Violetta - Backstage Pass

Martina Stoessel, meglio nota come Violetta, si è esibita a Milano in un mega concerto affollato di fan, prevalentemente ragazzine fra i 5 e i 12 anni, accompagnate da mamma e/o papà. Violetta - Backstage Pass ripercorre lo svolgimento di quel concerto e ricrea il mondo della serie televisiva che tanto successo ha avuto anche in Italia. È difficile esprimere un parere "tecnico" su un film che, per il solo fatto di dare alle giovanissime fan italiane di Violetta la possibilità di vedere un evento dal quale molte di loro, dato il costo elevato del biglietto e il numero ancor più elevato di richieste, erano rimaste escluse. Il fatto stesso di vedere in sala la loro eroina televisiva e di poter cantare insieme a lei le canzoni imparate a memoria (in spagnolo) grazie alla versione karaoke del film può essere per il pubblico di Violetta motivo di gioia incontenibile.
Per fare il Grinch, però, si devono sottolineare alcuni problemi, il primo dei quali è la promessa fuorviante del titolo: infatti Violetta - Backstage Pass non va mai veramente backstage, perché i "dietro le quinte" sono interamente costruiti a tavolino e recitati dai giovani attori senza abbandonare mai il loro personaggio. Dunque è impossibile cogliere momenti di spontaneità, o cedimenti fisiologici rispetto alla costante euforia e alla ripetuta profusione di abbracci e gridolini di entusiasmo. In questo modo si perde quell'opportunità di storytelling che avrebbe potuto fare di Violetta - Backstage Pass qualcosa di più di un mero concert movie, raccontando la storia di un gruppo di giovani performer catapultati in un delirio mediatico internazionale.
Il format resta rigido, seguendo il copione ormai fortemente standardizzato delle produzioni Disney: i ragazzi dalla faccia pulita il cui abbigliamento, nel caso delle ragazze, oscilla fra candore e provocazione; l'alternanza fra le coreografie da boy e girl band e i momenti romantici da Bacio Perugina; la protagonista un po' campanellino e un po' Bratz; il fidanzatino televisivo che con sguardi e mossette fa sospirare tutta la platea; il glitter spruzzato ovunque come polvere magica e i colori pastello e fluo che creano un'estetica da anni '50 mescolata a suggestioni fantascientifiche.
La regia asseconda questo format con un montaggio velocissimo e una quantità incalcolabile di punti di ripresa, mostrando Violetta & Co. da ogni possibile angolazione (ma senza mai avventurarsi oltre la superficie patinata) e riesce a ricreare l'energia ipercinetica del concerto, inquadrando spesso le fan in deliquio (e in delirio), i papà che cantano insieme alle figlie, le mamme che applaudono o filmano il palcoscenico con il cellulare. È una celebrazione agiografica di un fenomeno pop (e dei suoi seguaci) che vede protagonisti una ragazzina con una notevole padronanza della scena e un gruppo di ragazzi di talento dotati di voce intonata, fisici atletici e la capacità di prestarsi con abbandono incondizionato alla creazione di un mito televisivo e alla costruzione di un franchise di successo. 