kronos
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lunedì 19 luglio 2010
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plumbeo
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L'immaginario estetico e simbolico di 'Valhalla Rising' sembra provenire direttamente da Tarkovskij (in particolare 'Stalker') oltre che da Lars Von Trier e Herzog ('Aguirre furore di Dio'). E nonostante una buona dose d'effettacci visivi kitsch, non v'è dubbio che l'impatto visivo del film sia straordinario. Merito della fotografia, certo, ma forse ancor più del magnifico lavoro fatto sulle locations scozzesi.
Peccato però che tutta questa magniloquenza realizzativa non sia accompagnata da una sceneggiatura degna: la storia appare infatti sostanzialmente pretestuosa oltre che irrisolta.
Non è, purtroppo, il capolavoro che certa critica 'trendly' millanta, ma non è tempo perso vederlo.
[+] fumettaccio noioso e pretenzioso
(di lorry)
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carnauser
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domenica 27 luglio 2014
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un film profondissimo.
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Non mi stupisco che alcuni non abbiano colto la natura profonda di questo film.
Natura che è difficile cogliere quando la prima impressione che si ha è il rifiuto di una violenza che la nostra società impregnata di buoni valori, spesso solo di facciata, non comprende e allontana.
Sentimento diffuso, che porta spesso a fare film che di storico non hanno nulla, ma sono solo il ritratto in costume di questa società, un po' come andare in vacanza in un villaggio turistico che nulla ti fa comprendere della natura del posto in cui vi trovate.
Valhalla Rising è appunto tutto l'opposto.
Se guardate oltre, se la vostra educazione o natura ve lo permette, scoprirete un viaggio interiore come in pochi film.
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Non mi stupisco che alcuni non abbiano colto la natura profonda di questo film.
Natura che è difficile cogliere quando la prima impressione che si ha è il rifiuto di una violenza che la nostra società impregnata di buoni valori, spesso solo di facciata, non comprende e allontana.
Sentimento diffuso, che porta spesso a fare film che di storico non hanno nulla, ma sono solo il ritratto in costume di questa società, un po' come andare in vacanza in un villaggio turistico che nulla ti fa comprendere della natura del posto in cui vi trovate.
Valhalla Rising è appunto tutto l'opposto.
Se guardate oltre, se la vostra educazione o natura ve lo permette, scoprirete un viaggio interiore come in pochi film.
Un incubo realista e tetro da cui non è facile svegliarsi, ma che sicuramente una volta superato vi permetterà di vedere la realtà con occhio diverso, come appunto dopo un viaggio (senza villaggio turistico).
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sinkro
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lunedì 5 marzo 2012
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regista e nome del film fuorvianti
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Tanto belle le location e la fotografia (lo dicono tutti i commenti) tanto pallosa e sterile è la visione del film.
Non c'è una trama che invogli le palpebre a stare sollevate e non c'è un dialogo o una situazione che stimoli il cervello a restare vigile. Nel senso: non che la storia sia scontata; proprio non c'è niente!
Un muto guerriero scappa uccidendo i carcerieri arriva con dei cristiani in una foresta di nessuno e muore.
Se non avessi saputo che il regista è lo stesso della trilogia "Pusher" non ci avrei MAI creduto.
Non ho mai visto nulla di così palloso.
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Tanto belle le location e la fotografia (lo dicono tutti i commenti) tanto pallosa e sterile è la visione del film.
Non c'è una trama che invogli le palpebre a stare sollevate e non c'è un dialogo o una situazione che stimoli il cervello a restare vigile. Nel senso: non che la storia sia scontata; proprio non c'è niente!
Un muto guerriero scappa uccidendo i carcerieri arriva con dei cristiani in una foresta di nessuno e muore.
Se non avessi saputo che il regista è lo stesso della trilogia "Pusher" non ci avrei MAI creduto.
Non ho mai visto nulla di così palloso.
Pochi film hanno una fotografia altrettanto bella ma almeno hanno detto qualcosa; per esempio "la sottile linea rossa" di Malcik o "the mission" di Joffe.
L'assenza di qualsiasi cosa quì può dar luogo a qualsiasi opinione da: "La natura se ne sbatte le palle dell'uomo" a "il protagonista decide di morire da innocente come Gesù nonostante prima lo abbiano criticato". Niente è vero perchè il film non dice niente.
Visionare questa pellicola equivale a guardare il vostro frigorifero per 90 minuti. Un frigorifero con un'ottima fotografia si intende.
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(di mcflay)
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(di vanderbosch)
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noia1
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mercoledì 15 ottobre 2014
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non servono le parole. solo sangue e fruscii.
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Un guerriero si libera dalla propria schiavitù iniziando un viaggio senza ritorno.
Un film contro, tra Tarantino, Guy Pearce e i tanti altri nuovi arrivati, tra le varie formule sempre più innovative di presentare sceneggiature al limite del grottesco e sempre più brillanti, arriva Refn con quest’ allucinata sovrapposizioni d’immagini emblematiche. Sembra quasi di essere al cospetto di una serie di fotografie messe in fila più che lo svolgimento di una vera e propria trama, in ogni caso ho paura di proporre la mia recensione dato che quasi tutti quelli che lo hanno visto ritengono sia deludente come film.
Un’allegoria niente affatto elaborata, per quanto si possa invece pensare ad una prima occhiata, l’alienazione dell’uomo attraverso l’esempio della religione e il conseguente rapporto che assume quest’ultimo rispetto alla natura.
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Un guerriero si libera dalla propria schiavitù iniziando un viaggio senza ritorno.
Un film contro, tra Tarantino, Guy Pearce e i tanti altri nuovi arrivati, tra le varie formule sempre più innovative di presentare sceneggiature al limite del grottesco e sempre più brillanti, arriva Refn con quest’ allucinata sovrapposizioni d’immagini emblematiche. Sembra quasi di essere al cospetto di una serie di fotografie messe in fila più che lo svolgimento di una vera e propria trama, in ogni caso ho paura di proporre la mia recensione dato che quasi tutti quelli che lo hanno visto ritengono sia deludente come film.
Un’allegoria niente affatto elaborata, per quanto si possa invece pensare ad una prima occhiata, l’alienazione dell’uomo attraverso l’esempio della religione e il conseguente rapporto che assume quest’ultimo rispetto alla natura. Oneeye, silenzioso ed empatico guerriero pagano (e per questo soggetto ai più oscuri istinti primordiali), viene visto di cattivo occhio dai cristiani ormai distanti dalla propria natura e quindi anche dal guerriero solitario. Emblematico è l’arrivo alla radura, destinazione contraria alle aspettative dei cristiani desiderosi d’arricchirsi dei tesori che la guerra tenutasi presso Gerusalemme contro gl’infedeli avrebbe loro portato. Oneeye porta l’intero gruppo nel bel mezzo di una foresta, posto che il gruppo ormai accecato dalla sete di tesori ritiene l’inferno e la loro guida – Oneeye – è per questo ritenuto il diavolo.
Le rappresentazioni e una domanda posta proprio all’inizio fa capire poi che non si tratta di un semplice percorso, è un vero e proprio viaggio interiore rappresentato come un inno alla natura, non per niente non un solo motivo climatico viene risparmiato, il guerriero poi quasi come un dio, finito il proprio percorso si sacrifica per salvare chi è più puro e non accecato da ciò che non è essenziale come invece fanno tutti gli altri.
Un viaggio straniante, lento e paradossalmente disseminato da scariche di violenza al limite del sopportabile, ci sono tempi lunghissimi dove pare non accada niente e dove invece in ogni attimo succede quasi troppo, bisogna stare attenti però. Tutti muoiono ma solo uno farà della propria morte un motivo di rinascita perché sarà l’unico a non essere distratto da altro che non fosse la pura e semplice attrazione per ciò che è più naturale, la natura stessa.
Mads Mikkelsen perfetto come sempre ma qui addirittura memorabile, quasi fosse un dio, dando così alla propria morte quasi un significato mistico, imponente, sofferto, incorruttibile perché non è avido, non è distratto, non si preoccupa di articolare parole, non servono quando si usa il linguaggio della natura.
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khaleb83
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lunedì 23 maggio 2016
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delirante
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Valhalla Rising è un film assolutamente difficile non solo da comprendere, ma proprio da seguire; io stesso ne sono rimasto deluso a una prima visione. Ho dovuto attendere del tempo per incamerarlo, farlo decantare e poi rivederlo, facendomene un'opinione assolutamente migliore. Non stupisce quindi che molti non l'abbiano compreso, scambiandolo per una vuota esaltazione della violenza.
Il film va seguito con attenzione, senza lasciarsi sfuggire nessuno dei suoi quasi ininterrotti silenzi: paradossalmente questi parlano, raccontando molto di una storia che più che della violenza in sé, parla della lotta. Tra l'uomo e una natura che lo vede come un intruso, e nel triangolo tra religione, superstizione e fede.
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Valhalla Rising è un film assolutamente difficile non solo da comprendere, ma proprio da seguire; io stesso ne sono rimasto deluso a una prima visione. Ho dovuto attendere del tempo per incamerarlo, farlo decantare e poi rivederlo, facendomene un'opinione assolutamente migliore. Non stupisce quindi che molti non l'abbiano compreso, scambiandolo per una vuota esaltazione della violenza.
Il film va seguito con attenzione, senza lasciarsi sfuggire nessuno dei suoi quasi ininterrotti silenzi: paradossalmente questi parlano, raccontando molto di una storia che più che della violenza in sé, parla della lotta. Tra l'uomo e una natura che lo vede come un intruso, e nel triangolo tra religione, superstizione e fede. Un viaggio nella natura umana che atterrisce non perché gratuitamente violento, ma proprio perché la brutalità è assolutamente funzionale alla storia.
Che le scelte di Refn siano solitamente coraggiose non sorprende, ormai lo conosciamo. Certo, la recitazione è un po' il tallone d'Achille del film; un cast non brillante, e con i pochi dialoghi che avrebbero meritato una scrittura molto più elaborata ed epica, perdendo di visceralità per cercare il taglio più semplice. In compenso la fotografia è talmente maestosa da coprire tutto.
Non è sicuramente un film per tutti, men che meno per chi si aspetta una classica "storia di vichinghi". Ciò non toglie che sia un film delirante, difficile ma spettacolare.
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biso 93
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martedì 19 aprile 2016
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selvaggio e mistici
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Valhalla rising e' un film del 2009 diretto dal regista cult Nicolas Winding Refn. Personalmente rispetto molto questo regista, bravissimo con la macchina da presa, capace di esaltare alla perfezione cio' che ci vuole trasmettere; peccato pero' che a volte si perde un po nei suoi simbolismi e nelle sue immagini come nel caso di Only God Forgives. In questa sua precedente opera vi e' la stessa ferocia e lo stesso potente silenzio ma a differenza del suo ultimo flop in cui stonano tantissimo con la trama e l'ambientazione, in Valhalla rising a mio parere il silenzio e la ferocia ci stanno benissimo anzi, sono essenziali per narrare la storia del guerriero muto e pieno d'odio One-Eye, interpretato da un sempre bravissimo Mads Mikkelsen.
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Valhalla rising e' un film del 2009 diretto dal regista cult Nicolas Winding Refn. Personalmente rispetto molto questo regista, bravissimo con la macchina da presa, capace di esaltare alla perfezione cio' che ci vuole trasmettere; peccato pero' che a volte si perde un po nei suoi simbolismi e nelle sue immagini come nel caso di Only God Forgives. In questa sua precedente opera vi e' la stessa ferocia e lo stesso potente silenzio ma a differenza del suo ultimo flop in cui stonano tantissimo con la trama e l'ambientazione, in Valhalla rising a mio parere il silenzio e la ferocia ci stanno benissimo anzi, sono essenziali per narrare la storia del guerriero muto e pieno d'odio One-Eye, interpretato da un sempre bravissimo Mads Mikkelsen. Il simbolismo e il silenzio di questo film sono molto piu' contestualizzati e funzionali al film stesso rispetto al film con Ryan Gosling. Detto questo comunque qualche dialogo in piu' e qualche altra battaglia non avrebbe di certo sminuito la pellicola. Lento e mistico, VR non e' un film per tutti ma se avete visto ed apprezzato film come Aguirre furore di Dio, da cui il film prende ispirazione, almeno in parte, non rimarrete delusi.
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carlo vecchiarelli
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giovedì 5 luglio 2012
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il silenzio è nulla senza controllo
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Qualcuno ricorderà l'esilerante spezzone iniziale di Bleeder, in cui Mads Mikkelsen, vero e proprio attore feticcio del regista, cercava di elencare tutti i grandi registi presenti nella videoteca di cui era commesso... caso vuole che nell'elenco gli sfugga Tarkovskij ed è l'interlocutore a richiamarlo alla memoria, domandando a proposito del grande regista russo. Valhalla Rising conferma i sospetti di una predilezione per un certo tipo di cinema, ma una volta di più evidenzia che non sempre gli intenti combaciano con il raggiungimento dell'obiettivo.
In realtà Refn finisce per essere l'autore di uno dei più pretestuosi film degli ultimi 10 anni, con richiami palesi a opere come Stalker, Aguirre furore di Dio, ma che non riescono a dare sostanza ad un film senza idee.
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Qualcuno ricorderà l'esilerante spezzone iniziale di Bleeder, in cui Mads Mikkelsen, vero e proprio attore feticcio del regista, cercava di elencare tutti i grandi registi presenti nella videoteca di cui era commesso... caso vuole che nell'elenco gli sfugga Tarkovskij ed è l'interlocutore a richiamarlo alla memoria, domandando a proposito del grande regista russo. Valhalla Rising conferma i sospetti di una predilezione per un certo tipo di cinema, ma una volta di più evidenzia che non sempre gli intenti combaciano con il raggiungimento dell'obiettivo.
In realtà Refn finisce per essere l'autore di uno dei più pretestuosi film degli ultimi 10 anni, con richiami palesi a opere come Stalker, Aguirre furore di Dio, ma che non riescono a dare sostanza ad un film senza idee. Se fosse stato presentato come un documentario, forse avrebbe avuto un effetto leggermente migliore, ma non bastano grandi riprese, un ottimo uso del colore e delle ambientazioni a colmare una sceneggiatura per larghi tratti imbarazzante, con l'aggravante del mutismo quasi assoluto dei personaggi: il protagonista principe, one-eye, solitario, sanguinario e invincibile, non pronuncia una sola battuta.
Nonostante il file rouge del racconto filmico sia la violenza e la sopraffazione indiscriminata, la noia prodotta da certe scene è evidente e non regge il confronto, ad esempio, con le atmosfere pur sempre silenziose ma dai significati magici di Gerry di Gus Van Sant; il silenzio e la lentezza delle riprese non sempre sono sinonimo di grande intensità e impatto visivo, e il film ne paga lo scotto in maniera lampante.
Più che un vero film c'è il rischio di confonderlo con una serie tv ad alto budget, con richiami nemmeno tanto sottili con Lost.
Fortunatamente, questo è uno dei rarissimi casi in cui Refn faccia un buco nell'acqua, basti guardare la trilogia di Pusher, Bleeder, fino agli ultimi raffinatissimi Bronson e Drive, dove la violenza non è più il soggetto della narrazione ma il veicolo di un messaggio.
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pessimoelemento
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lunedì 16 giugno 2014
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una delusione
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Di questo sopravvalutato regista avevo visto solo un film, appartenente alla trilogia The Pusher, che mi era piaciuto, anche se non ci avevo visto nulla di speciale. Non so perchè ma mi aspettavo molto da Valhalla Rising, forse perchè l'argomento mi interessava, un film ambientato in un periodo storico affascinante, incentrato su un popolo guerriero, i vichinghi. Mi sembrava che ci fosse sufficiente carne al fuoco per farne un ottimo film. Mi aspettavo che un regista europeo, uno che veniva dal cinema indipendente, potesse cogliere la palla al balzo.
Sono rimasto tremendamente deluso.
Ammetto: in Winding Refn c'è del talento, ma anche tanta presunzione.
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Di questo sopravvalutato regista avevo visto solo un film, appartenente alla trilogia The Pusher, che mi era piaciuto, anche se non ci avevo visto nulla di speciale. Non so perchè ma mi aspettavo molto da Valhalla Rising, forse perchè l'argomento mi interessava, un film ambientato in un periodo storico affascinante, incentrato su un popolo guerriero, i vichinghi. Mi sembrava che ci fosse sufficiente carne al fuoco per farne un ottimo film. Mi aspettavo che un regista europeo, uno che veniva dal cinema indipendente, potesse cogliere la palla al balzo.
Sono rimasto tremendamente deluso.
Ammetto: in Winding Refn c'è del talento, ma anche tanta presunzione. Valhalla Rising è un'opera che trasuda odiose velleità da cosidetto cinema d'autore, un film incomprensibile, che si fa beffe dello spettatore guardandolo dall'alto come a voler dire: se non mi capisci è perchè non hai i mezzi per farlo. E dire che l'inizio non era male e se Refn fosse stato un pò più umile e avesse puntato sulle due caratteristiche sempre vincenti quando si tratta di raccontare una storia, ovvero chiarezza e semplicità, forse avremmo avuto un film e non un gigantesco e sterile atto di masturbazione artistica.
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jordan
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sabato 25 febbraio 2017
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il peggior film mai visto
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Dopo le prime scene di lotta, ho dovuto lottare io per rimanere sveglio e continuare a vedere il film.
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