paolorol
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giovedì 11 agosto 2022
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occasione in parte sprecata
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù.
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù. Voilà, la tua religione è pronta !! Purtroppo le religioni, non solo oppio del popolo ma cancro del mondo continuano a prosperare ed a moltiplicarsi, fornendo una giustificazione all'odio fra i popoli ed alle guerre. In Italia, dove si vive sotto l'orrenda ombra del Cupolone, la religione più comoda al mondo permette in pratica ai fedeli di fare tutto quel che diavolo vogliono..mica male ragazzi, possiamo pure odiare e disprezzare i migranti... Purtroppo le buone intenzioni del regista si concretizzano in una commediola infarcita di battutine e battutacce politically uncorrect che parte abbastanza bene ma non riesce a mantenere il ritmo, diventa noiosa e degenera in una commediaccia che in qualche punto sfiora Lino Banfi. Leo è bravo, la Buy più pessima ed innaturale del solito, il povero Battiston ingabbiato in una parte troppo scontata. Insomma un'occasione in parte sprecata perchè il messaggio è serissimo.
Comunque il film è vedibile e qualche momento di ilarità lo regala.
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paolorol
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giovedì 11 agosto 2022
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la via per l''inferno è piena di buone intenzioni
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù.
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù. Voilà, la tua religione è pronta !! Purtroppo le religioni, non solo oppio del popolo ma cancro del mondo continuano a prosperare ed a moltiplicarsi, fornendo una giustificazione all'odio fra i popoli ed alle guerre. In Italia, dove si vive sotto l'orrenda ombra del Cupolone, la religione più comoda al mondo permette in pratica ai fedeli di fare tutto quel che diavolo vogliono..mica male ragazzi, possiamo pure odiare e disprezzare i migranti... Purtroppo le buone intenzioni del regista si concretizzano in una commediola infarcita di battutine e battutacce politically uncorrect che parte abbastanza bene ma non riesce a mantenere il ritmo, diventa noiosa e degenera in una commediaccia che in qualche punto sfiora Lino Banfi. Leo è bravo, la Buy più pessima ed innaturale del solito, il povero Battiston ingabbiato in una parte troppo scontata. Insomma un'occasione in parte sprecata perchè il messaggio è serissimo.
Comunque il film è vedibile e qualche momento di ilarità lo regala.
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giuseppe tumolo
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venerdì 30 luglio 2021
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a volte la realtà supera qualsiasi nostra fantasia
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Una commedia che a rifletterci bene poi tanto commedia non lo è: nonostante il film fosse del 2018 mi è sembrato più uno spaccato dei giorni nostri all'epoca del COVID da lasciare come testimonianza della nostra "impreparazione" nell'affrontare la vita ed i problemi ad essa inerenti. Nel film si narra come creare una religione dal nulla, non per fini proprio religiosi, e s'inventano un dio che coincide con noi stessi, l’Io, proprio come molti oggi credono di essere medici di se stessi. Quello che mi fa più riflettere, e mi fa specie, è come la realtà superi ogni immaginazione possibile, e non è la prima volta che accade, la caduta delle torri gemelle ne è un altro esempio: un film del 2018 precursore dei giorni nostri con largo anticipo, sembra quasi realizzato dopo aver visto quanto accade oggi, come una parodia dei giorni nostri.
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Una commedia che a rifletterci bene poi tanto commedia non lo è: nonostante il film fosse del 2018 mi è sembrato più uno spaccato dei giorni nostri all'epoca del COVID da lasciare come testimonianza della nostra "impreparazione" nell'affrontare la vita ed i problemi ad essa inerenti. Nel film si narra come creare una religione dal nulla, non per fini proprio religiosi, e s'inventano un dio che coincide con noi stessi, l’Io, proprio come molti oggi credono di essere medici di se stessi. Quello che mi fa più riflettere, e mi fa specie, è come la realtà superi ogni immaginazione possibile, e non è la prima volta che accade, la caduta delle torri gemelle ne è un altro esempio: un film del 2018 precursore dei giorni nostri con largo anticipo, sembra quasi realizzato dopo aver visto quanto accade oggi, come una parodia dei giorni nostri. Chi l’avrebbe mai immaginato, vedendo il film nel 2018, che sarebbe potuto accadere veramente e su temi assai più importanti: la nostra salute.
Comunque un bel film, 100 minuti trascorsi piacevolmente lasciandoti anche più di qualche spunto di riflessione, a 360 gradi.
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stefano73
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sabato 5 gennaio 2019
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commedia leggera su un tema pericoloso
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questa commedia anche se pur leggera e un pò comica tratta la religione nella nostra Italia. Massimo nel cercare di non pagare le tasse diventa fondatore, messia e motivatore di una nuova religione. Ecco che da lì iniziano i problemi sulla stabilità e fondatezza dei suoi principi. Tenere in piedi una religione senza una reale motivazione e determinazione presenta i suoi limiti.La commedia funziona e riesce anche a far riflettere sulla infondatezza e sull'interesse economico in cui è coinvolta la nostra religione con cui siamo cresciuti.
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alejazz
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venerdì 31 agosto 2018
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la creazione dello ionismo
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Edoardo Leo è sempre più attivo nel cinema italiano. Con “Io c’è” è incentrato sul tema delle religioni, le tante religioni, che ai nostri giorni sono presenti.
Il senso del film? Ognuno è libero di credere in qualsiasi cosa e a suo modo. C’è chi crede in Gesù Cristo, chi in Allah, chi in Buddha…ecc ecc.
E perché non credere in sé stessi?
Con questo, a mio avviso, gioco di parole il film ci fa capire che la cosa importante da fare in ognuno di noi e seguire il proprio istinto.
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Edoardo Leo è sempre più attivo nel cinema italiano. Con “Io c’è” è incentrato sul tema delle religioni, le tante religioni, che ai nostri giorni sono presenti.
Il senso del film? Ognuno è libero di credere in qualsiasi cosa e a suo modo. C’è chi crede in Gesù Cristo, chi in Allah, chi in Buddha…ecc ecc.
E perché non credere in sé stessi?
Con questo, a mio avviso, gioco di parole il film ci fa capire che la cosa importante da fare in ognuno di noi e seguire il proprio istinto.
Infatti, con la finta religione dello “IO-nismo” i fedeli convertiti riescono finalmente a vincere le proprie paure e propri limiti; chi prima era un alcolista non beve più, oppure chi è paralitico si convince che è bene convivere con la disabilità e continuare a godersi la vita.
Per me il film ha una bella morale dietro e allo stesso tempo con l’ironia di Leo resta su toni leggeri.
Cosa mi è piaciuto:
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la bravura di Edoardo Leo
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la trama e la morale del film
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la complicità dei co-protagonisti ovvero Margherita Buy e Giuseppe Battiston
Cosa non mi è piaciuto:
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Passano gli anni e la Buy recita sempre e unicamente gli stessi ruoli ovvero la donna indecisa, fragile e poco determinata
Consigliata la visione per tutta la famiglia
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giurg63
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domenica 26 agosto 2018
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io, non c'è proprio...
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Quello delle religioni è un argomento delicatissimo che, se trattato in maniera superficiale, fuorviante e irriverente come in questo film, diventa facilmente un campo minato in cui è difficile muoversi.
L'unica nota positiva di questo film è l'evidenziare come possa essere facile per molti falsi "santoni" reclutare dei seguaci, facendo loro un vero e proprio lavaggio del cervello allo scopo di creare per i propri fini lucrativi nuove comunità, chiese o sette che dir si voglia.
Tuttavia l'argometo è affrontato in maniera troppo approssimata e le interpretazioni dei pur bravi Edoardo Leo, Margherita Buy e Giuseppe Battiston rimangono imbrigliate e, in certo senso, impacciate.
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Quello delle religioni è un argomento delicatissimo che, se trattato in maniera superficiale, fuorviante e irriverente come in questo film, diventa facilmente un campo minato in cui è difficile muoversi.
L'unica nota positiva di questo film è l'evidenziare come possa essere facile per molti falsi "santoni" reclutare dei seguaci, facendo loro un vero e proprio lavaggio del cervello allo scopo di creare per i propri fini lucrativi nuove comunità, chiese o sette che dir si voglia.
Tuttavia l'argometo è affrontato in maniera troppo approssimata e le interpretazioni dei pur bravi Edoardo Leo, Margherita Buy e Giuseppe Battiston rimangono imbrigliate e, in certo senso, impacciate.
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alejazz
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venerdì 24 agosto 2018
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credere in se stessi è possibile
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Edoardo Leo è sempre più attivo nel cinema italiano. Con “Io c’è” è incentrato sul tema delle religioni, le tante religioni, che ai nostri giorni sono presenti.
Il senso del film? Ognuno è libero di credere in qualsiasi cosa e a suo modo. C’è chi crede in Gesù Cristo, chi in Allah, chi in Buddha…ecc ecc.
E perché non credere in sé stessi?
Con questo, a mio avviso, gioco di parole il film ci fa capire che la cosa importante da fare in ognuno di noi e seguire il proprio istinto.
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Edoardo Leo è sempre più attivo nel cinema italiano. Con “Io c’è” è incentrato sul tema delle religioni, le tante religioni, che ai nostri giorni sono presenti.
Il senso del film? Ognuno è libero di credere in qualsiasi cosa e a suo modo. C’è chi crede in Gesù Cristo, chi in Allah, chi in Buddha…ecc ecc.
E perché non credere in sé stessi?
Con questo, a mio avviso, gioco di parole il film ci fa capire che la cosa importante da fare in ognuno di noi e seguire il proprio istinto.
Infatti, con la finta religione dello “IO-nismo” i fedeli convertiti riescono finalmente a vincere le proprie paure e propri limiti; chi prima era un alcolista non beve più, oppure chi è paralitico si convince che è bene convivere con la disabilità e continuare a godersi la vita.
Per me il film ha una bella morale dietro e allo stesso tempo con l’ironia di Leo resta su toni leggeri.
Cosa mi è piaciuto:
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la bravura di Edoardo Leo
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la trama e la morale del film
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la complicità dei co-protagonisti ovvero Margherita Buy e Giuseppe Battiston
Cosa non mi è piaciuto:
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Passano gli anni e la Buy recita sempre e unicamente gli stessi ruoli ovvero la donna indecisa, fragile e poco determinata
Consigliata la visione per tutta la famiglia
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lunedì 20 agosto 2018
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un film geniale magistralmente diretto.
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Un miracolo la religione ionista l'ha certamente fatto: quello di dar vita ad uno dei pochi film italiani capace di muovere l'obiettivo dall'ombelico del regista verso temi davvero universali. Anzi,: del tema più antico e universale che possa esistere: la necessità degli uomini, in ogni luogo e in ogni epoca, di darsi una religione. Il cinema italiano ci ha fatto ben pochi regali, negli ultimi vent'anni, tra pappe riscaldate, sbrodolamenti di partito e s/pugnette acchiappacontributi. Questo è vero cinema, e Leo è il nuovo Gassman.
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diabolik
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lunedì 6 agosto 2018
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continua la delusione di leo
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trama improbabile
spiace per gli attori, specie battiston che apprezzo molto
da evitare di leo , ormai colleziona storie imbarazzanti
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rob8
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sabato 4 agosto 2018
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un’occasione persa
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Lo spunto di un’esplorazione del mondo dei culti alternativi alle religioni ufficiali, con tanto di disinvolta critica all’organizzazione clericale che si muove al riparo della cupola di San Pietro, avrebbe potuto portare lontano se solo si fosse voluto sostenere il discorso, pur in contesto di commedia, con quegli accenti graffianti e caustici che furono della migliore tradizione dei Risi e dei Monicelli.
Purtroppo, Aronadio non è nemmeno avvicinabile a tali modelli e il pur bravo Edoardo Leo non riesce a sostenere su di sé, come i mattatori di quella stagione facevano, un’impresa che perde quasi subito mordente e scivola presto nella ripetizione e nella noia.
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Lo spunto di un’esplorazione del mondo dei culti alternativi alle religioni ufficiali, con tanto di disinvolta critica all’organizzazione clericale che si muove al riparo della cupola di San Pietro, avrebbe potuto portare lontano se solo si fosse voluto sostenere il discorso, pur in contesto di commedia, con quegli accenti graffianti e caustici che furono della migliore tradizione dei Risi e dei Monicelli.
Purtroppo, Aronadio non è nemmeno avvicinabile a tali modelli e il pur bravo Edoardo Leo non riesce a sostenere su di sé, come i mattatori di quella stagione facevano, un’impresa che perde quasi subito mordente e scivola presto nella ripetizione e nella noia.
Un’altra occasione persa dal nuovo cinema italiano.
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