Basquiat |
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Un film di Julian Schnabel.
Con David Bowie, Gary Oldman, Dennis Hopper, Jeffrey Wright, Claire Forlani.
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Biografico,
Ratings: Kids+16,
durata 106 min.
- USA 1996.
- UIP - United International Pictures
uscita venerdì 9 maggio 1997.
MYMONETRO
Basquiat
valutazione media:
2,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'insostenibile genio(?) di un pittoredi Francesco2Feedback: 41676 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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giovedì 13 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Scnabel non è un regista. O meglio, è prima di tutto un pittore. Che dipinge ritrattini quasi agiografici, in un cinema pseudoprovocatorio ma appena simpatico ("Miral"), o ritrattoni(?)ingenuamente amati da vari cinefili ("Lo scafandro e la farfalla"). Anche in questo film dipinge. Scene, situazionio, ma forse senza un'idea più consistente del CINEMA. Qualcuno ha colto l'identificazione tra lui ed il personaggio nella spocchiosità con cui propone il tema della pittura. Chi scrive, invece, la coglie nell'andare "Per sottrazione". Si sottrae, in questo film, quando varie scene tra le più riuscite sono quelle in cui scompare il rumore, come anche la folla(Che, in realtà, era soprattutto di ammiratori): e Basquiat viene lasciato solo a dipingere con le mani (Artista), e con la testa(Sognatore). E, soprattutto, sis ente dire che le parole più belle che abbia scritto erano quelle a cui sottreva qualcosa. Ecco, un artista a tutto tondo: persino nelle piccole cose con cui comincia a guadagnare, persino quando si "cimenta" col vestito di Gina. Quando il flm non sottrae, ma aggiunge, allora spesso cade. Con Basquiat che parla di "Merda" di fronte a degli acquirenti, con una bambolina appena comprata che gli cade dalle mani, in quello che forse è il momento più drammatico del film. Ma anche in un'intervista lunga e prolissa (Per chi scrive almeno quanto per lui). C'è, in questo film, una frase molto bella (Ma forse neanche verosimile, tra l'altro) sull'identificazione tra i poveri el'artista. Ma il cinema non è solo questo. E' la capacità di (rac)cogliere dei momenti particolari per una persona, di saperceli raccontare secondo una visione d'insieme, come dice l'antipatico protagonista del "Basta che funzioni"alleniano. Quella visione che, probabilmente, a Schnabel manca, tanto che persino l'innocuo "Miral", presentato come questo a Venezia quattordici anni dopo, rischia di farsi preferire a questo film.
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