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A torto considerato da una critica miope una sorta di"voyeur di ninfette", Lattuada era un attento osservatore della relatà anche sociale, economica e politica. Così, il parvenu-giovane avvocato, allora interpretato(magistralmente, anche se non gli era ancora permesso di esprimersi pienamente, potenziando al massimo le implicazioni non solo linguisitche del romanesco) da Gigi Proietti è uno speculatore edilizio che usa ogni mezzo per arrivare al suo scopo, che è la la massimizzazione del profitto, anche a danno del territorio(Nord della Puglia, almeno così sembra); il fatto che poi si innamori("Amor vincit omnia")di una sedicenne "diversabile"(come diciamo oggi, giustamente)o"minorata"come si diceva allora o quantomeno "con grave deficit intellettivo"non è secondario, ma è cronologicamente successivo e tutte le tappe della sua"evoluzione"sono correttamente rappresentate, con notevole efficacia. C'è poi un autentico parterre de rois attorale: a parte un Proietti ancora in work in progress filmicamente, ma già "molto avanti", un Mario Scaccia sempre da riscoprire(chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di vederlo a teatro lo sa), Irene Papas, sempre straordinaria, Bruno Cirino in una sua ottima"caratterizzazione", Therese Anne Savoy in un ruolo oltremoodo difficile(la diversabile, appunto, cfr.sopra), Isa Miranda anche lei in una caratterizzazione efficace, Lina Polito e altri/e ancora... Uno di quei film tutti da"riscoprire"che lasciano un segno, anche per la loro capacità di "meticciare"efficacemente commedia, dramma, grottesco, elementi latamente"politici".... El Gato
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