dodo
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mercoledì 22 giugno 2005
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capolavoro
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Capolavoro assoluto che riassume il percorso di un epoca, tra la fine della seconda guerra mondiale fino ad arrivare agli anni 70. Straordinaria la regia di Ettore Scola, unico nello scavare nella coscienza dei personaggi, nel descrivere la fine di un periodo storico colmo di speranze di rivoluzione per un mondo migliore, e l’inizio e il compimento di un’altra era ben diversa che delude le aspettative dei tre partigiani protagonisti del racconto, interpretati da Nino Manfredi, Vittorio Gasman e Stefano Satta Flores, insuperabili, insieme a Stefania Sandrelli. Questo film, pietra miliare del cinema italiano, è un omaggio a Vittorio De Sica, presente anch’egli nella pellicola nel ruolo di sé stesso.
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Capolavoro assoluto che riassume il percorso di un epoca, tra la fine della seconda guerra mondiale fino ad arrivare agli anni 70. Straordinaria la regia di Ettore Scola, unico nello scavare nella coscienza dei personaggi, nel descrivere la fine di un periodo storico colmo di speranze di rivoluzione per un mondo migliore, e l’inizio e il compimento di un’altra era ben diversa che delude le aspettative dei tre partigiani protagonisti del racconto, interpretati da Nino Manfredi, Vittorio Gasman e Stefano Satta Flores, insuperabili, insieme a Stefania Sandrelli. Questo film, pietra miliare del cinema italiano, è un omaggio a Vittorio De Sica, presente anch’egli nella pellicola nel ruolo di sé stesso. Presenti anche nel medesimo ruolo Federico Fellini, Mike Buongiorno, Marcello Mastroianni. Impossibile da riassumere in poche righe, questo capolavoro della cinematografia compie un analisi profonda ed encomiabile della frattura tra due epoche storiche, è un saggio antropologico e psicologico che prende in esame i cambiamenti sociali, politici, culturali ed esistenziali avvenuti nei decenni successivi al dopoguerra. Lo fa con una leggerezza, una spontaneità che tutt’oggi rimane immutata e sorprende. Una genialità nel cogliere le sfumature e le problematiche del contesto sociale che può essere frutto solo di una mente eclettica qual è Scola. Stupende le scelte “tecniche” come il passaggio dal bianco e nero alla visione a colori. “Ci eravamo tanto amati” rappresenta un reperto che ci ha tramandato la generazione dei grandi artisti perduti.
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zelig75
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venerdì 8 ottobre 2010
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c'eravamo tanto amati, l'antinostalgia
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Come cinefilo e amante del cinema, non mi vergogno di confessare di avere grosse lacune, ho spesso posposto la visione di alcuni capolavori del passato pensando che dovesse arrivare il "momento giusto". Tra le lacune più grosse citerei 'Il Padrino', ma arriverà il suo momento.
La lacuna che ho deciso di riempire è stata 'C'eravamo tanto amati', film considerato uno dei vertici della "Commedia all'italiana" intesa come quel genere di film che dietro l'apparente intenzione comica, svelava lo scopo di descrivere la società italiana e di denunciarne i suoi mali, o semplicemente di parlare in maniera scherzosa di fatti seri.
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Come cinefilo e amante del cinema, non mi vergogno di confessare di avere grosse lacune, ho spesso posposto la visione di alcuni capolavori del passato pensando che dovesse arrivare il "momento giusto". Tra le lacune più grosse citerei 'Il Padrino', ma arriverà il suo momento.
La lacuna che ho deciso di riempire è stata 'C'eravamo tanto amati', film considerato uno dei vertici della "Commedia all'italiana" intesa come quel genere di film che dietro l'apparente intenzione comica, svelava lo scopo di descrivere la società italiana e di denunciarne i suoi mali, o semplicemente di parlare in maniera scherzosa di fatti seri. Da "La Grande Guerra" di Monicelli, attraverso Divorzio all'Italiana e Signore e signori di Germi, fino ai due Amici miei, sempre di Monicelli.
Fin dal titolo, C'eravamo tanto amati dà l'impressione di essere un film sulla nostalgia. Infatti il titolo è il primo verso di "Come Pioveva", una vecchia canzone di Armando Gill, il primo vero cantautore italiano (napoletano) che infatti annunciava i suoi pezzi dicendo: «Versi di Armando, musica di Gill, cantati da sé medesimo».
E infatti il film ripercorre la storia di tre partigiani, dal dopoguerra al 1974, uniti dal comune scopo di liberare l'Italia ma in realtà molto diversi fra loro per origine sociale e culturale e, vedremo, nelle loro ambizioni. Antonio (Nino Manfredi) un portantino d'ospedale romano fedele ai suoi ideali, Gianni (Vittorio Gassmann) che un aspirante avvocato di Pavia e Nicola (Stefano Satta Flores) che un insegnante di Nocera Inferiore con la passione del cinema.
Il film finisce proprio a cavallo di quegli anni che i film sulla nostalgia ci hanno fatto più amare: gli anni settanta del rock, della ribellione, del sogno del cambiamento. E invece nel film assistiamo all'imbruttimento di un'Italia che nasce dalla lotta partigiana piena di speranze, ma queste speranze svaniscono presto mentre alcuni si rassegnano (come Antonio), altri si arrangiano (come Gianni) ed altri perdono il filo del discorso sociale (some Nicola): tutti e tre sconfitti, in modi diversi, ma perdenti.
Il film ricrea quell'atmosfera dell'occasione perduta per l'Italia tenendo sullo sfondo un paese che sta fiorendo con suo boom economico ma che sfiorisce allo stesso tempo. In particolare una scena che ricrea il set de La Dolce Vita di Fellini, con Mastroianni anche lui sul set, fa venire i brividi. Ma, alla fine, quando arrivano quegli anni settanta che io avevo tanto amato, mi rendo conto che la rivoluzione era già persa da tempo e che il film, forse, spiegando una fase della storia d'Italia, contiene in se il finale di questa nuova rivoluzione, che, come sappiamo, ha portato ad un ulteriore imbruttimento del nostro paese.
Riguardando il film nel 2010, mi rimane in mente il personaggio di Romolo Catenacci (uno strepitoso Aldo Fabrizi) come quello che più rappresenta l'essenza del nostro paese: un uomo schifoso e ignorante, re del malaffare che crede che è convinto di essere nel giusto perché
Negli onesti c'è quella purezza che se gli capita l'occasione diventano più mascalzoni dei mascalzoni veri.
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ralphscott
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venerdì 27 agosto 2010
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un film importante
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Tenerezza,malinconia ed un po' di amarezza sapientemente miscelate,con scelte registiche originali e divertenti (la Novak doppiata dalla Sandrelli non é cosa da tutti i giorni). Il grande Scola non teme,e può permettersi,di proporre comparsate del calibro di Fellini,Mastroianni,Bongiorno nella parte di loro stessi. Forse,fatto salvo Tognazzi,sono presenti i migliori attori degli ultimi 50 anni,e sono in gran forma
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filippo catani
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martedì 3 gennaio 2012
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illusioni e disillusioni italiane
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Tre amici combattono insieme nei partigiani durante la Resistenza. Finita la guerra si separano. Uno andrà al nord e diventerà un ricco ma infelice avvocato di successo. Un altro farà il portantino a Roma vivendo nell'illusione di una imminente vittoria comunista. Il terzo al sud diventerà un vero e proprio intellettuale scapestrato di sinistra e finirà per partecipare anche a Lascia o Raddoppia. Il comune denominatore di questi uomini è una giovane ingenua aspirante attrice.
Scola dirige un ottimo film in cui non mancano gli spunti di riflessione. Intanto è un ritratto piuttosto amaro dei trent'anni seguiti alla fine della guerra in Italia. La nostalgia per tempi più semplici ricchi di illusioni ma anche ricchi del grande cinema di Rossellini e De Sica a cui è dedicato il film.
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Tre amici combattono insieme nei partigiani durante la Resistenza. Finita la guerra si separano. Uno andrà al nord e diventerà un ricco ma infelice avvocato di successo. Un altro farà il portantino a Roma vivendo nell'illusione di una imminente vittoria comunista. Il terzo al sud diventerà un vero e proprio intellettuale scapestrato di sinistra e finirà per partecipare anche a Lascia o Raddoppia. Il comune denominatore di questi uomini è una giovane ingenua aspirante attrice.
Scola dirige un ottimo film in cui non mancano gli spunti di riflessione. Intanto è un ritratto piuttosto amaro dei trent'anni seguiti alla fine della guerra in Italia. La nostalgia per tempi più semplici ricchi di illusioni ma anche ricchi del grande cinema di Rossellini e De Sica a cui è dedicato il film. A raccogliere il testimone ci proveranno Fellini e Mastroianni presenti nel film. E poi la storia di questi tre amici che finiscono per incarnare tre tipologie di uomini molto diffuse. L'avvocato rampante che si occupa di affari discutibili ed è ricco ma infelice, un portantino che vive in semplicità e un intellettuale privo di soldi che getta al vento una fortuna a Lascia e raddoppia (altro must del tempo) per un cavillo su cui non vuole sentire ragioni. Il tutto con una donna che alla fine deciderà di sposare il portantino Manfredi al termine di una serie di vicissitudini non proprio delle migliori. Ben affiato e con battute taglienti e divertenti il cast Manfredi, Sandrelli,Gasman e Fabrizi con nostalgia per un genere cinematografico che ormai si è quasi del tutto perso.
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parsifal
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lunedì 27 marzo 2017
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epopea italiana
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Ettore Scola, autore del soggetto e della sceneggiatura , insieme ai colleghi Age e Scarpelli, dirigendo questo film, reale capolavoro del cinema italiano del '900, da vita ad una vera e propria epopea, dal sapore nettamente nostrano. Le vicende alterne di tre giovani partigiani Antonio ( Nino Manfredi) idealista e combattivo, Nicola intellettuale polemico e logorroico e Gianni Perego avvocato rampante , dapprima idealista e poi sempre più pragmatico, dalla loro clandestinità in montagna durante la lotta di liberazione al ritorno alla vita civile, con iniziale entusiasmo e poi le successive vittorie , sconfitte , delusioni politiche e personali. Ciò che li unì da giovani, li separa poi nella realtà quotidiana per molto , molto tempo, salvo intersecarsi in maniera non casuale a causa dell'amore per la stessa donna, Luciana, attrice di scarso successo e di forte instabilità emotiva.
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Ettore Scola, autore del soggetto e della sceneggiatura , insieme ai colleghi Age e Scarpelli, dirigendo questo film, reale capolavoro del cinema italiano del '900, da vita ad una vera e propria epopea, dal sapore nettamente nostrano. Le vicende alterne di tre giovani partigiani Antonio ( Nino Manfredi) idealista e combattivo, Nicola intellettuale polemico e logorroico e Gianni Perego avvocato rampante , dapprima idealista e poi sempre più pragmatico, dalla loro clandestinità in montagna durante la lotta di liberazione al ritorno alla vita civile, con iniziale entusiasmo e poi le successive vittorie , sconfitte , delusioni politiche e personali. Ciò che li unì da giovani, li separa poi nella realtà quotidiana per molto , molto tempo, salvo intersecarsi in maniera non casuale a causa dell'amore per la stessa donna, Luciana, attrice di scarso successo e di forte instabilità emotiva. Decenni di mutamenti sociali, politici e di costume narrati con il garbo e l'amara ironia di cui Scola era portavoce, prendendo a prestito le tre vite degli amici, con destini e percorsi molto diversi. Salvo poi incontrarsi nuovamente in età matura, per constatare , con amare risate ed eloquenti silenzi, che gli ideali di un tempo sono tramontati , lasciando spazio ad un deludente e noioso pragmatismo. Da segnalare il cameo di Fellini e Mastroianni, che interpretano loro stessi durante la lavorazione della " Dolce Vita" , il ruolo del suocero arrogante , grossolano e privo di scrupoli conferito ad un ottimo Fabrizi e la moglie di Gianni Perego, Elide ( Giovanna Ralli) unica ad amare, non ricambiata, il cinico e spetato affarista. Un affresco sempre affascinante ed istruttivo , nonostante il passare degli anni e questo rendeva il cinema di Scola di un livello superiore, cioè la capacità narrativa la di sopra del tempo. Da vedere e rivedere.
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luperco
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mercoledì 24 febbraio 2016
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la vita che delude l'idea
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La costante di questo film è la continua illusione e la sua inevitabile delusione (de-illusione). Il film si muove in due piani su questo tema: il primo quello storico-sociale, rappresentato dalla grande illusione degli ideali della resistenza e delle agitazioni sociali del dopoguerra che finiscono per essere affogate in una società non meno brutale di quella che tanto avevano voluto combattere ossia la società dei consumi e dell'omologazione, ricca ma completamente svuotata di ideali e di speranze; il secondo è quello degli affetti e dei rapporti tra i protagonisti. In questo secondo piano in cui si muove il film, il personaggio principale (secondo me) è quello di Luciana, vera chiave di lettura del film, lei rappresenta l'esatto opposto del grande ideale (sia esso politico o sentimentale) si potrebbe dire che lei è esattamente il divenire che vive la sua vita per quello che è e non per come vorrebbe che fosse, tanto è vero che passa da un amore all'altro senza eccessivi rimpianti ma con una naturalezza e spontaneità che rasenta l'immagine di una bambina che gioca sempre con un giocattolo nuovo.
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La costante di questo film è la continua illusione e la sua inevitabile delusione (de-illusione). Il film si muove in due piani su questo tema: il primo quello storico-sociale, rappresentato dalla grande illusione degli ideali della resistenza e delle agitazioni sociali del dopoguerra che finiscono per essere affogate in una società non meno brutale di quella che tanto avevano voluto combattere ossia la società dei consumi e dell'omologazione, ricca ma completamente svuotata di ideali e di speranze; il secondo è quello degli affetti e dei rapporti tra i protagonisti. In questo secondo piano in cui si muove il film, il personaggio principale (secondo me) è quello di Luciana, vera chiave di lettura del film, lei rappresenta l'esatto opposto del grande ideale (sia esso politico o sentimentale) si potrebbe dire che lei è esattamente il divenire che vive la sua vita per quello che è e non per come vorrebbe che fosse, tanto è vero che passa da un amore all'altro senza eccessivi rimpianti ma con una naturalezza e spontaneità che rasenta l'immagine di una bambina che gioca sempre con un giocattolo nuovo. All'esatto opposto c'è Nicola, l'idealista marxiano con tratti parossistici ("l'intellettuale è più oltre") che finisce per buttare le poche cose belle che la vita gli aveva messo di fronte, la moglie e il figlio e la possibile vittoria di lascia o raddoppia, per un orgoglio arido e la speranza in una futura età dell'oro che mai arriverà, il perdente per antonomasia per cui tanto grande è stata l'illusione e tanto amara la delusione. Gianni è l'altro grande sconfitto di questo film, nonostante la sua scorza di arrivista e furbo cavalcatore dell'immondizia sociale dell'Italia del boom, quando alla fine del film rincontra Luciana, si capisce che aveva vissuto una vita intera illudendosi che lei lo avesse sempre amato ( e quindi odiato) nonostante la sua fuga volontaria verso la figlia del suo ricco assistito che gli ha consentito il successo, quando per lei era invece stato semplicemente un gioco poco più serio degli altri ma comunque un gioco. Antonio invece, è quello che dei tre ne esce meno sconfitto; sebbene all'inizio del film lui rappresenti l'oppresso per antonomasia, che esce sconfitto sia nelle battaglie sociali che in quelle sentimentali, lui è anche il tipo di uomo che, facoltà estranea agli due personaggi, è capace di accontentarsi. Rispetto agli altri personaggi, Antonio è sicuramente quello più ignorante ma anche il più puro di cuore, quello più sanguigno ma anche quello più semplice ed è proprio questo suo carattere che gli consente di prendere la vita così com'è, amara per certi versi ma anche dolce se si da importanza anche alle piccole cose, e questo suo "amor fati" è la chiave per conquistare (o riconquistare) Luciana, la vita o l'eterno divenire, fatto di alti e bassi ma dove alla fine il reale paga sempre più dell'ideale.
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onufrio
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giovedì 25 luglio 2013
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c'eravamo solo illusi
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Trent'anni di storia italiana raccontata e vissuta attraverso quattro protagonisti con i loro ideali, i loro principi che col passare degli anni subiranno delle musioni. Antonio rimarrà fedele al suo posto da portantino in un ospedale romano, Nicola critico cinematografico professore che grida ad alta voce i suoi ideali e li difende a spada tratta sacrificando la vita privata e l'agiatezza economica, Gianni partito da nono assistente di un avvocato diverrà un signorotto borghese grazie al suocero (A.fabrizi), e Luciana una ragazza che vuol fare l'attrice rimarrà attratta a turno da tutti e tre gli uomini per poi scegliere il primo amore ovvero Antonio.
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Trent'anni di storia italiana raccontata e vissuta attraverso quattro protagonisti con i loro ideali, i loro principi che col passare degli anni subiranno delle musioni. Antonio rimarrà fedele al suo posto da portantino in un ospedale romano, Nicola critico cinematografico professore che grida ad alta voce i suoi ideali e li difende a spada tratta sacrificando la vita privata e l'agiatezza economica, Gianni partito da nono assistente di un avvocato diverrà un signorotto borghese grazie al suocero (A.fabrizi), e Luciana una ragazza che vuol fare l'attrice rimarrà attratta a turno da tutti e tre gli uomini per poi scegliere il primo amore ovvero Antonio. E' un racconto che esprime tanta malinconia, riassunta in alcune particolari scene come quella nella trattoria in cui si dice: Volevamo cambiare il mondo ed invece è stato il mondo a cambiare noi, e l'incontro finale con Gassman-Fabrizi in cui un ormai vecchio suocero ricorda al genero la frase che gli disse 30 anni prima, ovvero: I poveri non sono mai soli, stanno sempre insieme, i ricchi sono soli, loro rimarranno sempre soli.
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stefanocapasso
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mercoledì 23 maggio 2018
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un percorso di rinunce e di amicizia
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Tre amici provenienti da diverse parti di Italia condividono un momento importante della loro vita giovane: la lotta partigiana sulle montagne. A fine guerra, Gianni Nicola e Antonio tornano ognuno nei loro paesi d’origine, per fare un pezzo di strada prima di ritrovarsi tutti insieme a Roma. Tra loro Luciana, giovane donna venuta dal Nord in cerca di successo contribuisce a creare allontanamenti e ritrovi nell’arco di 30 anni. Quando infine si ritroveranno sarà il momento della resa dei conti e di rivisitare le loro storie.
Ettore Scola, supportato da un grande lavoro si sceneggiatura di Age e Scarpelli dipinge un grande affresco dell’Italia dal 1943 al 1974 attraverso la storia di tre amici che vivono i cambiamenti della società, con sullo sfondo il fil rouge del cinema a marcare i tempi che passano.
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Tre amici provenienti da diverse parti di Italia condividono un momento importante della loro vita giovane: la lotta partigiana sulle montagne. A fine guerra, Gianni Nicola e Antonio tornano ognuno nei loro paesi d’origine, per fare un pezzo di strada prima di ritrovarsi tutti insieme a Roma. Tra loro Luciana, giovane donna venuta dal Nord in cerca di successo contribuisce a creare allontanamenti e ritrovi nell’arco di 30 anni. Quando infine si ritroveranno sarà il momento della resa dei conti e di rivisitare le loro storie.
Ettore Scola, supportato da un grande lavoro si sceneggiatura di Age e Scarpelli dipinge un grande affresco dell’Italia dal 1943 al 1974 attraverso la storia di tre amici che vivono i cambiamenti della società, con sullo sfondo il fil rouge del cinema a marcare i tempi che passano. Sono tre uomini di estrazione sociale diversa, che in qualche modo cercano di costruirsi quella vita che tanto aveva promesso all’indomani della liberazione. Ognuno a modo suo rimane bloccato in un personaggio che ne impedisce l’evoluzione e che immancabilmente chiede la rinuncia a qualcosa di importante. Per uno è l’amore, per l’altro è la famiglia e per un altro è la dignità personale. Tutti e tre vivono il tradimento di ideali che avevano scelto, vivendone i rimorsi e trovando quel raro conforto nel loro rapporto amicale che rimane sempre improntato al passato. Un percorso evolutivo che rispecchia quello della nazione, giovane e piena di speranza all’indomani della liberazione, e del cinema stesso che dai grandi ideali del neorealismo vede via via la televisione occupare tutto quello spazio di libertà. Un film considerato proprio per questo, l’epitaffio del neorealismo
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alejazz
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mercoledì 27 febbraio 2019
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scola racconta italia e italiani del dopoguerra
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Antonio, Gianni e Nicola sono tre amici che rappresentano le tre classi sociali dell’Italia del dopoguerra. Antonio, portantino in un ospedale, è la figura dell’operaio: persona semplice, ingenua che odia gli imbrogli e fa tutto alla luce del sole; Gianni, apparentemente uomo giusto si lascia trascinare dalla corruzione e dal potere per perseguire il desiderio di diventare ricco; infine, Nicola, intellettuale e politicante combatte per la gloria dei suoi principi, disposto a lasciare tutto e tutti pur di seguire i propri progetti. Ai tre amici si aggiunge anche Luciana, conosciuta in un primo momento da Antonio, ma poi anche da Gianni e Nicola.
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Antonio, Gianni e Nicola sono tre amici che rappresentano le tre classi sociali dell’Italia del dopoguerra. Antonio, portantino in un ospedale, è la figura dell’operaio: persona semplice, ingenua che odia gli imbrogli e fa tutto alla luce del sole; Gianni, apparentemente uomo giusto si lascia trascinare dalla corruzione e dal potere per perseguire il desiderio di diventare ricco; infine, Nicola, intellettuale e politicante combatte per la gloria dei suoi principi, disposto a lasciare tutto e tutti pur di seguire i propri progetti. Ai tre amici si aggiunge anche Luciana, conosciuta in un primo momento da Antonio, ma poi anche da Gianni e Nicola. Sposa Antonio, rimastole sempre fedele, dopo aver condiviso "dolci" momenti anche con Gianni e Nicola. .
Ettore Scola, coinvolgendo alcuni dei più importanti attori del cinema italiano degli anni ’60-’70 (Gassman, Manfredi, Fabrizi, Sandrelli...), ha voluto rendere omaggio all’Italia che dopo la fine della seconda guerra mondiale, è riuscita a riprendersi generando diverse categorie sociali tra gli italiani. E’ bello poter vedere come in quei tempi certi ideali e valori politici erano così importanti da scatenare ire e forti litigi (costruttivi) anche tra amici.
Alcune particolarità della pellicola: tecnica del flusso di coscienza e montaggio parte bianco-e-nera con quella a colori.
Partendo da una scena teatrale in cui gli attori recitano applicando la tecnica del flusso di coscienza (di Joyce), il film prende spunto da ciò e gli stessi protagonisti nel corso della narrazione si assentano recitando i propri pensieri a voce alta (un riflettore punta su di loro oscurando il resto della scena).
La pellicola è costituita da una parte in bianco e nero per richiamare i momenti narrativi in cui non esisteva ancora il colore (anni’40-’50) per poi passare, senza interruzione, al colore e documentare così gli eventi più recenti (anni ’70).
Riguardo le interpretazioni non c’è dubbio che sono tutte di alto livello. In particolare si evidenzia la bravura di Fabrizi e Gassman i quali sono riusciti a reggere dialoghi con ammirevole veemenza.
Infine, Scola, coadiuvato dagli sceneggiatori Scarpelli e Incrocci, ha voluto coinvolgere personaggi famosi che hanno interpretato se stessi (Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno). Ciò ha reso il film ancora più reale e vicino al pubblico.
Consigliato: Sì
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eugen
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domenica 31 luglio 2022
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uno dei capolavori"tardivi"del cinema italiano
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"C'eravamo tanto amati"(Ettore Scola, anche autore di soggetto e sceneggiatura con Age & Scarpelli, 1974)racconta di tre amici compagni di Resistenza che si ritrovano nel primo dopooguerra, dove uno e'diventato portantino, uno avvocato, l'altro ancora professore di ginnasio.liceo dapprima a Nocera Inferiore, poi invec, lasicato l0insegnamento, fa il critico cinematografico a Roma. Di"mezzo"l'amore per una donna, contesa tra Gianni(l'avvocato)e Antonio(il poirtantino), con un'escapdade anche con il prof, Ma la vera"querelle"e'il rinnegamento dei propri ideali da parte di Gianni, ideali che pero'tornano a perseguitarlo,, avendo sposato la figlia di un ricchiissimo capomastro fascista, che poi muore tragicamente, dunque per puro interesse e altri conflitti che perseguitano gli altri due; alla fine tuttie e tre ri ritrovano amaramente ma certo neppure "tragicamente".
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"C'eravamo tanto amati"(Ettore Scola, anche autore di soggetto e sceneggiatura con Age & Scarpelli, 1974)racconta di tre amici compagni di Resistenza che si ritrovano nel primo dopooguerra, dove uno e'diventato portantino, uno avvocato, l'altro ancora professore di ginnasio.liceo dapprima a Nocera Inferiore, poi invec, lasicato l0insegnamento, fa il critico cinematografico a Roma. Di"mezzo"l'amore per una donna, contesa tra Gianni(l'avvocato)e Antonio(il poirtantino), con un'escapdade anche con il prof, Ma la vera"querelle"e'il rinnegamento dei propri ideali da parte di Gianni, ideali che pero'tornano a perseguitarlo,, avendo sposato la figlia di un ricchiissimo capomastro fascista, che poi muore tragicamente, dunque per puro interesse e altri conflitti che perseguitano gli altri due; alla fine tuttie e tre ri ritrovano amaramente ma certo neppure "tragicamente". Straordinaria"inquisition"sull'Italia sognata da tre amici resistenti, ma in realta'da tutta una generazione, sul rapporto spesso conflittuale tra amore e amicizia, dove prevale sempre e comunque la seconda, il film e'anche, in primis , una sintesi straordinarai(per cui il film e'veramente, ormai quasi a meta'anni 1970, un cpapolavoro del cinema italiano)tra commedia e dramma,(la tragedia in epoca borghese non esiste piu', almeno in senso proprio)e una riflessione fatta di immagini e parole, dunque mai verbosa o reotrica sul passato, come speranza e il futuro come speranza delusa(non siamo qui in una prospettiva agostinianan o bergsoniana, ma blochiana, del"principio speranza), dvoe il cinema e la sua storia sono eleemtni fondamentali, con l'omaggio a Vittorio De Sica ma anche a Fellini, che qui partecipa al film nel ruolo di se' stesso-e non manca neppure Mike Bongiorno, simbolo della TV nazionapopolare con"Lacia e Raddoppia". Gassman, Manfredi, Stefano Satta Flores sono bravissimi, la Sandrelli e'bravissima quanto stupenda, Giovanna Ralli rende straordinariamente bene il ruolo di Elide, la moglie di Gianni e Aldo Fabrizi disegna da par suo il personaggio dell'anziano "commenda"di chiara ispirazione fascista-reazionaria. El Gato
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