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Valhalla Rising: una pellicola sui vichinghi che si ispira alla science fiction

Intervista al regista.
di Marlen Vazzoler

Un nuovo Nicolas Winding Refn

venerdì 11 settembre 2009 - Incontri

Un nuovo Nicolas Winding Refn
Dopo Bronson, presentato al Festival di Berlino e distribuito nelle maggiori città europee, torna Nicolas Winding Refn con Valhalla Rising, una pellicola molto diversa dalle opere diretto finora. Ci può raccontare la genesi di questo progetto? Nicolas Winding Refn: Ho sempre voluto fare un film sui vichinghi, non so perché, visto che non sono veramente interessato ai vichinghi. Ma avevo questa idea di un film sci-fi, avevo anche pensato ad un viaggio in America nel periodo in cui è ambientata la pellicola, quasi fosse un viaggio spaziale. Ho contattato Roy Jacobson per parlare di questa storia, una possibile storia vera: negli anni trenta in Iowa è stata trovata una rovina di pietra in un campo di grano ma non si sa come questa pietra di origini vichinghe sia arrivata lì, visto che si sa di sbarchi dei vichinghi in Canada e non fino in America. È stato scoperto che la rovina era in realtà un avviso: i Vichinghi avevano rapinato degli altri vichinghi, quello era il loro territorio. Mi ricorda una storia che mia madre mi aveva raccontato quando ero piccolo, di un padre e un figlio che viaggiano sulla luna e trovano una bara fatta da esseri umani e non riesco a ricordarmi come finisce la storia e così da allora sono rimasto ossessionato dal viaggiare nel mondo dell'ignoto. Di questo ho parlato con Roy con cui ho litigato negli ultimi due anni su come fare un'interessante film sui vichinghi. Com' è stato lavorare per la quarta volta con Refn in Scozia per 11 settimane?
Mads Mikkelsen: Ovviamente questo film è stato molto diverso rispetto alle altre pellicole che abbiamo fatto insieme. Questo personaggio è un pò differente, non è una persona ma un mito, non parla, è qualcosa in cui le persone ripongono le proprie paure, speranze e sogni. Così abbiamo creato un'animale invece di una persona, un approccio diverso e molto difficile nelle tre settimane iniziali, di solito noi attori cerchiamo di esprimere le emozioni che crediamo abbia il personaggio, in questo caso le abbiamo tolte e lo abbiamo fatto neutro.
La Scozia è un posto bellissimo, fantastico per lavorarci, ma anche estremamente difficile. Per raggiungerlo dovevamo guidare per un'ora, poi camminare per un'altra ora con tutta la troupe e le telecamere. Erano delle condizioni estremamente difficili, ma una volta che si cominciava a girare con queste condizioni, puoi trovare qualcosa veramente sorprendente. Se le combatti non riesci a trovare nulla. Lei ha seguito il film durante tutta la lavorazione, un caso insolito nel cinema contemporaneo... Roy Jacobson: Per la maggior parte del tempo ho litigato con Nicolas per trovare la giusta soluzione. Non abbiamo scritto un solo script e seguito dall'inizio, è stato interessante ed intrigante giocare ad essere Dio con questo materiale.

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