elgatoloco
|
venerdì 4 febbraio 2022
|
notevolissimo de sica-bassani
|
|
|
|
Dal Capolavoro di GIorgio Bassani"IL giardino dei Finzi Contini", il film di Vittorio De Sica, sceneggiatura di Ugo Pirrro e Vittorio Bonicelli, 1970. Rinunciando alla tecnica dlel'io narrante, che è del romanzo, De Sica narra la storia, a Ferrara, di una famiglia ebrea ricca negli anni tra il 1938 e il 1943, mostrando da un lato la dialettica familiare, con la storia di Alberto, figlio forse gay della famiglia, "destinato" a una morte per malattia e della sorella Micol, apparentemente sconcertante anche nei rapporti sentimentali, di un contrasto tra Giorgio, ebreo molto meno ricco e figlio di un commerciante con cui è in dissesno politicamente(il padre troppo acconsenziente al fascismo, il figlio, amcio di un operaio comunista).
[+]
Dal Capolavoro di GIorgio Bassani"IL giardino dei Finzi Contini", il film di Vittorio De Sica, sceneggiatura di Ugo Pirrro e Vittorio Bonicelli, 1970. Rinunciando alla tecnica dlel'io narrante, che è del romanzo, De Sica narra la storia, a Ferrara, di una famiglia ebrea ricca negli anni tra il 1938 e il 1943, mostrando da un lato la dialettica familiare, con la storia di Alberto, figlio forse gay della famiglia, "destinato" a una morte per malattia e della sorella Micol, apparentemente sconcertante anche nei rapporti sentimentali, di un contrasto tra Giorgio, ebreo molto meno ricco e figlio di un commerciante con cui è in dissesno politicamente(il padre troppo acconsenziente al fascismo, il figlio, amcio di un operaio comunista). Storia, dunque non solo di una famiglia ma di un'inter comunaità, con la morte tragtca dell'operaio milanese, costretto ad anadre sul fronte russo, la morte di Alberto per malattia e la deportazione di tutti gli Ebrei Ferraresi, indipendentemente dalla loro condizione sociale in seguito alla promulgazione delle orride leggi razziali. Traspsozione intelligente del romanzo "classico"di Bassani, che racconta anche, in forma apparentemente "velata", certo non "gridata"la storia della Shoah, vista da un angolo vistuale importante, come quello della città emiliana, che ha da sempre una ricca comunità ebraica. Le vicende storiche e quelle personali.sentimentali si intrecciano in modo molto intelligente. anche per merito di una fotografia, che valorizzando, anche gli eventi naturali che si svolgono nel giardino del titolo, fanno emergere tutto ciò che si svolge"dietro"quanto viene detto e mostrato e riesce a farlo con grande finezza. Dominique Sanda a Helumut Berger come fratelli Finzi Contini, la famiglia del commerciante ebreo , reso da un grande Romolo Valli e dal figlio interpretato da Lino Capolicchio, sono interpreti adatissimi alle rispettive parti e nella fattispecie anche Fabio Testi, attore in genere di film "d'avventure"riesce ad essere convincente come operaio milanese di ideali comunisti. El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
samanta
|
domenica 8 marzo 2020
|
il giardino massacrato
|
|
|
|
Parlando di un film, anche se è un'opera autonoma, in questo caso non si può non parlare del romanzo che lo ispirò, quando uscì la pellicola la critica fu in maggioranza sfavorevole , anche se ebbe un discreto successo commerciale ed ebbe numerosi premi tra cui l'Oscar come migliore film straniero. Personalmente condivido in pieno il duro giudizio di Morandini.
E' difficile capire come si possa riuscire a rovinare una delle più bei romanzi del 900' italiano. Due sono i temi dell'opera e anche del film, sia pure espressi in modo penoso: leggi razziali e il loro impatto nella comunità ebraica di Ferrara, l'amore del io narrante (diventato Giorgio nel film) per Micol la figlia del più ricco ebreo di Ferrara (possiede 5000 ha) che vive in una splendida casa con un grandissiom parco nella città.
[+]
Parlando di un film, anche se è un'opera autonoma, in questo caso non si può non parlare del romanzo che lo ispirò, quando uscì la pellicola la critica fu in maggioranza sfavorevole , anche se ebbe un discreto successo commerciale ed ebbe numerosi premi tra cui l'Oscar come migliore film straniero. Personalmente condivido in pieno il duro giudizio di Morandini.
E' difficile capire come si possa riuscire a rovinare una delle più bei romanzi del 900' italiano. Due sono i temi dell'opera e anche del film, sia pure espressi in modo penoso: leggi razziali e il loro impatto nella comunità ebraica di Ferrara, l'amore del io narrante (diventato Giorgio nel film) per Micol la figlia del più ricco ebreo di Ferrara (possiede 5000 ha) che vive in una splendida casa con un grandissiom parco nella città.
Le leggi razziali furono un "bullismo" di Stato con una serie di vessazioni piccole e grandi, che sfociò in tragedia quando dopo l'8 settembre i tedeschi invasero il Paese e trovarono nelle questure l'elenco di tutti gli ebrei, schedati con i relativi indirizzi, si salvò dalla deportazione chi, come i Bassani, fuggì e si diede alla macchia. Nel film la vicenda invece che dal ottobre 1938 al settembre 1939 con un prologo e un epilogo (fin troppo breve), viene svolta nel periodo 1938-1943, con evidenti ancronismi e svarioni storici come quando un protagonista nel giugno del 1940 dice "spero che non mi mandino in Russia" quando l'Italia era in pace con la Russia e la guerra scoppiò un anno dopo quando i tedeschi attaccarono i sovietici. Mancano anche momenti essenziali come quando Malnate porta in un bordello Giorgio.
Giorgio (Lino Capolicchio) è innamorato di Micol (Dominque Sanda) ed è amico del fratello malaticcio Alberto (Helmut Berger), i due hanno messo a disposizione di amici, ebrei e non, il loro campo da tennis da quando era stato interdetto agli ebrei il Circolo del Tennis, partecipa Malnate un laureato in chimica che lavora a Ferrara e aveva conosciuto Alberto all'Università a Milano, comunista convinto (Fabio Testi). Micol che studia a Venezia respinge l'amore di Giorgio, che scopre che, forse, ha una relazione con Malnate durata un'estate, anche perche viene richiamato a Milano.De Sica non ha capito il personaggio di Micol che è una ragazza volitiva, intelligente, spiritosa, bella, ma rinchiusa nella sua torre d'avorio, la relazione con Malnate viene resa esplicita con lei che mostra le tette a Giorgio che dalla finestra di una dependance della villa aveva scoperto la coppia dopo l'amplesso. L'interpretazione della Sanda è raggelante, Micol diventa una ragazza trasognante e opaca, Lino Capolicchio sembra capitato per caso nel set, Helmut Berger recita come una comparsa, De Sica fa capire una simpatia omosessuale per Malnate, che invece era un donnaiolo frequentatore di bordelli e amante di ballerine, quanto a Fabio Testi: non sa recitare. L'unico che si salva con una grande interpretazione è Romolo Valli nella parte del papà di Giorgio. Il film in sé vale poco salvo la scena dell'arresto della famiglia dei Finzi, c'è una bella fotografia e una colonna sonora discreta, ma rendere male una così bella storia è forse attribuibile alla fase calante di De Sica regista. Ma rimarrà Micol sempre nella memoria del lettore, chiusa nella sua torre d'avorio che "soltanto un bacio" avrebbe potuto farla uscire.
[-]
[+] il finale nel dattiloscritto
(di samanta)
[ - ] il finale nel dattiloscritto
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
rob8
|
lunedì 23 luglio 2018
|
un discorso umanistico sui valori universali
|
|
|
|
Vittorio De Sica, sullo spunto del celebre romanzo di Bassani, firma nella maturità un’opera di non minore impegno, seppur di ben diversa resa, dei suoi capolavori neorealisti.
Un film che col tempo rivela qualità all’epoca dell’uscita sottovalutate: la inequivocabile presa di posizione contro il razzismo, sorretta non da tanto un esplicito discorso politico (ciò che la critica rimproverò), quanto da un’indagine psicologica sui personaggi e sociologica su una comunità, quella ebrea di Ferrara, declinata tra alta e media borghesia.
Sotto le equivocate spoglie di un melodramma sentimentale, si cela un discorso umanistico sui valori universali già indagati da De Sica per tre decenni da “I bambini ci guardano” a “Il giudizio universale”, in una cifra autoriale alta e ben riconoscibile.
[+]
Vittorio De Sica, sullo spunto del celebre romanzo di Bassani, firma nella maturità un’opera di non minore impegno, seppur di ben diversa resa, dei suoi capolavori neorealisti.
Un film che col tempo rivela qualità all’epoca dell’uscita sottovalutate: la inequivocabile presa di posizione contro il razzismo, sorretta non da tanto un esplicito discorso politico (ciò che la critica rimproverò), quanto da un’indagine psicologica sui personaggi e sociologica su una comunità, quella ebrea di Ferrara, declinata tra alta e media borghesia.
Sotto le equivocate spoglie di un melodramma sentimentale, si cela un discorso umanistico sui valori universali già indagati da De Sica per tre decenni da “I bambini ci guardano” a “Il giudizio universale”, in una cifra autoriale alta e ben riconoscibile. Certo, qui, caso raro, manca la firma di Zavattini: il quale sicuramente avrebbe tolto certa patina oleografica al film e senz’altro il pur notevole finale onirico, definito “ruffiano” dallo stesso Manuel, figlio di De Sica, che curò l’intenso e misurato commento sonoro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rob8 »
[ - ] lascia un commento a rob8 »
|
|
d'accordo? |
|
parsifal
|
giovedì 27 aprile 2017
|
sogni e delusioni
|
|
|
|
Vittorio De Sica mette in scena il romanzo più famoso di Giorgio Bassani, attingendo anche alla raccolta " Storie Ferraresi" , portando avanti la narrazione con garbo ed eleganza. Si inizia dalla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, a causa delle quali le persone appartenenti alla comunità ebraica vengono escluse da gran parte della vita pubblica e private di molti diritti fondamentali. Grazie a ciò , i rampolli della famiglia più ricca di Ferrara. Micol ( Dominique Sanda) ed Alberto ( H. Berger) decidono di aprire il giardino della loro faraonica villa, sino a quel momento inaccessibile a tutti. E così , i giovani della Ferrara borghese esclusi dal circolo del tennis, si ritrovano tutti insieme a Villa Finzi COntini.
[+]
Vittorio De Sica mette in scena il romanzo più famoso di Giorgio Bassani, attingendo anche alla raccolta " Storie Ferraresi" , portando avanti la narrazione con garbo ed eleganza. Si inizia dalla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, a causa delle quali le persone appartenenti alla comunità ebraica vengono escluse da gran parte della vita pubblica e private di molti diritti fondamentali. Grazie a ciò , i rampolli della famiglia più ricca di Ferrara. Micol ( Dominique Sanda) ed Alberto ( H. Berger) decidono di aprire il giardino della loro faraonica villa, sino a quel momento inaccessibile a tutti. E così , i giovani della Ferrara borghese esclusi dal circolo del tennis, si ritrovano tutti insieme a Villa Finzi COntini. Per il padre di Giorgio ( Lino capolicchio) interpretato da un ottimo Romolo Valli, tutto ciò sarebbe frutto di una precisa manovra dettata dalla volontà demagogica dei due fratelli , al fine di egemonizzare il gruppo di persone escluse. Giorgio non accetta una simile analisi , sia per la sua innata buonafede e sia perchè è , da sempre , abbagliata dal fascino di Micol , elegante ed ambigua, ammiccante e sfuggente al tempo stesso, che si diverte a giocare con lui, con sottile crudeltà. Inoltre è legato da un profondo affetto ad Alberto , fragile e malato, che vive rinchiuso nella sua gabbia d'oro. Giorgio stringe amicizia con Malnate, conosciuto nel giardino della grande villa ( Fabio Testi doppiato dal grande Adalberto Maria Merli) e si confidano a vicenda , passando il tempo. La situazione capitola velocemente; il fratello di Giorgio fugge a Grenoble, dove si vedranno per qualche giorno e Giorgio verrà a conoscenza della realtà taciuta in Italia, i campi di sterminio. Malnate viene richiamato e la sera stessa del commiato, Giorgio scopre , per volontà di Micol, il fatto che erano amanti da tempo. Questo spiegherà , almeno in parte , i rifiuti reiterati della ragazza, ma non allevierà il dolore. Malnate morirà in Russia, Alberto verrà stroncato dal male che lo affliggeva e i repubblichini deporteranno il resto della famiglia Finzi Contini. IL Film finisce in maniera straziante , con una sequenza dei tempi felici mandata al rallentatore, con un canto yiddish che narra della tragedia dell'Olocausto. Premio Oscar per il miglior film straniero e molti altri premi, colonna sonora d'eccezione, inscindibile dalla narrazione a cura di Manuel De Sica. Irripetibile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a parsifal »
[ - ] lascia un commento a parsifal »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
sabato 18 febbraio 2017
|
il giardino dei ricordi
|
|
|
|
Alla vigilia della seconda guerra mondiale Micol e Alberto fanno parte della famiglia nobile ebrea Finzi contini, e nella lussuosa villa ospitano vari amici per partite di tennis, tra cui il giovane Giorgio amico della ragazza fin dall'adolescenza, e quando confessera il suo amore le cose cambieranno, e gli animi vivranno un dolore incessante per la persecuzione imminente.Vittorio De Sica (amanti, la ciociara) dirige un film ottimo, ispirato dal libro di Giorgio Bassani.La trama sentimentale manifesta chiaramente un concetto velato di dolore dell'anima che emerge gradualmente sia con la storia sei due ragazzi, sia con la persecuzione alle porte.La bellezza tecnica del buon direttore della fotografia gioca un ruolo di primaria importanza, le luci accese, quasi vive, che sembrano appunto esprimere l'animo dei protagonisti ( bellissima la sequenza nella carrozza), fino a quella neve nel giardino che preannuncia un gelo e una fine vicina.
[+]
Alla vigilia della seconda guerra mondiale Micol e Alberto fanno parte della famiglia nobile ebrea Finzi contini, e nella lussuosa villa ospitano vari amici per partite di tennis, tra cui il giovane Giorgio amico della ragazza fin dall'adolescenza, e quando confessera il suo amore le cose cambieranno, e gli animi vivranno un dolore incessante per la persecuzione imminente.Vittorio De Sica (amanti, la ciociara) dirige un film ottimo, ispirato dal libro di Giorgio Bassani.La trama sentimentale manifesta chiaramente un concetto velato di dolore dell'anima che emerge gradualmente sia con la storia sei due ragazzi, sia con la persecuzione alle porte.La bellezza tecnica del buon direttore della fotografia gioca un ruolo di primaria importanza, le luci accese, quasi vive, che sembrano appunto esprimere l'animo dei protagonisti ( bellissima la sequenza nella carrozza), fino a quella neve nel giardino che preannuncia un gelo e una fine vicina.Simbolismi chiari( il muro del giardino, come un confine di classe sociale), e ricordi vivi che a tratti prendono il posto del presente.Il tema principale nel film rimane sempre la debolezza umana e un fato al quale non ci si può opporre, un De Sica esistenzialista in piena forma e talento.Buone musiche di Manuel De Sica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
forsedomani
|
sabato 18 giugno 2016
|
straordinario
|
|
|
|
Atmosfere ansiose e modernissime. Un angolo delle leggi razziali interessante e particolari. Struggente bellissimo e raffinato.
|
|
[+] lascia un commento a forsedomani »
[ - ] lascia un commento a forsedomani »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
mercoledì 2 settembre 2015
|
troppo poco fedele all'originale. un oscar maldato
|
|
|
|
IL GIARDINO DEI FINZI-CONTINI (IT/RFT, 1970) diretto da VITTORIO DE SICA. Interpretato da LINO CAPOLICCHIO, DOMINIQUE SANDA, FABIO TESTI, ROMOLO VALLI, HELMUT BERGER, ALESSANDRO D'ALATRI, BARBARA LEONARD PILAVIN, CAMILLO CESAREI, CINZIA BRUNO, EDOARDO TONIOLO, ETTORE GERI, FRANCO NEBBIA
Alla fine degli anni 1930, a Ferrara, i fratelli Micòl e Alberto Finzi-Contini, rampolli di una benestante famiglia ebraica della borghesia cittadina, passano le loro giornate fra partite di tennis coi coetanei e gli studi universitari, per i quali Micòl è impegnata in un’università veneziana. Corteggiata dal figlio di un commerciante che disapprova le sue amicizie altolocate, la spensierata e vitale ragazza finisce però per preferirgli Giampiero Malnate, chimico milanese comunista dalla rude personalità e contrario all’ideologia violenta del regime fascista.
[+]
IL GIARDINO DEI FINZI-CONTINI (IT/RFT, 1970) diretto da VITTORIO DE SICA. Interpretato da LINO CAPOLICCHIO, DOMINIQUE SANDA, FABIO TESTI, ROMOLO VALLI, HELMUT BERGER, ALESSANDRO D'ALATRI, BARBARA LEONARD PILAVIN, CAMILLO CESAREI, CINZIA BRUNO, EDOARDO TONIOLO, ETTORE GERI, FRANCO NEBBIA
Alla fine degli anni 1930, a Ferrara, i fratelli Micòl e Alberto Finzi-Contini, rampolli di una benestante famiglia ebraica della borghesia cittadina, passano le loro giornate fra partite di tennis coi coetanei e gli studi universitari, per i quali Micòl è impegnata in un’università veneziana. Corteggiata dal figlio di un commerciante che disapprova le sue amicizie altolocate, la spensierata e vitale ragazza finisce però per preferirgli Giampiero Malnate, chimico milanese comunista dalla rude personalità e contrario all’ideologia violenta del regime fascista. Quando tuttavia sopraggiungono le leggi antisemite e scoppia la guerra, la famiglia Finzi-Contini viene dapprima espulsa dai circoli più esclusivi della città emiliana, reclusa progressivamente in un ghetto e infine deportata nei campi di concentramento nazisti. Alberto si ammala di linfogranuloma maligno fino a morirne, e viene sepolto nel monumentale cimitero famigliare, mentre Micòl, i genitori e la vecchia nonna subiscono la deportazione nei luoghi di sterminio. Giampiero è richiamato alle armi e inviato a combattere nella campagna di Russia, mentre il giovane protagonista, riuscito a imboscarsi, rimane solo. I torti di questa riduzione cinematografica del capolavoro di Giorgio Bassani, datato 1962, sono almeno tre: 1.) l’aver dato un nome (per non far confusione né torti a nessuno, è stato appositamente scelto il nome di battesimo dell’autore) all’io narrante, che nel romanzo non viene mai citato esplicitamente, mantenendo un anonimato che però costruisce un alone di misterioso interesse ed eccellente carisma attorno al suo personaggio, meglio costruito sulla pagina scritta che in immagini audiovisive; 2.) aver troppo ridimensionato la figura del professor Ermanno Finzi-Contini, individuo importantissimo nel romanzo per lo svolgimento dello stesso e che nel film fa tre veloci cammei, ritagliandosi niente più che una comparsata insipida e senza sostanza; 3.) aver tralasciato con eccessiva noncuranza la parte in cui i due protagonisti sono bambini, parte che nel libro ha una funzionalità essenziale nella descrizione di entrambe le personalità, mentre il film riduce spudoratamente questo passaggio fondamentale dando per scontata la crescita interiore di due giovani che arrivano sempre ad avvicinarsi a livello sentimentale senza mai raggiungere una completa armonia. Inoltre, nella traduzione filmica, il significato che Bassani aveva saputo, con enorme dovizia di dettagli ed estrema lucidità, attribuire alla sua opera, inteso precipuamente nei temi della lotta alle discriminazioni razziali, dell’amicizia amorosa e delle differenze di ceto, viene travisato e sminuito, perché la sceneggiatura (scritta da Ugo Pirro e Vittorio Bonicelli) trascura inconsapevolmente molti particolari cruciali che invece avrebbero dovuto essere ampiamente valorizzati per delineare un quadro sociopolitico (più sociale che politico) che non può affatto essere guardato con superficialità. Ulteriori ed ennesimi difetti si riscontrano anche nell’approssimazione dell’esecuzione temporale e nei numerosi anacronismi, autentici svarioni che sfigurano con una ricostruzione scenografica che, di per sé, è anche carina e diligente, ma rovinata puntualmente dalle imperdonabili mancanze dei più importanti contributi artistici e tecnici. Perfino la scelta del cast e la direzione degli attori sono molto al di sotto del decoro consueto a V. De Sica. Musiche composte dal figlio Manuel (1949-2014). Fotografia di Ennio Guarnieri. Dà molto da riflettere la vittoria dell’Oscar come migliore film straniero: forse la società dell’Academy Award ha voluto premiare il suo smanceroso romanticismo e l’illanguidita carenza di fedeltà, invece che considerare e (forse) condannare la sua fattura generalmente approssimativa, quasi caricaturale e caratterizzata da una preoccupante povertà di spunti?
[-]
[+] il tradimento del romanzo
(di samanta)
[ - ] il tradimento del romanzo
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
mercoledì 11 marzo 2015
|
forse non "capolavoro"' ma di grande rigore
|
|
|
|
Non conoscendo se non alcune opere di Vittorio De Sica(lo confesso, anche perché la conoscenza manualistica per l'esame di"Storia del cinema"è un conto, vedere invece con attenzione tutti i film è altra cosa), ritengo comunque si tratti di un'opera di estremo rigore stilistico ed espressivo, capace di rendere il clima storico-antropologico dell'epoca, con la fse immediatamente antecedente la Shoah. Credo anche che sia un film da proporre non solo a gennaio, in occasione della"Giornata della memoria", ma potenzialmente sempre, comunque il più possibile. Non per essere il solito"laudator temporis acti", ma anche gli interpreti, da Dominque Sanda a Capolicchio, da Romolo Valli allo stesso Fabio Testi(quest'ultimo solo a sprazzi, comunque)confermino una tradizione attorale purtroppo persa e dispersa nei decenni.
[+]
Non conoscendo se non alcune opere di Vittorio De Sica(lo confesso, anche perché la conoscenza manualistica per l'esame di"Storia del cinema"è un conto, vedere invece con attenzione tutti i film è altra cosa), ritengo comunque si tratti di un'opera di estremo rigore stilistico ed espressivo, capace di rendere il clima storico-antropologico dell'epoca, con la fse immediatamente antecedente la Shoah. Credo anche che sia un film da proporre non solo a gennaio, in occasione della"Giornata della memoria", ma potenzialmente sempre, comunque il più possibile. Non per essere il solito"laudator temporis acti", ma anche gli interpreti, da Dominque Sanda a Capolicchio, da Romolo Valli allo stesso Fabio Testi(quest'ultimo solo a sprazzi, comunque)confermino una tradizione attorale purtroppo persa e dispersa nei decenni. El Gato
[-]
[+] laudator temporis acti ... per fabio testi!!??
(di kronos)
[ - ] laudator temporis acti ... per fabio testi!!??
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
il befe
|
sabato 7 marzo 2015
|
capolavoro
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a il befe »
[ - ] lascia un commento a il befe »
|
|
d'accordo? |
|
turkish
|
domenica 31 agosto 2014
|
film confusionario e melenso
|
|
|
|
é emblematico come l'autore del romanzo (Giorgio Bassani) abbia tolto la firma alla sceneggiatura di questo film,il quale non riesce mai a coinvolgere lo spettatore:sia dal punto di vista dell'aspetto storiografico; (il periodo fascista) è trattato in maniera sbrigativa e con troppi tagli,sia da quello della trama sentimentale che coinvolge i due protagonisti (dominique Sanda e Lino Capolicchio),sviluppata in maniera melensa e soporifera.
|
|
[+] lascia un commento a turkish »
[ - ] lascia un commento a turkish »
|
|
d'accordo? |
|
|