franco
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mercoledì 30 marzo 2005
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rancore allo stato puro!
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Crisi coniugale con dialoghi di inaudita ferocia.Dimostrazione di come si puo' fare un film girandolo praticamente tutto in una stanza e cio'nonostante tenere incollato lo spettatore sulla poltrona.Burton e la Taylor assolutamente perfetti e con una recitazione mai monotona e con lampi di puro acido solforico.I doppiatori italiani,in questo film,danno prova di classe cristallina.
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io
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venerdì 16 gennaio 2009
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chi ha paura del lupo cattivo?
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Film sicuramente particolare le scene si susseguono velocemente toccando dei picchi estremi: scene in cui il ritmo è lento (come ad esempio il dialogo dei due uomini in giardino), e scene che accelerano gradualmente fino al punto in cui i personaggi sfiorano (o forse la raggiungono) la follia.
Durante tutto il film non si può fare altro che assistere al teatro messo in scena da marito e moglie,e forse noi spettatori ci sentiamo un pò come quella giovane coppia: inizialmente avvertiamo il disagio, successivamente restiamo stupiti ed infine siamo solo confusi. Si segue la trama credendo alle parole dei protagonisti senza però mai trovare il punto focale, come se qualcosa ci stesse sfuggendo; per poi arrivare alla fine e capire che tutto non è stato altro che la costruzione assurda di una coppia stanca (lui appare da subito come un frustrato che subisce la figura della moglie, e lei invece è un'alcoolizzata senza alcun equilibrio) una coppia che invita dei perfetti estranei in casa (per una notte che pare interminabile) e gioca, gioca ad iventare una vita che non esiste, una vita nella quale si immedesima così tanto che alla fine quando il marito "uccide" l'invenzione del figlio, la moglie è veramente disperata.
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Film sicuramente particolare le scene si susseguono velocemente toccando dei picchi estremi: scene in cui il ritmo è lento (come ad esempio il dialogo dei due uomini in giardino), e scene che accelerano gradualmente fino al punto in cui i personaggi sfiorano (o forse la raggiungono) la follia.
Durante tutto il film non si può fare altro che assistere al teatro messo in scena da marito e moglie,e forse noi spettatori ci sentiamo un pò come quella giovane coppia: inizialmente avvertiamo il disagio, successivamente restiamo stupiti ed infine siamo solo confusi. Si segue la trama credendo alle parole dei protagonisti senza però mai trovare il punto focale, come se qualcosa ci stesse sfuggendo; per poi arrivare alla fine e capire che tutto non è stato altro che la costruzione assurda di una coppia stanca (lui appare da subito come un frustrato che subisce la figura della moglie, e lei invece è un'alcoolizzata senza alcun equilibrio) una coppia che invita dei perfetti estranei in casa (per una notte che pare interminabile) e gioca, gioca ad iventare una vita che non esiste, una vita nella quale si immedesima così tanto che alla fine quando il marito "uccide" l'invenzione del figlio, la moglie è veramente disperata.
bel film :-D
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stenoir
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venerdì 4 marzo 2016
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guerra totale, martha?
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George e Martha, una coppia di mezza età appena rientrata a casa da una festa, iniziano immediatamente a insultarsi e il meglio (o sarebbe giusto dire il peggio) lo danno alla presenza di due giovani sposi invitati precedentemente da Martha. Si rinfacciano in continuazione ciò che sono, quello che hanno fatto e soprattutto che non hanno fatto fino a raggiungere il climax riguardante quel "piccolo bastardo" del figlio, per poi arrivare apparentemente ad una riconciliazione finale. Tratto da un opera teatrale di Edward Albee, il film risente in parte del mezzo secolo trascorso; quello che a suo tempo fu un' opera "rivoluzionaria" per gli standard Hollywoodiani con una sceneggiatura colma di linguaggio scurrile, rancore e odio fece a suo modo scalpore.
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George e Martha, una coppia di mezza età appena rientrata a casa da una festa, iniziano immediatamente a insultarsi e il meglio (o sarebbe giusto dire il peggio) lo danno alla presenza di due giovani sposi invitati precedentemente da Martha. Si rinfacciano in continuazione ciò che sono, quello che hanno fatto e soprattutto che non hanno fatto fino a raggiungere il climax riguardante quel "piccolo bastardo" del figlio, per poi arrivare apparentemente ad una riconciliazione finale. Tratto da un opera teatrale di Edward Albee, il film risente in parte del mezzo secolo trascorso; quello che a suo tempo fu un' opera "rivoluzionaria" per gli standard Hollywoodiani con una sceneggiatura colma di linguaggio scurrile, rancore e odio fece a suo modo scalpore. Ora, a distanza di tutto questo tempo, l'impatto del film si è logicamente attenuato, ma rimangono comunque alcune cose notevoli come la performance della Taylor, premiata con l' oscar e la fotografia in bianco e nero di Haskell Wexler (anch'egli vincitore della statuetta). Tre stelle e mezzo
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