Io vi troverò |
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Un film di Pierre Morel.
Con Liam Neeson, Maggie Grace, Famke Janssen, Xander Berkeley, Katie Cassidy.
continua»
Titolo originale Taken.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 93 min.
- Francia 2008.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 14 agosto 2008.
MYMONETRO
Io vi troverò
valutazione media:
2,76
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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"Io vi troverò": ma che fatica essere padre!!!di Maurizio CrispiFeedback: 0 |
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martedì 19 agosto 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Vi cercherò, vi troverò, vi ammazzerò!". Parrebbero una promessa altisonante e velleitaria le parole indirizzate da un padre agli scellerati rapitori della figlia, nel quadro di un moderno e crudele commercio di schiave gestito dai cattivi di turno. In realtà rappresentano una vera e propria "profezia" che, immancabilmente, si adempirà, poiché a pronunciare le fatidiche parole è uno che sa quel che dice. Si copre, infatti, che il padre della rapita, attualmente in "pensione", ha fatto parte dei servizi segreti USA e ha partecipato in passato ad azioni di commando pericolose e crudele, ma “per una giusta causa”. Dunque sa quel che dice perchè conosce le sue potenzialità offensive: e quelle le metterà in campo proprio tutte, assieme ad una grande sagacia nel seguire le minime tracce lasciate dai rapitori. La trama, a partire dall'enunciazione dell'anatema, è fin troppo scontata ("Hanno preso sua figlia, lui prenderà le loro vite", recita una sintesi "flash" del film, stampigliata sulla locandina della distribuzone italiana). Ma non è questo quello che conta. Regista del film è Pierre Morel, operatore e direttore alla fotografia di Luc Besson, che torna a dirigere un film scritto e prodotto dal maestro francese a quattro anni dal suo esordio nel lungometraggio. Si risente dunque la forte influenza dei topoi narrativi di Besson nei cui film (come “Nikita”, oppure “Il quinto elemento”) quel che conta è il dipanarsi della trama fitta di colpi di scena e densa di uccisioni, di inseguimenti, di salti acrobatici. In Besson, la rappresentazione della violenza non è mai fine a se stessa. Qui, in una serie di sequenze mozzafiato in cui il thriller sconfina nell’action movie (a volte non senza un pizzico d'ironia), i cattivi cadono come mosche, tallonati da un padre infuriato che con lucida determinazione persegue il progetto di ritrovare la figlia perduta. Quale padre non lo farebbe, avendone i mezzi? Non c'è compiacimento nelle scene di violenza: tutte le morti sono elementi necessari - tappe obbligate - nel percorso che il padre compie alla ricerca della figlia perduta. Il lieto fine è assicurato (accompagnato da un grande applauso liberatorio da parte della platea), anche perchè attraverso questa fatigante ricerca un papà riconquista l'affetto della figlia che era un po' “perduta” anche prima del rapimento. Caspita! Che fatica essere padre.... Bravissimo Liam Neeson nel doppio ruolo di padre affettuosissimo e dedito (per quanto respinto, vilipeso ed incompreso) e di killer e torturatore spietato. Chi sa come sarebbe stato questo film con una fine un po' più cattiva...? Ma agli spettatori, il più delle volte, piace il finale consolatorio (con un bel "e vissero tutti felici e contenti" prima della parola fine) in cui l'eroe solitario l'ha vinta contro le bruttezze e la crudeltà del mondo. Così, dopo aver visto il film, si va a casa e si possono dormire sonni tranquilli e senza inquietudine, cullandosi nella consapevolezza che, se nel mondo ci sono i cattivi (e tanti nuovi cattivi emergenti…), c’è qualcuno che può sconfiggerli e dargli la punizione che meritano. Questo plot richiama molto un film analogo di alcuni anni fa (“Commando”, con Arnold Schwartznegger): anche qui un padre, colonnello in ritiro dei Corpi speciali americani parte, lancia in resta per riprendersi la figlia che gli è stata rapita e da solo riesce a sgominare un intero esercito: ma questo film è molto più brutale e rozzo e serve soltanto a mostrare i muscoli di Schwartzy.
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