Vallanzasca - Gli angeli del male |
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Un film di Michele Placido.
Con Moritz Bleibtreu, Paz Vega, Vito Facciolla, Rocco Capraro, Teresa Acerbis.
continua»
Drammatico,
durata 125 min.
- Italia 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdė 21 gennaio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Vallanzasca - Gli angeli del male
valutazione media:
2,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il fiore del male sboccia e poi si arrendedi Benedetta MatteiFeedback: 209 | altri commenti e recensioni di Benedetta Mattei |
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domenica 23 gennaio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mai sparare per primi; mai alle spalle. Le armi servono per spaventare, non per uccidere. Vallanzasca Renato, nato il 4 maggio 1950 a Milano, ha uno stile ed un codice ben preciso. Bello come un angelo affascina l'opinione pubblica del tempo per il suo modo di fare. I giornali parlano solo di lui, oggi come allora, all'uscita dell'ultimo film di Michele Placido, Vallanzasca - gli angeli del male, presentato alla 67a Mostra del cinema di Venezia ed uscito nella sale italiane il 21 gennaio 2011. Il regista ed attore pugliese traccia il profilo di una figura mitica. Ricrea quel personaggio mediatico che, impertinente e coraggioso, aveva sedotto uomini e donne. Lettere su lettere per il bel René; articoli, ancora articoli; foto, dichiarazioni. Si vogliono immortalare le gesta del “fiore del male”. Un eroe negativo (a volte freddo e razionale, altre passionale e generoso) disposto ad ingerire chiodi ed iniettarsi urine per evadere, ma anche a dichiararsi colpevole, con coraggio ed onestà, per i propri reati e per quelli dei compagni che non l'hanno mai tradito. Un profilo che ben si adatta al protagonista di un gangster movie, ma che, alla fine della pellicola, pur avendo creato una figura mitica e allo stesso tempo terrena, non lascia trapelare l'uomo vero. Alla fine la maschera cade ed il personaggio Vallanzasca si arrende mostrandosi umano, stanco, e forse già vecchio. Un uomo che ha già vissuto e che forse si sente troppo maturo, o semplicemente stufo, per continuare a scappare. La pellicola rispetta i cliché dell'action movie, con inseguimenti e sparatorie, ma mescola anche, in tutta la sua durata, alcuni dettagli fondamentali per capire lo shock che anche i carnefici provano dinnanzi alla morte. La perdita dei propri compagni sotto i propri occhi. Le ossa che si spezzano sotto le ruote di una macchina. Il sangue che fluisce. E poi la confusione concretizzata dalla recitazione di Kim Rossi Stuart (nel ruolo di Vallanzasca) e di Filippo Timi (nel ruolo dell'amico d'infanzia Enzo), oltre che dalle più consuete scelte registiche (macchina da presa tremolante, illuminazione noir, dettagli iper-realistici). Bravi anche Paz Vega, Francesco Scianna, e Valeria Solarino che fanno prendere una forma ed uno spessore ben preciso alle figure che interpretano non lasciandosi schiacciare dal protagonista assoluto. È tutta la banda della Comasina a diventare mitica. Rapine, bella vita; rapine, sangue, carcere; pestaggi, ancora sangue. Il ritmo è incalzante. Il gruppo è unito, ha un leader. Vallanzasca che non si è mai arreso, che è sempre riuscito ad evadere, che sorrideva ai giornalisti lasciando dichiarazioni ad un certo punto si arrende. Ma perché? Ha sempre aderito al personaggio mediatico che si era costruito. Perché ad un certo punto, poco dopo aver urlato la propria gioia di libertà, si scopre tanto stanco di scappare? In un film che è tutto un crescendo di forza ed energia un explicit così sconcerta. Vallanzasca si arrende, seppur con il sorriso sulle labbra, si arrende dimostrandosi umano, ma soprattutto stanco della maschera e del personaggio. Non è certo la conclusione che ci si aspetta in un action movie; e allora è facile pensare che con poco questa pellicola si sarebbe trasformata in molto di più! Forse un occasione sprecata.
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