Pietro Bianchi
Grandi speranze sono sempre state nutrite dagli esteti del cinema (ce ne sono come per tutte le altre arti) sul genere chiamato documentario. Si pensava che il documentario potesse aprire nuove vie alla sensibilità, all'inquieto desiderio di scoprire cose nuove; ma invece, almeno sino a oggi, il documentario ci ha dato scarse soddisfazioni. E' vero che noi non siamo mai riusciti a vedere quel favoloso Moana, che apri la serie dedicata ai mari del sud, a Ombre bianche di Van Dycke, a Tabù di Murnau; ma se Moana, pur in quell'alluvione di film che caratterizzò il periodo prima del film sonoro, non capitò mai sugli schermi italiani, altri e altrettanto celebri documentari li abbiamo visti anche noi. [...]
di Pietro Bianchi, articolo completo (4659 caratteri spazi inclusi) su 18 Dicembre 1945