avere incontri galanti con donne, specialmente se sono attraenti come Olga... Ma spiandolo ulteriormente sia Ivano che Olga capiscono che è un individuo con la mente contorta e disturbata, forse anche un uomo pericoloso. Nel contesto è (purtroppo) presente anche Ottavio, il maggiordomo: lui è segretamente innamorato, ma senza speranza, di Olga, e allora si accontenta di avere nell'armadio una sua immagine a grandezza naturale, in pratica un mega-poster di una modella svestita, dove al posto del viso originale ha incollato una foto del grazioso viso di Olga. Che squallore... Il finale poi, senza dubbio improvvisato, lascia lo spettatore incredulo per l'esito imprevisto e tragico. Un film che forse nelle intenzioni era accettabile ma con un risultato finale, tenendo conto delle modifiche a cui è stato sottoposto, mediocre e per certi versi disturbante. - di "Joss" -
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