fabrizio friuli
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lunedì 31 luglio 2023
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il bel paese dedacente
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Michele Spagnolo è un rinomato politico italiano che fa parte di un partito noto come Viva L'Italia ma è ( ovviamente ) un uomo quasi del tutto privo di onestà , interessato solamente a ciò che lui vuole ed è riuscito a trovare i posti di lavoro per i suoi figli ( grazie alle raccomandazioni ) : l' ingenuo e poco competente Valerio, Susanna, un ' amante della recitazione caratterizzata da un evidente difetto di pronuncia e Riccardo, un infermiere valido e serio che sembra essere l' unica " mela buona " proveniente dal ramo della famiglia Spagnolo. Tuttavia, nel corso della storia, Michele Spagnolo viene colto da un malore che , inizialmente gli fa dire tutto ciò che pensa realmente dei suoi figli e della sua famiglia, e i tre figli devono occuparsi di lui e grazie a quell' evento, i suoi figli diventano persone diverse ( specialmente Valerio e Susanna ) ed anche Michele Spagnolo diventa una persona migliore, omettendo la maschera del politico italiano stereotipato.
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Michele Spagnolo è un rinomato politico italiano che fa parte di un partito noto come Viva L'Italia ma è ( ovviamente ) un uomo quasi del tutto privo di onestà , interessato solamente a ciò che lui vuole ed è riuscito a trovare i posti di lavoro per i suoi figli ( grazie alle raccomandazioni ) : l' ingenuo e poco competente Valerio, Susanna, un ' amante della recitazione caratterizzata da un evidente difetto di pronuncia e Riccardo, un infermiere valido e serio che sembra essere l' unica " mela buona " proveniente dal ramo della famiglia Spagnolo. Tuttavia, nel corso della storia, Michele Spagnolo viene colto da un malore che , inizialmente gli fa dire tutto ciò che pensa realmente dei suoi figli e della sua famiglia, e i tre figli devono occuparsi di lui e grazie a quell' evento, i suoi figli diventano persone diverse ( specialmente Valerio e Susanna ) ed anche Michele Spagnolo diventa una persona migliore, omettendo la maschera del politico italiano stereotipato.
Viva L'Italia è una commedia ( drammatica ) scaturita dalla mente brillante del regista Massimiliano Bruno che appare in un piccolo ruolo all' interno del film che vuole esporre senza inibizione L'Italia, dal punto di vista sociale e lavorativo, trattando frequentemente la piaga della raccomandazione che permette a gente incapace di avere dei posti di lavoro dignitosi o di insediarsi nel modello spettacolo. Ogni attore selezionato ha saputo impersonare il proprio ruolo in maniera ottimale, specialmente Rocco Papaleo che ha interpretato il manager di Susanna , ed è un uomo palesemente omosessuale ( o forse che finge di esserlo per una questione di immagine ) che ostenta il suo possibile orientamento sessuale, circondandosi di Toy Boy e vestendosi proprio come un tipico omosessuale stereotipato al cento per cento ( è stato trattato brevemente questo personaggio perché, pur trattandosi di uno stereotipo, esso è stato reso così intenzionalmente ), però, il personaggio più importante di questo film potrebbe essere Valerio ( interpretato da Alessandro Gassman ) egli è una persona poco professionale che pensa solamente alle cretinate ed è ignaro di essere sposato con una donna infedele e di avere un figlio che lo disprezza ( ed ha la passione o la fissa del rap ), ma quando Valerio scopre che sua moglie lo tradisce con un collega se ne va di casa furibondo e distrugge il motorino del figlio per vendicarsi di lui, avendolo umiliato ad un concerto rap , peccato che, quella scena sia stata eccessivamente sbrigativa, perché avrebbe potuto umiliare suo figlio insultandolo con una canzone rap davanti ai suoi amici oppure rompendogli lil motorino davanti a lui, ovviamente, queste sono delle idee differenti ( che probabilmente, avrebbero dato alla sceneggiatura una profondità maggiore ) e poi, dopo essere andato via di casa, finalmente Valerio diventa più serio e coscienzioso e riesce a cadere umiliare i colleghi che lo vedevano come il " soggetto della classe ". Pur essendo un film decisamente più serio della commedia Nessuno mi può giudicare, Viva L'Italia è ugualmente caratterizzato da scene molto divertenti, soprattutto quelle in cui Michele Spagnolo ( impersonato dal talentuoso attore Michele Placido ) assume un comportamento fuori dall' ordinario dopo essere stato dimesso dall' ospedale. Per concludere, un ulteriore qualità del film è quella di aver scelto Raoul Bova per interpretare Riccardo Spagnolo l' infermiere che potrebbe essere una sorta di parodia del tipico " Dottore Bello " presente nei programmi televisivi del sabato sera, ma è lui l' unico dottore bello, per tanto, Viva L'Italia è una commedia puramente satirica che merita di essere considerata una delle commedie italiane migliori che siano mai state realizzate.
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rosmersholm
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mercoledì 15 febbraio 2023
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facce di bronzo
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Ci vuole una bella faccia di bronzo a far interpretare ad un'attrice cagna, ad un'attrice cagna (caspita, David di Donatello per la genialata del difetto di pronuncia); un figlio di papà, ad un figlio di papà; ad un belloccio incapace, un medico belloccio. Il tutto condito da una sceneggiatura che fa rimpiangere i cinepanettoni, per squallore e rozzezza. Ma è mai possibile che non si sia più capaci di scrivere una sceneggiatura decente? E che dire di questa Simona che evoca Monicelli e Risi? Che disastro...
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patry58
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venerdì 6 gennaio 2023
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poco credibile
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Ma come si può credere a un ospedale nel cui reparto (unico?) sono degenti solo 3 vecchi, sempre gli stessi? Ma quale ospedale terrebbe dei pazienti per più di 2-3 giorni? Questi invece addirittura organizzavano tornei di bocce e festeggiavano compleanni. Se si vuole rendere credibile un film bisogna fare in modo che lo sembri. Come si può cedere che uno che aggiusta lavatrici possa aggiustare ecografi ed elettrocardiografi? A tutto c'è un limite e quelle scene dove tutti si son messi a dipingere i muri e a pulire le stanze mi sembravano più degne della tv dei ragazzi che di un film di cdenuncia" per adulti. Se davvero i pazienti erano solo quei 3 forse avevano anche ragione di chiuderlo.
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Ma come si può credere a un ospedale nel cui reparto (unico?) sono degenti solo 3 vecchi, sempre gli stessi? Ma quale ospedale terrebbe dei pazienti per più di 2-3 giorni? Questi invece addirittura organizzavano tornei di bocce e festeggiavano compleanni. Se si vuole rendere credibile un film bisogna fare in modo che lo sembri. Come si può cedere che uno che aggiusta lavatrici possa aggiustare ecografi ed elettrocardiografi? A tutto c'è un limite e quelle scene dove tutti si son messi a dipingere i muri e a pulire le stanze mi sembravano più degne della tv dei ragazzi che di un film di cdenuncia" per adulti. Se davvero i pazienti erano solo quei 3 forse avevano anche ragione di chiuderlo. Poi però finivano li tutti gli infartuati, i suicidi e gli stressati del circondario. Molto poco credibile e quindi molto poco apprezzabile a mio vedere. Peccato perché certe scene, come quella in cui Michele Placido passa tranquillamente in pigiama in mezzo alla carica della polizia, hanno una loro potenza evocativa, e anche quella in cui lui cerca di inserirsi nel filmino al mare della moglie e dei figli come per volerne poter farne parte. Ho apprezzato il bellissimo viso di Bova che quanto ad espressività è migliorato molto, esprimendo sofferenza e delusione ma anche rabbia. Placido e Papaleo come al solito due mattatori. Cast valido ma sottoutilizzato in una trama non approfondita e non consona.
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michele le rose
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mercoledì 22 settembre 2021
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riconoscimento attrice
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Ciao. Sapete dirmi come si chiama l'attrice che urla a raoul bova "è arrivato zorro"? Grazie per l'aiuto
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simone pasquali
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lunedì 22 marzo 2021
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assolutamente da vedere
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Un ottimo cast per una commedia imperdibile. La prima mezz'ora non sono riuscito a smettere di ridere ininterrottamente, poi via via il film inizia a fare riflettere.
A mio avviso da vedere.
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giuseppetoro
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giovedì 26 novembre 2015
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carino
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Classico e simpatico film commedia all'italiana..da seguire
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trammina93
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domenica 29 giugno 2014
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tre stelle e mezzo per questa commedia ben fatta
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Gran bella commedia. In genere quando ci sono questi cast così ricchi di attori famosi mi aspetto uno di quei calderoni da cui fuoriescono i più svariati luoghi comuni, stesse scenette, solita volgarità con varie parolacce, sesso, insomma il classico cinepanettone. Invece questo film presenta una bella trama, è divertente ma a tratti persino profondo. Questo film mi ha fatta molto riflettere perché parla di temi scottanti a noi Italiani, essenzialmente la corruzione, la raccomandazione e soprattutto il rubare dei nostri politici italiani.Il finale è molto suggestivo, dovrebbe essere un esempio da seguire in politica quello che ci mostra Michele Placido in questo film col suo personaggio. Mi è piaciuto anche il modo di denunciare la stupidità dei paparazzi, di testate giornalistiche di gossip stile Novella 2000 che fanno avere successo a dei personaggi che essenzialmente non sanno fare nulla (come il personaggio interpretato dalla Angiolini)con trovate sciocche come matrimoni, fidanzamenti, esibizioni di scarso valore.
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Gran bella commedia. In genere quando ci sono questi cast così ricchi di attori famosi mi aspetto uno di quei calderoni da cui fuoriescono i più svariati luoghi comuni, stesse scenette, solita volgarità con varie parolacce, sesso, insomma il classico cinepanettone. Invece questo film presenta una bella trama, è divertente ma a tratti persino profondo. Questo film mi ha fatta molto riflettere perché parla di temi scottanti a noi Italiani, essenzialmente la corruzione, la raccomandazione e soprattutto il rubare dei nostri politici italiani.Il finale è molto suggestivo, dovrebbe essere un esempio da seguire in politica quello che ci mostra Michele Placido in questo film col suo personaggio. Mi è piaciuto anche il modo di denunciare la stupidità dei paparazzi, di testate giornalistiche di gossip stile Novella 2000 che fanno avere successo a dei personaggi che essenzialmente non sanno fare nulla (come il personaggio interpretato dalla Angiolini)con trovate sciocche come matrimoni, fidanzamenti, esibizioni di scarso valore. Una scena memorabile è quella in cui Papaleo dichiara di aver finto di essere gay ed inneggia all'organo genitale femminile. Gli attori sono stati tutti bravi, anche Raoul Bova l'ho trovato meglio del solito (in genere non mi piace affatto). Gassman ha mostrato come sempre di avere stoffa (peccato che nella sua carriera non abbia mai fatto chissà che ruoli). Tra tutti vorrei però elogiare Ambra Angiolini che è stata veramente simpatica col suo difetto di pronuncia nella esse, grandissima!Il film a tratti mi ricordava Viva la libertà ed anche Benvenuto presidente per il modo in cui viene denunciata la negligenza dei politici però ha dei toni e una trama a sè stante, quindi non direi che si tratta di un plagio di uno dei due film citati. Visione consigliata!
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gepeto
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martedì 25 marzo 2014
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banale e scontato, sul malcostume dilagante.
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Commedia godibile, a tratti divertente, ma spesso scade nel banale. Sembra sguazzare in quella stessa ipocrisia e nel degrado di cui vorrebbe essere di denuncia, sempre alla ricerca dell' "audience" facile, più che della qualità cinematografica. Criticabili, a mio avviso, i riferimenti espliciti ad episodi tratti dalla recente storia reale, alternati con scene che esaltano il grottesco.
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scarlett
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domenica 16 febbraio 2014
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“chissà quando si faranno gli italiani"...
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“Libertà è una parola che non significa niente. Significa che ora che l’Italia è fatta, dobbiamo farci gli affari nostri” così parlava Giacomo Uzeda all’anziana zia Ferdinanda, in una scena del celebre film “I Vicerè”, tratto dall’omonimo capolavoro di F. De Roberto.
Tuttavia, benché gli avvenimenti narrati risalgano all’Ottocento, è ben chiaro come determinate questioni quali l’idea di una classe politica che mira solo a proteggere sé stessa e di un’Italia che, malconcia prima ancora dell’Unità, traballa su un piede solo sussistano ancora oggi e siano al centro di accesi dibattiti d’attualità.
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“Libertà è una parola che non significa niente. Significa che ora che l’Italia è fatta, dobbiamo farci gli affari nostri” così parlava Giacomo Uzeda all’anziana zia Ferdinanda, in una scena del celebre film “I Vicerè”, tratto dall’omonimo capolavoro di F. De Roberto.
Tuttavia, benché gli avvenimenti narrati risalgano all’Ottocento, è ben chiaro come determinate questioni quali l’idea di una classe politica che mira solo a proteggere sé stessa e di un’Italia che, malconcia prima ancora dell’Unità, traballa su un piede solo sussistano ancora oggi e siano al centro di accesi dibattiti d’attualità.
Ne un esempio questo film, in cui Massimiliano Bruno esordisce sia alla regia sia comparendo in alcune scene come lo speaker di un programma televisivo in cui commenta alcuni importanti articoli di quel libro “divertente” che è la “Costizione Italiana” ricollegandosi ai momenti salienti della storia.
Si raccontano le esilaranti vicende dell’Onorevole Spagnolo (Michele Placido) che colto da una forma demenza diventa incapace di mentire e inizia a dire spudoratamente tutto ciò che gli passa per la testa, dovendo ritirarsi così dalla scena politica e soprattutto sconvolgendo a cascata le vite dei suoi figli.
Di figli, Michele Spagnolo ne ha tre, grazie ai quali gettiamo uno sguardo sugli universi a cui appartengono: Riccardo (Raul Bova) medico, comunista e in lotta con il padre fin da giovane, è costretto a fare i conti con la corruzione del sistema sanitario, continuando pur sempre ad amare il suo lavoro e i suoi pazienti, soddisfatto di essersi fatto da solo. Valerio (Alessandro Gassman) e Susanna (Ambra Angiolini), invece, hanno ottenuto le loro posizioni principalmente grazie alle raccomandazioni del padre; lui, nel Consiglio Amministrativo di un’azienda non riesce nemmeno a farsi rispettare da moglie e figlio; lei, con un manager rampante come Rocco Papaleo, nel frivolo mondo dello spettacolo fatto di fiction e gossip.
Proprio per la malattia del padre, si riuniranno sotto lo stesso tetto, riscoprendo il legame di un tempo e maturando insieme in una crescita morale che permetterà a ciascuno di scoprire di più sulla propria indole e dare il meglio di sé. Paradossalmente, tutto per merito del padre: il buon vecchio Spagnolo, infatti, saprà impartire loro lezioni di vita, mostrandosi un buon genitore. E, sincero come mai lo era stato in politica, saprà lasciare di stucco gli italiani con un messaggio forte e deciso che uscendo dal film, arriva fino agli spettatori: siamo noi che andiamo a votare, noi dovremmo pretendere, secondo Spagnolo, l'articolo 140: "Tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità".
Quindi, con un cast stellare e una colonna sonora eccezionale (nel repertorio anche D. Silvestri, Caparezza, A. Mannarino) Bruno ci regala un affresco della nostra società: tra l’amara realtà e il buon umorismo, tra la corruzione di “quelli che ben pensano” e la forza di chi vuol fare del bene, la nostra Italia, terra che ancora amiamo e reputiamo meravigliosa. Quell’Italia che – come direbbe Consalvo Uzeda nell’ultima scena del film di Faenza – ora che è fatta, ha bisogno che “si facciano” gli italiani.
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mongreal
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venerdì 17 gennaio 2014
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pessimo
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Mediocre è far un complimento, a questo film che presenta tutti i difetti appestanti della "nuova commedia italiana": romanismo spinto, personaggi e situazioni inutilmente grottesche, gag scontate, trama inesistente, pessimi attori.
[+] presuntuoso
(di giovanni.)
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