asdrubale
|
martedì 18 gennaio 2011
|
film inaspettato
|
|
|
|
La storia di un uomo dalla mentalità regredita di un bambino, con la sua sessualità confusa e bloccata, il linguaggio scurrile, i ragionamenti assurdi, il legame morboso con la madre, le ideologie politiche imposte da una società in netta trasformazione, da antica a moderna, alla quale non tutti si sanno adattare. A tratti comico, a tratti drammatico, a tratti surreale, non è un film leggero -contrariamente a quello che potrebbe sembrare- ed è sicuramente molto atipico per i tempi. Mi aspettavo un film comico, di quella comicità alla toscana che diverte sì, ma nulla di più, e invece mi ritrovo una comicità beffarda, malinconica e spaesante. Un Benigni d'altri tempi, con un altro stile, forse anche più efficace.
[+]
La storia di un uomo dalla mentalità regredita di un bambino, con la sua sessualità confusa e bloccata, il linguaggio scurrile, i ragionamenti assurdi, il legame morboso con la madre, le ideologie politiche imposte da una società in netta trasformazione, da antica a moderna, alla quale non tutti si sanno adattare. A tratti comico, a tratti drammatico, a tratti surreale, non è un film leggero -contrariamente a quello che potrebbe sembrare- ed è sicuramente molto atipico per i tempi. Mi aspettavo un film comico, di quella comicità alla toscana che diverte sì, ma nulla di più, e invece mi ritrovo una comicità beffarda, malinconica e spaesante. Un Benigni d'altri tempi, con un altro stile, forse anche più efficace. Sicuramente una sorpresa in positivo!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a asdrubale »
[ - ] lascia un commento a asdrubale »
|
|
d'accordo? |
|
querontin
|
domenica 19 giugno 2011
|
alla rivoluzione in bicicletta
|
|
|
|
Quando si sente il nome di Bertolucci, la prima persona che viene in mente e’ spesso Bernardo. Grandissimo regista, certo, eppure anche il fratello Giuseppe ci ha lasciato uno straordinario Berlinguer ti voglio bene. E come un buon vino che migliora col tempo, sembra proprio che adesso, una trentina d’anni dopo la sua uscita, il film sia arrivato al suo punto ottimale di maturazione. Con il filtro del tempo che ci mette alla giusta distanza dall’opera, ora questo film sembra fiorire sotto i nostri occhi. Finalmente possiamo rileggere i temi proposti e comprendere appieno questa magnifica rappresentazione, grossolana ma puntuale, di vita popolare e della sua ignorante saggezza.
Blasfemia, volgarita’, sessualita’ spinta, e’ vero.
[+]
Quando si sente il nome di Bertolucci, la prima persona che viene in mente e’ spesso Bernardo. Grandissimo regista, certo, eppure anche il fratello Giuseppe ci ha lasciato uno straordinario Berlinguer ti voglio bene. E come un buon vino che migliora col tempo, sembra proprio che adesso, una trentina d’anni dopo la sua uscita, il film sia arrivato al suo punto ottimale di maturazione. Con il filtro del tempo che ci mette alla giusta distanza dall’opera, ora questo film sembra fiorire sotto i nostri occhi. Finalmente possiamo rileggere i temi proposti e comprendere appieno questa magnifica rappresentazione, grossolana ma puntuale, di vita popolare e della sua ignorante saggezza.
Blasfemia, volgarita’, sessualita’ spinta, e’ vero. Temi scabrosi trattati con un linguaggio oltremodo scurrile, altrettanto vero. Pero’ tutto si interseca nel punto giusto, tra istinti bestiali, politica da bar e momenti di poesia campestre che disegnano un perfetto cerchio a delimitare un tipo di societa’ ormai defunta, ma forse meritervole di essere ricordata. Ricordata e capita.
Tutto permeato da una visione di rivoluzione di pancia, conservatrice e moderna allo stesso tempo, rozza perche’ non nasce nei salotti degli intellettuali, ma nasce da bisogni concreti di gente “vera”, e, proprio per questo, visione diretta e autentica.
Hanno aiutato anche grandi interpretazioni, soprattutto perche’ perfettamente centrate, come quelle del Benigni fresco e spontaneo dei primi tempi, di Carlo Monni, un Bozzone coi fiocchi e della madre Alida Valli.
E quell’“uomo moderno” che e’ Mario Cioni, figura da guardare e guardare e riguardare, perche’ troppo importante per essere compresa al primo sguardo. Statua d’Apollo dell’anno 1977, i balletti di Benigni plastico contraltare del marmo della storia antica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a querontin »
[ - ] lascia un commento a querontin »
|
|
d'accordo? |
|
gianmaria s
|
lunedì 28 aprile 2008
|
il talento e la forza comica e tragica di benigni
|
|
|
|
Mario Cioni è un sottoproletario, prigioniero della figura della mamma dalla quale non riesce a staccarsi (quasicché fosse in preda a complesso edipico) e schiavo di una società miserabile dalla quale subisce modelli di comportamento, sfruttamenti e ideologie.
Cerca di evadere da una vita povera e culturalmente piatta sempre passata a cercare fugaci avventure sessuali e a sproloquiare sulla rivoluzione.
La rivoluzione è aspettata e raccontata ma non riesce mai ad essere messa in atto (trasformare il pensiero in prassi) e alla fine rimane solo nelle parole.
Linguaggio gergale e assolutamente volgare, comicità ai limiti della tollerabilità, un Benigni molto diverso da come siamo abituati a vederlo, agli inizi della carriera, quando si è imposto al grande pubblico.
[+]
Mario Cioni è un sottoproletario, prigioniero della figura della mamma dalla quale non riesce a staccarsi (quasicché fosse in preda a complesso edipico) e schiavo di una società miserabile dalla quale subisce modelli di comportamento, sfruttamenti e ideologie.
Cerca di evadere da una vita povera e culturalmente piatta sempre passata a cercare fugaci avventure sessuali e a sproloquiare sulla rivoluzione.
La rivoluzione è aspettata e raccontata ma non riesce mai ad essere messa in atto (trasformare il pensiero in prassi) e alla fine rimane solo nelle parole.
Linguaggio gergale e assolutamente volgare, comicità ai limiti della tollerabilità, un Benigni molto diverso da come siamo abituati a vederlo, agli inizi della carriera, quando si è imposto al grande pubblico.
Non è un film comico ne una commedia leggera, è un film agrodolce, molto malinconico e a volte ci si ritrova immedesimati nel personaggio, intenti a pensare di agire e cambiare ma impossibilitati a farlo. Intanto intorno il mondo si muove e la rivoluzione o la fai o la subisci, rischiando che anche quel poco che avevi e che tanto disprezzavi sparisca, lasciandoti solo un immenso vuoto.
Bellissima la metafora che paragona in maniera ardita il comunismo con la prima eiaculazione.
Esprime tutto il talento e la forza comica e tragica di Benigni, come diceva egli stesso, dietro ogni grande comico c'è la morte, qui dietro ogni risata c'è l'angoscia che la smorza.
[-]
[+] poveraccio
(di dida)
[ - ] poveraccio
[+] ma cosa hai visto?
(di 20style)
[ - ] ma cosa hai visto?
|
|
[+] lascia un commento a gianmaria s »
[ - ] lascia un commento a gianmaria s »
|
|
d'accordo? |
|
|