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Il film inizia discretamente ma scade progressivamente nel giallone, coll'inquirente protagonista inventato di sana pianta, pieno di senso del dovere e capace di vedere tutto giusto fin dal primo momento, e la vicenda manipolata per costruire un finale mozzafiato. Il regista si inventa l'irruzione proprio mentre le BR erano sul punto di uccidere Dozier e un momento pieno di suspence mentre i poliziotti tengono sotto tiro una brigatista che tiene sotto tiro l'ostaggio, tutti si guardano in silenzio e la musichetta fa atmosfera. Roba da ridere, nella realtà le teste di cuoio avrebbero immediatamente ammazzato la ragazza, mentre questa non si sarebbe mai permessa di uccidere un ostaggio senza che un tribunale del popolo avesse formalizzato una condanna.
Non mancano le imbecillità di prammatica coi poliziotti che redarguiscono i brigatisti arrestati con pistolotti raccattati di peso dai media di regime: "tuo padre era partigiano... ma i partigiani non sparavano alle spalle e non uccidevano a sangue freddo!" Come pensa il regista che i partigiani ammazzassero tedeschi e fascisti? Sfidandoli a singolar tenzone? Invitandoli a battaglia frontale?
Filmetto di livello televisivo da una stella e mezzo. Manca il minimo accenno al clima sociale e politico dell'epoca. Una delle poche cose interessanti è la rappresentazione dei metodi usati dalla polizia per mettere sotto pressione psicologica gli interrogati, con quelli più fragili che cedono e danno informazioni usate per aumentare la pressione psicologica sugli altri.
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