Drammatico,
durata 114 min.
- Gran Bretagna, Francia 2007.
- Universal Pictures
uscita venerdì 26ottobre 2007.
MYMONETROElizabeth - The Golden Age
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Insieme alla pellicola di quasi dieci anni prima (“Elizabeth” - 1998), costituisce il tentativo di rappresentare sul grande schermo alcune fasi del lungo regno di Elisabetta I d'Inghilterra, una delle sovrane più importanti della storia.
Il progetto è certamente ambizioso e lodevole, tuttavia l'esecuzione del regista indiano Shekhar Kapur si dimostra non sufficientemente attenta al rispetto rigoroso dell'aderenza storica, scegliendo invece di privilegiare soluzioni narrative decisamente romanzate per esigenze commerciali.
Tale scelta pregiudica il valore biografico dell'opera.
Personalmente ne sono rimasto deluso: avrei preferito un approccio che privilegiasse l'esatta ricostruzione storica, come era stato fatto dal regista Charles Jarrott a cavallo tra gli anni '60 e '70, con le pellicole “Anna dei mille giorni” e “Maria Stuarda Regina di Scozia”.
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Insieme alla pellicola di quasi dieci anni prima (“Elizabeth” - 1998), costituisce il tentativo di rappresentare sul grande schermo alcune fasi del lungo regno di Elisabetta I d'Inghilterra, una delle sovrane più importanti della storia.
Il progetto è certamente ambizioso e lodevole, tuttavia l'esecuzione del regista indiano Shekhar Kapur si dimostra non sufficientemente attenta al rispetto rigoroso dell'aderenza storica, scegliendo invece di privilegiare soluzioni narrative decisamente romanzate per esigenze commerciali.
Tale scelta pregiudica il valore biografico dell'opera.
Personalmente ne sono rimasto deluso: avrei preferito un approccio che privilegiasse l'esatta ricostruzione storica, come era stato fatto dal regista Charles Jarrott a cavallo tra gli anni '60 e '70, con le pellicole “Anna dei mille giorni” e “Maria Stuarda Regina di Scozia”.
Inoltre lo stile registico eccessivamente moderno e poco sobrio di Shekhar si dimostra poco adatto ad una pellicola con un soggetto talmente solenne e carico di importanza storiografica.
Ottimo invece l'impatto visivo delle due pellicole: eccellente fotografia.
Rispetto al precedente, questo secondo film adotta una narrazione con toni meno cupi: in alcune parti funzionano, ma nel complesso si perde qualcosa rispetto alla pellicola del 1998, che era più affascinante e intrigante.
Strepitosa la prova di Cate Blanchett, autentico valore aggiunto della pellicola, come anche nel primo film. Geoffrey Rush è sempre bravo, benché il suo personaggio lasciava molto più il segno nel precedente capitolo.
La sceneggiatura si dilunga eccessivamente nella liaison amorosa a tre, molto romanzata, tra la Regina, il bel pirata interpretato da Clive Owen e la dama di compagnia, che finisce per occupare troppo spazio rispetto alle altre questioni trattate.
Al contrario non viene rappresentata con la dovuta completezza e spettacolarità la disfatta dell'Invencible Armada spagnola: in particolare pare molto timido Shekhar nel metterla in scena. Si ha l'impressione che sotto un'altra mano registica questo accadimento avrebbe potuto costituire il punto chiave della pellicola, prestandosi a sequenze spettacolari, che invece sono in gran parte sostituite semplicemente con riprese e primi piani simbolici di Elisabetta.
Tutto sommato resta una buona opera cinematografica, ma anche un'occasione mancata.
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Con questo film siamo nell'olimpo della cinematografia : tutto è perfetto e coinvolgente , dalle scenografie , ai costumi , alla recitazione .
Un film che ti appaga anche se lo rivedi cento volte . Sicuramente un capolavoro .
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Anche qui vale tout court il"prendere o lasciare": se si accettano le"regole del gioco"spettacolare/drammaturgico, bene, ossia con tanto di fasto di corte, esibizione di colori, forme varie, di"schiavi"(sostanzialmente i"nativi"americani erano considerati ciò, nonostante un millennio e mezzo di cristianesimo...), di"spettacolo"nel senso pieno e anche barocco del termine, altrimenti lasciare, appunto, perdendo uno spettacolo che è comunque illustrazione abbastanza efficace della situazione del colonialismo di fine sedicesimo secolo, con i conflitti tra dinastia britannica(Queen Elizabeth, appunto)e Filippo II°di Spagna, conflitti"aggravati"dai rapporti di parentela"cercati-realizzati"tra le due superpotenze coloniali, appunto , con tanto di Raleigh e poi_("Meglio")di Francis Drake, grandi corsati, di cui poi Drake divenne sir, merito di Queen Elizabeth, tanto per cambiare.
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Anche qui vale tout court il"prendere o lasciare": se si accettano le"regole del gioco"spettacolare/drammaturgico, bene, ossia con tanto di fasto di corte, esibizione di colori, forme varie, di"schiavi"(sostanzialmente i"nativi"americani erano considerati ciò, nonostante un millennio e mezzo di cristianesimo...), di"spettacolo"nel senso pieno e anche barocco del termine, altrimenti lasciare, appunto, perdendo uno spettacolo che è comunque illustrazione abbastanza efficace della situazione del colonialismo di fine sedicesimo secolo, con i conflitti tra dinastia britannica(Queen Elizabeth, appunto)e Filippo II°di Spagna, conflitti"aggravati"dai rapporti di parentela"cercati-realizzati"tra le due superpotenze coloniali, appunto , con tanto di Raleigh e poi_("Meglio")di Francis Drake, grandi corsati, di cui poi Drake divenne sir, merito di Queen Elizabeth, tanto per cambiare... Approfondimento relativo, certo, dato che un film non è né può essere=un saggio di storia, ma comunque un"entrebillet"(biglietto d'ingresso)nella storia, per chi non la consideri qualcosa di inutile e di inutilmente perso, non sappiamo perché, in quanto nessuna previsione sul futuro è diversa da mera opera di"divinazione"se non si appoggia su considerazioni relative anche al passato, remoto quanto recente o almeno"più recente". Un'opera significativa, nei limiti anzidetti, con una Blanchett sfavillante... El Gato
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Dovrebbero essere tre stelle e mezza, visto che ne ho date tre al primo; comunque, anche se arriva dopo 9 anni è un bel sequel anche se degli attori del primo rimangono solo Cate Blanchett (ottima regina Elisabetta I^ combattente in armatura!) e Geoffrey Rush. E' comunque anche questo un film fortemente anticattolico anche se qui il terribile non è il papa ma l'inventore della santa inquisizione: re Filippo II° di Spagna! Anche in questo film la "regina vergine" s'innamora ma, dice lei, vergine vuol restare; tuttavia sembra quasi impazzire di gelosia quando viene a sapere che la favorita delle sue ancelle (la bellissima Abbie Cornish!)aspetta un figlio dal pirata che amava, il quale si comporta da galantuomo sposando l'ancella, colpevole di essersi maritata senza il permesso della regina!
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Dovrebbero essere tre stelle e mezza, visto che ne ho date tre al primo; comunque, anche se arriva dopo 9 anni è un bel sequel anche se degli attori del primo rimangono solo Cate Blanchett (ottima regina Elisabetta I^ combattente in armatura!) e Geoffrey Rush. E' comunque anche questo un film fortemente anticattolico anche se qui il terribile non è il papa ma l'inventore della santa inquisizione: re Filippo II° di Spagna! Anche in questo film la "regina vergine" s'innamora ma, dice lei, vergine vuol restare; tuttavia sembra quasi impazzire di gelosia quando viene a sapere che la favorita delle sue ancelle (la bellissima Abbie Cornish!)aspetta un figlio dal pirata che amava, il quale si comporta da galantuomo sposando l'ancella, colpevole di essersi maritata senza il permesso della regina! Questo film, a differenza del primo ha molte scene di battaglie spettacolari che lo rendono meno pesante del primo, ed è fatto molto bene! Alla fine tutto si appiana! Unica scena triste ma fedele alla Storia: la decapitazione di Maria Stuarda tra l'altro interpretata dalla bella Samantha Morton!
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Il film rappresenta la storia vista e rivisitata della regina Elisabetta I , interepretata da una fantastica Cate Blanchette che avrebbe meritato l' Oscar . Certamente c' è una visione quasi demoniaca del cattolicesimo, ma nel contesto storico il punto di vista soggettivo britannico potrebbe essere pure passabile. E' rappresentato bene l'amore di una regina per la sua patria con le debolezze di una donna in carne ossa . Il film dura abbastanza ma tutto sommato non è così lento ...
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Ottimo film perchè, sinceramente, a volergli trovare un difetto, l'unico che c'è è l'inesattezza storica; a margine di questo, resta un film che non delude assolutamente sotto tutti gli altri aspetti: sceneggiatura, regia, colonna sonora, attori, costumi, scenografie...
E' ovvio che la scelta registica è tutta elisabettianocentrica e forse proprio questa "smania" di rendere omaggio alla grande regina d'Inghilterra, ha condotto il film ben oltre la realtà storica e ha spinto a trascurare dettagli essenziali che avrebbero prodotto un contorno storicamente più attinente al vero. La figura di Elisabetta I è enfatizzata al limite dell'apoteosi e probabilmente, quindi, anche un po' travisata.
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Ottimo film perchè, sinceramente, a volergli trovare un difetto, l'unico che c'è è l'inesattezza storica; a margine di questo, resta un film che non delude assolutamente sotto tutti gli altri aspetti: sceneggiatura, regia, colonna sonora, attori, costumi, scenografie...
E' ovvio che la scelta registica è tutta elisabettianocentrica e forse proprio questa "smania" di rendere omaggio alla grande regina d'Inghilterra, ha condotto il film ben oltre la realtà storica e ha spinto a trascurare dettagli essenziali che avrebbero prodotto un contorno storicamente più attinente al vero. La figura di Elisabetta I è enfatizzata al limite dell'apoteosi e probabilmente, quindi, anche un po' travisata.
Un errore che purtroppo tende a nuocere al film, quando a seguirlo sono persone che s'intendono di storia, le quali potrebbero obbiettare che Filippo II non era moro ma biondo, quasi albino e di pelle chiara, che Walter Raleigh non prese parte alla battaglia navale, che Elisabetta era senz'altro più anziana di quanto appare, che non fu per niente dilaniata dal pensiero di mandare a morte Maria Stuarda, anzi, si battè proprio per questo, e che in fine essa non fu garante di alcuna libertà di coscienza e di credo.
Comunque magnificenti le ambientazioni e i costumi, in pieno stile '500. Da Oscar l'interpretazione della protagonista. Solenni ed emozionanti i cori. [-]
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Icona del femminismo, emblema del fascino e del potere, la regina Elisabetta I d'Inghilterra è stata, oltre che un grande sovrano, l'icona di un'epoca. In un'Europa che vedeva nella Spagna la sua maggiore potenza, Elisabetta I riesce a modificare gli equilibri politici, respingendo l'attacco dell'Invincible Armada ed affermando l'egemonia inglese sul mondo. Molte sono state le trasposizioni cinematografiche della vita di questo personaggio, e quella che Shekhar Kapur, regista indiano che viene dal famoso circuito di "Bollywood", è stata sicuramente una delle più convincenti.
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Icona del femminismo, emblema del fascino e del potere, la regina Elisabetta I d'Inghilterra è stata, oltre che un grande sovrano, l'icona di un'epoca. In un'Europa che vedeva nella Spagna la sua maggiore potenza, Elisabetta I riesce a modificare gli equilibri politici, respingendo l'attacco dell'Invincible Armada ed affermando l'egemonia inglese sul mondo. Molte sono state le trasposizioni cinematografiche della vita di questo personaggio, e quella che Shekhar Kapur, regista indiano che viene dal famoso circuito di "Bollywood", è stata sicuramente una delle più convincenti. Uscito nel 1998, "Elizabeth" è stato un grande successo sia di pubblico che di critica, confermando l'allora astro nascente Cate Blanchett agli onori della cronaca. Dopo il successo del film ecco approdare nelle nostre sale il sequel "Elizabeth - The Golden Age": mentre il primo capitolo narrava le vicende che hanno portato Elisabetta al potere, "The Golden Age" è, invece, la descrizione del suo regno e della tensioni politiche fra Inghilterra e Spagna.
In un tripudio di abiti sfarzosi, scenografie baroccheggianti, personaggi patinati, "Elizabeth - The Golden Age" si fa ricordare per uno stile visivo prorompente ed a tratti eccessivo ma mai di cattivo gusto; la fotografia è semplicemente eccezionale, un vero e proprio affresco di un'epoca. E' evidente la presenza di un regista orientale, capace di proporre quel gusto visivo che caratterizza gran parte della cinematografia indiana e cinese degli ultimi anni. Purtroppo non si può dire lo stesso per alcune scelte di sceneggiatura a dir poco discutibili. L'Elisabetta del primo film, fredda, spietata, delusa, qui viene modificata secondo i gusti del pubblico.
L'approfondimento psicologico che questo film vuole fare del personaggio finisce per banalizzarlo, trasformando la regina in una donna innamorata che usa la politica come diversivo. Nei primi quaranta minuti si cade nel più classico dei melò hollywoodiani, in cui si approfondisce il triangolo fra Elisabetta, Lord Rinley e la sua dama di compagnia: mentre la Spagna sta per invadere l'Inghilterra, la grande regina pensa ai risvolti della sua vita sentimentale. Cate Blanchett giganteggia confermandosi una delle migliori attrici che, negli ultimi dieci anni, si sono affacciate sul mondo del cinema. Nonostante la deriva buonista di questo film, riesce a rendere in pieno le mille sfumature di un personaggio storico difficilmente identificabile. [-]
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francamente mi ha deluso molto.
bella la scenografia e i colori, ma il resto è stata una delusione. storicamente è piuttosto superficiale dato che il contesto storico non è rappresentato a dovere ( per esempio dei rapporti con i paesi bassi e della rivolta nelle terre olandesi non ne se ne parla mai).
invece che concentrarsi sulla presunta simpatia amorosa della regina per il pirata, avrebbero dovuto prendere in esami eventi molto più significativi. tra l'altro il personaggio di owen l'ho trovato estremamente fastidioso: uno che fa il pirata che entra ed esce quando gli pare dal palazzo reale, tratta con la regina alla pari, ogni volta che parla sempre pronto a fare il poeta e a lanciare perle di saggezza ed in conclusione diventa uno dei comandanti della flotta appena uscito di prigione e guida fino all'ultimo la sua nave incendiare verso i galeoni spagnoli.
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francamente mi ha deluso molto.
bella la scenografia e i colori, ma il resto è stata una delusione. storicamente è piuttosto superficiale dato che il contesto storico non è rappresentato a dovere ( per esempio dei rapporti con i paesi bassi e della rivolta nelle terre olandesi non ne se ne parla mai).
invece che concentrarsi sulla presunta simpatia amorosa della regina per il pirata, avrebbero dovuto prendere in esami eventi molto più significativi. tra l'altro il personaggio di owen l'ho trovato estremamente fastidioso: uno che fa il pirata che entra ed esce quando gli pare dal palazzo reale, tratta con la regina alla pari, ogni volta che parla sempre pronto a fare il poeta e a lanciare perle di saggezza ed in conclusione diventa uno dei comandanti della flotta appena uscito di prigione e guida fino all'ultimo la sua nave incendiare verso i galeoni spagnoli. passa pure per eroe quando il merito della vittoria inglese fu esclusivamente della tempesta.
brutti anche i dialoghi, spesso fuori contesto
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