La gabbia dorata - La Jaula de Oro

Un film di Diego Quemada-Diez. Con Brandon López, Rodolfo Dominguez, Karen Martínez, Carlos Chajon, Ramón Medína.
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Titolo originale La Jaula de Oro. Drammatico, durata 102 min. - Messico 2013. - Parthénos uscita giovedì 7 novembre 2013. MYMONETRO La gabbia dorata - La Jaula de Oro * * * 1/2 - valutazione media: 3,71 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

VIE FERRATE, MACCHINE A VAPORE, LONTANA FELICITA' Valutazione 4 stelle su cinque

di ADELIO


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domenica 2 novembre 2014

Il viaggio degli immigrati che fuggono dal Sud del Mondo verso un sogno di speranza riposto sempre al Nord, in un Eldorado ricco, industriale e civilizzato offre al neo regista de “La Gabbia dorata” l’opportunità di compiere idealmente il percorso evolutivo dell’uomo moderno dalla sfera dell’antico equilibrio spirituale e naturale al caotico e contraddittorio materialismo contemporaneo.
Quattro ragazzi, quattro vite, quattro elementi essenziali che contribuiscono dalla nascita a formare e a scrivere il destino dell’uomo.
Parliamo di Rassegnazione (tradizione), di Amore (solidarietà), di Natura (rapporto con i Valori), di Determinazione (Volontà di riscatto della propria condizione)…
Ebbene ognuna di queste caratteristiche è personificata dai 4 ragazzi protagonisti della fuga verso il sogno, il loro interagire crea simbolicamente la “Persona”, supporta l’individuo nella crescita interiore e informa l’uomo sulla via da percorrere.
Il loro viaggio diventa la metafora dell’evoluzione dell’uomo contemporaneo, divenuto materialista, spietato, laico, spregiudicato e privo di valori…è il percorso di abbandono del rapporto di armonia con la natura, la madre terra, ed il passaggio all’aridità, fredda, velenosa e anonima di una civiltà industrializzata disumana.
Juan (Determinazione), Sara (Amore), Samuel (Rassegnazione) partono uniti, incontrano Chauk (Natura e Valori primordiali che non hanno confini né lingua) si completano in un “Unicum” verso la meta, il sogno, l’idea di benessere.
Incontrano il conformismo di una Società ostile che toglie le scarpe a Juan (la determinazione), strumenti indispensabili a compimento del cammino di crescita. L’uomo per avanzare deve perdere Samuel (la rassegnazione..le origini) rimane con i due valori essenziali Sara (l’Amore) e Chauk (la Natura).
In questo avanzare periglioso i treni “portano” inesorabilmente l’uomo verso il destino scelto, nel loro tragitto “imposto” dalle rotaie, escono da una foresta rigogliosa ed avvolgente (come un mostro sbuffante, come il volto di un progresso sconosciuto che avanza) per attraversare paesaggi sempre più poveri, brulli fino ad incontrare al termine del loro incedere territori desertici ed inospitali.
I percorsi dal singolo binario diventano plurimi, più rettilinei ed intricati, le locomotive migliorano tecnologicamente avvicinandosi alla Civiltà ricca e industrializzata. Per arrivare fin qui Juan (la determinazione) perde anche Sara (l’amore), è salvato dalle cure dell’indio Chauk che sarà assassinato da un cecchino prima “l’uomo” faccia il suo ingresso nel sogno materialista ed industriale dove non c’è posto per la Natura ed i Valori.
L’uomo raggiunge il suo obiettivo: perde la Rassegnazione per una speranza, l’Amore per una mercificazione sessuale, la Natura per una falsa ricchezza. Juan con tutta la sua Determinazione finisce in un mattatoio industriale, l’Umanità è carne da macello e il Sogno dell’uomo che vuole raggiungere il benessere non è altro che frattaglie disgustose ramazzate dal pavimento.
Allora non resta  che sognare la neve che cade nella notte silente della coscienza umana cercando una luce. Il film inizia con un raggiante cielo azzurro e finisce nel buio di una notte rischiarata dalla sola luce di un lampione, unica speranza di salvezza, ricordo di tutte quelle esperienze di solidarietà umana e di valori veri incontrati dalla Determinazione dell’uomo (Juan) nel suo percorso di progresso. Bel Film.

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