fabri
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venerdì 18 settembre 2020
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molto deludente
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Una sequenza di scenette e dialoghi volgari, che non portano da nessuna parte.
Personalmente l'ho trovato un film non riuscito, con una trama del tutto inconsistente.
Fatico a comprendere la critica positiva.
Per fortuna Benigni ha poi cambiato rotta.
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elgatoloco
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sabato 14 giugno 2014
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forse il miglior benigni(certo il più emblematico)
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Primo film di Benigni(suoi soggetto e sceneggiatura), anche se la regia è di Giuseppe Bertolucci. Il più emblematico, se non il migliore: certo emblematico di una totale differenza rispetto al cinema di allora: la discoteca anni Settanta, in Italy ancora piuttosto "balera", anti-"Saturday night fever". Straordinaria ricognizione socio-antropologica sul cattocomunismo made in Italy, seppure nella"laica"campagna toscana. Alcune sequenze eccelse da segnalare: delirio poetico di Cioni/ Benigni quando crede morta la mamma(lui gatto mammone), la "carambola"a base di sequenze interrotte(montaggio frenetico)quando il Cioni sfugge al fidanzamento con la zoppa.
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Primo film di Benigni(suoi soggetto e sceneggiatura), anche se la regia è di Giuseppe Bertolucci. Il più emblematico, se non il migliore: certo emblematico di una totale differenza rispetto al cinema di allora: la discoteca anni Settanta, in Italy ancora piuttosto "balera", anti-"Saturday night fever". Straordinaria ricognizione socio-antropologica sul cattocomunismo made in Italy, seppure nella"laica"campagna toscana. Alcune sequenze eccelse da segnalare: delirio poetico di Cioni/ Benigni quando crede morta la mamma(lui gatto mammone), la "carambola"a base di sequenze interrotte(montaggio frenetico)quando il Cioni sfugge al fidanzamento con la zoppa. Straordinarie performance attorali di Benigni, del compianto Carlo Monni, dell'altrettanto compianto Mario Pachi, attore quasi solo noto per le prove teatrali, bistrattato per le sue scelte ideologiche, non "politically correct". Un inno(anche critico, non solo apologetico)alla toscanità. El Gato
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iasc085
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venerdì 21 ottobre 2011
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berlinguer ti voglio bene (1977)
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BERLINGUER TI VOGLIO BENE(1977) di Giuseppe Bertolucci (**%)
Con Roberto Benigni, Carlo Monni, Alida Valli…
Esordio perBertolucci jr.(fratello di Bernardo) e il giovane Benigni, dove interpreta un giovane toscano (Mario Cioni) che ha un rapporto morboso con la madre (complesso di edipo), bloccato sessualmente, cerca in ogni modo di sfruttare l’occasione buona, quando finalmente sembra esserci riuscito, gli amici gli tirano un brutto scherzo facendogli credere che la madre sia morta, il film proseguirà in modo molto scurrile, con ragionamenti assurdi che potrebbero far storcere il naso, ma molto originale per i suoi tempi, difficile da capire e non tanto leggero come potrebbe sembrare.
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BERLINGUER TI VOGLIO BENE(1977) di Giuseppe Bertolucci (**%)
Con Roberto Benigni, Carlo Monni, Alida Valli…
Esordio perBertolucci jr.(fratello di Bernardo) e il giovane Benigni, dove interpreta un giovane toscano (Mario Cioni) che ha un rapporto morboso con la madre (complesso di edipo), bloccato sessualmente, cerca in ogni modo di sfruttare l’occasione buona, quando finalmente sembra esserci riuscito, gli amici gli tirano un brutto scherzo facendogli credere che la madre sia morta, il film proseguirà in modo molto scurrile, con ragionamenti assurdi che potrebbero far storcere il naso, ma molto originale per i suoi tempi, difficile da capire e non tanto leggero come potrebbe sembrare. Comunque ottima la prova di Benigni
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querontin
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domenica 19 giugno 2011
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alla rivoluzione in bicicletta
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Quando si sente il nome di Bertolucci, la prima persona che viene in mente e’ spesso Bernardo. Grandissimo regista, certo, eppure anche il fratello Giuseppe ci ha lasciato uno straordinario Berlinguer ti voglio bene. E come un buon vino che migliora col tempo, sembra proprio che adesso, una trentina d’anni dopo la sua uscita, il film sia arrivato al suo punto ottimale di maturazione. Con il filtro del tempo che ci mette alla giusta distanza dall’opera, ora questo film sembra fiorire sotto i nostri occhi. Finalmente possiamo rileggere i temi proposti e comprendere appieno questa magnifica rappresentazione, grossolana ma puntuale, di vita popolare e della sua ignorante saggezza.
Blasfemia, volgarita’, sessualita’ spinta, e’ vero.
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Quando si sente il nome di Bertolucci, la prima persona che viene in mente e’ spesso Bernardo. Grandissimo regista, certo, eppure anche il fratello Giuseppe ci ha lasciato uno straordinario Berlinguer ti voglio bene. E come un buon vino che migliora col tempo, sembra proprio che adesso, una trentina d’anni dopo la sua uscita, il film sia arrivato al suo punto ottimale di maturazione. Con il filtro del tempo che ci mette alla giusta distanza dall’opera, ora questo film sembra fiorire sotto i nostri occhi. Finalmente possiamo rileggere i temi proposti e comprendere appieno questa magnifica rappresentazione, grossolana ma puntuale, di vita popolare e della sua ignorante saggezza.
Blasfemia, volgarita’, sessualita’ spinta, e’ vero. Temi scabrosi trattati con un linguaggio oltremodo scurrile, altrettanto vero. Pero’ tutto si interseca nel punto giusto, tra istinti bestiali, politica da bar e momenti di poesia campestre che disegnano un perfetto cerchio a delimitare un tipo di societa’ ormai defunta, ma forse meritervole di essere ricordata. Ricordata e capita.
Tutto permeato da una visione di rivoluzione di pancia, conservatrice e moderna allo stesso tempo, rozza perche’ non nasce nei salotti degli intellettuali, ma nasce da bisogni concreti di gente “vera”, e, proprio per questo, visione diretta e autentica.
Hanno aiutato anche grandi interpretazioni, soprattutto perche’ perfettamente centrate, come quelle del Benigni fresco e spontaneo dei primi tempi, di Carlo Monni, un Bozzone coi fiocchi e della madre Alida Valli.
E quell’“uomo moderno” che e’ Mario Cioni, figura da guardare e guardare e riguardare, perche’ troppo importante per essere compresa al primo sguardo. Statua d’Apollo dell’anno 1977, i balletti di Benigni plastico contraltare del marmo della storia antica.
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asdrubale
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martedì 18 gennaio 2011
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film inaspettato
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La storia di un uomo dalla mentalità regredita di un bambino, con la sua sessualità confusa e bloccata, il linguaggio scurrile, i ragionamenti assurdi, il legame morboso con la madre, le ideologie politiche imposte da una società in netta trasformazione, da antica a moderna, alla quale non tutti si sanno adattare. A tratti comico, a tratti drammatico, a tratti surreale, non è un film leggero -contrariamente a quello che potrebbe sembrare- ed è sicuramente molto atipico per i tempi. Mi aspettavo un film comico, di quella comicità alla toscana che diverte sì, ma nulla di più, e invece mi ritrovo una comicità beffarda, malinconica e spaesante. Un Benigni d'altri tempi, con un altro stile, forse anche più efficace.
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La storia di un uomo dalla mentalità regredita di un bambino, con la sua sessualità confusa e bloccata, il linguaggio scurrile, i ragionamenti assurdi, il legame morboso con la madre, le ideologie politiche imposte da una società in netta trasformazione, da antica a moderna, alla quale non tutti si sanno adattare. A tratti comico, a tratti drammatico, a tratti surreale, non è un film leggero -contrariamente a quello che potrebbe sembrare- ed è sicuramente molto atipico per i tempi. Mi aspettavo un film comico, di quella comicità alla toscana che diverte sì, ma nulla di più, e invece mi ritrovo una comicità beffarda, malinconica e spaesante. Un Benigni d'altri tempi, con un altro stile, forse anche più efficace. Sicuramente una sorpresa in positivo!
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20style
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venerdì 12 febbraio 2010
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si pole?!!!!
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roberto torna a fare questi film!!!!
SI POLE?!!!!
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gino
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mercoledì 19 novembre 2008
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capolavoro
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gianmaria s
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lunedì 28 aprile 2008
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il talento e la forza comica e tragica di benigni
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Mario Cioni è un sottoproletario, prigioniero della figura della mamma dalla quale non riesce a staccarsi (quasicché fosse in preda a complesso edipico) e schiavo di una società miserabile dalla quale subisce modelli di comportamento, sfruttamenti e ideologie.
Cerca di evadere da una vita povera e culturalmente piatta sempre passata a cercare fugaci avventure sessuali e a sproloquiare sulla rivoluzione.
La rivoluzione è aspettata e raccontata ma non riesce mai ad essere messa in atto (trasformare il pensiero in prassi) e alla fine rimane solo nelle parole.
Linguaggio gergale e assolutamente volgare, comicità ai limiti della tollerabilità, un Benigni molto diverso da come siamo abituati a vederlo, agli inizi della carriera, quando si è imposto al grande pubblico.
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Mario Cioni è un sottoproletario, prigioniero della figura della mamma dalla quale non riesce a staccarsi (quasicché fosse in preda a complesso edipico) e schiavo di una società miserabile dalla quale subisce modelli di comportamento, sfruttamenti e ideologie.
Cerca di evadere da una vita povera e culturalmente piatta sempre passata a cercare fugaci avventure sessuali e a sproloquiare sulla rivoluzione.
La rivoluzione è aspettata e raccontata ma non riesce mai ad essere messa in atto (trasformare il pensiero in prassi) e alla fine rimane solo nelle parole.
Linguaggio gergale e assolutamente volgare, comicità ai limiti della tollerabilità, un Benigni molto diverso da come siamo abituati a vederlo, agli inizi della carriera, quando si è imposto al grande pubblico.
Non è un film comico ne una commedia leggera, è un film agrodolce, molto malinconico e a volte ci si ritrova immedesimati nel personaggio, intenti a pensare di agire e cambiare ma impossibilitati a farlo. Intanto intorno il mondo si muove e la rivoluzione o la fai o la subisci, rischiando che anche quel poco che avevi e che tanto disprezzavi sparisca, lasciandoti solo un immenso vuoto.
Bellissima la metafora che paragona in maniera ardita il comunismo con la prima eiaculazione.
Esprime tutto il talento e la forza comica e tragica di Benigni, come diceva egli stesso, dietro ogni grande comico c'è la morte, qui dietro ogni risata c'è l'angoscia che la smorza.
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[+] poveraccio
(di dida)
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(di 20style)
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il toro
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martedì 25 settembre 2007
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un film per pochi
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Berlinguer ti voglio bene è uno di quei film che fotografano realtà poco universali e porta in scena personaggi strettamente legati alla cultura del loro luogo.
Per chi conosce la realtà toscana il film risulta dunque uno splendido affresco di quella classe operaia irrazionale,istintiva chiassosa e quasi ossesionata dal rapporto sessuale visto come sfogo sociale necessario per andare avanti,per tutti quelli che nn abitano o non conoscono questa realtà l'opera di Bertolucci è di più difficile comprensione ma risulta ugualmente efficace nella descrizione di un proletariato tristemente solo e consciamente orfano delle vecchie illusioni rivoluzionarie.
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drugo
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sabato 10 marzo 2007
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benigni ti voglio bene
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Folle, ironico, delirante, cinico, graffiante, ma sempre attuale. Con Ecce Bombo uno dei più grandi film che riescono ad esprimere al meglio la generazione del 1977. Consigliatissimo!!!
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