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Artekino Classics, 19 tesori da riscoprire o vedere per la prima volta. Gratuitamente in streaming

ARTE offre una rassegna che traccia un ritratto straordinario dell’Europa e del suo cinema. 
SCOPRI I FILM DISPONIBILI IN STREAMING.

di Roberto Manassero

sabato 21 giugno 2025 - Evento

Con la rassegna Artekino Classics, che si propone di riscoprire tesori del cinema europeo, ARTE offre una nuova prospettiva sul patrimonio cinematografico del continente, tra riscoperte e tesori da vedere per la prima volta. Diciannove film presentati gratuitamente in streaming su arte.tv che offrono uno sguardo unico sui cambiamenti che nel secondo dopoguerra hanno investito il cinema: la sua forma, le sue narrazioni, la sua visione del mondo. Selezionati dalla stessa ARTE in collaborazione con l’Associazione delle cineteche europee (ACE), i film sono stati restaurati e sottotitolati in sei lingue e resi disponibili in numerosi paesi europei. Alcuni di questi titoli sono già presenti nella piattaforma, altri arriveranno nel corso delle prossime settimane per un rassegna che andrà avanti fino alla fine di ottobre.

A guardarli tutti insieme, provenienti dalle due Germanie, dall’Ungheria, dalla Francia, dall’Albania, dalla Danimarca, anche dalla Bulgaria, e appartenenti a momenti diversi della storia del secolo scorso, tracciano un ritratto straordinario dell’Europa e del suo cinema

Il più famoso di questi titoli è forse Lili Marleen di Fassbinder (1981), storia dell’interprete del celebre brano (una magnifica Hanna Schygulla) e del suo complesso rapporto con il regime nazista, tra tragedia e melodramma. La Germania la fa in realtà da padrone in tutto il programma, in cui spiccano i film di Konrad Wolf, il più importante regista della DDR: il suo capolavoro Avevo 19 anni (1969), visione lucidissima degli ultimi giorni di guerra dalla prospettiva di un ragazzo che si unisce all’Armata rossa diretta a Berlino; Solo Sunny (1982), ritratto di una donna (un’altra cantante) di grazia irrepetibile; Il cielo diviso (1964), film simbolo della Germania dell’est dopo la costruzione del Muro, tratto dal celebre romanzo di Krista Wolf; e Stelle (1959), sull’amore tra un soldato tedesco e una ebrea nella Bulgaria occupata durante la guerra. Tra i classici del cinema di genere tedesco, S.O.S. York! di Georg Tressler (1959). 


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Lili Marleen è la storia di una cantante di cabaret, legata al regime nazista, che si innamora di musicista ebreo.

I fantasmi della guerra – tema di fondo di molti film presentati – sono al centro anche del francese Frau Marlene di Robert Enrico (1975), basato sul massacro di Oradour-sur-Glane (con la splendida Romy Schneider), e di un altro capolavoro tedesco, Gli assassini sono tra noi di Wolfgang Staudte (1946), che all’indomani del crollo del Reich rifletteva sulle responsabilità dei singoli nella tragedia collettiva. Stanno invece idealmente alla fine e all’inizio del Novecento il folgorante Bratan di Bakhtyar Khudojnazarov (1991), ultimo film prodotto in Unione Sovietica, l’ungherese Il mio XX secolo di Ildikó Enyedi (Camèra d’or a Cannes nel 1988), ambientato nella notte tra il 1899 e il 1900, e il francese Le point du jour di Louis Daquin (1949), sulla vita quotidiana dei minatori nel nord intorno all’anno 1900.

Alzi la mano, poi, chi ha visto il film albanese del 1972 Le capitaine di Muharrem Fejzo e Fehmi Hoshafi, riflessione sul legame fra guerra e società patriarcale; il bulgaro Il ladro di pesche di Vulo Radev (1964), straordinaria storia d’amore omosessuale tra un soldato e un prigioniero; il fantascientifico danese Manden der taenkte ting di Jens Ravn (1969); gli ungheresi Sirius di Dezso Akos Hamza, fantascienza fine anni ’40, e uno dei primissimi film di Márta Mészáros, Cati.

E chi si ricorda dello jugoslavo La valle della pace di France Stiglic, nel 1956 premio per il miglior attore a Cannes, che rileggeva la guerra in una impossibile chiave pacifista, o del franco-belga Trompe l’œil di Claude d’Anna, strana avventura onirico-intimista di una restauratrice in attesa del suo primo figlio.


La storia del Il mio XX secolo inizia nel 1880, a Budapest, quando nascono due gemelle che vengono separate. Vent'anni dopo, una è una femme fatale, l'altra un'anarchica. Senza saperlo, amano lo stesso uomo.

Artekino Classiscs è semplicemente un’occasione irripetibile per chi non vuole smettere di conoscere e imparare la storia del cinema.

Del suo programma, infine, fa parte anche il lavoro di una regista capace di affermare uno sguardo “altro” rispetto al cinema dei colleghi maschi: Coline Serreau, che in Perché no? (1978), a fine anni ’70, cercava nuove forme di condivisione e piacere. 

Altri tempi, altro cinema. Tutto da scoprire.


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