Saint Omer

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Un film di Alice Diop. Con Kayije Kagame, Guslagie Malanga, Valérie Dréville, Aurelia Petit.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 122 min. - Francia 2022. - Medusa uscita mercoledì 7 dicembre 2022. MYMONETRO Saint Omer * * * - - valutazione media: 3,44 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Le lacrime del male Valutazione 3 stelle su cinque

di Crispino Seidenari


Feedback: 614 | altri commenti e recensioni di Crispino Seidenari
lunedì 26 dicembre 2022

Saint Omer vibra di un fascino sinistro, un’energia oscura che risiede nei recessi bui dell’animo umano, nei meandri imperscrutabili dove dimorano gli embrioni del male che, fecondati dal dolore e dalle ingiustizie subite, possono innescare la gestazione di mostri capaci di trasformare il male ricevuto in male da infliggere al mondo. Il film mette lo spettatore nella stessa posizione di un giudice che deve elaborare il suo verdetto su una donna, Lawrence, accusata di aver ucciso la figlia di pochi mesi, ponendolo solo dinanzi alle deposizioni processuali. Non ha nessun vantaggio rispetto alle figure della narrazione, non è un privilegiato, non c’è nessuna interpretazione della tragedia e potrà intuire le ragioni di un atto così incomprensibile, solo attraverso le dichiarazioni dei testimoni e della donna incriminata.
Dal punto di vista legale, si tratta di un caso molto chiaro e lineare. L’imputata non nega neppure di essere l’autrice dell’infanticidio della figlia, ma si dichiara al tempo stesso innocente, considerando il gesto come l’unica opportunità di riscatto da una situazione divenuta per lei insostenibile. Siamo dinanzi ad una donna intelligente, colta, di colore, in cui non si riesce a scorgere nessuna traccia di abiezione, nessuna connotazione di malvagità. Ciò che lentamente affiora, durante il processo, è un senso vertiginoso di solitudine, di abbandono, e chi assiste al suo svolgimento non può non sentirsi lacerato da una profonda antinomia: da un lato la drammatica necessità di sanzionare il delitto secondo le norme etiche che disciplinano la vita di una comunità, dall’altro, un sentimento sconfinato di pietà verso uno spirito sofferente, tormentato da un senso di esclusione, da un dolore, da cui l’inesorabile condanna non potrà certo redimere.
Un crimine così spietato suscita l’inevitabile idea di un’autentica barbarie, un gesto primitivo, orribile e raccapricciante che ci spinge però ad una significativa riflessione. Sebbene tutti noi possiamo ritenerci persone istruite, colte e di buon senso, nel momento in cui siamo feriti nella nostra dimensione emotiva, tutte le nostre certezze, i nostri punti di riferimento, sono messi in discussione lasciandoci in balia di atteggiamenti deleteri e comportamenti imprevedibili.
Le reazioni di una donna (come di un uomo) dinanzi al tradimento o al rifiuto possono essere le più disparate. Alcune si lasciano fagocitare e annichilire dalla disperazione, altre invece, come Medea, tradita e abbandonata da Giasone, reagiscono in maniera spropositata e abnorme. Tutti noi possiamo avvertire delle emozioni molto forti, simili a quelle di Medea, ma nella maggior parte dei casi non sono tradotte in azioni concrete. Il bisogno di distruggere e annientare le cause del nostro dolore è più che comprensibile, ma per fortuna, il più delle volte rimane una fantasia, un bisogno inespresso. Ma quando si è ciecamente posseduti da sentimenti ossessivi, viscerali, allora è anche possibile giungere al compimento di gesti criminali.
L’immagine del presidente della corte che proclama la colpevolezza della donna, mostra quanto possa essere penoso per un giudice decretare il verdetto che sancisce la condanna di un imputato. Questo film ha il pregio, come solo la letteratura sa fare, di strapparci al moto irriflessivo delle incombenze quotidiane, per trasportarci in una dimensione più spirituale e trasgressiva, che ci rende consapevoli di come possa essere difficile giudicare un “mostro”, insinuando il dubbio che anche noi, come tutte le creature che amano, sognano e desiderano, senza essere a loro volta sognate, amate e desiderate, potremmo trasformarci in mostri.

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