La gabbia dorata - La Jaula de Oro |
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Un film di Diego Quemada-Diez.
Con Brandon López, Rodolfo Dominguez, Karen Martínez, Carlos Chajon, Ramón Medína.
continua»
Titolo originale La Jaula de Oro.
Drammatico,
durata 102 min.
- Messico 2013.
- Parthénos
uscita giovedì 7 novembre 2013.
MYMONETRO
La gabbia dorata - La Jaula de Oro
valutazione media:
3,71
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Come non sempre è certa la via di fugadi FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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lunedì 11 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Film in cui si racconta del lungo e pericoloso viaggio intrapreso da tre ragazzi guatemaltechi, a cui si aggiunge anche un indio, al fine di lasciare il proprio paese ed emigrare nei tanto agognati Stati Uniti d'America, e più precisamente a Los Angeles. I 4, poi divenuti 3 per defezione di uno di loro, affronteranno innumerevoli disagi, pericoli e paure nel corso di un cammino che sembra senza fine, e comunque non di certa risoluzione, e che li porterà a crescere troppo in fretta rispetto alla loro giovane e, che dovrebbe essere, spensierata età, privandoli degli affetti e delle speranze tanto inseguite. Infatti solo uno di loro riuscirà a realizzare concretamente il proprio sogno di fuga e la propria illusione di un' esistenza migliore ma non senza aver pagato il prezzo troppo elevato di affrontare la nuova vita in totale solitudine e parecchio lontano dal suolo natio. Questa pellicola, presentando purtroppo la dura e comune realtà degli immigrati clandestini che dal centro/sud America cercano di trasferirsi negli Stati Uniti, risulta quanto mai cruda per la sua tematica: in essa vengono esplicitamente espresse tutte le difficoltà nonchè, nella maggioranza dei casi, l'impossibilità a realizzare il proprio sogno di un miglioramento di vita. La realtà del loro paese non permette loro (o solo a pochissimi) una vita dignitosa od anche, all'estremo, un tentativo di fuga in quanto la povertà radicata, la corruzione, la violenza sembrano le uniche certezze e gli unici elementi che regolano l'esistenza degli individui. Nel corso della narrazione del viaggio descritto dal regista Quemada-Diez viene rivelato piano piano tutto ciò e di come anche un tentativo di un'esistenza migliore sia ancora più difficile ed improbabile per le donne rispetto agli uomini. La crudezza e la spietatezza del film consiste peraltro proprio nella denuncia di questa tragica e, per noi inimmaginabile, realtà piuttosto che nella rappresentazione di scene di violenza in sè o simili: quando, per esempio, la protagonista, travestita da maschio, viene scoperta e portata via da alcuni uomini della frontiera, si intuisce benissimo, senza però vedersi, che farà una terribile fine, avviandosi verso un certo stupro e verso un'esistenza all'insegna della prostituzione se non addirittura dell'uccisione. E questo "non rivelato" fa ancora più male a allo spettatore che guarda la pellicola. Da menzionare la bravura e la spontaneità dei 4 giovani interpreti, caratterizzati da volti drammatici e da uno sguardo ormai disincantato e dolente nello stesso tempo. Insomma, un film veramente di pregio stilisticamente (si pensi che è un'opera prima) e tematicamente parlando, da consigliare altamente ad adulti ed adolescenti compresi per aiutarli a riflettere.
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