eugenio
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venerdì 25 dicembre 2020
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ispirazioni e aspirazioni
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Non c’è Natale che si rispetti senza la visione di un film della Pixar, intelligenti pellicole d’animazione rivolte a un pubblico “pre-scolare” ma in realtà, capaci di indagare con profondità e al tempo stesso leggerezza, tematiche universali della vita umana, toccando anche, cosa non rara (vedi Inside out) il delicato confine emozionale con l’aldilà (Coco), significati quindi ben oltre la nota vena di infantilismo a cui questi generi vengono spesso relegati.
Soul, uscito su Disney Plus in occasione del giorno di Natale, in questa strana festività che ci vede tutti a casa, prigionieri di quattro mura domestiche (i più fortunati almeno), non fa eccezione e ci regala un’ora e mezza di buonumore, felicità e perché no, commozione restituendoci un’aggraziante serenità a un presente di sconsolante tristezza.
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Non c’è Natale che si rispetti senza la visione di un film della Pixar, intelligenti pellicole d’animazione rivolte a un pubblico “pre-scolare” ma in realtà, capaci di indagare con profondità e al tempo stesso leggerezza, tematiche universali della vita umana, toccando anche, cosa non rara (vedi Inside out) il delicato confine emozionale con l’aldilà (Coco), significati quindi ben oltre la nota vena di infantilismo a cui questi generi vengono spesso relegati.
Soul, uscito su Disney Plus in occasione del giorno di Natale, in questa strana festività che ci vede tutti a casa, prigionieri di quattro mura domestiche (i più fortunati almeno), non fa eccezione e ci regala un’ora e mezza di buonumore, felicità e perché no, commozione restituendoci un’aggraziante serenità a un presente di sconsolante tristezza.
La trama inizia un pò in sordina ma esplode in bellezza e citazioni toccando corde alte: dall’ispirazione umana sino al senso della vita, addirittura. Sì, perché Soul, ha come papà Pete Docter(già direttore creativo della Pixar e regista diMonsters & Co,Up e Inside Out piccoli gioiellini che dovrebbero conoscere tutti, critici compresi) e parte dalla storia semplice di umana frustrazione di un singolo “mediocre” per aprirsi alla complessità dell’esperienza umana e del percorso di riflessione e scoperta, artistica ed esistenziale globale.
Il suo protagonista, il quarantenne Joe Gardner (nel doppiaggio italiano interpretato con bravura da Neri Marcorè), è un professore di musica part-time di una scuola media. Ogni giorno cerca di trasmettere ai suoi scolari l’amore della musica, in particolare quella jazz, coltivato in tenera età grazie al padre, ora scomparso. Ci mette passione Joe al piano, una passione che lo spinge a ricercare la sua vena creativa di musicista, piuttosto che quella apparentemente superficiale ma sicura di un posto fisso “assicurato” come ricordatogli dall’anziana ma cauta madre, sarta di un negozio di tessuti.
Joe però non si arrende e un giorno, quando finalmente il suo sogno sembra avverarsi, quando potrà suonare in un locale notturno debuttando al piano con un quartetto piuttosto celebre, cade in un tombino e finisce, non lui fisicamente, ma la sua anima, in uno strano luogo, una specie di limbo sospeso tra la vita e la morte. Il suo spirito è destinato alla luce, una luce a cui lui in ogni modo cercherà di opporsi, anche falsando le carte, rifiutando l’ingiusto destino per riconciliarsi a quel corpo in ospedale. E per farlo non esiterà a divenire un mentore, designato, a causa di un equivoco, dagli arzigogolati guardiani, sorta di burocrati dal nome comune “Jerry” modellati come una versione tridimensionale del Mr. Linea di Cavandoli, di un’anima non destinata a vivere, un’anima ribelle, giovane e inquieta, la numero 22 (dalla voce stridula di Paola Cortellesi).
Dall’incontro/scontro con una nuova realtà fiabesca, Joe comprenderà quanto il suo sogno di volare alto, la sua, per certi versi egoistica sete di successo palesata in sconfitte e rassegnazioni, possa aprire gli occhi degli altri: anche di coloro i quali, la vita, quella vera, la rifiutano di vivere perché in fondo, non sono convinti di avere la giusta ispirazione e preferiscono rassegnarsi. Trascendendo una realtà che in Up era la casa come simbolo di elaborazione del lutto e in Inside out emozione pura contro il culto della felicità eterna e sospesa, nei limiti surreali di un’aldilà- limbo assai organizzato, Soul, centra in pieno ogni scena.
Azzecca tutto, questo film dialoghi, doppiaggio, animazione compresa la delicata ma fluida scenografia digitale, la pura esteriorizzazione formale della fotografia perché riesce a giustapporre larealtà di Joe, una realtà con la quale tutti noi, mediamente conviviamo nei suoi alti e bassi, nei nostri sogni di vita infranta, con la fantasia grafica dell’aldilà come in Coco, altro gioiello prodotto dalla Pixar.
In Soul, tuttavia, il legame con il defunto non assurge a saudade ma a una sfida nei confronti di un’ossessione malata che nasconde, realmente la debolezza precaria del protagonista. Joe lotta ma diviene un mentore per i suoi scopi, un mentore fortemente iconico e ironico dagli stessi creatori della Pixar che ci sembrano dire, del resto, che l’arte in ogni caso è pura ispirazione concettuale non ossessione anzi, una consapevolezza profonda che occorre saper riconoscere e affrontare.
E’ grazie a questo semplice meccanismo che Soul, dalla trama evidentemente prevedibile, funziona benissimo, con un preciso rodaggio che non impone un dotto spiegazionismo, ma lascia che noi spettatori, cautamente, possiamo entrare nel suo mondo, accompagnandoci per mano e tornando un po’ bambini, per condividere quel percorso di riflessione e scoperta, artistica ed esistenziale descritto poc’anzi.
Secondo atto di un percorso di Inside Out che con l’emozioni ci giocava, che ci spiegava in qualche modo come nascono i meccanismi istintuali di rabbia, paura, felicità (un qualcosa che qui viene ripreso nel limbo burocratizzato con le anime “goccia”), Soul raggiunge una purezza e una commozione tale da renderlo uno dei più bei film del 2020. Sagace nel raccontare, furbo nel citare La vita è meravigliosa senza nemmeno darsi troppo sul serio, ci parla di legami familiari, destino, amore, saudade, misticismo (nella bellissima immagine di un’anima di un’artista di strada di New York al timone di una nave alla ricerca di anime perse) e ricerca.
Ricerca e stupore in quel deserto buio, inospitale dove un veliero fende le onde e cattura quei giganti neri e massici reduci di una Città incantata di Miyazaki, anime perse di un sentiero che miscela la tristezza della perdita con la gioia nel ritrovarsi finalmente. Con risate e lacrime.
Capolavoro.
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wolvie
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sabato 26 dicembre 2020
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la seconda possibilità
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Il colosso commerciale Walt Disney Pictures e Pixar Animated Studios producono e distribuiscono (causa pandemia covid),sulle piattaforme on demand a pagamento, il film di Natale "Soul". Non so quanto "Il Grande Fratello " dell' intrattenimento riesca, tramite i famigerati algoritmi, ad intercettare le emozioni e i sentimenti delle masse, ma va da sé, che anche questa volta c' entra il bersaglio. "Soul" è quasi un film filosofico, di una semplicità facile, anche da attaccare criticamente ( molto più riuscita la parte "umana", nella scuola e nel club jazz, meno la parte antemondo e assimilabile), ma la rivelazione NO SPOILER, è affine al critico culinario che in "Ratatouille" ha una reminiscenza dell' infanzia (diciamo che è "in bolla").
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Il colosso commerciale Walt Disney Pictures e Pixar Animated Studios producono e distribuiscono (causa pandemia covid),sulle piattaforme on demand a pagamento, il film di Natale "Soul". Non so quanto "Il Grande Fratello " dell' intrattenimento riesca, tramite i famigerati algoritmi, ad intercettare le emozioni e i sentimenti delle masse, ma va da sé, che anche questa volta c' entra il bersaglio. "Soul" è quasi un film filosofico, di una semplicità facile, anche da attaccare criticamente ( molto più riuscita la parte "umana", nella scuola e nel club jazz, meno la parte antemondo e assimilabile), ma la rivelazione NO SPOILER, è affine al critico culinario che in "Ratatouille" ha una reminiscenza dell' infanzia (diciamo che è "in bolla"). La storia dell' insegnante di musica alle scuole medie, Joe, che tenta di riavviare la sua vita, a poche ore dal suo grande momento, un concerto insieme alla grande Dorothea Williams, offre momenti di comicità, di riflessione, non tanto di commozione, quanto di consapevolezza, in una soluzione narrativa, così facile, direi ovvia, che destabilizza, così come la chiusura netta del film, infatti, non ci è dato sapere altro della storia dei nostri protagonisti, ora non ci resta altro che vivere.
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ilaria perino
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lunedì 28 dicembre 2020
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perchè vedere soul migliorerà il vostro 2020:
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Soul è il nuovo film della Pixar uscito il 25 Dicembre sulla piattaforma streaming Disney+. Si sa ormai che la Pixar è in grado di produrre capolavori (ricordiamo Up, Wall-e o Inside Out) ma non sapevamo che si sarebbe superata. Questa volta la Pixar ha deciso di parlare di anime(Soul, in inglese anima), di vita e di morte, di depressione e di accettazione in un lungometraggio strabiliante che lascia col cuore leggero e con una voglia di vivere che serviva alla fine di un anno terribile come questo. Come ha fatto la Pixar a parlare di concetti così difficili e profondi in un lungometraggio adatto a grandi e piccini? Usando colori sgargianti, design dei personaggi e luoghi dinamici e soprattutto battute divertenti e argute.
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Soul è il nuovo film della Pixar uscito il 25 Dicembre sulla piattaforma streaming Disney+. Si sa ormai che la Pixar è in grado di produrre capolavori (ricordiamo Up, Wall-e o Inside Out) ma non sapevamo che si sarebbe superata. Questa volta la Pixar ha deciso di parlare di anime(Soul, in inglese anima), di vita e di morte, di depressione e di accettazione in un lungometraggio strabiliante che lascia col cuore leggero e con una voglia di vivere che serviva alla fine di un anno terribile come questo. Come ha fatto la Pixar a parlare di concetti così difficili e profondi in un lungometraggio adatto a grandi e piccini? Usando colori sgargianti, design dei personaggi e luoghi dinamici e soprattutto battute divertenti e argute. Perché alla fine di tutto, oltre alla saggezza infinita delle perle che ci manda questo film, si rimane con un profondo senso di leggerezza e consapevolezza della vita.
Analisi+Trama (Spoiler Alert!!) Ci troviamo in una New York scoppiettante, piena di colori e suoni. Joe Gardner è il protagonista di questa storia, un insegnante di musica delle medie di mezza età, amante del pianoforte e del rimpianto per la sua vita non vissuta. Nel giorno in cui realizza il suo sogno però muore. Era finalmente riuscito a organizzare un'esibizione con una grande musicista di jazz, ma la sua sbadataggine lo porta alla fine della sua vita. Joe Gardner era insoddisfatto in tutto, dalla carriera e dalla famiglia. Non è in grado di ascoltare gli altri, ragiona solo su se stesso: è un musicista ma non riesce a sentire nient’altro che i suoi ragionamenti egocentrici. Dopo l’ennesima distrazione giunge alla morte e viene catapultato in un altra dimensione, e trasformato in un piccolo esserino blu il quale rappresenta la sua anima. Inizia un viaggio nel mondo dopo la morte e prima della vita, rispettivamente “l’altro-mondo” e “l’ante-mondo” anche detto “Io-seminario” (luogo dove vengono decise le personalità di ogni anima). Joe arriva nell’altro mondo (una bellissima rappresentazione di quello che ci aspetta dopo la vita), ma si rifiuta e scappa via. Così si spacca la linearità di stile, e Joe non solo da umano si trasforma in un anima, ma inizia ad attraversare gli spazi quantici dell’universo (in una trasposizione dell’universo simile a quella di Interstellar di Nolan). Le forme cambiano e dal film, che già non appariva come un cartone animato, ma dava l’illusione di essere una dettagliatissima ripresa dal vero di attori modellati, colpiti dalle luce come se facessero parte di questo mondo, arriviamo alla creatività pura. In una forma quasi antropomorfa attraverso una linea prende vita “la congiunzione di tutti i campi quantizzati dell’universo” ovvero “Jerry”, ossia un’entità che supervisiona le anime, un colpo di genio per non dare nessun nome a Dio ma nemmeno escluderlo dell’esistenza. Ogni momento è intervallato da battute e ogni battuta ha la forza di far riflettere e ridere.
La forza di far riflettere La narrazione continua con 22, una povera anima che non è in grado di trovare la sua “scintilla” e quindi non ha la possibilità di accedere alla vita sulla terra, ma se tutti vogliono vivere, 22 vuole non-vivere, ed è così che per la prima volta viene affrontato il tema della depressione, autocommiserazione e autodistruzione in una dolce lucina blu agenere. 22 è però è anche in grado di far riscoprire allo spettatore la gioia di guardare le nuvole in cielo, mangiare un pezzo di pizza o prendere al volo le foglie che cadono dagli alberi. Attraverso vicende veloci e simpatiche i due personaggi affrontano avventure che li porteranno ad accettare se stessi, accettare la vita e accettare la morte. La visione di un bambino interiore riportata dentro un uomo adulto riesce finalmente a far capire che non esiste uno scopo nella vita, ma esiste la consapevolezza ed è fondamentale l’ascolto.
Come ha fatto la Pixar? L’assetto narrativo di questo film è semplice, in modo da trattare tematiche difficili in modo lineare: inizia, accade un antefatto, il protagonista cerca di risolverlo e incontra un amico che lo aiuta, l’antagonista (Terry, altra rappresentazione dei quanti, chiaramente influenzata dalla Linea di Osvaldo Cavandoli) cerca interrompere i protagonisti dal loro scopo, arriva l’elemento magico (i divertentissimi mistici) che aiutano i protagonisti, causando però un errore, e una realizzazione finale fa comprendere a tutti il vero significato della storia (e della vita).
Come era già successo con Inside Out, una storia essenziale permette di spiegare la psicologia e l’essenza umana (o almeno una versione ipotetica di quello che è),
“quando la gioia diventa ossessione avviene il distacco dalla vita”
“prima di giudicare, ascolta”
La prima frase detta da Spartivento (l’elemento magico nominato prima) affronta un tema che spaventa, un concetto che molti si sono ritrovati ad affrontare durante il 2020. Anche se la Disney è famosa per la sua capacità di risolvere problemi enormi con dubbie soluzioni, in questo caso la soluzione del problema (la paura di vivere o morire) è l’ascolto e l'amore, e anche se, inevitabilmente hanno utilizzato una trasposizione più semplice di quello che potrebbe accadere nella realtà, non sono andati lontani dalla soluzione reale.
La seconda frase viene detta dal padre di Joe quando lui era ragazzino, un'affermazione che se Joe avesse realmente ascoltato e interiorizzato sarebbe stato in grado di vivere la sua vita pienamente e non passivamente. É la soluzione dei mali della psiche e della comunicazione corretta, una frase nascosta da immagini e colori che stimola a fare e dare il nostro meglio.
In questo film, dove tutti si aspettano intrattenimento leggero, lo spettatore si trova davanti a quesiti enormi: Cosa c’è dopo la morte? Cosa sono l’anima e il corpo? Qual è lo scopo della vita? Vale la pena vivere? I registi decidono di non dare regole fisse, ma dare l’aspetto della realtà ad un film sulla vita. Come dice 22, “tutto è ipotetico qui” ossia: nell’ altro mondo non c’è niente che tu non desideri, ognuno ha la sua realtà e questa è quella delle anime che per esistere hanno bisogno di un corpo e una volta affrontata la vita, sono in grado di ritornare all’origine e riiniziare da capo. Nonostante ci siano delle incongruenze, lo spettatore accetta quello che sta vedendo perchè è interfacciato con un racconto semplice e diretto. Ed è così che la Pixar ci riesce di nuovo: riesce a capire la depressione e l’insoddisfazione, dandoci la chiave per capire noi stessi.
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ilaria perino
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lunedì 28 dicembre 2020
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perchè vedere soul migliorerà il vostro 2020:
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Soul è il nuovo film della Pixar uscito il 25 Dicembre sulla piattaforma streaming Disney+. Si sa ormai che la Pixar è in grado di produrre capolavori (ricordiamo Up, Wall-e o Inside Out) ma non sapevamo che si sarebbe superata.
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Soul è il nuovo film della Pixar uscito il 25 Dicembre sulla piattaforma streaming Disney+. Si sa ormai che la Pixar è in grado di produrre capolavori (ricordiamo Up, Wall-e o Inside Out) ma non sapevamo che si sarebbe superata. Questa volta la Pixar ha deciso di parlare di anime(Soul, in inglese anima), di vita e di morte, di depressione e di accettazione in un lungometraggio strabiliante che lascia col cuore leggero e con una voglia di vivere che serviva alla fine di un anno terribile come questo. Come ha fatto la Pixar a parlare di concetti così difficili e profondi in un lungometraggio adatto a grandi e piccini? Usando colori sgargianti, design dei personaggi e luoghi dinamici e soprattutto battute divertenti e argute. Perché alla fine di tutto, oltre alla saggezza infinita delle perle che ci manda questo film, si rimane con un profondo senso di leggerezza e consapevolezza della vita.
Analisi+Trama (Spoiler Alert!!)
Ci troviamo in una New York scoppiettante, piena di colori e suoni. Joe Gardner è il protagonista di questa storia, un insegnante di musica delle medie di mezza età, amante del pianoforte e del rimpianto per la sua vita non vissuta. Nel giorno in cui realizza il suo sogno però muore. Era finalmente riuscito a organizzare un'esibizione con una grande musicista di jazz, ma la sua sbadataggine lo porta alla fine della sua vita.
Joe Gardner era insoddisfatto in tutto, dalla carriera e dalla famiglia. Non è in grado di ascoltare gli altri, ragiona solo su se stesso: è un musicista ma non riesce a sentire nient’altro che i suoi ragionamenti egocentrici.
Dopo l’ennesima distrazione giunge alla morte e viene catapultato in un altra dimensione, e trasformato in un piccolo esserino blu il quale rappresenta la sua anima.
Inizia un viaggio nel mondo dopo la morte e prima della vita, rispettivamente “l’altro-mondo” e “l’ante-mondo” anche detto “Io-seminario” (luogo dove vengono decise le personalità di ogni anima). Joe arriva nell’altro mondo (una bellissima rappresentazione di quello che ci aspetta dopo la vita), ma si rifiuta e scappa via.
Così si spacca la linearità di stile, e Joe non solo da umano si trasforma in un anima, ma inizia ad attraversare gli spazi quantici dell’universo (in una trasposizione dell’universo simile a quella di Interstellar di Nolan). Le forme cambiano e dal film, che già non appariva come un cartone animato, ma dava l’illusione di essere una dettagliatissima ripresa dal vero di attori modellati, colpiti dalle luce come se facessero parte di questo mondo, arriviamo alla creatività pura.
In una forma quasi antropomorfa attraverso una linea prende vita “la congiunzione di tutti i campi quantizzati dell’universo” ovvero “Jerry”, ossia un’entità che supervisiona le anime, un colpo di genio per non dare nessun nome a Dio ma nemmeno escluderlo dell’esistenza. Ogni momento è intervallato da battute e ogni battuta ha la forza di far riflettere e ridere.
La forza di far riflettere
La narrazione continua con 22, una povera anima che non è in grado di trovare la sua “scintilla” e quindi non ha la possibilità di accedere alla vita sulla terra, ma se tutti vogliono vivere, 22 vuole non-vivere, ed è così che per la prima volta viene affrontato il tema della depressione, autocommiserazione e autodistruzione in una dolce lucina blu agenere. 22 è però è anche in grado di far riscoprire allo spettatore la gioia di guardare le nuvole in cielo, mangiare un pezzo di pizza o prendere al volo le foglie che cadono dagli alberi. Attraverso vicende veloci e simpatiche i due personaggi affrontano avventure che li porteranno ad accettare se stessi, accettare la vita e accettare la morte. La visione di un bambino interiore riportata dentro un uomo adulto riesce finalmente a far capire che non esiste uno scopo nella vita, ma esiste la consapevolezza ed è fondamentale l’ascolto.
Come ha fatto la Pixar?
L’assetto narrativo di questo film è semplice, in modo da trattare tematiche difficili in modo lineare:
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inizia,
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accade un antefatto,
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il protagonista cerca di risolverlo e incontra un amico che lo aiuta,
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l’antagonista (Terry, altra rappresentazione dei quanti, chiaramente influenzata dalla Linea di Osvaldo Cavandoli) cerca interrompere i protagonisti dal loro scopo,
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arriva l’elemento magico (i divertentissimi mistici) che aiutano i protagonisti, causando però un errore,
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e una realizzazione finale fa comprendere a tutti il vero significato della storia (e della vita).
Come era già successo con Inside Out, una storia essenziale permette di spiegare la psicologia e l’essenza umana (o almeno una versione ipotetica di quello che è),
“quando la gioia diventa ossessione avviene il distacco dalla vita”
“prima di giudicare, ascolta”
La prima frase detta da Spartivento (l’elemento magico nominato prima) affronta un tema che spaventa, un concetto che molti si sono ritrovati ad affrontare durante il 2020. Anche se la Disney è famosa per la sua capacità di risolvere problemi enormi con dubbie soluzioni, in questo caso la soluzione del problema (la paura di vivere o morire) è l’ascolto e l'amore, e anche se, inevitabilmente hanno utilizzato una trasposizione più semplice di quello che potrebbe accadere nella realtà, non sono andati lontani dalla soluzione reale.
La seconda frase viene detta dal padre di Joe quando lui era ragazzino, un'affermazione che se Joe avesse realmente ascoltato e interiorizzato sarebbe stato in grado di vivere la sua vita pienamente e non passivamente. É la soluzione dei mali della psiche e della comunicazione corretta, una frase nascosta da immagini e colori che stimola a fare e dare il nostro meglio.
In questo film, dove tutti si aspettano intrattenimento leggero, lo spettatore si trova davanti a quesiti enormi: Cosa c’è dopo la morte? Cosa sono l’anima e il corpo? Qual è lo scopo della vita? Vale la pena vivere?
I registi decidono di non dare regole fisse, ma dare l’aspetto della realtà ad un film sulla vita. Come dice 22, “tutto è ipotetico qui” ossia: nell’ altro mondo non c’è niente che tu non desideri, ognuno ha la sua realtà e questa è quella delle anime che per esistere hanno bisogno di un corpo e una volta affrontata la vita, sono in grado di ritornare all’origine e riiniziare da capo. Nonostante ci siano delle incongruenze, lo spettatore accetta quello che sta vedendo perchè è interfacciato con un racconto semplice e diretto. Ed è così che la Pixar ci riesce di nuovo: riesce a capire la depressione e l’insoddisfazione, dandoci la chiave per capire noi stessi.
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ste m
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mercoledì 30 dicembre 2020
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docter ci disegna e ci suona la vita
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Joe Gardner conduce una vita ordinaria, insegna musica in una scuola media, e vive nella speranza di affrancarsene grazie alla scintilla della musica che farà ardere la sua fiamma interiore.
Dorothea Williams è una jazzista di successo e, agli occhi di Joe, lei ha realizzato il suo io, la sua vera essenza, ma quando anche Joe realizza il sogno della vita, essere un pianista jazz, non si sente appagato appieno.
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Joe Gardner conduce una vita ordinaria, insegna musica in una scuola media, e vive nella speranza di affrancarsene grazie alla scintilla della musica che farà ardere la sua fiamma interiore.
Dorothea Williams è una jazzista di successo e, agli occhi di Joe, lei ha realizzato il suo io, la sua vera essenza, ma quando anche Joe realizza il sogno della vita, essere un pianista jazz, non si sente appagato appieno.
Alla fine dell’esibizione, una di quelle esibizioni in stato di grazia, lui non prova quelle emozioni che ha cercato e rincorso per tutta la vita e Dorothea gli dirò: “Conosco una storia che parla di un pesce, che va da un pesce anziano e gli dice “Sto cercando quella cosa che tutti chiamano oceano” “L’oceano? – risponde il pesce più vecchio – è quello in cui nuoti adesso” “Questo? – dice il giovane pesce – questa è acqua, io invece cerco l’oceano“. Joe è uno di noi, uno che si è convinto di dover realizzare qualcosa di grande per dire di aver vissuto con pienezza la vita e nel frattempo si stava perdendo tutte le piccole cose che fanno grande la nostra vita, come riuscire ad essere, con la propria passione, fonte di ispirazione per gli altri...come si dice: la vita è quella cosa che ti succede mentre stai aspettando che la vita cominci.
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felicity
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martedì 4 maggio 2021
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una meravigliosa riflessione sul senso della vita
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Con Soul Pete Docter torna a parlare di anime e senso della vita dopo i successi ottenuti con Up e Inside Out, entrambi vincitori dell’Oscar per il Miglior film d’animazione rispettivamente nel 2010 e nel 2016. Il regista, divenuto direttore creativo della Pixar nel 2018 dopo le dimissioni di John Lasseter, si muove su un terreno delicato ma che si dimostra perfettamente nelle sue corde.
La visione di Soul è una vera meraviglia, poiché la storia accompagna con disinvoltura e tatto attraverso una inevitabile riflessione personale. Il linguaggio utilizzato non potrebbe essere più chiaro né più universale: passioni che costituiscono il sale della vita, ambizioni lavorative, amicizia, incomunicabilità familiare.
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Con Soul Pete Docter torna a parlare di anime e senso della vita dopo i successi ottenuti con Up e Inside Out, entrambi vincitori dell’Oscar per il Miglior film d’animazione rispettivamente nel 2010 e nel 2016. Il regista, divenuto direttore creativo della Pixar nel 2018 dopo le dimissioni di John Lasseter, si muove su un terreno delicato ma che si dimostra perfettamente nelle sue corde.
La visione di Soul è una vera meraviglia, poiché la storia accompagna con disinvoltura e tatto attraverso una inevitabile riflessione personale. Il linguaggio utilizzato non potrebbe essere più chiaro né più universale: passioni che costituiscono il sale della vita, ambizioni lavorative, amicizia, incomunicabilità familiare. Questi ed altri i temi affrontati, senza mai ricorrere a scorciatoie e soprattutto senza mai scivolare in banali ovvietà.
Il tutto è accompagnato dalle note jazz scritte per l’occasione da Trent Reznor e Atticus Ross. La musica è la passione di Joe, ma diventa anche una scintilla capace di accendere questo raffinato film d’animazione. Non a caso il titolo gioca sul doppio significato della parola, che richiama sia l'”anima” che il tipo di musica sviluppata negli anni ’60 dalla fusione di jazz, gospel e pop. Anche l’orecchio vuole la sua parte – soprattutto quando si tratta di lungometraggi Disney – ed è impossibile non apprezzare una colonna sonora godibile ed ispirata.
Ciò che semmai va criticato – o almeno messo in discussione – è il target di riferimento. Soul va certamente considerato un film d’animazione per adulti, destinato ad un publico che ha superato da un bel pezzo l’età scolare o prescolare. Basti pensare alle considerazioni fatte appunto sul senso della vita o sulla persona che ogni essere umano vorrebbe diventare.
Il film invita a vivere ogni giorno con passione, gustandosi ogni più piccola cosa senza sprecare nemmeno un istante. Così, anche un buon pezzo di pizza o una brezza leggera sul viso possono regalare una gioia a chi sa restare in ascolto. Difficile far passare un simile messaggio (per quanto importante) ad un bambino.
Impossibile se si sceglie la strada percorsa da Soul. Il pubblico più giovane non può trovare qui un nuovo Re Leone né una nuova Sirenetta.
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fabrizio friuli
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giovedì 11 novembre 2021
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mai distrarsi mentre sei per la strada
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Nella New York odierna , un docente di musica delle medie sogna di volersi affermare come pianista e grazie ad un suo ex allievo riesce a farsi notare dalla leader della band di jazzisti , però, il protagonista Joe Gardner mentre parla con il cellulare per strada cade in una fogna senza Tonino e finisce in coma . Per poter fare ritorno nel suo corpo , l 'anima di Joe deve compiere una sbalorditiva avventura nel mondo che precede l'esistenza degli esseri umani e lì conosce un ' anima riconosciuta come 22 , refrattaria alla vita sulla Terra.
In questo lungometraggio della Pixar viene compiuta una sorprendente rappresentazione del mondo che precede la vita degli esseri viventi, in questa realtà sconosciuta le anime vanno incontro ad una formazione radicale prima di entrare nel pianeta Terra ed essere delle persone con i sogni e le aspirazioni.
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Nella New York odierna , un docente di musica delle medie sogna di volersi affermare come pianista e grazie ad un suo ex allievo riesce a farsi notare dalla leader della band di jazzisti , però, il protagonista Joe Gardner mentre parla con il cellulare per strada cade in una fogna senza Tonino e finisce in coma . Per poter fare ritorno nel suo corpo , l 'anima di Joe deve compiere una sbalorditiva avventura nel mondo che precede l'esistenza degli esseri umani e lì conosce un ' anima riconosciuta come 22 , refrattaria alla vita sulla Terra.
In questo lungometraggio della Pixar viene compiuta una sorprendente rappresentazione del mondo che precede la vita degli esseri viventi, in questa realtà sconosciuta le anime vanno incontro ad una formazione radicale prima di entrare nel pianeta Terra ed essere delle persone con i sogni e le aspirazioni. Il protagonista del film possiede sia pregi che difetti e , nonostante riesca a far avverare il suo sogno , egli non si sente completamente appagato , e questo dimostra che nella vita le due tragedie sono quella di non ottenere ciò che si brama e la seconda è quella di ottenere ciò che si brama. In sostanza, il film è assolutamente valido , sia per la rappresentazione dell' ambiente riconosciuto come " ANTEMONDO " che per il personaggio principale che pecca di arroganza, nonostante sia un uomo che non ha ancora permesso l'estinzione del suo sogno , però, ci sono dei difetti che non passano inosservati , per esempio, la madre del protagonista che al principio non offre il suo sostegno al figlio sognatore ( perché un elemento del genere è già presente in un'altra pellicola animata della Pixar : Coco ) e poi , il film non è molto scorrevole, infatti , certe scene sono lente , ed essendo un film animato per famiglia, qualcuno potrebbe anche tediarsi, quindi , tenendo conto di queste imperfezioni, Soul potrebbe essere paragonato ad un vaso Ming con delle crepe . I dialoghi non presentano difetti , l'animazione è valida , l'idea è notevole, ma non è un film perfetto, esistono lungometraggi animati che riescono ad essere migliori di Soul , e non è il caso di Coco, un film che supera Soul è Monsters e Co , perché il film possiede soltanto pregi, è divertente e commovente allo stesso tempo , invece Soul è scarso di umorismo ( e non è un problema ) e non è commovente ( pur avendo delle numerose qualità ) , perciò, questo film è bello , ma non è un film che merita di essere sopravvalutato, e , tornando al discorso dei personaggi, la co protagonista del film, ovvero l'anima 22, non è un personaggio degno di chissà quali riconoscimenti , diversamente dal protagonista Joe Gardner e dal personaggio che lavora come barbiere , che rivela di voler lavorare come veterinario, tuttavia , non odia il mestiere che svolge , infatti rappresenta una persona cuorcontenta, che si accontenta di quel che possiede, ed una personacosì , merita di essere un modello di riferimento.
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