Dopo il matrimonio

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Un film di Susanne Bier. Con Mads Mikkelsen, Sidse Babett Knudsen, Rolf Lassgård, Stine Fischer Christensen, Christian Tafdrup, Frederik Gullits Ernst Titolo originale Efter brylluppet. Drammatico, durata 120 min. - Danimarca, Svezia 2006. - Teodora Film uscita venerdì 22 dicembre 2006. MYMONETRO Dopo il matrimonio * * * 1/2 - valutazione media: 3,70 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Il perfetto congegno dell'orologiaia Bier Valutazione 4 stelle su cinque

di osteriacinematografo


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lunedì 13 febbraio 2012

 Il film inizia con una dolce immersione nel caos, nel calore e nel colore indiani. Segue l’abbraccio toccante e perfettamente aderente fra un uomo europeo e un bimbo del luogo. L’uomo è Jacob, un danese costretto, suo malgrado, a rientrare nella terra natia per reperire fondi utili alla sopravvivenza dell’orfanotrofio in cui quel bimbo e tanti altri hanno trovato una casa.

E così lo stacco fra la miseria d’India e il verdeggiante sfarzo danese è prepotente. Susanne Bier trasferisce la scena e l’azione attraverso l’ottica spaesata del protagonista, che immediatamente viene calato in un alloggio modernissimo, zeppo di accessori inutili, simboli istantanei del contrasto con la semplicità della sua vita quotidiana in Asia.

Jacob incontra un ricco magnate che pare più interessato al bicchiere che al progetto che gli viene sottoposto; Jorgen offre però un o spiraglio a Jacob, invitandolo al matrimonio della figlia.

Le nozze rappresentano il punto di svolta in cui si avvia la storia che è dentro la storia, e il film, che pare il congegno sottile e ben calibrato di un sommo orologiaio, si spoglia per gradi della propria struttura in un crescendo di tensioni emotive e rivelazioni sconcertanti.  Jacob riconosce dapprima la compagna di un tempo nella moglie di Jorgen , Helene, con cui ebbe un’intensa e travagliata storia d’amore; successivamente, in modo brusco e crudele, coglierà dalle parole della sposa una verità sconvolgente: Anna –questo il suo nome-  è sua figlia, una ragazza poco più che ventenne di cui il padre ignorava l’esistenza.

La Bier si sofferma sui dettagli, esita con l’esitare degli attori in scena, indugiando sulle minime incrinature espressive dei loro volti; il terremoto emotivo sconvolge un’intera famiglia, e l’analisi psicologica della regista danese è così attenta da incrociare ogni sguardo, ogni tentennamento, ogni debolezza dei personaggi coinvolti.

I primi piani su Jacob si infittiscono e trasmettono il dolore e l’inquietudine dell’uomo; è una fase di passaggio in cui Jacob cambia pelle e concede una possibilità alla luce nuova che filtra dagli spiragli di un passato dimenticato, la luce del frutto di un amore finito male. L’uomo mette tutto in discussione, compreso il ritorno in India; tenta un arduo e balbettante approccio con la figlia, e si riavvicina ad Helene, quasi spinto dal marito di lei.

Ed ora è proprio Jorgen a conquistare il centro del palco: con sfuggente improvvisazione l’uomo propone a Jacob di gestire in società con Anna un fondo multimilionario, a patto di rimanere in terra danese;  Helene s’interroga e indaga sugli strani atteggiamenti del marito, e dalle profondità di un nuovo strato narrativo emerge l’ennesima verità, una verità terribile, che muove Jorgen e il film intero, scoprendo il lato tenero del burbero imprenditore e il suo ruolo centrale e assestante all’interno della famiglia.

Prima che il film termini dov’era iniziato, la mano grande  e sicura di Jacob accoglie e contiene quella piccina di uno dei figli di Jorgen, esaudendo in un gesto di cura e protezione la fiducia che in quella mano era riposta.

“Dopo il matrimonio” è un’opera che si percorre in precario equilibrio lungo la corda tesa di un violino perfettamente accordato; è un dramma intensissimo, diretto con cura e raffinatezza estreme, sostenuto da una sceneggiatura solida e mai banale, da fogge architettoniche armoniose, e da un gruppo di attori di grande talento: in particolare, Mads Mikkelsen interpreta Jacob con delicatezza e struggente sensibilità, assecondando ogni vibrazione di un personaggio fragile ed esposto come un nervo scoperto alle vicende che ne stravolgono la vita.

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sophistik martedì 17 marzo 2015
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