marezia
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venerdì 28 agosto 2009
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dal morandini
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"Due vi rimangono intrappolati con gli ostaggi: lungo sarà l'assedio della polizia. E sanguinoso." NON E' VERO. Io non ho visto granate, bombe a mano, lanciarazzi ma solo scambi di battute. Addirittura io ho visto in quella banca un clima cordiale, quasi cameratesco: Pacino non solo va incontro alle esigenze dei sequestrati con un'imbarazzo dovuto ai vari intoppi che ispira nello spettatore tenerezza, e pietà ma si muove con un'ansia febbrile che non si rivolge MAI contro le sue vittime. La sua è una partita contro chi è fuori, non chi è dentro. Chi è dentro potrebbe anche, per assurdo, non esserci, gli serve solo e soltanto come mezzo di salvezza e MAI gli punta il fucile contro; addirittura una delle impiegate sotto il suo sguardo vigile cerca di imparare come imbracciare l'arma secondo l'uso militare e lo fa ridendo; Morandini non se n'è accorto ma io sì e quindi riequilibro la sua SBAGLIATA e FUORVIANTE recensione aggiungendo che il film non solo NON E' D'AZIONE ma E' PRIMA DI TUTTO DI CRITICA SOCIALE ed è costruito talmente bene che la seconda si avverte con grande chiarezza e forza fin dall'inizio.
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"Due vi rimangono intrappolati con gli ostaggi: lungo sarà l'assedio della polizia. E sanguinoso." NON E' VERO. Io non ho visto granate, bombe a mano, lanciarazzi ma solo scambi di battute. Addirittura io ho visto in quella banca un clima cordiale, quasi cameratesco: Pacino non solo va incontro alle esigenze dei sequestrati con un'imbarazzo dovuto ai vari intoppi che ispira nello spettatore tenerezza, e pietà ma si muove con un'ansia febbrile che non si rivolge MAI contro le sue vittime. La sua è una partita contro chi è fuori, non chi è dentro. Chi è dentro potrebbe anche, per assurdo, non esserci, gli serve solo e soltanto come mezzo di salvezza e MAI gli punta il fucile contro; addirittura una delle impiegate sotto il suo sguardo vigile cerca di imparare come imbracciare l'arma secondo l'uso militare e lo fa ridendo; Morandini non se n'è accorto ma io sì e quindi riequilibro la sua SBAGLIATA e FUORVIANTE recensione aggiungendo che il film non solo NON E' D'AZIONE ma E' PRIMA DI TUTTO DI CRITICA SOCIALE ed è costruito talmente bene che la seconda si avverte con grande chiarezza e forza fin dall'inizio. Io l'ho visto senza doppiaggio grazie a Mediaset Premium, chissà come l'avrà visto Morandini per scrivere tante inesattezze in così poche righe...
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(di luisa)
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beppe86
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martedì 30 gennaio 2007
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john cazale...
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Questo lo ritengo uno dei migliori film degli anni '70, gli anni del cinema della Hollywood "liberal", con pellicole del calibro di il "Cacciatore",la saga del "Padrino" e la "Conversazione".
Cosa notate in tutti questi film che ho citato?
Semplice..la straordinaria presenza di un grande attore italo-americano, un attore che il 12 marzo del 1978 se ne andò stroncato da un cancro alle ossa lasciando al meraviglioso mondo della settima arte una manciata di film, diretti ed interpretati in maniera magistralmente superba...Sto parlando del grande caratterista John Cazale, attore di indiscusso talento, interprete di personaggi malinconici, pericolosamente nervosi, meravigliosamente "fragili", proprio come l'epoca che impersona lo stesso John.
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Questo lo ritengo uno dei migliori film degli anni '70, gli anni del cinema della Hollywood "liberal", con pellicole del calibro di il "Cacciatore",la saga del "Padrino" e la "Conversazione".
Cosa notate in tutti questi film che ho citato?
Semplice..la straordinaria presenza di un grande attore italo-americano, un attore che il 12 marzo del 1978 se ne andò stroncato da un cancro alle ossa lasciando al meraviglioso mondo della settima arte una manciata di film, diretti ed interpretati in maniera magistralmente superba...Sto parlando del grande caratterista John Cazale, attore di indiscusso talento, interprete di personaggi malinconici, pericolosamente nervosi, meravigliosamente "fragili", proprio come l'epoca che impersona lo stesso John...Già, perchè se mi chiedessero quale sia per me l'attore che meglio rappresenta questi anni meglio di qualunque altro sotto ogni profilo (da quello caratteriale a quello fisico)risponderei "John Cazale" senza indugi, con buona pace per i grandissimi De Niro e Pacino (grande amico e co-interprete di Cazale)...Caratteristiche fisiche uniche, volto sciupato, scavato, stempiatura consistente ma dotato di una chioma nera e folta portata lunga ai lati ,fisico esile e fragile come la sua indole, che ci ha regalato interpretazioni indimenticabili...
Il personaggio interpretato in questo film dai molteplici contenuti (denuccia sociale nei confronti delle forze dell'ordine dai metodi brutali, discriminazione nei confronti degli omosessuali,frustrazione dei reduci, accanimento spasmodico dei mass-media, pregiudizi raziali...) è Sal, un reduce italo-americano, compagno di Sonny Worzick nevrotico ed istrionico protagonista interpretato da un Pacino da Oscar...
Sal (dotato di un Look unico) è aggressivo, silenziosamente pericoloso, ma allo stesso tempo suscita tenerezza e ingenuità che sono spiazzanti e che gli risulteranno "fatali" verso la fine del film...e' l'elemento ritenuto più pericoloso ed instabile dalla polizia, complementare a Sonny, più estroverso ed espansivo...infatti Sonny sotto certi aspetti è il contrario di Sal...Mentre Sonny se ne frega di ciò che la società pensa di lui, Sal non vuole dare un immagine di sè negativa alla società (insisterà sul fatto di riferire ai cronisti di non essere omosessuale come avevano divulgato).Sal e Sonny sono due facce della stessa moneta...
Ottima la regia, un Sidney Lumet in grande forma, che tiene benissimo il ritmo e la suspance del film (che presenta soltanto alcune smagliature verso la fine) e ,come sempre, bravo a dirigere pellicole in piccoli palcoscenici (ricordiamo "La Parola ai Giurati)...
Due le scene memorabili: la prima è la scena in cui Sonny fomenta la folla spettatrice ricordando i misfatti accaduti durante l'increscioso episodio di "Attica"...
La seconda scena riguarda invece il dialogo tra Sonny e Sal, dove Sonny propone di scappare dagli USA per sfuggire all'arresto in un altro paese del Mondo...Sal dubitoso risponde che vorrebbe andare in..."CALIFORNIA"!!!(nella versione originale Sal dice che vorrebbe scappare nel Wyoming, ma il pubblico italiano anni '70 forse non avrebbe capito la sottigliezza ironica del dialogo :-))...
Bè che dire...Cazale probabilmente avrebbe meritato almeno un Oscar per le sue indimenticabili interpretazioni, ma poco importa se se l'Academy l'ha snobbato più volte...resterà sempre uno dei migliori attori di sempre...
Ha fatto silenziosamente scuola...
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[+] bravissimo!!!
(di noodles87)
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frank slade
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mercoledì 9 maggio 2012
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un bel quadro
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Sono un grande fan di Al Pacino come pochi potranno notare dal mio nick name. Consiglio questo film a chiunque sappia e a chiunque piaccia cogliere gli aspetti minuziosi di ogni film, ripercorrendo la trama con poca superficialità e cogliendone le metafore. Solitamente viene presentato come un film violento, ma non è così. L'intento è quello di portare sul grande schermo un fatto di cronaca nera da cui prende ispirazione Lumet. 119 minuti di rapina in banca, di dialoghi, di permessi, di liti e di sogni. Lontano dalle rapine in banca a cui ormai siamo abituati piene di idee e metodi fantascientifici per riuscire a compiere la missione, invece in Quel pomeriggio di un giorno da cani lo spettatore non conosce il piano dei banditi, ne infondo i loro intenti ma è direttamente catapultato in banca.
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Sono un grande fan di Al Pacino come pochi potranno notare dal mio nick name. Consiglio questo film a chiunque sappia e a chiunque piaccia cogliere gli aspetti minuziosi di ogni film, ripercorrendo la trama con poca superficialità e cogliendone le metafore. Solitamente viene presentato come un film violento, ma non è così. L'intento è quello di portare sul grande schermo un fatto di cronaca nera da cui prende ispirazione Lumet. 119 minuti di rapina in banca, di dialoghi, di permessi, di liti e di sogni. Lontano dalle rapine in banca a cui ormai siamo abituati piene di idee e metodi fantascientifici per riuscire a compiere la missione, invece in Quel pomeriggio di un giorno da cani lo spettatore non conosce il piano dei banditi, ne infondo i loro intenti ma è direttamente catapultato in banca. Il regista intende riprendere in chiave ironica i mali della società del tempo come i media e la polizia, e tenta di proporre allo spettatore la classica Sindrome di Stoccolma che colpisce gli stessi ostaggi dai rapinatori, effettivamente è impossibile guardare questo film senza "innamorarsi" per pietà o simpatia di Sonny e Co. Da notare una citazione di Al Pacino che è stata inserita nella lista delle migliori citazioni del cinema: Attica Attica! facendo riferimento alla rivolta nel carcere di Attica del 1971 che farà risvegliare un sentimento di rivolta e passione nei cuori dei passanti, ormai fermi davanti alla banca attirati dallo spettacolo di Sonny che in una scena si permette pure di lanciare banconote alla folla che lo acclama. La fine sarà l unica violenza proposta dal regista, per il resto tante battute e dialoghi più o meno interessanti tra rapinatori, ostaggi, polizia e media. Da non perdere!
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piernelweb
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domenica 1 aprile 2007
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dog life
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Basandosi sulla solida sceneggiatura di Pierson (premiata con l'oscar) che ricostruisce con precisione una tragica vicenda di cronaca nera avvenuta a Brooklyn nel 1972, Lumet realizza uno dei migliori film-rapina di tutti i tempi. In un sorprendente equilibrio tra dramma e grottesco "Dog day afternoon" ha la forza vitale dei migliori thriller polizieschi e al contempo rappresenta una lucida ed attenta analisi sull'emarginazione sociale, e una feroce critica sugli organi istituzionali, sui tutori dell'ordine e sul potere mass-mediatico dei mezzi di comunicazione pronti ad alterare gli avvenimenti per renderli prodotti meglio vendibili. Ad un Al Pacino istrionico e all'altezza delle sue migliori performance fa da spalla un Cazale davvero in parte.
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Basandosi sulla solida sceneggiatura di Pierson (premiata con l'oscar) che ricostruisce con precisione una tragica vicenda di cronaca nera avvenuta a Brooklyn nel 1972, Lumet realizza uno dei migliori film-rapina di tutti i tempi. In un sorprendente equilibrio tra dramma e grottesco "Dog day afternoon" ha la forza vitale dei migliori thriller polizieschi e al contempo rappresenta una lucida ed attenta analisi sull'emarginazione sociale, e una feroce critica sugli organi istituzionali, sui tutori dell'ordine e sul potere mass-mediatico dei mezzi di comunicazione pronti ad alterare gli avvenimenti per renderli prodotti meglio vendibili. Ad un Al Pacino istrionico e all'altezza delle sue migliori performance fa da spalla un Cazale davvero in parte. Memorabile il tragico finale all'aeroporto. Un classico intramontabile.
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fedson
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giovedì 18 luglio 2013
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memorabile pacino!
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Sceneggiatura di Frank Pierson premiata con Oscar insieme all'incommentabile performance di Al Pacino, sono i due ingredienti caratteristici di uno dei film chiave dell'intera Nuova Hollywood! Tratto dagli eventi di una vera rapina tentata in una banca di New York da parte di tre rapinatori, il film, uno dei più celebri e riusciti del regista Sidney Lumet, incentra la vicenda su Sonny Wojtowicz (Pacino) e il complice Salvatore (Cazale) che tengono in ostaggio i dipendenti dell'istituto. Il famoso fatto di cronaca nera viene ricostruito per mezzo di una sceneggiatura priva di sbavature e momenti vuoti, colmata da un elevatissimo livello di suspence in grado di ammaliare completamente lo spettatore subito dopo i primi dieci minuti di pellicola, conducendolo dentro la vicenda a tal punto da chiedersi cosa accadrà in seguito fino alla fine del film.
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Sceneggiatura di Frank Pierson premiata con Oscar insieme all'incommentabile performance di Al Pacino, sono i due ingredienti caratteristici di uno dei film chiave dell'intera Nuova Hollywood! Tratto dagli eventi di una vera rapina tentata in una banca di New York da parte di tre rapinatori, il film, uno dei più celebri e riusciti del regista Sidney Lumet, incentra la vicenda su Sonny Wojtowicz (Pacino) e il complice Salvatore (Cazale) che tengono in ostaggio i dipendenti dell'istituto. Il famoso fatto di cronaca nera viene ricostruito per mezzo di una sceneggiatura priva di sbavature e momenti vuoti, colmata da un elevatissimo livello di suspence in grado di ammaliare completamente lo spettatore subito dopo i primi dieci minuti di pellicola, conducendolo dentro la vicenda a tal punto da chiedersi cosa accadrà in seguito fino alla fine del film. Un film un po' poliziesco, un po' d'azione e a tratti humor (specie nella prima scena in cui i tre protagonisti falliscono nel loro primo intento), che regala un cofanetto di tematiche taglienti nei confronti della società contemporanea all'interno del mondo dei mass media, e di perle d'interpretazioni. E' memorabile il Pacino che ci troviamo di fronte nei panni di un rapinatore fallito, reduce della guerra del Vietnam. Lo vediamo stressato, dinamico, attivo, aggressivo, ma dotato di quell'umanità così percettibile da far entrare la sua performance come una delle sue migliori di sempre. Al Pacino ci regala, così, un personaggio a tutto tondo: assolutamente studiato nel minimo dettaglio quanto ottimamente interpretato nella sua più completa e nascosta intimità. Meno sensibile (ma altrettanto studiato) è il secondo personaggio, Salvatore, interpretato da un John Cazale freddo, impassibile, dal grilletto facile, ma meraviglioso. E' un film che parla di critiche sociali che esplora il suddetto sistema popolato da una società in grado di fare del "mito del momento" un cane randagio, abbandonato nella sua incomprensione e nella sua solitudine. Solo contro tutti. La bellezza del film sta anche nel fatto che tali tematiche sono, per l'appunto, attinenti perfettamente al mondo della New Hollywood degli anni '70; una Hollywood il cui cinema ancora faceva piangere, sorridere, amare e sperare tramite quella semplicità estetica che solo i film del momento potevano donare. Un grandioso Lumet per un gigante Pacino! 5 nomination all'Oscar di cui uno in cassaforte! Questo sì che è un bel colpo!
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linda polverari
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domenica 6 dicembre 2009
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sonny
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Dopo una serie di interpretazioni geniali Al Pacino incarna Sonny , il maldestro bandito che, aiutato dal suo complice (il magnifico John Cazale), fa irruzione in una banca prendendone in ostaggio impiegati e clienti per 14 ore. Comincia così un braccio di ferro con la polizia che all’inizio sembra accettare le sue richieste, compreso il finanziamento per il cambio di sesso del suo innamorato, portandoli in Limousine, insieme agli ostaggi, all’aeroporto Kennedy dove li aspetta un aereo per la fuga, per poi fermarli colpendo a morte il complice e arrestando Sonny.
Il film di Lumet (uscito nel 1975 durante un periodo di forte opposizione alla Guerra del Vietnam) propone magnificamente la storia, veramente accaduta, di un veterano di guerra distrutto dalla confusione e dall’instabilità mentale ereditata dal suo soggiorno in Vietnam.
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Dopo una serie di interpretazioni geniali Al Pacino incarna Sonny , il maldestro bandito che, aiutato dal suo complice (il magnifico John Cazale), fa irruzione in una banca prendendone in ostaggio impiegati e clienti per 14 ore. Comincia così un braccio di ferro con la polizia che all’inizio sembra accettare le sue richieste, compreso il finanziamento per il cambio di sesso del suo innamorato, portandoli in Limousine, insieme agli ostaggi, all’aeroporto Kennedy dove li aspetta un aereo per la fuga, per poi fermarli colpendo a morte il complice e arrestando Sonny.
Il film di Lumet (uscito nel 1975 durante un periodo di forte opposizione alla Guerra del Vietnam) propone magnificamente la storia, veramente accaduta, di un veterano di guerra distrutto dalla confusione e dall’instabilità mentale ereditata dal suo soggiorno in Vietnam.
L’interpretazione di Pacino nel ruolo di un perdente in preda ai suoi demoni è da capogiro, è da emozione fulminante. Qui il suo talento invade lo schermo con ritmi nuovi come se fosse su un palcoscenico; è drammatico, è spaventoso, è patetico, è divertente: E’ GRANDE!
oscar alla migliore sceneggiatura originale (di Frank Pierson); nominato per altri 5 oscar;candidato per ben setteGolden Globes,
Il film ha vinto un "NBR Award" per il miglior attore non protagonista (Charles Durning) e un "Writers Guild Award" per la miglior sceneggiatura drammatica (Frank Pierson). Il film è al 70° posto nella AFI's 100 Yerars ...100 Thrills. Nel 2006, il magazine Premier fece la sua classifica delle 100 miglior performance di tutti i tempi posizionndo al IV posto l'interpretzione di Al Pacino.
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cineofilo92
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giovedì 17 agosto 2006
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della serie "polizia peggio dei criminali".
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Può una rapina trasformarsi in una lezione di vita? Si, in questo caso. In questo magistrale film tutti sono antagonisti, ma specialmente la polizia, che tradisce la fiducia di Sonny (Al Pacino) un pò per mestiere un pò per farlo soffrire, arrestandolo e uccidendo il suo amico Sal. All'inizio della vicenda tra gli ostaggi di Sal e Sonny c'è un forte senso di paura, mentre alla fine quasi è nata un'amiciza: Sonny è un ladro per bene, scrupoloso, che non vuole vittime (e per questo deve controllare il nervosismo di Sal), che aiuta gli ostaggi in difficoltà, ordina loro cibo e bevande. E fuori, la polizia che cerca di tirarlo fuori in ogni modo e una folla che sta con lui, e che cerca solo di diventare una star facendosi vedere in televisione sono il segno di un'america squallida e opportunista, che non sa più come comportarsi in casi fuori dalla routine.
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Può una rapina trasformarsi in una lezione di vita? Si, in questo caso. In questo magistrale film tutti sono antagonisti, ma specialmente la polizia, che tradisce la fiducia di Sonny (Al Pacino) un pò per mestiere un pò per farlo soffrire, arrestandolo e uccidendo il suo amico Sal. All'inizio della vicenda tra gli ostaggi di Sal e Sonny c'è un forte senso di paura, mentre alla fine quasi è nata un'amiciza: Sonny è un ladro per bene, scrupoloso, che non vuole vittime (e per questo deve controllare il nervosismo di Sal), che aiuta gli ostaggi in difficoltà, ordina loro cibo e bevande. E fuori, la polizia che cerca di tirarlo fuori in ogni modo e una folla che sta con lui, e che cerca solo di diventare una star facendosi vedere in televisione sono il segno di un'america squallida e opportunista, che non sa più come comportarsi in casi fuori dalla routine.
Tre stelle per la qualita, avvincente e riflessivo, Quel pomeriggio di un giorno da cani è un film da vedere e rivedere.
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mr.619
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domenica 4 luglio 2010
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certamen civile
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Schema riproposto in moltissimi polizieschi di età più recente, è la riproduzione in cellulosa di una storia vera avvenuta a Brooklyn più di trent'anni fa e che concerne moltissimo anche i tempi moderni per la caratura e calibro (non solo dell armi da fuoco) dei sottintesi ematomi e tematiche a sfondo sociale non direttamente esplicate, ma accarezzate con zelo diligente ed accurato.La rapina in banca diventa il punto di maggior estremizzazione raggiunto dal logico movimento del quadrato, "ring" comune della quotidiana ed apparentemente "normale" vita cittadina, durante un giorno della quale un uomo, che appare a tutti, anche stando alle dichiarazioni dei vicini di casa, una persona visibilmente innocua, decide di voler avere il suo piccolo ed intimo momento di rivalsa sulla bestia della macchina capitalistica e priva di scrupoli umani appartenente al sistema socio-culturale americano, compreso il campo dei mass-media.
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Schema riproposto in moltissimi polizieschi di età più recente, è la riproduzione in cellulosa di una storia vera avvenuta a Brooklyn più di trent'anni fa e che concerne moltissimo anche i tempi moderni per la caratura e calibro (non solo dell armi da fuoco) dei sottintesi ematomi e tematiche a sfondo sociale non direttamente esplicate, ma accarezzate con zelo diligente ed accurato.La rapina in banca diventa il punto di maggior estremizzazione raggiunto dal logico movimento del quadrato, "ring" comune della quotidiana ed apparentemente "normale" vita cittadina, durante un giorno della quale un uomo, che appare a tutti, anche stando alle dichiarazioni dei vicini di casa, una persona visibilmente innocua, decide di voler avere il suo piccolo ed intimo momento di rivalsa sulla bestia della macchina capitalistica e priva di scrupoli umani appartenente al sistema socio-culturale americano, compreso il campo dei mass-media.Ogni cosa, naturalmente, dettata da un grande ed appassionato egoismo che tutto accentra e nulla, o quasi, lascia in sospeso.Ma non c'è solo questo: infatti, una delle molteplici sfaccettature di questa sorta di "manifestazione" sociale è costituita dall'equiparazione aventesi fra sfera "pubblica" e sfera "privata", giacchè, e questo è molto probabilmente il significato di fondo più rilevante della pellicola, la comunità, intesa come adunanza di identità intercambiabili, non potrà mai riassemblare i tanti squarci del deframmentato puzzle cittadino, ma specialmente personale, che, una volta portato a termine, risplende in tutta la sua minuziosa e lucente maestosità concatenatistica, lasciando intendere la causa, perciò l'induzione azione-reazione, delle decisioni intraprese e delle volontà pensate.La scelta da parte del regista, Sidney Lumet, di calare subitaneamente lo spettatore "in medias res" è una soluzione assolutamente sensata e ponderata, dal momento che in tal modo ad egli stesso viene offerta la possibilità di poter constatare con i propri occhi, e la propria mente, il sottile ingranaggio (seppur celatamente finalistico) espresso, dialetticamente ( la parola adeguata sarebbe "sillogisticamente", ma è soltanto la seconda, o forse terza, volta che uso "dialetticamente"), mediante la relazione delinquenza/ristabilimento dell'ordine, oltre che razionalità/irrazionalità.Ottimo.
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marezia
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giovedì 27 agosto 2009
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da morandini
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"Due vi rimangono intrappolati con gli ostaggi: lungo sarà l'assedio della polizia. E sanguinoso." NON E' VERO. Io non ho visto granate, bombe a mano, lanciarazzi ma solo scambi di battute. Addirittura io ho visto in quella banca un clima cordiale, quasi cameratesco: Pacino non solo va incontro alle esigenze dei sequestrati con un'imbarazzo dovuto ai vari intoppi che ispira nello spettatore tenerezza, e pietà ma si muove con un'ansia febbrile che non si rivolge MAI contro le sue vittime. La sua è una partita contro chi è fuori, non chi è dentro. Chi è dentro potrebbe anche, per assurdo, non esserci, gli serve solo e soltanto come mezzo di salvezza e MAI gli punta il fucile contro; addirittura una delle impiegate sotto il suo sguardo vigile cerca di imparare come imbracciare l'arma secondo l'uso militare e lo fa ridendo; Morandini non se n'è accorto ma io sì e quindi riequilibro la sua SBAGLIATA e FUORVIANTE recensione aggiungendo che il film non solo NON E' D'AZIONE ma E' PRIMA DI TUTTO DI CRITICA SOCIALE ed è costruito talmente bene che la seconda si avverte con grande chiarezza e forza fin dall'inizio.
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"Due vi rimangono intrappolati con gli ostaggi: lungo sarà l'assedio della polizia. E sanguinoso." NON E' VERO. Io non ho visto granate, bombe a mano, lanciarazzi ma solo scambi di battute. Addirittura io ho visto in quella banca un clima cordiale, quasi cameratesco: Pacino non solo va incontro alle esigenze dei sequestrati con un'imbarazzo dovuto ai vari intoppi che ispira nello spettatore tenerezza, e pietà ma si muove con un'ansia febbrile che non si rivolge MAI contro le sue vittime. La sua è una partita contro chi è fuori, non chi è dentro. Chi è dentro potrebbe anche, per assurdo, non esserci, gli serve solo e soltanto come mezzo di salvezza e MAI gli punta il fucile contro; addirittura una delle impiegate sotto il suo sguardo vigile cerca di imparare come imbracciare l'arma secondo l'uso militare e lo fa ridendo; Morandini non se n'è accorto ma io sì e quindi riequilibro la sua SBAGLIATA e FUORVIANTE recensione aggiungendo che il film non solo NON E' D'AZIONE ma E' PRIMA DI TUTTO DI CRITICA SOCIALE ed è costruito talmente bene che la seconda si avverte con grande chiarezza e forza fin dall'inizio. Io l'ho visto senza doppiaggio grazie a Mediaset Premium, chissà come l'avrà visto Morandini per scrivere tante inesattezze in così poche righe...
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bissoli
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giovedì 9 giugno 2011
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analisi della società e della psicologia umana
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La solita storia di una rapina in banca... Niente di tutto questo. La rapina fallisce e tutto diventa imprevedibile. Inizia l'assedio.La potente macchina organizzativa dei mass media sfruttano la situazione. La fallita rapina si presta allo sfruttamento commerciale: venditori di pizze, di panini, di bibite; telecronisti, piazzisti... La macchina organizzativa commerciale si mette subito in moto. Poi entriamo nell'anima dei rapinatori: Sonny, un uomo con molte esperienze, socievole, furbo ma leale. In un dialogo col cronista Sonny espone la sua filosofia di vita, frutto dell'esperienza; e il cronista, imbevuto di convenzionalità,non può sostenere il dialogo. Ma la persona più interessante è l'amico Sal.
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La solita storia di una rapina in banca... Niente di tutto questo. La rapina fallisce e tutto diventa imprevedibile. Inizia l'assedio.La potente macchina organizzativa dei mass media sfruttano la situazione. La fallita rapina si presta allo sfruttamento commerciale: venditori di pizze, di panini, di bibite; telecronisti, piazzisti... La macchina organizzativa commerciale si mette subito in moto. Poi entriamo nell'anima dei rapinatori: Sonny, un uomo con molte esperienze, socievole, furbo ma leale. In un dialogo col cronista Sonny espone la sua filosofia di vita, frutto dell'esperienza; e il cronista, imbevuto di convenzionalità,non può sostenere il dialogo. Ma la persona più interessante è l'amico Sal. Un uomo freddo, duro, silenzioso. Un uomo profondamente umano, apparentemente contraddittorio. Un uomo di sani principi, che si preoccupa della salute di una donna che fuma una sigaretta. Un uomo religioso disposto a massacrare.Un uomo solo, triste che svolge il suo compito con serietà e impegno. Un uomo al di là delle emozioni, un soldato al servizio di Sonny, come un cittadino al servizio dello Stato, come un monaco al servizio della Chiesa. Un uomo che non si pone domande, ma obbedisce con cieca fede.
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