enzobar
|
venerdì 24 settembre 2010
|
trama avvincente
|
|
|
|
Un gran bel film, poca violenza, una trama non scontata, la partecipazione di due grandi come Andi Garcia e Dustin Hoffmann e un finale con sorprese continue.
Da gustare
|
|
[+] lascia un commento a enzobar »
[ - ] lascia un commento a enzobar »
|
|
d'accordo? |
|
eugen
|
giovedì 6 ottobre 2022
|
le truffe...mah...
|
|
|
|
"Confidence"(James Foley, ma scritto da Doug Jung,, 2003)e'il film su vari criminali-truiffatori che si mettono insieme , anche se con con intenti diversi e varie differenze al loro interno, per compiere la"supertruffa", ma vengono gabbari da poliziotti non meno corrotti di loro e anche da una soorta di supeagent dei Federali che non ha una precisa collocazione... Decisamente deciso a riproporre lo stile"cinico" e disincantato, anche nella strutura narrativa(voce narrante e differenti sketches che si riferiscono alla preminenza di un personaggio sugli altri), rimane un film piacevole, ma decisamente in stile"postmodern", ossia senza una caratterizzazione precisa; beninteso, chi scrive certo non vorrebbe la"morale del film", anzi, ma forse uno sguardo disincantato non preclude un minimo di valutazione sui singoli peronsaggi, una loro disamina critica, che possa essere significante anche per la"soggettivita"'del fim ossia per il punto di vista del regista-"narratore-creatore", ammesso che si senta tale e voglia riconoscersi come tale, dove il riferimento e', certo, allo stesso James Foley.
[+]
"Confidence"(James Foley, ma scritto da Doug Jung,, 2003)e'il film su vari criminali-truiffatori che si mettono insieme , anche se con con intenti diversi e varie differenze al loro interno, per compiere la"supertruffa", ma vengono gabbari da poliziotti non meno corrotti di loro e anche da una soorta di supeagent dei Federali che non ha una precisa collocazione... Decisamente deciso a riproporre lo stile"cinico" e disincantato, anche nella strutura narrativa(voce narrante e differenti sketches che si riferiscono alla preminenza di un personaggio sugli altri), rimane un film piacevole, ma decisamente in stile"postmodern", ossia senza una caratterizzazione precisa; beninteso, chi scrive certo non vorrebbe la"morale del film", anzi, ma forse uno sguardo disincantato non preclude un minimo di valutazione sui singoli peronsaggi, una loro disamina critica, che possa essere significante anche per la"soggettivita"'del fim ossia per il punto di vista del regista-"narratore-creatore", ammesso che si senta tale e voglia riconoscersi come tale, dove il riferimento e', certo, allo stesso James Foley... Nel film comunque un cameo che e'piu'di un mero"cameo"del grande Dustin Hoffman, un efficacissimo ANdy Garcia nella parte del "hjio de puta", osisa il superagente federale, bravo Edward Burns, molto convincente Rachel Weisz, che oltre all'avvenenza, gioca anche la carte di quella sottile ambiguita'ce e'un"piatto forte"sempre e comunque e vari altri intepreti di notevole livlelo. Film in qualche modo"confinato", pero'in quegl anni, quelli d0inizio millennio... El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugen »
[ - ] lascia un commento a eugen »
|
|
d'accordo? |
|
andyflash77
|
domenica 29 luglio 2012
|
film di truffa pittosto modaiolo
|
|
|
|
Jake Vig è un abile truffatore che un giorno imbroglia, senza saperlo, il contabile di un boss mafioso. Per risarcirlo senza scatenare la sua ira, Jake e la sua banda organizzano una truffa clamorosa. Ma non tutto sembra andare per il verso giusto... La simpatia degli attori è una chimera, la struttura è rigida, i colpi di scena sono di serie, la verve è opaca. I dialoghi sono chiacchiere, che non avvolgono né, figuriamoci, incidono. E rimangono, appunto, chiacchiere. Foley, che pure ha fatto belle cose (_A distanza ravvicinata_, _The Corruptor_), continua a essere una promessa rimandata.I film di rapine e di truffe sono un piccolo genere a sé. Leggero, spensierato, spesso inamidato.
[+]
Jake Vig è un abile truffatore che un giorno imbroglia, senza saperlo, il contabile di un boss mafioso. Per risarcirlo senza scatenare la sua ira, Jake e la sua banda organizzano una truffa clamorosa. Ma non tutto sembra andare per il verso giusto... La simpatia degli attori è una chimera, la struttura è rigida, i colpi di scena sono di serie, la verve è opaca. I dialoghi sono chiacchiere, che non avvolgono né, figuriamoci, incidono. E rimangono, appunto, chiacchiere. Foley, che pure ha fatto belle cose (_A distanza ravvicinata_, _The Corruptor_), continua a essere una promessa rimandata.I film di rapine e di truffe sono un piccolo genere a sé. Leggero, spensierato, spesso inamidato. Comunque divertente, per la partecipazione ironica di cast molto assortiti e sceneggiature frizzanti e congegnate al millesimo. Se poi c’è anche una regia attenta, meglio ancora. Andavano molto negli anni ‘60-‘70. Adesso sono tornati in voga, tra gli undici dell’oceano e job italiani in restyling. Ma se si vuole davvero vederne uno vitale e sorprendente, è bene recuperare lo strepitoso Nove regine, che purtroppo non si è filato nessuno. Confidence tenta di essere cool e spiritoso, veloce e sostenuto, ingarbugliato ma infine limpido: invano, perché è tutto d’accatto, a pilota automatico, di plastica. La banda di Burns (mediocre regista e mediocre attore, una specie di Ben Affleck un po’ meno quarto di bue), con tanto di agente federale alle calcagna (un Andy Garcia versione “uomo del Monte”), prepara un colpo ai danni dell’impero di Robert Forster (che quasi non si vede), per conto di un Hoffman isterico e insostenibile. Ma la simpatia degli attori è una chimera, la struttura è rigida, i colpi di scena sono di serie, la verve è opaca. I dialoghi sono chiacchiere, che non avvolgono né, figuriamoci, incidono. E rimangono, appunto, chiacchiere. Foley, che pure ha fatto belle cose (A distanza ravvicinata, The Corruptor), continua a essere una promessa rimandata.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andyflash77 »
[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
|
|
d'accordo? |
|
|