Valhalla Rising

Il film risulta davvero ostico se visto con gli occhi della mentalità giudaico-cristiana che predomina nel mondo da oltre due millenni. E' difficile concepire che sia esistita una diversa forma di spiritualità pagana e politeistica che, per molti secoli, costituì la religione del mondo antico, nel caso di "Valhalla Rising" degli antichi vichinghi. Il lungometraggio diretto da Refn risulta essere, come affermato da molti, cruento, fosco e a volte compiacendosi di indugiare in scene splatter che possono urtare la sensibilità di alcuni spettatori, ma andrebbe capito che il regista ha dovuto rendere l'idea delle condizioni di vita delle popolazioni nordiche durante un non meglio precisato Medioevo, qui rappresentato in modo a volte allucinato. Il guerriero silenzioso One-Eye, spietato con chi cerca di ucciderlo, ma anche protettivo nei confronti del ragazzo che segue la sua avventura, presenta in sè le virtù che tale figura ha nella mitologia dell'antica Scandinavia: coraggioso e con un forte senso dell'onore e della fedeltà.
Tra le scene che più colpiscono, una è quella in cui One-Eye abbandona la fida ascia e va incontro volontariamente alla morte; forse essa rappresenta una liberazione da una vita di lotta per la sopravvivenza, ma non una sconfitta, in quanto il guerriero venuto dall'Inferno muore da eroe: disarmato contro tutti.
Comunque un film sopra alla media delle pellicole del genere, totalmente immerso in un' atmosfera plumbea, ben resa dai cieli nuvolosi e nebbiosi con rari squarci di sole.