La damigella d'onore |
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Un film di Claude Chabrol.
Con Benoît Magimel, Aurore Clément, Laura Smet, Suzanne Flon, Bernard Le Coq.
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Titolo originale La demoiselle d'honneur.
Drammatico,
durata 110 min.
- Francia 2004.
uscita venerdì 23 settembre 2005.
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L'amore folledi DarkoFeedback: 0 |
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lunedì 26 settembre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il finale ricorda già quello dell' "Amico di famiglia" in cui Stephane Audran e Michel Piccoli uscendo dalla casa mano nella mano dopo aver ucciso il marito, vengono arrestati... L'ingenuità, la purezza, il mistero, la malvagità insensata di Senta che però in realtà si chiama Stephanie, ricordano anche se a toni smorzati la folle strega borghese di "Grazie per la cioccolata", Jeanne, interpetata dalla grandissima Isabelle Huppert, musa abituale di Chabrol e luce di parecchi suoi film. Questo film è il 62esimo film diretto dall'ormai consolidato maestro del "thriller" alla francese, di stampo leggermente hitchcockiano, Claude Chabrol. Ma ormai Chabrol non ha bisogno di nascondersi dietro a nessun nome, perchè rassomiglia sempre più a se stesso ed è impeccabile in ogni cosa che è diventata sua per antonomasia. Niente è fuori posto: il dialogo colto e sarcastico e mai fasullo, l'intreccio che scuote il pubblico fino alla fine con mille trucchi, digressioni e inganni, sorprese, la scena è perfetta e, nonostante questo film si basi sugli sviluppi tragici che ci possono essere in un amour fou piuttosto scontato, anche ne LA DAMIGELLA D'ONORE lo scontro fra due mondi, la lotta di classe (una volta x tutte segnaliamo La ceremonie, titolo italiano IL BUIO NELLA MENTE) emergono con una certa prepotenza e stavolta anche con un certo sapore di schifo e ripugnanza... La piccola e l'alta borghesia, se non addirittura fra la seconda e chi stenta ad arrivare a fine mese :" la madre e la figlia che chiedono in prestito 100 ormai miseri euro al figlio che lavora per mantenere tutti tranne se stesso". Tutto è un instabile rapporto fra ragione e passione, razionalità e disordine. Siamo travolti immancabilmente da un vortice di orrore tangibile e quasi commovente e stavolta Chabrol decide di colpire non solo con la storia, le parole, i fatti ma anche visivamente (vedi scena del cadavere putrefatto nell'armadio e gli interni cupi e squallidi dello splendido palazzo decadente in cui vive Senta). Si esce dalla sala in silenzio, coscienti della grandezza di Chabrol, che quasi mai ha avuto cadute di stile e questo di certo non è un film che fa parte di quelle rare occasioni di scarsezza di contenuti e ispirazione. Non do il voto massimo a causa di quella insensata apparizione di Susan Flon, la vecchia con il bagno guasto, e perchè non mi ha convinto la proiezione nella sala dove sono accorso non appena è uscito (hanno messo un "intervallo forzato" dopo neanche 40 minuti di film)
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