il befe
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domenica 1 febbraio 2015
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grande film...
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dicono che sia un corto,ma...
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giulia wildchild
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sabato 16 novembre 2013
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zero in condotta
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E’ il 1933, esattamente 80 anni fa. Dunque, nel 1933 un giovanissimo cineasta francese di nome Jean Vigo realizza il suo terzo film, Zero in condotta ( Zéro de conduite).
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E’ il 1933, esattamente 80 anni fa. Dunque, nel 1933 un giovanissimo cineasta francese di nome Jean Vigo realizza il suo terzo film, Zero in condotta ( Zéro de conduite). La durata del film è di 41 minuti; nemmeno un’ora di pellicola e Jean Vigo è riuscito a prendere a sberle la società ( che si sentì così minacciata da censurare il film) e a creare, al tempo stesso, uno di quei “gioielli” della storia del cinema.
Inizia tutto con un treno che, proprio come fa una sentinella quando riporta i prigionieri in cella dopo l’ora d’aria, trasporta due ragazzi nella loro scuola, dopo le vacanze estive. L’ora d’aria è finita, si ritorna all’austerità, all’oppressione. Il collegio è lì che attende gli studenti; tutto è rigido, tutto è ordine, i ragazzi marciano a file di due per volta. Tre degli studenti (Caussat, Colin e Briel) organizzano uno scherzo, ed ecco che, a punirli, arriva subito lo “zero in condotta”. Zero in condotta perché non ci si può alleare, non si può complottare contro i “potenti”, non ci si può divertire. Insomma, non si può essere ragazzi in un collegio per ragazzi; tutto quello che si deve fare è obbedire, rispettare le regole per diventare degli adulti, adulti come chi comanda la scuola. Essi sono pochi e tremendi, ad eccezione dello stravagante istitutore Huguet, dimostrazione vivente che non tutti gli adulti sono inflessibili e così tremendamente “borghesi”. “Cornacchia”, uno dei docenti, ruba i dolci dei ragazzi, proprio come un vero bambino cattivo (chi è che merita davvero lo zero in condotta?). Ma il vero divertimento che ci propone Vigo, sta nel presentarci una figura fondamentale di questo ambiente scolastico e sociale: il rettore del collegio, la figura più temuta e temibile in assoluto. Egli fa il suo ingresso trionfale, mentre i ragazzi sono intenti ad uscire con Huguet e, sorpresa sorpresa, il rettore altri non è che un nanetto! Composto e ridicolo, elegante e buffo, egli è proprio l’incarnazione della risata sotto i baffi di un regista che di baffi non ne aveva nemmeno uno, ma di ironia ne aveva da vendere. Il film sta giungendo al termine, e al gruppetto dei tre ragazzi si aggiunge finalmente il quarto, Tabart che durante tutto il film era stato oggetto di prese in giro per i suoi tratti così femminili e delicati, ma di cui la macchina da presa ci aveva già sapientemente lasciato intendere che il suo ruolo non sarebbe rimasto quello di semplice personaggio passivo-inoffensivo. I 41 minuti stanno per esaurirsi e il film non può che terminare nel migliore dei modi: la vera e propria ribellione. Ci sono riusciti, i ragazzi sono liberi finalmente di sfogare tutta la loro voglia di gridare, urlare e schernire i “grandi”, i “potenti”, i veri “zero in condotta della vita”. Caussat, Colin, Briel e Tabart salgono sul tetto dell’edificio, mettendo i piedi in testa al simbolo della repressione, gloriosi e fieri, acclamati dai loro compagni. Ed è con questa immagine che si conclude uno dei più bei film di sempre, con questi quattro giovani, vittoriosi battaglieri che salutano dall’alto, e quasi si confondono con la luce del cielo.
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il cinefilo
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martedì 3 agosto 2010
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un commovente "inno" all'infanzia
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TRAMA:Il film racconta le "peripezie" di un gruppo di giovani dentro un collegio...COMMENTO:Jean Vigo realizza il suo primo film e,fondandosi su una solida base autobiografica,porta sullo schermo e nell'arco di soli 47 minuti un ammirevole "inno" alla gioventù e ai suoi desideri di ribellione contro il mondo adulto e la sua autorità.
La storia viene raccontata attraverso l'utilizzo di diversi piccoli "episodi" e in ognuno di essi il regista è deciso a illustrare,mediante tutto il realismo possibile,la vitalità e la "forza" che si trovano alla base dell'identità dei ragazzi descrivendoli con una precisione,una fantasia e una sensibilità abbastanza rari a vedersi nel corso del cinema(e soprattutto in quello odierno)e che rendono quest'opera ancora attuale e commovente malgrado la pellicola risalga al 1933.
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TRAMA:Il film racconta le "peripezie" di un gruppo di giovani dentro un collegio...COMMENTO:Jean Vigo realizza il suo primo film e,fondandosi su una solida base autobiografica,porta sullo schermo e nell'arco di soli 47 minuti un ammirevole "inno" alla gioventù e ai suoi desideri di ribellione contro il mondo adulto e la sua autorità.
La storia viene raccontata attraverso l'utilizzo di diversi piccoli "episodi" e in ognuno di essi il regista è deciso a illustrare,mediante tutto il realismo possibile,la vitalità e la "forza" che si trovano alla base dell'identità dei ragazzi descrivendoli con una precisione,una fantasia e una sensibilità abbastanza rari a vedersi nel corso del cinema(e soprattutto in quello odierno)e che rendono quest'opera ancora attuale e commovente malgrado la pellicola risalga al 1933.
Questo piccolo(o grande?)capolavoro,anche se non possiede a livello stilistico e simbolico la forza innovatrice del film successivo(e ultimo)del regista intitolato L'ATALANTE,è ricordato storicamente come una fonte di ispirazione per numerosi importanti registi tra i quali Francois Truffaut che,alcuni decenni più tardi rispetto a Jean Vigo,riprenderà in mano il tema di questo film rielaborandolo con il suo stile e realizzando grandissimi film come I 400 COLPI appartenente al periodo della Nouvelle Vague.
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silvio pammelati
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giovedì 3 aprile 2008
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tempipieni e sparta
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il film oltre che bellissimo è piu che attuale.
i bambini oggi stanno più tempo in aula che gli operai in fabbrica: 40 ore settimanali. Solo a Sparta rimanevano così a lungo lontano da casa.
Ma il tempopieno ha senso solo se i genitori per necessita lavorano entrambi.
In caso contrario il tempo normale o, tuttalpiù, parziale è la soluzione appropriata.
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merrick
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lunedì 28 gennaio 2008
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orfanotrofi diurni
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Film straordinario. Da accumunare all-opera di cattelan. Da ricordare un altro film che sembra prendere spunto ovvero IF... di Lindsay Anderson. Verificare cosa accada all-interno dei tempipieni scolastici
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