stefano
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giovedì 16 febbraio 2006
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la vita e l'amore secondo woody allen
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Per tutti gli appassionati del cinema di Woody Allen, “Io e Annie” rappresenta sicuramente uno dei film più teneri e divertenti di sempre, un’originale, malinconica, dolcissima storia d’amore che racconta con tono autobiografico il vero rapporto tra Allen e la sua partner Diane Keaton. Il film è narrato proprio dal punto di vista schiettamente soggettivo del protagonista, il comico televisivo Alvy Singer, perfetto alter-ego di Woody Allen afflitto da centinaia di assurde manie e perennemente dipendente dalla psicanalisi. Attraverso una serie di flashback senza un preciso ordine cronologico, in uno stile narrativo tipicamente felliniano che sembra seguire il libero flusso di pensiero del protagonista, Alvy ricostruisce alcuni episodi della sua relazione con Annie, rivivendoli in maniera del tutto personale e rielaborandoli di volta in volta secondo la propria immaginazione, con risultati assolutamente strepitosi.
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Per tutti gli appassionati del cinema di Woody Allen, “Io e Annie” rappresenta sicuramente uno dei film più teneri e divertenti di sempre, un’originale, malinconica, dolcissima storia d’amore che racconta con tono autobiografico il vero rapporto tra Allen e la sua partner Diane Keaton. Il film è narrato proprio dal punto di vista schiettamente soggettivo del protagonista, il comico televisivo Alvy Singer, perfetto alter-ego di Woody Allen afflitto da centinaia di assurde manie e perennemente dipendente dalla psicanalisi. Attraverso una serie di flashback senza un preciso ordine cronologico, in uno stile narrativo tipicamente felliniano che sembra seguire il libero flusso di pensiero del protagonista, Alvy ricostruisce alcuni episodi della sua relazione con Annie, rivivendoli in maniera del tutto personale e rielaborandoli di volta in volta secondo la propria immaginazione, con risultati assolutamente strepitosi. Il suo immancabile campionario di piccole nevrosi quotidiane e di improbabili ossessioni non fanno che aggiungere un tocco ancora più personale al film, assieme alle straordinarie trovate registiche di Allen (ispirate direttamente a “8½” di Fellini e alla sua commistione fra realtà e fantasia), che danno vita ad alcune scene formidabili: la coda al botteghino del cinema, le analessi sull’infanzia di Alvy, le coscienze dei personaggi che escono dai propri corpi, il cartone animato tratto da “Biancaneve”, le sedute di terapia parallele. Il film, una rappresentazione ironica e sincera dei vari aspetti della vita moderna e dell’amore romantico, si avvale di una formidabile raccolta di battute da antologia e di attori eccellenti, con il magnifico scenario di una New York fotografata in tutta la sua ineffabile bellezza metropolitana. Irresistibile interpretazione della bravissima Diane Keaton, premiata con l’Oscar come miglior attrice e il Golden Globe per il ruolo della deliziosa, stravagante, simpaticissima Annie Hall, che si veste con pantaloni, cravatte e camicie da uomo e canticchia il famoso motivetto “la-di-dah”. Considerato dai più il miglior film nell’intera carriera di Woody Allen, “Io e Annie” ha ottenuto 4 premi Oscar come miglior film, regista, attrice e sceneggiatura, e resta ancora oggi una pellicola indimenticabile che, a distanza di tanti anni, conserva inalterata tutta la sua carica di divertimento e di magia (anche per il pubblico più giovane, del quale il sottoscritto fa parte).
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[+] una lettura di allen pas a la façon du web
(di pigi)
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darjus
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martedì 17 aprile 2007
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l'impossibilita' dell'amore-passione
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Geniale commedia sull’amore e sulle sue innumerevoli idiosincrasie. Su tutti gli uomini e tutte le donne: destinati ad inseguirsi per sempre, senza trovarsi mai, senza capire il senso e senza poter scoprire la soluzione del mistero. Allen dipinge l’amore, per meglio dire, con Stendhal, l’“amore-passione” che nasce, tocca un apice e poi muore, per rimanere eterno. E lo fa con la consueta arguzia, senza risparmiare frecciate alla California, ai costumi americani e alla stupidità delle mode, né a se stesso, vittima di un’autoironica derisione dell’ebreo intellettuale e di sinistra che non riesce ad accettare le imperfezioni della donna di cui è innamorato, così come non accetta lo spirito rilassato dei californiani.
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Geniale commedia sull’amore e sulle sue innumerevoli idiosincrasie. Su tutti gli uomini e tutte le donne: destinati ad inseguirsi per sempre, senza trovarsi mai, senza capire il senso e senza poter scoprire la soluzione del mistero. Allen dipinge l’amore, per meglio dire, con Stendhal, l’“amore-passione” che nasce, tocca un apice e poi muore, per rimanere eterno. E lo fa con la consueta arguzia, senza risparmiare frecciate alla California, ai costumi americani e alla stupidità delle mode, né a se stesso, vittima di un’autoironica derisione dell’ebreo intellettuale e di sinistra che non riesce ad accettare le imperfezioni della donna di cui è innamorato, così come non accetta lo spirito rilassato dei californiani. Egli, ma non solo lui, è solo, come Manhattan: è un’isola frenetica e nevrotica incapace di legarsi al mondo. Splendide alcune battute, ma anche le massime sulle relazioni sentimentali, come quella sullo squalo/rapporto che deve sempre muoversi in avanti per non morire e che richiama, come c’era da aspettarsi, ancora Stendhal: “si sa che l’amore sempre cresce o diminuisce”. Premiato agli oscar come miglior film nel 1977. Camei per Shelley Duvall, Paul Simon, Jeff Goldbum e Cristopher Walken. ****
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(di veleno)
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gaetano gorgoni
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mercoledì 29 agosto 2007
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l'irrazionalità dell'amore secondo allen
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"Io ed Annie"è un'ironica e intelligente descrizione delle mille nevrosi che attanagliano la coppia moderna in questa società altamente competitiva,ma è anche un'amara riflessione sull'irrazionalità dei rapporti tra uomo e donna,sull'impossibilità di fornire una "ratio" alle nostre scelte sentimentali e sull'incapacità di trovare un'appagamento duraturo nel rapporto di coppia.L'insoddisfazione,forse la monotonia,le nuove prospettive lavorative di Annie, fanno naufragare la storia,naufragio che in realtà non porterà mai a scindere il legame tra i due(infatti,dopo un pò,i protagonisti si daranno ad una "rimpatriata").Questo è un film molto attuale,anche nel 2000,sulla complessità dei rapporti di coppia,inevitabilmente influenzati da una società sentimentalmente instabile,un pò cinica,nichilista,che non crede più alle favole sull'amore eterno,perchè ha capito che "l'amore è eterno finchè dura".
[+] correzione errori di battitura "io ed annie"
(di gaetano gorgoni)
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elizabeth 91
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domenica 7 agosto 2011
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giù la quarta parete.
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E' un film degli anni '70 quindi per chi, come me, lo ha visto di recente può rimanere un pò perplesso perchè è ormai abituato a film del regista più recenti e di diverso spessore. Ma il film è assolutamente buono. E' un pò un Woody Allen che si mostra al pubblico come uomo qualunque e che spesso rompe la quarta parete guardando e rivolgendosi direttamente allo spettatore, chiamandolo in gioco insomma. E noi spettatori adottiamo il suo punto di vista, ci spostiamo dove lui ogni volta vuole condurci tra nessi narrativi che sembrano inesistenti. E' un film che affronta il vivere quotidiano, l'instabilità psicologica di ognuno di noi e le sfide dell'amore che sono sempre infinite.
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E' un film degli anni '70 quindi per chi, come me, lo ha visto di recente può rimanere un pò perplesso perchè è ormai abituato a film del regista più recenti e di diverso spessore. Ma il film è assolutamente buono. E' un pò un Woody Allen che si mostra al pubblico come uomo qualunque e che spesso rompe la quarta parete guardando e rivolgendosi direttamente allo spettatore, chiamandolo in gioco insomma. E noi spettatori adottiamo il suo punto di vista, ci spostiamo dove lui ogni volta vuole condurci tra nessi narrativi che sembrano inesistenti. E' un film che affronta il vivere quotidiano, l'instabilità psicologica di ognuno di noi e le sfide dell'amore che sono sempre infinite. Chi riesce a vincere in amore è fortunato ma chi non riesce è 'costretto' a inseguire la persona amata ovunque, magari fino a Los Angeles, magari beccandosi un sonoro No! ma sempre nella speranza quasi struggente di riconciliarvisi un giorno.
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uxo
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domenica 6 marzo 2005
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maestoso, malinconico, fulminante
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Assoluto capolavoro di Woody Allen, che con una folgorante ed intrecciata sequenza di episodi, scava nell'intimismo sentimentale più recondito, con una passione ed una dolorosa autoironia che non può passare inosservata. Merita un 10 solo per le trovate registiche, come la lettura del pensiero dei personaggi in sottotitolo o l'interazione con l'io attuale ed i personaggi del suo passato. Un'onestà intellettuale commuovente ed una serie di frasi da ricordare. Allen scava sul tema dell'amore con poesia e passione e si dimostra vero studioso, maestro pulito e schietto. Per concludere, una sua frase, una battuta, che chiude il film, che commuove sempre tutti. Una spiegazione dell'amore attraverso una grottesca metafora.
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Assoluto capolavoro di Woody Allen, che con una folgorante ed intrecciata sequenza di episodi, scava nell'intimismo sentimentale più recondito, con una passione ed una dolorosa autoironia che non può passare inosservata. Merita un 10 solo per le trovate registiche, come la lettura del pensiero dei personaggi in sottotitolo o l'interazione con l'io attuale ed i personaggi del suo passato. Un'onestà intellettuale commuovente ed una serie di frasi da ricordare. Allen scava sul tema dell'amore con poesia e passione e si dimostra vero studioso, maestro pulito e schietto. Per concludere, una sua frase, una battuta, che chiude il film, che commuove sempre tutti. Una spiegazione dell'amore attraverso una grottesca metafora... e a me chi farà le uova???? Inestimabile
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mikispin95
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sabato 1 marzo 2008
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la storia di un egocentrico
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Divertente con le solite bellissime battute di Allen, con il suo noto personaggio dell'ebreo triste in crisi di mezza età, in crisi esistenziale, sessuale....
In questo film il protagonista diventa anche di semisuccesso, non del tutto depresso, ma totalmente incapace di distaccarsi dalla sua posizione, in questo consiste il suo egocentrismo criticatogli anche da Annie: non solo non è capace di cambiare la sua posizione ma pretenderebbe che la realtà cambiasse per lui. L'atmosfera del film è Allen alo stato puro, la locazione è una New York da fiaba triste, piovosa e malinconica, ogni personaggio ha le sue manie, i suoi problemi, i suoi imbarazzi, le sue follie, (la realta di Allen, forse non quella che desidera, ma la sua realtà).
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Divertente con le solite bellissime battute di Allen, con il suo noto personaggio dell'ebreo triste in crisi di mezza età, in crisi esistenziale, sessuale....
In questo film il protagonista diventa anche di semisuccesso, non del tutto depresso, ma totalmente incapace di distaccarsi dalla sua posizione, in questo consiste il suo egocentrismo criticatogli anche da Annie: non solo non è capace di cambiare la sua posizione ma pretenderebbe che la realtà cambiasse per lui. L'atmosfera del film è Allen alo stato puro, la locazione è una New York da fiaba triste, piovosa e malinconica, ogni personaggio ha le sue manie, i suoi problemi, i suoi imbarazzi, le sue follie, (la realta di Allen, forse non quella che desidera, ma la sua realtà). Le inquadrature sono bellissime, quasi sempre ferme con il persoaggio che si deve avvicinare.
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fedeleto
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sabato 5 maggio 2012
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la psicoanalisi di di aly ed annie
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Il povero alvy si e' lasciato con Annie,ed ora e' confuso e disorientato ,quale miglior occasione per rivedere la sua vita per capire la sua non accettazione di fine rapporto?Cosi si incomincia dai suoi primi ricordi, la maestra che gli proibisce di baciare le compagne di classe,le macchine autoscontro su cui dice di aver sfogato la sua repressione ,l'incontro con il suo primo amore fino ad Annie e la voglia di riprovare con il rapporto di coppia.Con Annie sembra tutto diverso,forse e' la donna giusta per lui,peccato che in seguito la cosa finisca ,forse perche' anche se ci si lascia per via di non molte cose in comune rimane un senso di rapporto che puo' definirsi piu' giusto se e' cosi.
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Il povero alvy si e' lasciato con Annie,ed ora e' confuso e disorientato ,quale miglior occasione per rivedere la sua vita per capire la sua non accettazione di fine rapporto?Cosi si incomincia dai suoi primi ricordi, la maestra che gli proibisce di baciare le compagne di classe,le macchine autoscontro su cui dice di aver sfogato la sua repressione ,l'incontro con il suo primo amore fino ad Annie e la voglia di riprovare con il rapporto di coppia.Con Annie sembra tutto diverso,forse e' la donna giusta per lui,peccato che in seguito la cosa finisca ,forse perche' anche se ci si lascia per via di non molte cose in comune rimane un senso di rapporto che puo' definirsi piu' giusto se e' cosi.Un film senza dubbio sulla crescita stilistica e tecnica di Allen,che oramai abituato al ruolo di comico ,si distacca per esser piu' profondo.La sceneggiatura con Marshall Brickman(lo stesso di il dormiglione) trova molte scene interessanti,da quella delle aragoste,a quella dello sdoppiamento di Annie/Keaton mentre fa l'amore con Alvy/Allen,e non mancano scene divertenti come quella della guida di Annie contromano o quella del ragno che Alvy deve uccidere con la racchetta.Allen si muove sul dramma e sul comico,incorniciando una New York e una Los Angeles come contorno,celebre oramai la scena del critico alle spalle di Alvy che esplica ad alta voce i suoi gusti e le sue impressioni su vari personaggi dal cinema di Fellini a Beckett.Nel complesso rimane una commedia utile ad Allen per metabolizzare alcune problematiche e inscenare la vita di una coppia tipica Newyorkese che si dimena su problematiche varie,ed oltre a far sorridere ancora una volta il pubblico ,lo immerge anche ad analizzare il problema.Bravo Allen,che si e' conquistato 4 oscar,ma la piu' meritata senza dubbio va' a Diane Keaton che passa da momenti di pura euforia,comicita' a quelli di crisi di pianto.
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great steven
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giovedì 12 novembre 2015
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il difficile rapporto tra un attore e una cantante
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IO E ANNIE (USA, 1977) diretto da WOODY ALLEN. Interpretato da WOODY ALLEN, DIANE KEATON, TONY ROBERTS, CAROL KANE, PAUL SIMON, SHELLEY DUVALL, JANET MARGOLIN, COLLEEN DEWHURST, CHRISTOPHER WALKEN, DONALD SYMINGTON, HELEN LUDLAM, MORDECAI LAWNER
È il film della consacrazione di W. Allen nell’Olimpio dei più dotati registi statunitensi di ogni epoca, ed è con ogni probabilità anche la sua collaborazione più proficua con D. Keaton. Alvy Singer lavora come attore di teatro, e le capacità per avere successo e divertire il pubblico non gli mancano; con le donne, invece, quest’uomo incredibilmente nevrotico e indeciso fa pietà.
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IO E ANNIE (USA, 1977) diretto da WOODY ALLEN. Interpretato da WOODY ALLEN, DIANE KEATON, TONY ROBERTS, CAROL KANE, PAUL SIMON, SHELLEY DUVALL, JANET MARGOLIN, COLLEEN DEWHURST, CHRISTOPHER WALKEN, DONALD SYMINGTON, HELEN LUDLAM, MORDECAI LAWNER
È il film della consacrazione di W. Allen nell’Olimpio dei più dotati registi statunitensi di ogni epoca, ed è con ogni probabilità anche la sua collaborazione più proficua con D. Keaton. Alvy Singer lavora come attore di teatro, e le capacità per avere successo e divertire il pubblico non gli mancano; con le donne, invece, quest’uomo incredibilmente nevrotico e indeciso fa pietà. Ha alle spalle due matrimoni falliti, e colleziona continui insuccessi con l’altro sesso. Quando il suo migliore amico Rob (col quale condivide la passione per il tennis) gli presenta la cantante di nightclub Annie Hall, donna simpatica e sempre con la testa fra le nuvole, Alvy capisce che può essere l’occasione ideale per rifarsi dei passati fallimenti e cominciare finalmente una relazione amorosa ben più che decente. Ma le sue insicurezze partono prima che lui se lo aspetti a minare la stabilità della nuova coppia, e molto presto Annie inizia a pensare che l’attore non voglia instaurare con lei un rapporto serio. Il fatto di presentare Alvy alla sua famiglia, di cui fanno parte due genitori molto premurosi e un fratello alquanto affettuoso, non serve a migliorare le cose. Tant’è vero che a un certo punto, dopo inarrestabili e smancerosi tiremmolla, la giovane artista musicale scappa a Los Angeles con un nuovo amante, di nome Tony Lacey. Deciso a riconquistare il suo primo e unico vero amore, a costo di superare tutti i suoi condizionanti nervosismi e pur di guidare fino alla metropoli californiana, Alvy si dà da fare per recuperare l’amore e l’affetto che forse non ha perso in maniera definitiva. La sua impresa riscuote il successo sperato. Non solo il capolavoro del regista newyorkese, ma addirittura una delle più brillanti commedie d’oltreoceano che sanno sradicare e dissacrare il complesso funzionamento del rapporto fra i due sessi facendo divertire serenamente gli spettatori e senza ricorrere alla banalità degli archetipi. Film molto parlato, forse fin quasi alla logorrea (ma è una costante del cinema alleniano, non dimentichiamolo), ma talmente ricco di spunti e idee interessantissime che bisogna vederlo almeno un paio di volte per apprezzarlo fin dentro la sua formidabile struttura che fonde mirabilmente un’ironia pungente con un pathos straordinario. Recitando e dirigendo sé stesso, l’autore di questa splendida opera si prende alacremente in giro e ironizza su debolezze che non appartengono solo a lui, ma sono bensì appannaggio di una vastissima categoria di persone che, immerse nella quotidianità ormai opprimente di una vita metropolitana che soffoca le pulsioni primordiali e mette sempre più in secondo piano le emozioni e i sentimenti, continuano a sentirsi sperse e disorientate in un modo molto preoccupante che può mettere in allarme. Infatti, dietro le apparenze di una commedia leggera e quasi inconsistente, Allen sa nascondere un dialogo comunque molto profondo e toccante sul bisogno dell’amore nella società moderna, sulle necessità maschili e femminili da soddisfare affinché la positività trionfi, quantomeno sul piano emotivo, e sul ricorso praticamente obbligato allo sviluppo di disturbi nervosi come risposta alle trasformazioni troppo veloci e pressanti di una modernità assurdamente alienante. Contributi tecnici ineccepibili, fra cui una colonna sonora densa di musiche che sottolineano il progredire della relazione fra Alvy e Annie con eleganza e soave delicatezza. La coppia Allen-Keaton fa naturalmente faville e permette ai suoi detti di fornire alla pellicola l’acqua della vita, ma anche i personaggi ben costruiti di T. Roberts, P. Simon (a sette anni precisi dalla separazione da Art Garfunkel) e un giovane C. Walken non ancora celebre, fanno una figura tutt’altro che trascurabile. Vincitore di quattro Oscar: miglior film, migliore attrice protagonista, miglior regista, migliore sceneggiatura originale.
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katamovies
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domenica 23 ottobre 2011
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un film con un'anima
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Datato 1977, a rivederlo oggi è ancora più bello. questo film resiste al tempo perché ha un'anima e una personalità.
Perché ci sono dentro ironia e tenerezza, umorismo e manlinconia, pessimismo e allegria.
Perché i personaggi principali sono credibili nelle loro sfaccettature ed evoluzioni.
Perché fa tenerezza un film ambientato a New York e Los Angeles negli anni Settanta, quanto l'America era proprio l'America, qui còlta brillantemente negli aspetti più buffi dei suoi circoli intellettuali (le code al cinema per Bergman, la cucina macrobiotica, i party losangeleni con la gente dello show-biz, quelli newyotkesi con le firme del new yorker, la mania della psicoanalisi).
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Datato 1977, a rivederlo oggi è ancora più bello. questo film resiste al tempo perché ha un'anima e una personalità.
Perché ci sono dentro ironia e tenerezza, umorismo e manlinconia, pessimismo e allegria.
Perché i personaggi principali sono credibili nelle loro sfaccettature ed evoluzioni.
Perché fa tenerezza un film ambientato a New York e Los Angeles negli anni Settanta, quanto l'America era proprio l'America, qui còlta brillantemente negli aspetti più buffi dei suoi circoli intellettuali (le code al cinema per Bergman, la cucina macrobiotica, i party losangeleni con la gente dello show-biz, quelli newyotkesi con le firme del new yorker, la mania della psicoanalisi).
Perché Allen, nato come autore comico alla radio, poi stand-up comedian, non ha remore snob e usa tutti i mezzi per rendere godibile e scoppiettante la commedia: lo sguardo in camera, la comparsa in scena del vero Mc Luhan, all'epoca noto al pubblico USA, la frammentazione del racconto (lui bambino, le sue mogli precedenti). E non ha paura a chiudere le battute, in effetti fulminanti.
Perché Diane Keaton è unica: lieve, fine, buffa, semplice, una donna moderna in senso totale.
Perché, se è vero che Woody Allen parla sempre di se stesso, è vero che tutti gli artisti parlano di se stessi, in fondo, e ma chi lo sa fare in modo così arguto, spietato e divertente?
Allen può non piacere (negli Usa è da sempre un autore di nicchia), ma ha di fatto imposto il suo stile unico. Un maestro.
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gigiesse
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lunedì 17 settembre 2012
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woody allen al cubo
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Questo è il film che rappresenta Woody Allen, nel bene e nel male.
Il film narra il rapporto tra il protagonista e le donne, in particolare Annie, ma non è la trama che conta quanto le situazioni (spesso mentali) che si creano. E' un film sulla psicanalisi guardata con ironia e applicata ai protagonisti, lui incapace di essere felice ed entrambi eterni nevrotici. Come altri film di Allen può essere visto anche come una satira (auto)ironica nei confronti della classe intellettuale americana, in particolare quella di New York. Si sviluppano in questo contesto delle battute e delle situazioni estremamente geniali, affiancate da altre più noiose e datate.
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Questo è il film che rappresenta Woody Allen, nel bene e nel male.
Il film narra il rapporto tra il protagonista e le donne, in particolare Annie, ma non è la trama che conta quanto le situazioni (spesso mentali) che si creano. E' un film sulla psicanalisi guardata con ironia e applicata ai protagonisti, lui incapace di essere felice ed entrambi eterni nevrotici. Come altri film di Allen può essere visto anche come una satira (auto)ironica nei confronti della classe intellettuale americana, in particolare quella di New York. Si sviluppano in questo contesto delle battute e delle situazioni estremamente geniali, affiancate da altre più noiose e datate. Resta il fatto che è un film che merita assolutamente di essere visto.
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