marilla
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martedì 7 febbraio 2012
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l'ultima volta che mi sono meritata la polmonite
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Ebbene sì, lo confesso : non sopporto Litz Taylor. Con queste (tutte) sue interpretazioni figées, che trasudano compiacimento (ma quanto mi ha fatto bella mamma), dove tutto è finto, anzi fintissimo, non riesco nemmeno a godermi il kitch patinato americano anni Cinquanta (che con i suoi colori, i suoi fiocchetti, i suoi tacchetti, i suoi tailleurini, a noi donne comunque fa sempre un certo effetto). Passi per la cerosa finzione degli altri protagonisti (e del loro maquillage), passi la povera bambina con viso da ranocchia che nell’ultima sequenza, con uno chignon degno di attempata soubrette, sembra un’adulta mascherata da bambina, passi per il padre cui muore la figlia e che non fa neanche un plissé (come direbbe Jannacci) ma tutto impettito, con viso da circostanza, cerca di consolare il vedovo ubriacone mancato scrittore e inconsolabile, passi la sorella rancorosa in odore di vendetta e i suoi labbroni serrati, passi tutto….
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Ebbene sì, lo confesso : non sopporto Litz Taylor. Con queste (tutte) sue interpretazioni figées, che trasudano compiacimento (ma quanto mi ha fatto bella mamma), dove tutto è finto, anzi fintissimo, non riesco nemmeno a godermi il kitch patinato americano anni Cinquanta (che con i suoi colori, i suoi fiocchetti, i suoi tacchetti, i suoi tailleurini, a noi donne comunque fa sempre un certo effetto). Passi per la cerosa finzione degli altri protagonisti (e del loro maquillage), passi la povera bambina con viso da ranocchia che nell’ultima sequenza, con uno chignon degno di attempata soubrette, sembra un’adulta mascherata da bambina, passi per il padre cui muore la figlia e che non fa neanche un plissé (come direbbe Jannacci) ma tutto impettito, con viso da circostanza, cerca di consolare il vedovo ubriacone mancato scrittore e inconsolabile, passi la sorella rancorosa in odore di vendetta e i suoi labbroni serrati, passi tutto….ma come si può immaginare di camminare per Parigi (una Parigi stereotipata che più di così non si può), “in mezzo” (sic) alla neve, paludata in chiffon rosso e sandaletti senza calze (o al massimo con un 8 denari?). Il minimo che ti meriti è di tirar le cuoia per broncopolmonite (tanto nella mentalità americana l’assistenza sanitaria te la paghi…), e, noblesse oblige, mantenendo comunque i colori (rossetto compreso) di persona sana come un pesce. Certo, la storia è di per sé lacrimosa (e la responsabilità è di Fitzgerald ma la colpa è dello sceneggiatore) ma a tutto c’è un limite: insomma, non sono riuscita a versare nemmeno una meritata lacrimuccia (cosa che il plot, se decentemente gestito, avrebbe potuto comportare) e, guardando dalle finestre Roma con la neve, dove la gente a momenti si mette i doposci, mi sono fatta un bel po' di risate, il che ritengo sia l’unico merito (peraltro assolutamente involontario) di questo film.
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lucy
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mercoledì 22 novembre 2006
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stupendo
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lupo prezzo
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venerdì 4 agosto 2006
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inutile...
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inutile soffermarsi sulla bravura di brooks nel confezionare questo film che risulta sempre valido anche dopo diverse (e frequenti) visioni.
molto bella Liz (soprattutto quando bacia Johnson nella bolgia in piazza davanti al bar),e dico questo perché la Taylor non è nelle mie grazie,ma tant'è...
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procopio
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domenica 4 settembre 2005
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indimenticabile
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non lo dimenticherò più. Avevo detto proprio così. Sono passati tanti anni da quando questo film uscì e la sensazione è sempre la stessa.
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