antonio montefalcone
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sabato 8 giugno 2013
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il legame familiare è reale, il film è sottotono!
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Con un progetto ideato e voluto da Will Smith, l’attore ritorna al film di fantascienza e di nuovo in compagnia del figlio. La pellicola, vedendo coinvolti anche altri componenti della sua famiglia, come la moglie in veste di produttrice, parla dunque di sentimenti e legami familiari non soltanto sul set ma anche nella storia che racconta. Anche Shyamalan, qui in veste di regista e stavolta su commissione, torna di nuovo a trattare un plot che ha come fulcro lotte per la sopravvivenza e percorsi interiori.
“After Earth” ha in sé delle potenzialità, però convince poco e coinvolge ancor meno. L’opera è un’allegoria sul superamento della paura. La lotta per la sopravvivenza dei suoi due protagonisti sarà l’esperienza formativa per crescere e maturare, l’utile banco di prova per sperimentare se stessi e superare limiti e paure, la preziosa opportunità per ritrovare riconciliazione e fiducia verso se stessi e chi ci ama.
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Con un progetto ideato e voluto da Will Smith, l’attore ritorna al film di fantascienza e di nuovo in compagnia del figlio. La pellicola, vedendo coinvolti anche altri componenti della sua famiglia, come la moglie in veste di produttrice, parla dunque di sentimenti e legami familiari non soltanto sul set ma anche nella storia che racconta. Anche Shyamalan, qui in veste di regista e stavolta su commissione, torna di nuovo a trattare un plot che ha come fulcro lotte per la sopravvivenza e percorsi interiori.
“After Earth” ha in sé delle potenzialità, però convince poco e coinvolge ancor meno. L’opera è un’allegoria sul superamento della paura. La lotta per la sopravvivenza dei suoi due protagonisti sarà l’esperienza formativa per crescere e maturare, l’utile banco di prova per sperimentare se stessi e superare limiti e paure, la preziosa opportunità per ritrovare riconciliazione e fiducia verso se stessi e chi ci ama. Purtroppo il tutto è sviluppato in maniera piatta e prevedibile. Il film si trascina tra ritmi blandi, effetti digitali elementari, uno sviluppo dei personaggi scontato e insoddisfacente, dialoghi artefatti, uno script schematico e superficiale, scene d’azione con poca inventiva. Il messaggio ecologista di fondo (l’uomo emigrato dalla Terra perché rovinata da lui e invivibile) è solo accennato e non certo originale. Il tema secondo cui «“Il pericolo è reale, la paura è una scelta”» è discutibile e trattato in modo semplicistico. Jaden Smith è approssimativo nella recitazione. Will Smith troppo misurato e controllato.
“After Earth” d’altro canto ha anche qualche pregio, qualcosa che si può certamente apprezzare. Come ad esempio la visione di certi paesaggi suggestivi e di stupendi campi lunghi (il film è girato in HD 4K con la stessa camera usata per “Oblivion”). Le scenografie hanno un attraente sapore soft, le architetture sottendono un'umanità che utilizza eco-costruzioni in armonia con un’ambiente da rispettare e da non distruggere più. Anche l'astronave è affascinante, creata com’è con materiali di recupero. Ancora in linea con questo stile volutamente semplice e retrò, è la scelta delle armi (sciabole a lame retrattili) e le tute che cambiano colore in base alla situazione e all'ambiente. Gli scenari naturali poi, al contempo affascinanti e inquietanti, evocano il terrore per i pericoli che possono nascondersi nell’oscurità, ma anche la meraviglia per la maestosità dei luoghi. La buona regia, insieme all’efficace fotografia, ben immerse nelle pieghe della narrazione ridondante e nell’ostile Terra futuristica, riescono infine a creare una tensione (anche se non con la stessa intensità ottenuta ne “Il sesto senso”) continuamente suggestionata dal pericolo naturale, e fermandosi spesso sul primo piano dei due attori, rendono loro fragili prede delle continue minacce fuori campo. Insomma, il film è tutto in questo taglio minimalista (voluto ma privato però della convinzione nel dargli il giusto rilievo) e in una certa realizzazione discontinua. Un’opera diseguale e imperfetta, che purtroppo vede accentuare più i suoi difetti che i suoi pregi, malgrado i buoni intenti e l’impegno dei suoi realizzatori. Quindi, se si è spettatori che non pretendono molto dalla visione di un film, ci si può ben accontentare di questo (in sé quasi ludico) spettacolo d’intrattenimento; altrimenti se si è spettatori esigenti che vogliono emozionarsi e riflettere veramente davanti ad un’ottima pellicola di fantascienza, è meglio lasciar perdere…
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[+] non è un film!!!!
(di zoppokid)
[ - ] non è un film!!!!
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muttley72
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sabato 8 giugno 2013
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film bruttino, molto meglio "oblivion"
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Il film parte con una premessa: alcuni alieni (.....che nel film non si vedono mai) hanno attaccato l'umanità (trasferitasi dalla Terra distrutta dall'inquinamento ad un altro pianeta già da secoli) con dei mostri che, essendo ciechi, attaccano seguendo l'odore provocato dalla paura umana (...lo sentono come i cani). Contemporaneamente i "Rangers" (una sorta di corpo militare) combatte i mostri ed alcuni militari (detti "fantasmi") sono in grado di essere invisibili al fiuto dei mostri eliminando "a monte" qualsiasi paura (ed il relativo odore). Per uccidere i mostri gli "invisibili" usano con una "arma da taglio" tecnologica (una specie di lancia che cambia forma).
Un ragazzo (l'attore nella realtà è il figlio di W.
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Il film parte con una premessa: alcuni alieni (.....che nel film non si vedono mai) hanno attaccato l'umanità (trasferitasi dalla Terra distrutta dall'inquinamento ad un altro pianeta già da secoli) con dei mostri che, essendo ciechi, attaccano seguendo l'odore provocato dalla paura umana (...lo sentono come i cani). Contemporaneamente i "Rangers" (una sorta di corpo militare) combatte i mostri ed alcuni militari (detti "fantasmi") sono in grado di essere invisibili al fiuto dei mostri eliminando "a monte" qualsiasi paura (ed il relativo odore). Per uccidere i mostri gli "invisibili" usano con una "arma da taglio" tecnologica (una specie di lancia che cambia forma).
Un ragazzo (l'attore nella realtà è il figlio di W. Smith) è bocciato alla prova finale per entrare nei Rangers e deluso, accompagna il padre (generale dei Rangers e "invisibile") nella sua ultima missione (prima della pensione).
L'astronave militare, durante il viaggio, è colpita da asteroidi e si schianta sulla Terra (ormai disabitata dall'uomo e piena di animali pericolosi): nello schianto sopravvivono solo padre figlio e uno dei mostri alieni (che l'astronave tasportava nella stiva per l'addestramento dei Rangers). Il padre rimane ferito nell'impatto, quindi sarà il figlio (costantemente guidato via radio del padre) a dover recuperare l'apparecchio per chiedere i soccorsi: il pezzo è rimasto nella coda dell'astronave che, staccatasi nel rientro in atmosfera, è distante dal relitto circa 100 km.
Il film quindi ha la sua "parte centrale" nella missione di recupero (nella Terra ormai selvaggia) ad opera del "team" padre-figlio.
Purtroppo, a mio avviso, la sceneggiatura di "After Earth" è assai debole, la storia "povera" e piena di "dettagli" poco credibili (es. una civilità tecnologicam. avanzata che usa "armi bianche" anzichè laser o armi evolute e l'astronave fatta di stoffa-tela, per essere originali a tutti i costi.....) ed il film risulta inoltre assai poco divertente (pochi colpi di scena, pochi incontri con gli animali terrestri) e nulla di meraviglioso riguardo ai paesaggi naturali "vituali".
Il film "punta" tutto sul rapporto padre-figlio (cioè la solita storia del padre che aiuta il figlio "a maturare"), ma lo affronta con una banalità allucinante. Come film di fantascienza quindi non è per nulla bello...malgrado non sia certo una produzione economica.
Molto neglio il recente "Oblivion" di Tom Cruise, che è un ottimo film di fantaceienza (storia e sceneggiatura assai migliori) e assai più divertente di questo costoso "polpettone"....
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[+] film deludentissimo: shyamalan, non mi freghi piu'
(di francesco ionadi)
[ - ] film deludentissimo: shyamalan, non mi freghi piu'
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owlofminerva
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giovedì 20 giugno 2013
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rito di iniziazione per il piccolo smith
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Dopo l’età della terra, divenuta inabitabile, la razza umana sfugge all’estinzione trasferendosi su Nova Prime contesa con alieni che si servono di terribili predatori, gli ursa che, fiutando i feromoni della paura, sbranano gli umani, li infilzano ai pali per innescare un circolo vizioso che li pone al vertice della catena. Si susseguono in serie: una missione esplorativa per recuperare il rapporto padre figlio, ridotto a un Sì Signore!, una tempesta di asteroidi, e un atterraggio fortunato. Sarà proprio la terra contaminata, in quarantena, il banco di prova del piccolo Smith, cadetto, aspirante ranger, quell’unica classe in grado di distruggere gli ursa, perché immune alla paura.
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Dopo l’età della terra, divenuta inabitabile, la razza umana sfugge all’estinzione trasferendosi su Nova Prime contesa con alieni che si servono di terribili predatori, gli ursa che, fiutando i feromoni della paura, sbranano gli umani, li infilzano ai pali per innescare un circolo vizioso che li pone al vertice della catena. Si susseguono in serie: una missione esplorativa per recuperare il rapporto padre figlio, ridotto a un Sì Signore!, una tempesta di asteroidi, e un atterraggio fortunato. Sarà proprio la terra contaminata, in quarantena, il banco di prova del piccolo Smith, cadetto, aspirante ranger, quell’unica classe in grado di distruggere gli ursa, perché immune alla paura. Il viaggio sulla terra sarà un rito di iniziazione per conquistare il padre, per riscattare una perdita con una vita, dovrà percorrere 150 km per raggiungere l’altra ala della navicella e lanciare l’allarme per i soccorsi. Ma la forza di gravità ne aumenta il peso, l’aria è irrespirabile, le temperature di notte troppo basse per sopravvivere, nuove forme di vita si sono sviluppate, in più in giro ce un’ursa affamato, sfuggito proprio alla navicella dei nemici, un’ursa che sarebbe dovuto servire per l’ addestramento; ma lui il piccolo Smith, non ha superato l’esame, è bravo con gli scritti, eccelle in quelle prove ma non sul campo, non è pronto, eppure vuole a tutti costi superare i suoi limiti, rallentare i battiti del cuore, fermarsi quando il pericolo è passato, gamba a terra.
Relegato a fare da navigatore da un’infermità tra i resti della navicella, il vecchio Smith, sergente valoroso e invisibile agli ursa sarà gli occhi del figlio, la mente e la guida: la paura è irrazionale, è follia perché proietta qualcosa che non esiste, non è accaduto ma si teme accada. Curioso vedere Smith fermo per tutto il tempo a dare indicazioni e aspettare inerte di essere salvato da un marmocchio ribelle ed infine eroe. Tratto patriottico, sarà l’aquila, simbolo della nazione a salvare dalla glaciazione notturna il cadetto, proteggendolo col suo manto di piume.
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gianleo67
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lunedì 11 novembre 2013
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m. night shyamalan dagli spettri alla spettralità
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Diventata invivibile a causa di un cataclisma ecologico, l'umanità abbandona la Terra per trasbordare su di un nuovo mondo abitato da forze aliene ostili che gli scatenano contro la furia di mostruose e letali creature cieche dette 'Ursa', in grado di 'annusare' le emissioni feromoniche umane generate dalla paura. Un generale del corpo militare umano invisibile ai mostri alieni, è in viaggio con il figlio verso una destinazione di addestramento quando una tempesta meteorica li fa precipitare sul pianeta Terra ormai regredito ad un'era neomesozoica di foreste lussureggianti e specie animali ostili. Qui il giovane cadetto dovrà compiere un lungo e periglioso viaggio silvano per salvare il padre ferito e se stesso, recuperando un radiofaro e dimostrando di avere la tempra del vero combattente.
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Diventata invivibile a causa di un cataclisma ecologico, l'umanità abbandona la Terra per trasbordare su di un nuovo mondo abitato da forze aliene ostili che gli scatenano contro la furia di mostruose e letali creature cieche dette 'Ursa', in grado di 'annusare' le emissioni feromoniche umane generate dalla paura. Un generale del corpo militare umano invisibile ai mostri alieni, è in viaggio con il figlio verso una destinazione di addestramento quando una tempesta meteorica li fa precipitare sul pianeta Terra ormai regredito ad un'era neomesozoica di foreste lussureggianti e specie animali ostili. Qui il giovane cadetto dovrà compiere un lungo e periglioso viaggio silvano per salvare il padre ferito e se stesso, recuperando un radiofaro e dimostrando di avere la tempra del vero combattente.
Partendo dall'epica introduzione di una nuova frontiera (l'ennesima?) del genere umano nella sua affermazione come insuperato predatore su scala extraterrestre e qui costretto a giocare una decisiva partita individuale 'in casa', il regista indiano M. Night Shyamalan, già prolifico affabulatore di ancestrali paure a sfondo ecologico, si cimenta in una personale e risciuta declinazione della fantascienza d'avventura che se da un lato reimpasta gli stilemi e le tematiche care al cinema americano di genere (da Dune a Il Pianeta delle scimmie, da Starship trhoopers ad Alien) dall'altro riesce ad imprimervi le adrenaliche accelerazioni di un cinema mainstream che precipita vertiginosamente verso una prevedibile quanto spettacolare resa dei conti finale.
Operazione senza pretese sul versante concettuale (come invece tutte le precedenti opere del regista) si espone decisamente di più su quello del puro intrattenimento riuscendo a calibrare con studiato mestiere le sottigliezze di una studiata sceneggiatura (di cui è co-autore) tra la sottotrama del dramma familiare e del racconto di formazione e l'ampio respiro di una epica battaglia per la sopravvivenza in un mondo ormai ostile, sullo sfondo di una folgorante potenza scenografica frutto (almeno in parte) della meravigliose 'arti e progressive' della post produzione. Giocato sulle ambivalenze semantiche tra inner space (il controllo della paura) e outer space (il controllo della natura) innesca una vorticosa linearità narrativa che consuma freneticamente gli scarsi 100 minuti del racconto facendosi perfino perdonare la solita boria dell'eroica yankee (qui ranger spaziali), un certo buonismo zoologico (la balena bianca sterminata e l'aquila salvatrice) e le solite inverosimiglianze da film catastrofico (gli unici sopravvissuti del naufragio spaziale sono parenti! Di più:sono padre e figlio! Di più: sono padre e figlio sul serio!) .Padre e figlio ancora insieme dopo 'La ricerca della felicità' del Muccino intrasferta d'oltreoceano. Quando si dice cinema formato famiglia.
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angelo bottiroli - giornalista
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domenica 23 giugno 2013
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colonna sonora eccezionale, trama debole
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“Il pericolo è reale ma la paura è una scelta” su questa frase si basa il film del regista indiano Manoj Night Shyamalan un regista atipico, autore di film molto particolari che non hanno riscosso grande successo di pubblico, ma la cui abilità e maestria è fuori discussione perché si tratta di film “unici” come L’ultimo dominatore dell’aria, E venne il giorno, Lady in the water, The Village, Signs, Il Sesto senso e molti altri.
I protagonisti di “After Earth” sono Will Smith e il figlio adolescente Jaden.
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“Il pericolo è reale ma la paura è una scelta” su questa frase si basa il film del regista indiano Manoj Night Shyamalan un regista atipico, autore di film molto particolari che non hanno riscosso grande successo di pubblico, ma la cui abilità e maestria è fuori discussione perché si tratta di film “unici” come L’ultimo dominatore dell’aria, E venne il giorno, Lady in the water, The Village, Signs, Il Sesto senso e molti altri.
I protagonisti di “After Earth” sono Will Smith e il figlio adolescente Jaden. La sceneggiatura del film è stata scritta dal papà, a quanto pare, proprio per esaltare il figlio che vorrebbe collocare nel firmamento di Hollywood. Un film fatto apposta e su misura per il giovane Jarden e proprio per questo molti critici cinematografici più affermati del sottoscritto hanno stroncato la recitazione del ragazzo.
Francamente, avendo visto il film doppiato, non sappiamo giudicare se la voce e il pathos fossero all’altezza, ma per il resto Jaden a mio avviso ha recitato molto bene: ottima la mimica facciale che esprime tutta la paura di un ragazzo buttato allo sbaraglio in un mondo che non conosce e pieno di pericoli.
La cosa più bella del film però è la colonna sonora: eccezionale, con musiche maestose ed in crescendo, così come molto belle sono le scene con immagini su paesaggi incontaminati, splendide cascate, tramonti, persino la neve. Un trionfo della natura sull’uomo, in un film basato esclusivamente sulla recitazione di padre e figlio che occupano incessantemente la scena.
Qualche mio collega ha criticato la parte di Will Smith, troppo statica basata solo sull’espressività che non è adatta a lui: non concordo.Ognuno nei rispettivi ruoli, padre e figlio hanno dato vita ad un’ottima interpretazione.
Semmai è la trama che è piuttosto deboluccia, arruffata e con molte incongruenze: non viene spiegato bene perché gli uomini abbiamo abbandonato la bellissima Terra per andare a vivere in un mondo inospitale come quello che si vede all’inizio con palazzi in mezzo a montagne rocciose e deserto e perché all’improvviso il cambiamento climatico tra giorno e notte, sulla Terra è così brusco da passare da 30 gradi del giorno meno 25 (se non di più) durante la notte. Poi altre incongruenze come il mostro del film che è cieco e annusa la paura, e si muove di conseguenza e la scena della gigantesca aquila che non vi diciamo come finisce per non rovinarsi quel poco pathos che il film contiene. Niente vista, tatto, udito, olfatto: se tu non hai paura, sei assolutamente, completamente invisibile e gli puoi anche ballare di fianco.
La trama insomma non regge ed è basata tutto sulla farse iniziale. Siamo di fronte ad un film di fantascienza basato sulla paura umana e costruito di conseguenza.
Comunque, trama a parte, le qualità di questo film, checché ne dicano molti critici più affermati sono di gran lunga superiori agli aspetti negativi (che poi si riassumo quasi esclusivamente nella trama) per cui suggeriamo di andarlo a vedere. Sono soldi ben spesi. Cento minuti tutt’altro che buttati via.
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parieaa
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giovedì 13 marzo 2014
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povero will
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Ormai è certo che jaden smith non è capace di recitare e che karate Kid fu un fortuito caso. Quello che è ancora da capire è quanto papà Will sarà disposto a mettere a rischio la propria di carriera in nome dell'amore del figlio. Per carità in questo non ci sarebbe nulla di male in sè, però rimango un po' scocciato perchè Will Smith mi garba tutt'ora molto come attore. Parlando del film, non si salva praticamente nulla...il cast sembra a viole, la storia è raffazzonata e ben poco credibile( con scene assurde:foreste pluviale che congelano ogni notte per ritornare rigogliose il giorno dopo,reazioni anafilattiche che durano ore, aquile enormi spuntate da non si sa dove.
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Ormai è certo che jaden smith non è capace di recitare e che karate Kid fu un fortuito caso. Quello che è ancora da capire è quanto papà Will sarà disposto a mettere a rischio la propria di carriera in nome dell'amore del figlio. Per carità in questo non ci sarebbe nulla di male in sè, però rimango un po' scocciato perchè Will Smith mi garba tutt'ora molto come attore. Parlando del film, non si salva praticamente nulla...il cast sembra a viole, la storia è raffazzonata e ben poco credibile( con scene assurde:foreste pluviale che congelano ogni notte per ritornare rigogliose il giorno dopo,reazioni anafilattiche che durano ore, aquile enormi spuntate da non si sa dove...) i costumi sembrano degli anni 70, così come le scenografia, persino gli effeti speciali sembrano poco curati (la lotta finale con l'alieno non è il massimo). La regia non ha nulla del signor Night, che in teoria è un regista che ha un ben riconoscibile stile (che poi questo stile piaccia o no è un altro discorso), quasi che non avesse avuto nessun potere decisionale, e che avessero deciso tutto gli Smith, servendosi di fatto solo del suo nome associato comunque a belli e riusciti film. Il tutto tenuto insieme da un ritmo e da un copione entrambi molto lenti. Un minimo di presa di coscienza da Smith Jr non sarebbe una brutta cosa...Detto questo, rumour sempre più reali parlano di un secondo capitolo in arrivo....spettrale.
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peer gynt
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domenica 11 ottobre 2015
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un moccioso che aspira a fare l'eroe
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Film assolutamente mediocre e non riuscito, e su questo non c'è dubbio (quasi tutte le recensioni, di critica e pubblico, esprimono concordemente questo parere). La domanda è: perché non funziona? Una prima risposta è che si tratta del lavoro di un potente attore hollywoodiano che, credendosi un narratore, ha assoldato un regista capace per filmare un proprio progetto, non è un lavoro di Shyamalan: Will Smith ci ha messo la storia, la tematica familiare che gli è cara, il figlio quasi inespressivo. Manca totalmente la complessità delle riflessioni cui Shyamalan ci ha abituato sulla paura (che pure è la protagonista indiscussa di questa storia di formazione), c'è invece il tema di quanto sia difficile per un padre avviare il figlio verso una maturazione ricca e consapevole, tema però affrontato troppo semplicisticamente.
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Film assolutamente mediocre e non riuscito, e su questo non c'è dubbio (quasi tutte le recensioni, di critica e pubblico, esprimono concordemente questo parere). La domanda è: perché non funziona? Una prima risposta è che si tratta del lavoro di un potente attore hollywoodiano che, credendosi un narratore, ha assoldato un regista capace per filmare un proprio progetto, non è un lavoro di Shyamalan: Will Smith ci ha messo la storia, la tematica familiare che gli è cara, il figlio quasi inespressivo. Manca totalmente la complessità delle riflessioni cui Shyamalan ci ha abituato sulla paura (che pure è la protagonista indiscussa di questa storia di formazione), c'è invece il tema di quanto sia difficile per un padre avviare il figlio verso una maturazione ricca e consapevole, tema però affrontato troppo semplicisticamente. Una seconda risposta è che manca totalmente l'identificazione dello spettatore con il ragazzo (che già di suo è una cattiva commistione fra un fastidioso moccioso e un giovane eroe) che deve affrontare un viaggio pericoloso per salvare se stesso e il padre. In una Terra abbandonata dall'uomo che sembra più la giungla di Tarzan che un luogo del cinema di fantascienza, il nostro piccolo eroe corre nel verde lussureggiante, svolazza a ridosso di immani cascate, combatte con feroci tigri e leoni, e mentre sta morendo di freddo si vede improvvisamente salvato da un provvidenziale adiuvante (un'aquila gigantesca), ma tutto questo senza che lo spettatore senta mai alcun coinvolgimento o interesse per le sorti del personaggio, il cui inevitabile arrivo alla mèta in tempo per salvare tutti è già scritto in ogni scena che compone il suo noioso viaggio verso la salvezza. Ci si dilunga su inutili accessori (la tuta che cambia colore, le fiale di fluido ossigenante, la spada multilama) senza capire che senza un protagonista carismatico (e Jaden Smith non lo è affatto, con quell'espressione da ragazzino viziato che sembra sempre in odore di piagnisteo) un film come questo non va da nessuna parte. Se Will Smith avesse avuto il coraggio di dare la parte del ragazzo ad un vero attore accattivante e simpatico e di far scrivere la storia ad un vero professionista ne sarebbe venuto fuori tutto un altro film. Ma Will Smith deve lanciare il figlio nel cinema, e questo film è quello che è.
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cuzzo91
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mercoledì 19 giugno 2013
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deludente banalità
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Premetto che non sono un fan di Shyamalan, l'unico suo film veramente ottimo ritengo sia il sesto senso, il resto con la sola eccezione di The Village, l'ho sempre trovato pretenzioso seppur modesto,e anche in questo caso non fa eccezione. La trama è semplice ma potrebbe dare numerosissimi spunti, navetta che si schianta sulla Terra ormai tornata selvaggia e con forme di vita completamente nuove e liberazione di un mostro alieno in grado di percepire la paura degli uomini che riesce a liberarsi nell'impatto dalla gabbia di contenimento per scorrazzare sul nuovo pianeta. Al centro della storia stanno i due Smith, Will sempre statico e piatto, in un ruolo in cui l'espressività è tutto visto che è impossibilitato a muoversi, non riesce mai a trasmettere alcuna emozione, nonostante il figlio sia realmente suo figlio.
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Premetto che non sono un fan di Shyamalan, l'unico suo film veramente ottimo ritengo sia il sesto senso, il resto con la sola eccezione di The Village, l'ho sempre trovato pretenzioso seppur modesto,e anche in questo caso non fa eccezione. La trama è semplice ma potrebbe dare numerosissimi spunti, navetta che si schianta sulla Terra ormai tornata selvaggia e con forme di vita completamente nuove e liberazione di un mostro alieno in grado di percepire la paura degli uomini che riesce a liberarsi nell'impatto dalla gabbia di contenimento per scorrazzare sul nuovo pianeta. Al centro della storia stanno i due Smith, Will sempre statico e piatto, in un ruolo in cui l'espressività è tutto visto che è impossibilitato a muoversi, non riesce mai a trasmettere alcuna emozione, nonostante il figlio sia realmente suo figlio. Insomma mi aspettavo tutt'altra prova (guardasi La ricerca della felicità, in cui la coppia funziona alla grande). Will si mette al servizio del figlio, gli lascia lo spazio e il centro della scena e si defila per permettere al ragazzo 15enne di emergere, Jaden ci prova, ma arranca, sia a causa della sua unica espressione tipo l'agente Smith di Matrix (tanto per stare sugli Smith), sia a causa dei dialoghi banali e ridicoli. Il film nonostante sia centrato sulla paura non riesce mai ad approfondire l'animo e le emozioni dei personaggi, restando superficiale, della serie "uhh che paura" e Will: " no la paura non è reale, il pericolo si, ma la scelta di aver paura è solo tua", insomma non ci siamo. Emblematico è il monologo di WIll sulla prima volta che è diventato invisibile scappando dall'Ursa (l'alieno mostruoso) immotivatamente caricato di un pathos che non meritava. Il film si può riassumere poi nella necessità di Jaden di passare dal punto A al punto B, affrontando una manciata di animaletti troppo cresciuti, e una volta arrivato affrontare il boss finale. Il film procede così come un fiume tranquillo nel proprio letto, protetto da argini artificiali così che non strabordi, nessun colpo di scena, nessuna scelta inaspettata, tutto prevedibile, e la paura come tema centrale del film evidentemente non ha pagato il biglietto, perchè nessuno si è accorto della sua presenza. Ottima invece la fotografia che rende l'ambiente molto credibile, però appunto poteva essere sfruttato molto meglio, già gli incontri con gli animali sono pochi, rari e veloci, e poi tutti rapidamente liquidati. I dialoghi pessimi, l'approfondimento rapporto padre-figlio non esiste coi due protagonisti che sembrano più delle sfingi, tant'è che mi sono chiesto in sala se Will Smith fosse pagato a frasi, così da abbassare il compenso... e in più anche una ricerca di redenzione del figlio che si ritiene colpevole della morte della sorella per mano dell'alieno avvenuto anni prima, anche qui tirato per le lunghe ma incapace di toccare alcuna corda nello spettatore. Il finale poi di uno scontato degno dei migliori film sul Natale, con la solita bella battutina (bella si fa per dire) che chiude l'abbraccio padre figlio. Quindi che dire, non ci siamo proprio, un blockbuster di dubbia qualità, che tutto sommato intrattiene ma niente di più. Banale, scontato e deludente.
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[+] bombeerrr
(di boccia)
[ - ] bombeerrr
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fabgan
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domenica 6 ottobre 2013
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fil piacevole da guardare, ma nulla di più...
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Visto l'attore Will Smith, uno fra i miei preferiti, una grande stella del cinema di hollywood, e anche la presenza del figlio Jaden Smith, credevo di trovarmi di fronte a questo titolo non dico ad un capolavoro ma almeno qualcosa di accettabile, che lasciasse il segno.
Il segno lo lascia e come, ma in senso negativo però.
Ci si trova di fronte ad un film che dall'inizio alla fine e un po’ insipido, a tratti sembra quasi uno di quei B movie americani dove viene esaltata la guerra, muori per la patria!! combatti per la patria!! abbi coraggio!! soffri per la patria!! in questo caso la patria e "l’amata terra" che loro stessi anno distrutto.
E cavolo mi viene da esclamare!! certo che gli americani sono fissati con le guerre!?!?!?
Senza perdermi in altri discorsi molto lontani e che non ci riguardano, credo che per il titolo poteva essere sviluppata in modo differente la trama e sono sicuro che il film avrebbe riscosso più successo oltre che sarebbe stato più gradevole.
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Visto l'attore Will Smith, uno fra i miei preferiti, una grande stella del cinema di hollywood, e anche la presenza del figlio Jaden Smith, credevo di trovarmi di fronte a questo titolo non dico ad un capolavoro ma almeno qualcosa di accettabile, che lasciasse il segno.
Il segno lo lascia e come, ma in senso negativo però.
Ci si trova di fronte ad un film che dall'inizio alla fine e un po’ insipido, a tratti sembra quasi uno di quei B movie americani dove viene esaltata la guerra, muori per la patria!! combatti per la patria!! abbi coraggio!! soffri per la patria!! in questo caso la patria e "l’amata terra" che loro stessi anno distrutto.
E cavolo mi viene da esclamare!! certo che gli americani sono fissati con le guerre!?!?!?
Senza perdermi in altri discorsi molto lontani e che non ci riguardano, credo che per il titolo poteva essere sviluppata in modo differente la trama e sono sicuro che il film avrebbe riscosso più successo oltre che sarebbe stato più gradevole.
Non mi è piaciuto proprio il fatto che il personaggio interpretato da Will Smith fosse messo in secondo piano nel film, sembra quasi e credo lo sia che questo film sia il trampolino di lancio per il figlio Jaden Smith. Potevano combattere insieme questa battaglia!! D’altronde una famiglia supera le difficolta insieme … !!
Un film che per me non merita più di due stelle che lascia molto amaro in bocca, chissà se ci sarà un sequel? Se si spero che padre e figlio si diano da fare per darci qualcosa di migliore di questo che sia in grado di tenerci incollati allo schermo!!
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khaleb83
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domenica 25 maggio 2014
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inguardabile
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Ho sempre avuto simpatia per Will Smith, dai film più terra terra ai tentativi più impegnati, ma il risultato in questo film è assolutamente inguardabile.
Volendo anche soprassedere su questi tentativi sempre più spudorati di lanciare nel mondo del cinema un figlio assolutamente privo di carisma e di tecnica davanti alla macchina da presa, After Earth riesce nella non facile impresa di deludere da tutti i punti di vista.
Il procedere della storia non sta in piedi, la sceneggiatura è semplicemente fragile, con dei buchi enormi; persino Smith stesso recita parecchio al di sotto delle proprie possibilità. L'evoluzione dei personaggi è netta, priva di qualiasi sfumature, e addirittura gli effetti speciali, di solito elemento di punta di un film del genere, sembrano proprio mal realizzati.
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Ho sempre avuto simpatia per Will Smith, dai film più terra terra ai tentativi più impegnati, ma il risultato in questo film è assolutamente inguardabile.
Volendo anche soprassedere su questi tentativi sempre più spudorati di lanciare nel mondo del cinema un figlio assolutamente privo di carisma e di tecnica davanti alla macchina da presa, After Earth riesce nella non facile impresa di deludere da tutti i punti di vista.
Il procedere della storia non sta in piedi, la sceneggiatura è semplicemente fragile, con dei buchi enormi; persino Smith stesso recita parecchio al di sotto delle proprie possibilità. L'evoluzione dei personaggi è netta, priva di qualiasi sfumature, e addirittura gli effetti speciali, di solito elemento di punta di un film del genere, sembrano proprio mal realizzati.
La tematica del rapporto padre/figlio e la storia "di crescita" sembrano concepiti da un bambino delle elementari e sviluppati poco meglio, con tanto di finale che dal mio personale punto di vista è un passo indietro notevole nell'approfondimento della psicologia dei personaggi; peraltro, raccontata più che approfondita (forse il peggior difetto che possa avere un personaggio in una qualsiasi opera di fiction) e che comunque procede per stereotipi.
In definitiva, un film che è meglio evitare.
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