bokk74
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sabato 12 agosto 2006
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scrivere è vita!
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L'azione si "finge" nel manicomio di Charenton, dove il "divin Marchese" (ma in realtà Conte - cfr. Nicoletti nell’edizione Newton Compton delle sue opere) passerà gli ultimi anni della propria vita, trascorsa per la maggior parte tra prigioni e manicomi, per l’appunto. In questo luogo di demenza, retto da un intelligente e "illuminato" abate riformista, un po’ Basaglia ante-litteram, pregno della filosofia dei lumi, si narra della "relazione" (casta) tra il Marchese ed una servetta (l’ottima Winslet) che – trafugandone i manoscritti al di fuori delle mura del manicomio – sfocerà nella tragedia. Poiché il "tiranno d’Europa" Napoleone, noto moralista, nonostante la sua passione per le donne poco pulite (considerando l’epoca, c’era veramente da preoccuparsi) ed i massacri sui campi di battaglia, vuole assolutamente fermare la pubblicazione dei libri "osceni" di un anonimo scrittore, che altri non può essere che Sade (solo lui scrive così male, anche se – sempre considerando l’epoca, c’era anche di peggio, ad es.
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L'azione si "finge" nel manicomio di Charenton, dove il "divin Marchese" (ma in realtà Conte - cfr. Nicoletti nell’edizione Newton Compton delle sue opere) passerà gli ultimi anni della propria vita, trascorsa per la maggior parte tra prigioni e manicomi, per l’appunto. In questo luogo di demenza, retto da un intelligente e "illuminato" abate riformista, un po’ Basaglia ante-litteram, pregno della filosofia dei lumi, si narra della "relazione" (casta) tra il Marchese ed una servetta (l’ottima Winslet) che – trafugandone i manoscritti al di fuori delle mura del manicomio – sfocerà nella tragedia. Poiché il "tiranno d’Europa" Napoleone, noto moralista, nonostante la sua passione per le donne poco pulite (considerando l’epoca, c’era veramente da preoccuparsi) ed i massacri sui campi di battaglia, vuole assolutamente fermare la pubblicazione dei libri "osceni" di un anonimo scrittore, che altri non può essere che Sade (solo lui scrive così male, anche se – sempre considerando l’epoca, c’era anche di peggio, ad es. "I gioielli indiscreti" di Diderot, molto più casto di Sade, ma persino più verboso e noioso)! Per bloccare le pubblicazioni, non potendo eliminare Sade (beneficio del dubbio e convenienza "politica", restava pur sempre un ex membro della Convenzione Nazionale ) invia un medico dai metodi poco ortodossi (Caine) ma assai efficaci a collaborare, o al limite, sostituire in toto l’abatino, troppo progressista. Il dottore si sposa una vergine-bambina di cui era tutore... Sade, che odia il vero sadico, ovvero il dottore, depravato nell’uso compiaciuto della tortura come ‘mezzo curativo’, venutolo a sapere tramite la stessa servetta, approfittando del suo talento di autore di teatro e proto-regista (di cui era dotato molto più che di quello di scrittore-filosofo), compone ed allestisce una farsa su questo matrimonio. Da qui, una serie di eventi a catena che costringono il mite abate a privare il marchese d’ogni mezzo per scrivere... Ma per Sade scrivere è vita... L’inchiostro è sperma, o forse addirittura la linfa della sua stessa vita di recluso. Comincia a scrivere sulle lenzuola col vino. Viene scoperto. Scrive sui suoi abiti col suo stesso sangue... Viene tenuto segregato nudo, e – a voce – detta, tra una stanza e l’altra, alla servetta, la sua ultima opera. Ma un incidente durante questo stratagemma provoca un dramma inatteso che culmina nella morte della povera serva. L’abate – in conseguenza di ciò – sia per inconfessato amore, sia per senso di colpa, perde la ragione. Fa tagliar la lingua a Sade, e lo incatena... Ma Sade arriva a vergare le sue ultime composizioni con le feci sul muro della sua cella, prima di morire, quasi a causa del suo disperato, vitale, bisogno di scrivere. L’abate, rendendosi conto che il vero sadico è il moralista dottore, raccoglie l’eredità di Sade, e diventa scrittore di libelli a sua volta. Pellicola di effetti e difetti, poco credibile in alcuni passaggi, è un film straordinario non tanto per la storia di Sade, quanto per la raffigurazione precisa e puntuale delle diverse mentalità dell’epoca, e delle loro "deviazioni" e contraddizioni, implicite ed esplicite, ma da rivalutare per la fenomenale capacità di far sentire allo spettatore il letterale bisogno di scrivere, e vivere, attraverso la scrittura. Una battuta, forse non originale, va comunque segnalata: "Uno scrittore che scriva più di quanto legge, dà chiara prova di dilettantismo." Sito Internet: http://spazioinwind.libero.it/dario974/
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(di antonella)
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arnaco
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mercoledì 21 settembre 2016
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tra vizio e virtù
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Non è un film storico, ma descrive molto bene l'ipocrisia e le contraddizioni di una Francia rivoluzionaria e reazionaria al tempo stesso. Da notare che l'Abate de Coulmier è veramente esistito ed è stato psicoterapeuta (un Basaglia ante litteram), politico e direttore dell'ospizio di Charenton (quello in cui si svolge la vicenda del film) nei primi anni del XIX secolo. Tuttavia, al di là dei suoi contributi innegabili nell'ambito medico, Coulmier è conosciuto essenzialmente per il rapporto di amicizia e stima instaurato con il Marchese de Sade, quando questi era ricoverato presso l'ospizio di Charenton. Coulmier permise alla moglie di De Sade di vivere nell'ospizio, accordando allo scrittore il permesso di produrre e rappresentare opere teatrali, i cui ruoli venivano ricoperti da pazienti dell'ospizio e da attori famosi dell'epoca, attirati dalla possibilità di cimentarsi con il celebre Marchese.
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Non è un film storico, ma descrive molto bene l'ipocrisia e le contraddizioni di una Francia rivoluzionaria e reazionaria al tempo stesso. Da notare che l'Abate de Coulmier è veramente esistito ed è stato psicoterapeuta (un Basaglia ante litteram), politico e direttore dell'ospizio di Charenton (quello in cui si svolge la vicenda del film) nei primi anni del XIX secolo. Tuttavia, al di là dei suoi contributi innegabili nell'ambito medico, Coulmier è conosciuto essenzialmente per il rapporto di amicizia e stima instaurato con il Marchese de Sade, quando questi era ricoverato presso l'ospizio di Charenton. Coulmier permise alla moglie di De Sade di vivere nell'ospizio, accordando allo scrittore il permesso di produrre e rappresentare opere teatrali, i cui ruoli venivano ricoperti da pazienti dell'ospizio e da attori famosi dell'epoca, attirati dalla possibilità di cimentarsi con il celebre Marchese. Lo sceneggiatore Doug Wright descrive questo rapporto con la stessa sadica crudezza di de Sade, Madeleine connubio tra vizio e virtù come la Justine dell'omonimo romanzo, ma soprattutto gli abusi del potere (impersonificato dal dottor Collard/Michael Caine) contro i singoli, siano i pazienti del manicomio o la moglie bambina Sabine. Nella realtà l'Abate e il Marchese non finiscono come nel film, ma come de Sade li avrebbe fatti finire in un suo romanzo. Su questo soggetto il regista avrebbe potuto costruire qualcosa di meglio e scegliere un'attrice più adatta di Kate Winslet al ruolo di Madeleine, ma comunque il film merita senza dubbio di essere visto e, una volta visto, lascia il segno.
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