martedì 26 agosto 2025 - News
MYmovies, con quell’immagine e quelle parole “È il momento di dire tutti insieme: BASTA!” ha preso coscienza di quella terribile realtà. E ha rilanciato.
Da 25 anni MYmovies si è accreditata come un soggetto competente, onesto, affidabile, spesso profetico con certe proposte, sempre di qualità. Ha saputo evolversi creando altri format. È una piattaforma fra le più seguite in campo internazionale. Credo che un soggetto così importante non possa disinteressarsi a ciò che succede nel mondo.
MYmovies è un sito di cinema ma in questa epoca tutto ciò che succede nel mondo è un film, tutto è immagini che a volte sorpassano, per realtà e crudeltà ogni tipo di fiction. Il modello, “necessario sufficiente” è proprio l’istantanea di tutta quella gente, tanti bambini, coi secchi, i catini, le padelle protese in attesa che qualcuno ci metta un po’ di farina o di riso, e alcuni non ci sono più. E poi le città distrutte. Ci siamo capiti. Non si può più, tutti non possiamo più, starcene fermi perché tanto la politica non ci riguarda.
Il mondo è troppo cambiato ed è in caduta libera. Mario Rossi, normale, comune, non può più pensare che la politica, le tragedie di questa epoca, passino sopra il suo condominio. Gli bastava rientrare dal lavoro, cenare, stendersi sul suo divano allungabile bevendo una birra, dare ogni tanto un’occhiata al suo cellulare, seguire per un momento le visioni disastrose che succedono sulla terra trasmesse dai media, saltando sui canali e indugiando a godersi il canale che trasmette le partite. E poi stendersi sul materasso “di qualità” che ha comprato con l’80% di sconto e risvegliarsi la mattina per ricominciare.
Ma c’è questa sgradevole novità, che non riguarda le altre fasce. Eh sì, qualcosa è cambiato, è visibile e tattile, la realtà è che la politica, la violenza, le morti, la Storia, gli sono entrate in casa. Non può più ignorarle. Di tutto questo ormai (quasi) tutti abbiamo preso atto. Il grido di dolore che arriva da laggiù ormai arriva dal mondo. Di normale, di rassicurante, di abituale, su cui possiamo contare, non c’è più niente.
Io mi sono guadagnato la vita con le parole, ma farei una fatica enorme a trovarle per raccontare quell’immagine e tutto ciò che l’ha prodotta.
Sono molti i modi in cui si può raccontare la politica. Prendiamo Trump, e come si può ignorarlo: è uno strepitoso cineasta, sta scrivendo, dirigendo, interpretando un kolossal come non ce ne sono mai stati. Lo stile? Tutto suo naturalmente anche se qualche richiamo può portare al Grillo prima maniera che mandava a… e a Mastrota che vende poltrone e tapparelle. È questa una modalità di raccontare la politica senza politica, senza faziosità, senza schierarsi e dare giudizi, con leggerezza. Certo, ce ne saranno altre più “serie”, ma ribadisco, sempre di cinema trattasi.
Cinema: l’anima di MYmovies.
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Quell’immagine, quel primo motore dell’intento, ribadisco, ormai indispensabile di MYmovies di dedicarsi anche al mondo, non è un’istantanea che rappresenta Israele, rappresenta un solo individuo, un capo, un presidente che ha rimosso la qualità e il cuore della sua razza. Tetragono e impermeabile alle istanze di tutte le nazioni.
Digressione necessaria. La conosciamo la storia degli ebrei, spero di dare una estrema ultra-sintesi, altrimenti ci vorrebbero tre Treccani. Da tre millenni raggiungono una terra. Sono il popolo eletto, si ritengono privilegiati e poi la società che li ha accolti, non li capisce, li contrasta poi li espelle. Poi è arrivato Hitler. Sappiamo.
Ma nel maggio del 1948 nasce lo Stato di Israele, riconosciuto dall’assemblea dell’Onu. Per la prima volta nella sua storia Israele è in casa sua. Non deve confrontare la sua mistica, la sua identità, la sua cultura e la sua economia, con nessuno. Certo non è in una posizione tranquilla, sappiamo quali sono le nazioni confinanti. Alcune, sappiamo, hanno nel loro statuto la distruzione di Israele che, forte e organizzata, con amicizie potenti, sussiste nel pericolo costante. Penso che al popolo di Israele non si possa attribuire ciò cui assistiamo (ripeto non trovo aggettivi) è gente che ha sofferto e soffre, non può odiare, perseguitare chi soffre. Ma quella cultura antica non tocca il Presidente (non farò quel nome su MYmovies) e i suoi complici.
Lui agisce in una modalità che ritengo un unicum incomprensibile, lontano dalla minima coscienza e pietà umana. E non c’è niente da fare. Va dritto per la sua strada. Non contano le istanze che gli arrivano dai leader e dai popoli. Siamo noi, gente, che dice basta. Che si muove.
Dicevo cultura e storia ebraica, da millenni. Nel corso della vicenda umana molti ebrei hanno lasciato un segno indelebile. Hanno cambiato le cose, hanno inventato, hanno evoluto la cultura, l’arte, la scienza, la letteratura, la società e la politica. Grazie a una vocazione diversa e maggiore, hanno modellato il presente e il futuro, nostri, di tutti.
È dunque il momento dei nomi, in un registro ripetitivo, perché sono ancora costretto a una selezione che affido alla memoria inconscia e di getto. Perché la memoria, come internet, sa selezionare secondo l’importanza e i richiami.
La prima citazione. Nell’agosto del 2020 Israele, gli Emirati Arabi e gli Stati Uniti produssero una dichiarazione congiunta proposta da Trump che idealizzava, come Peace to Prosperity, una pace fra Israeliani e Palestinesi. Era una delle solite fughe in avanti, proposte impossibili di Donald. Non funzionò. L’iniziativa si chiamava “Accordi di Abramo”. Abramo, appunto, un ebreo, uno che qualcosa ha costruito, unendo tutti, oltre le mistiche e le terre. Ho iniziato con quel nome. È bene … scendere.
La memoria porta in superficie con forte spinta, due nomi, Einstein e Freud.
Due parole sono dovute. Come quasi tutti non so cosa sia la relatività, ma so che ha sconvolto la comprensione dell’universo. E so che la sua eredità continua a plasmare il mondo scientifico di adesso.
Freud non è da meno ed è più comprensibile. Ci ha spiegato il nostro comportamento, da dove deriva e il contrasto con quell’estraneo che è dentro di noi. E che va tenuto a bada.
Oppenheimer era un eroe o un nemico dell’umanità? Chissà se mai si riuscirà a dare una risposta. Sappiamo che lui, dopo aver assistito alla prima esplosione nucleare disse: “Ora sono diventato Morte, distruttore di mondi.” Si portò dietro quel macigno mortale tutta la vita. Robert Oppenheimer, ebreo, comunque una delle intelligenze più allarmanti e profonde del secolo scorso.
Altri nomi, i pittori. Mark Chagall. Ha dipinto la gioia e il sogno. Raggiungendo la parte più profonda del nostro intimo. Mark Rotchko ha espresso, con la sua distribuzione del colore, emozione e spiritualità. Con i suoi ritratti allungati ed espressivi Amedeo Modigliani ha influenzato l’arte del novecento.
Non si può ignorare Anselm Kiefer al quale Wenders (che non è ebreo) ha dedicato un film. Due tedeschi che dettano legge. Attraverso le sue immense distese di figure e di colore Kiefer cerca di dare un’indicazione di totale visione e di pensiero.
Gli scrittori. A Franz Kafka dobbiamo l’aggettivo “kafkiano” significa l’incapacità di comprendere ciò che ci circonda e l’incertezza dolorosa dalla quale non riusciamo a liberarci.
Marcel Proust ha scritto "La Recherche" un’opera senza la quale la letteratura sarebbe incompleta. Ha stimolato a cercare nella memoria ciò di cui non ci siamo resi conto. Che avrebbe potuto renderci più consapevoli.
Isaac Asimov, geniale visionario della fantascienza. Ha studiato la tecnologia e l’etica. La sua rivoluzione narrativa ha influenzato decine di autori del genere.
Nessuno ha offerto una testimonianza di assoluta verità della shoah come Primo Levi. Con la sua vocazione umana e profonda, Anche il suo Se questo è un uomo è un’opera che fa parte della letteratura universale.
Non possono non essere citati almeno due autori contemporanei, Saul Bellow e Philip Roth che hanno fatto della cultura ebraica il loro mantra. Raccontando nelle loro opere Herzog, (Bellow) e Pastorale americana (Roth) il rapporto degli ebrei col cosiddetto sogno americano, che quasi sempre non si rivela un sogno.
Il cinema. La prima notizia è che tutte le major hollywoodiane sono state create da ebrei. Sono loro ad aver comandato quel cinema per decenni. Ma tralasciando la preistoria ci sono autori che comandano anche adesso, con merito. La memoria va subito a Steven Spielberg che ha cercato di raccontare il dolore e la tragedia in Schlinder’s List cercando di avvicinarsi alla realtà ma senza raggiungerla.
Woody Allen è un amico, una sicurezza al quale ci affidiamo da sessant’anni. Ha portato umorismo, cultura e una parte di felicità. I Coen completi, imprevedibili, visionari, hanno creato un cinema che appartiene solo a loro. Sempre con una forte visione ebraica, quella più intelligente, da cogliere impegnandosi.
Indicativo è il premio Nobel. Da quando esiste nel 1901 sono 200 i riconoscimenti attribuiti a persone di origine ebraica. Un dato che fa impressione se consideriamo che gli ebrei sono lo 0,2% della popolazione mondiale ma hanno ricevuto il 20% dei Nobel.
Tutto questo, che poi è quasi niente, per il richiamo iniziale. C’è questo capo ebreo che non ha inteso e colto nulla della storia della sua gente. L’ha ignorata umiliando tutta la loro eredità.
Adesso tocca a noi.