The Libertine |
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Un film di Laurence Dunmore.
Con Johnny Depp, Samantha Morton, John Malkovich, Rosamund Pike, Tom Hollander.
continua»
Drammatico,
durata 130 min.
- Gran Bretagna 2005.
uscita venerdì 10 febbraio 2006.
MYMONETRO
The Libertine
valutazione media:
2,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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torbido capolavorodi nerofelixFeedback: 0 |
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mercoledì 23 agosto 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I giudizi su questo film vanno dalla totale stroncatura all'esaltazione quasi incondizionata: non conoscono mezze misure. E "io non conosco mezze misure" lo dice anche John Wilmot (un Depp strepitoso, come quasi sempre) in una battuta della sceneggiatura. E se i giudizi corrispondono alla dichiarazione di fede del protagonista della pellicola, suscitando di volta in volta disprezzo ed ammirazione, mi vien da pensare che il film sia perfettamente riuscito. E difatti lo penso. A me è piaciuto davvero molto. Non un solo momento di noia, si va dal disappunto alla pietà con straordinari salti che ad alcuni sono sembrate voragini nella sceneggiatura, che invece a me sembrano studiati espedienti per brutalizzare le coscienze degli spettatori. Alcuni passaggi possono essere dei pugni sullo stomaco per un pubblico educato al film in costume tipo "Orgoglio e pregiudizio" o con il palato assuefatto alla rarefatta eleganza di James Ivory. Qui prevalgono i toni cupi, le nebbie della Londra del XVII secolo invece degli interni assolati delle aristocrazie terriere, niente cottages, solo quinte teatrale illuminate dalla luce incerta delle candele. Qui c'è del marcio, si vede, si sente, quasi ci disgusta... ma ci affascina. Calpestiamo i piedi nel fango, come tutti i personaggi di questo bel film... e capiamo che si tratta allora di una metafora costante del fango che ricopre gli animi umani. Bravissimo Dunmore, fa vibrare e tremolare le inquadrature come la luce dei ceri... e spesso gli angoli dello schermo scompaiono inghiottiti dal buio... come alla fine nel buio scompare anche John Wilmot (Depp), allucinato, mentre rivolgendosi a noi spettatori chiede conferma se ci è piaciuto. E si legge quel tormento negli occhi e nella voce che nega così la catarsi finale cui lo spettatore si era ormai abbandonato nel saperlo convertito e redento. Un finale bellissimo, di grande intensità e di grande efficacia emotiva. Da conservare nelle nostre videoteche.
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