samanta
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martedì 21 maggio 2019
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una grande epica
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il film girato nel 1947 ha la regia di Howard Haks uno dei più grandi registi di Hllywood dei tempi d'oro ed è visibile in DVD nella versione originale peiù lunga di quella cinematografica in italiano per cui ci sono una ventina di minuti in inglese con i sottotitoli in italiano.
Howard Haks fu un regista eclettico diresse, ad alto livello, film di guerra (Il sergente York) commedie sentimentali , brillanti o comiche (Susanna!, Lo sport preferito dell'uomo) film di avventura, thriller, di fantascienza, lasciando però una traccia rlevante nella cinematografia USA. Il fiume rosso è il suo primo Western, seguirà anni dopo un altro capolavoro Un dollaro d'onore, i suoi due ultimi film Eldorado e Rio Lobo furono western ma non all'altezza dei precedenti.
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il film girato nel 1947 ha la regia di Howard Haks uno dei più grandi registi di Hllywood dei tempi d'oro ed è visibile in DVD nella versione originale peiù lunga di quella cinematografica in italiano per cui ci sono una ventina di minuti in inglese con i sottotitoli in italiano.
Howard Haks fu un regista eclettico diresse, ad alto livello, film di guerra (Il sergente York) commedie sentimentali , brillanti o comiche (Susanna!, Lo sport preferito dell'uomo) film di avventura, thriller, di fantascienza, lasciando però una traccia rlevante nella cinematografia USA. Il fiume rosso è il suo primo Western, seguirà anni dopo un altro capolavoro Un dollaro d'onore, i suoi due ultimi film Eldorado e Rio Lobo furono western ma non all'altezza dei precedenti.
La trama. Siamo nel 1851 Tom Durson (John Wayne) accompagna con il suo carro e il suo migliore amico Groot (Walter Brennan) e alcuni capi di bestiame una grande carovana in cui c'é la sua fidanzata, ma abbandona la carovana che va in California per cercare grandi terre nel Texas, la fidanzata vorrebbe accompagnarlo ma lui, anche se l'ama profandamente, preferisce che rimanga nella carovana perché più sicura , in realtà la carovana poco dopo viene distrutta dagli indiani, si salva solo un ragazzino Matt che Tom prende con sè. Siamo nel 1966 in quei 15 anni Tom ha creato un grande impero di allevamento di bestiame uccidendo tutti quelli che vogliono invadere le sue terre lo aiuta Matt (Montgomery Clift) diventato un abile cow boy. Per la povertà del Sud Tom non riesce a vendere le sue carni e decide di portare 10.000 capi nel Nord attraveso un viaggio di 1000 miglia. I pericoli sono tanti, ma Tom è inflessibile con gli uomini creando malumore, ma la sua durezza diventa crudeltà quando decide di impiccare due disertori, ma Matt si oppone, lo disarma e convince gli uomini a seguirlo per un'altra strada per approffittare della ferrovia, raggiunge il suo scopo e vende i capi di bestiame attesi nel nord a un mercante Melville (Harry Carey) a nome di Tom che lo raggiunge per vendicarsi, ma Matt rifiuta il duello e senza reagire si prende i pugni di Tom la scazzottatura finirà per l'intervento di Tess (Joanne Dru) ragazza di cui Matt si era innamorata nel corso del viaggio e i 2 ritornano amici.
Il film ha una venatura epica, gli immensi spazi solcati da queste grande mandrie, l'eroismo degli uomini che affrontano per mesi sacrifici, freddo, caldo, scarso cibo, e poi i temi tipici di Hawks l'amicizia virile che supera ogni dissapore e crea un forte legame, l'amore per la donna che non è un essere debole ma una persona forte che si impone all'uomo e qui si differenzia da John Ford dal suo lirismo sentimentale irlandese, come si differenzia nell'inquadrature sempre molto ampie che danno grande respiro all'azione. Ottima l'interpretazione di John Wayne (Ford disse: non sapevo che recitasse così bene!), come quella di Clift inconsueta non ci sono le interpretazioni angosciate e tormentate che vedremo in seguito, ma una recitazione calma e forte. Brava anche Jeanne Dru che purtroppo il sistema di allora la inquadrava sempre negli stessi ruoli il che la fece desistere dal cinema per la TV, bravo come al solito Walter Brennan. Merita una citazione Harry Carey grande inteprete del western del film muto e anche in seguito nel sonoro questo, fu il suo ultimo film perché mori nel 1947. Con John Ford girò oltre 30 film e il regista l'anno successivo gli dedicò il film In nome di Dio "In ricordo di Harry Carey Stella dell'alba del cinema western".
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jacopo b98
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lunedì 2 febbraio 2015
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un capolavoro magistralmente interpretato!
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Tom Dunson (Wayne) decide di tentare un’impresa mai realizzata prima: la transumanza di 9000 capi di bestiame dal Texas al Missouri lungo 1600 miglia di pista mai battuta. Lo aiutano il figlioccio Matt (Clift) e l’anziano Groot (Brennan). Il percorso è pieno di insidie (indiani, piogge, ecc.), ma i maggiori guai verranno dall’interno del gruppo, dato il comportamento sempre più dispotico adottato da Tom, che porterà ad una ribellione. Da un racconto di Borden Chase, da lui sceneggiato con Charles Schnee, è il primo grande western di Hawks, che regista apparentemente “lineare”, qui crea una grande riflessione sul rapporto edipico tra padre e figlio (qui adottivo, ma poco importa), evitando i luoghi comuni, pur concentrandosi anche sui tipici temi del cinema western (l’amicizia, il viaggio, la dignità, il coraggio…) e sul racconto ammaliante della vita dei cowboy, cosa per la quale Hawks spese fior di quattrini (che si vedono tutti, nelle colossali scene della grande mandria).
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Tom Dunson (Wayne) decide di tentare un’impresa mai realizzata prima: la transumanza di 9000 capi di bestiame dal Texas al Missouri lungo 1600 miglia di pista mai battuta. Lo aiutano il figlioccio Matt (Clift) e l’anziano Groot (Brennan). Il percorso è pieno di insidie (indiani, piogge, ecc.), ma i maggiori guai verranno dall’interno del gruppo, dato il comportamento sempre più dispotico adottato da Tom, che porterà ad una ribellione. Da un racconto di Borden Chase, da lui sceneggiato con Charles Schnee, è il primo grande western di Hawks, che regista apparentemente “lineare”, qui crea una grande riflessione sul rapporto edipico tra padre e figlio (qui adottivo, ma poco importa), evitando i luoghi comuni, pur concentrandosi anche sui tipici temi del cinema western (l’amicizia, il viaggio, la dignità, il coraggio…) e sul racconto ammaliante della vita dei cowboy, cosa per la quale Hawks spese fior di quattrini (che si vedono tutti, nelle colossali scene della grande mandria). E non mancano nemmeno riflessioni di tipo esistenziale, senza contare che è anche un film “storico”: il regista ci racconta tramite le pagine degli inventati Early Tales of Texas la scoperta della pista Chisholm. E poi è un film d’attori! John Wayne non sarà mai più così bravo e Montgomery Clift, al suo film d’esordio, è già un grandissimo del cinema. Musiche instancabili di Dimitri Tiomkin e fotografia luminosa di Russell Harlan.
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paolp78
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domenica 20 settembre 2020
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la rudezza del selvaggio west
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Uno dei migliori classici del genere western, in quanto valorizza al meglio tutti gli elementi tipici di questo filone cinematografico.
Apprezzabile l'ambientazione e l'atmosfera rude, tipica del genere, che viene resa in modo impeccabile da Howard Hawks, bravissimo nel descrivere il selvaggio West come un mondo con poche regole, dove prevale il più forte.
La regia di Hawks è di buon livello, pregevole soprattutto nelle parti in cui i cowboys sono alle prese con l'enorme mandria che devono guidare; qui sono molte le sequenze spettacolari che si fanno ricordare, ed in particolar modo sono impressionanti quelle che riprendono lo sterminato numero di bovini.
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Uno dei migliori classici del genere western, in quanto valorizza al meglio tutti gli elementi tipici di questo filone cinematografico.
Apprezzabile l'ambientazione e l'atmosfera rude, tipica del genere, che viene resa in modo impeccabile da Howard Hawks, bravissimo nel descrivere il selvaggio West come un mondo con poche regole, dove prevale il più forte.
La regia di Hawks è di buon livello, pregevole soprattutto nelle parti in cui i cowboys sono alle prese con l'enorme mandria che devono guidare; qui sono molte le sequenze spettacolari che si fanno ricordare, ed in particolar modo sono impressionanti quelle che riprendono lo sterminato numero di bovini. Viceversa non mi è piaciuto particolarmente lo stacco con cui all'inizio si compie un salto cronologico in avanti di quasi 15 anni, che Hawks fa avvenire in modo troppo semplice, senza sottolinearlo adeguatamente, magari facendo ricorso a mezzi scenici o scelte registiche che rimarcassero questo delicato passaggio.
Ben costruita ed intrigante la sceneggiatura, costellata di vari passaggi carichi di significato. La storia che ne viene delineata è assolutamente avvincente, con dei personaggi molto interessanti, a cui lo spettatore si appassiona seguendone le sorti.
Molto bravo, come al solito, John Wayne: all'epoca del film il grande attore, icona del genere, era ancora giovane, come si vede nelle sequenze iniziali, ma per la gran parte del film recita con un trucco, costituito dai capelli imbiancati, che lo invecchia. Da applausi Walter Brennan che interpreta il riuscitissimo personaggio del vecchio un po' lamentoso a cui nessuno presta il dovuto ascolto; lo stesso personaggio sarà ripreso da Brennan in “Un dollaro d'onore” sempre per la regia di Howard Hawks, e sempre in accoppiata con John Wayne, con cui da' vita a dei duetti molto spassosi.
L'altro protagonista, insieme a Wayne, è il giovanissimo e straordinariamente talentuoso Montgomery Clift, che personalmente non ricordo in altri western, nonostante l'ottima prova fornita in questa pellicola. Infine c'è Joanne Dru, in scena solo nella parte finale del film, ma in un ruolo che riveste un'importanza decisiva nello sviluppo della storia.
Ottimo il modo con cui viene descritto il rapporto tra i due protagonisti, l'orgoglioso e testardo Wayne ed il giusto Clift.
Notevole la costruzione dell'ottimo finale, pieno di tensione.
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